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Intervista a Filippo Cerruti (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

L’ESPERIENZA CON COPPEDÈ

Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e scegli la risposta giusta.

Anna Marino: [00:45:21] Quindi, questa è stata un po' la ricetta di come vivere, diciamo, questo passaggio traumatico… passaggio generazionale di consegne - però traumatico - dei suoi primi anni di attività. Ecco, ci sono anche state delle altre attività, che… si possono elencare, oltre a quelle che… diciamo le attività del gruppo… delle b…. del settore bancario, quelle immobiliare... e ovviamente, come diceva lei, anche nel settore delle navi. Per esempio, questi complessi in stile Liberty, edificati in tutta Italia, con la collaborazione del grande architetto italiano Gino Coppedè. E il rapporto con l'arte come è stato, appunto come… mi racconti un po'…

Filippo Cerruti: [00:46:05] Insomma, questo è un periodo prima della guerra, quindi io dovevo ancora nascere o... Il… il nonno… aveva capito forse, le… le… le capacità del… di questo architetto, e quindi gli ha affidato mol… gli ha affidato molti incarichi. Non so se fosse sempre stato contento delle… delle sue… delle prestazioni di questo architetto, perché una volta, mi raccontano che… era stato incaricato - c'era un ufficio a Roma, perché a Roma aveva costruito Piazza Quadrata, quindi, c'erano uffici e altre cose - doveva andare a Napoli a un'asta per acquistare un terreno e.... a quei tempi si chiamava il taxi, e arrivava l…. il cavallo a cale… il calesse che portava alla stazione. È arrivato un cavallo bianco, Coppedè ha detto: "Io a Roma non… io a Napoli non ci vado". E ha perso l'asta, perché il cavallo bianco portava sfortuna e quindi non… Per cui, il nonno doveva… convivere con gente fatta a quel modo lì... Mia madre se le parl… purtroppo… fosse qua... se le domanda di Coppedè, la… lo… lo… cassa completamente, perché, in effetti, in casa - tra le case così di Coppedè - bisogna vivere di giorno con la luce accesa. Perché c’è tanti tetti, tante… infrastrutture, che… che… che in casa si… c'è buio. Quindi, adesso... nonno ha fatto.. tutto quello del nonno è stato fatto da Coppedè… perché c'era un certo feeling, l’uno con l’altro. Però non… - almeno… non… non credo come che sia - ha fatto un'epoca e basta. Non è che fosse il massimo della duttilità, del… del… della economicità. Perché poi Coppedè si portava dietro da Firenze, i falegnami, i pittori, tutto… aveva tutta una sua corte particolare..

Anna Marino: [00:48:19] Però il nonno era disposto a finanziare diciamo, questa… questo artista.

Filippo Cerruti: [00:48:21] Sì, sì, sì', effettivamente il nonno ha fatto cose… cose importanti, ed erano anche… molto capaci, perché - forse non so se sia la capacità loro o il materiale che usavano prima della guerra - il nonno ha dovuto far rifare un graffito - perché durante la guerra era stato scheggiato, una scheggia di una bomba lo aveva rovinato - e mi ricordo che ha chiamato dei… dei tecnici, un pittore da… toscano, è venuto - è stato qua più di un mese - e alla fine, dopo… sei mesi, un anno da… che… che aveva rifatto il… questo graffito, il graffito era nuovamente… diciamo… degradato. Insomma… la materia prima credo che non… non ci sia più attualmente no… - pare della calce cotta in determinati modi - che non si usa più e quindi non...

Domanda a scelta singola

L’architetto Coppedè ha fatto perdere un’asta a Napoli alla famiglia Cerruti perché: