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Intervista a Ruggero Savinio (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

LA PRESENTAZIONE - 1

In base al testo dell’intervista trascritto, indicare se questa affermazione è vera o falsa.

Intervistatore: [00:00:04] Ecco, come… premessa - anche così, tecnica - noi dobbiamo dire, il giorno di oggi, che è …

Ruggero Savinio: [00:00:12] Il 19.

Intervistatore: [00:00:12] Il 19 di Maggio 1988, qui abbiamo Ruggero Savinio nato nel 1934, ecco questi sono i due dati fondamentali. Allora, entro subito in tema, Ruggero: io credo di aver avuto la fortuna di aver visto forse proprio la tua prima personale lì alle Ore. Se non ricordo male proprio, era la tua prima mostra che tu… personale, no? E anche quei premi del disegno che loro facevano - che Fumagalli faceva - e quindi… devo dire che il mio primo impatto con te è avvenuto proprio in quella circostanza - io è lì che ti ho conosciuto. Dopo, da allora, ti ho seguito - per quanto mi è stato possibile, ma direi abbastanza fedelmente, cioè sistematicamente - cosa tu stavi facendo e… e anche ti ho letto, ecco. Tu sei uno di quegli artisti che ha la fortuna di aver la capacità di dire cose estremamente pregnanti, quindi ti ho letto sempre con molta molta attenzione, devo dire: ogni volta che mi capitava il catalogo, il tuo scritto, io ti ho letto se… seguendoti proprio passo passo. Oggi siamo a… appunto all'88 - quindi un arco che comincia a essere piuttosto lungo, anche se, appunto, sei così giovane, ma in fondo è un discorso veramente, che comincia avere una sua consistenza, e ti dico subito che cosa è che c’ho in… dentro, come interrogativo che mi pongo. Io ho avuto netta la percezione che nel tuo lavoro c'è stato sempre un… - tanto più che uscivamo dal discorso dell’Informale, in quegli anni - il tentativo di far nascere una forma, però una forma che tenesse conto di tutta l'esperienza che era stata l'Informale. Tant'è vero che poi tu l'hai anche teorizzato, no, questo discorso di fare emergere una forma da questo caos… mettere chiarezza un po' da questo caos - che era stato il discorso dell'Informale - senza perdere lo spessore, appunto, dell'Informale. E questo è stato un processo, devo dire, molto lento, io ho avuto la percezione di un processo non a scoppi, ma progressivo, lento, faticato, proprio in cui tu cercavi sempre di non perdere questa eredità dello spessore. E questo processo è andato avanti, secondo me, con un punto che ha raggiunto punti di altissimo livello nel discorso fine anni '60, primi anni '70; c'è stato questa specie di punto di raggiungimento – m’è sembrato - proprio di questo discorso. Poi io ho avuto la percezione che, con la fine degli anni '70 e con l’inizio degli anni '80, c'è stato come un diramarsi, come un po', non dico tentare altre strade, ma -consolidarsi questo discorso - ma come se a un certo punto tu cercassi qualche cosa, cercassi qualche cosa oltre che nelle ultime mostre che ho potuto vedere - e io ho visto quella alla Giulia, l'ultima qui a Roma della Giulia - era come se a un certo punto il discorso avesse cominciato a mutare… un po' il tuo discorso. E io mi sono ricordato, cioè… siccome mi intrigava questo fatto, di certi tuoi scritti, in cui tu quasi preannunciavi, certi interrogativi sulla pittura, su che cosa doveva essere la pittura. Ecco, la domanda che ti faccio, così, molto amichevolmente: erano sensazioni vere, cioè giuste? Ho colto un tuo processo e certi tuoi problemi che nascevano oppure sono fuori strada, e correggimi?

Domanda Vero/Falso

Secondo il giornalista Ruggero Savinio scrive cose molto interessanti.