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Intervista a Carlo Belli (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

IL PERIODO DI BRESCIA

In base al testo dell’intervista trascritto, mettere nell’ordine giusto queste frasi.

Intervistatore: [00:30:45] Tu sei nato nel '03, quindi eri proprio ragazzino, eri ancora eh? Eri molto giovane. Ecco, e dimmi un'altra cosa: il periodo di Brescia?

Carlo Belli: [00:30:56] Sono "gli anni di galera", come li chiamo io. Il periodo di Brescia… sai Brescia è una bella città, ma i bresciani - io spero che qua non ce ne siano - sono tremendi.

Intervistatore: [00:31:12] Questi semmai sono i pronipoti di quei bresciani.

Carlo Belli: [00:31:16] "Oi te, come stet?", per dirti questo ti danno una pacca sulla spalla che ti mandano da qua e là. "Come stet te?", baam!

Intervistatore: [00:31:25] Ecco, però, andiamo al segreto: perché ti sei trovato male a Brescia? Raccontami bene.

Carlo Belli: [00:31:31] Perché non… non… no… no… non c'era educazione, non c'era.... Non c'era senso… di educazione, non so come dirti.

Intervistatore: [00:31:45] Ma questo nel giornale stesso? Nell'ambiente dei giornalisti?

Carlo Belli: [00:31:48] Eh anche, eh, come no? Era diretto da un… da un… uomo molto bravo - si chiamava Giaratana, un deputato molto bravo. Ma io ti dirò, il colmo dei colmi che cosa è stato? Che in una città così rozza e violenta son riuscito a portare Petruska di Stravinsky e una… un… un… un… un coso di Casella – ostia, come si chiamava? - brutto.

Attività di riordino

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