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Intervista a Toti Scialoja (rispondi alle domande)

Biografia - Comprensione scritta B1-B2

Domanda 3

In base al testo dell’intervista trascritto, scegliere la risposta giusta.

Toti Scialoja nasce nel 1914 in una famiglia originaria di Procida, di professori universitari e giuristi, fondatori e proprietari della rivista «Foro italiano».

Il bisnonno Antonio Scialoja è stato il primo ministro della Pubblica Istruzione del governo italiano insediatosi, dopo la breccia di Porta Pia del 20 settembre 1870, in Roma capitale. Il padre Gustavo è stato ingegnere chimico, ispettore capo del Ministero delle Corporazioni.

Interrotti gli studi giuridici, dal 1937 si dedica alla pittura: nel 1939 un suo disegno viene segnalato dalla giuria della Quadriennale di Roma e nel 1940 realizza la sua prima mostra personale a Genova.

Durante la guerra, e prima di partecipare alla Resistenza, espone a Roma con Giulio Turcato ed Emilio Vedova.

Dopo una prima esperienza espressionista, legata alla scuola romana, giunge dal 1955 all’astrattismo e sperimenta tecniche diverse, dal dripping all’uso di stracci impregnati di colore, dallo stampaggio agli inserti materici. Le sue opere, strutturate negli anni Settanta in elementi geometrici ritmicamente scanditi, dopo il 1982 ripropongono un linguaggio di matrice gestuale.

Nel 1982 diviene direttore dell’Accademia di Belle arti di Roma e dal 1988 realizza anche sculture.

Parte integrante della sua ricerca è il lavoro per il teatro, al quale si dedica collaborando con scrittori, musicisti, registi e coreografi d’avanguardia (V. Pandolfi, A. Miloss, R. Vlad). Tra i suoi allestimenti si ricordano: L’opera dello straccione di J. Gay (1943, proibita dalle autorità fasciste); i balletti Marsia di L. Dallapiccola (1948) e Il principe di legno di B. Bartók (1950); Traumdeutung di E. Sanguineti (1964), Il Ratto di Proserpina di Rosso di San Secondo (1986).

Toti Scialoja è anche uno scrittore. Oltre che in prose liriche (I segni della corda, 1952), la sua raffinata vocazione poetica si esprime in numerose raccolte di versi - alcune delle quali illustrate da lui stesso - ricche di umorismo, giochi verbali e nonsense (Amato topino caro, 1971; Scarse serpi, 1983; Le sillabe della Sibilla, 1988; I violini del diluvio, 1991 e altri).

Toti Scialoja è scomparso a Roma il 1 Marzo 1998.

[Elena Grifoni]

Fonti:
https://totiscialoja.it/toti-scialoja/

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