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Intervista a Margherita Guidacci (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

LA LETTURA DEI "CONSIGLI AD UN GIOVANE POETA"

Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e scegli la risposta giusta.

Margherita Guidacci: [01:00:51:33] Dopo la… La sabbia e l'angelo ci fu un lungo intervallo, perché non scrissi un nuovo libro fino al ‘51, fu Morte di Enrico, che però fu pubblicato solo nel 1955. E comunque, a parte Morte di Enrico, che venne, come dico, parecchi anni dopo, nell'intervallo non avevo scritto molte cose, quelle poche sono poi andate riunite in Paglia e polvere, che è stato un libro così, fatto dopo, raccogliendo un po' di materiale disperso. Di questo periodo, ecco, però mi piace di ricordare una serie di cinque brevi poesie intitolate Consigli a un Giovane Poeta, che costituirono la mia poetica, ecco. In… in quel momento avevo un po' preso coscienza di quello che per me era la poesia, che era poi un… un programma tanto etico quanto estetico, ecco, direi che le due cose per me andavano assolutamente insieme. E mi piace ricordarlo perché non solo esprimeva quello che avevo fatto fino allora - che poi del resto era ben poco - ma ha espresso anche quello che ho fatto dopo. Ecco, una delle poche cose che mi fa piacere ricordare è di essere stata molto coerente e fedele, appunto, a questi principi di poetica che avevo buttato giù allora nel ‘48, quindi a 27 anni.

Primo:

Meglio scrivere un libro importante nel deserto,
dirgli: “Sei frutto del deserto, qui sei nato e qui rimani”,
solo le pietre e il vento ti avranno conosciuto,
che diventare celebri per equivoco.

Due:

Il poeta che non è pronto a ignorare
quel che si dice di lui, come la brezza ignora
quel che egli stesso ne dice;
il poeta che non ha mai contemplato
chi lo loda o lo biasima
col calmo stupore d’una rosa,
occupata nei suoi pensieri di rosa;
il poeta che non ha mai
somigliato a una sorgente,
che dal profondo soltanto
deriva il suo riso e le lacrime,
perché non si è messo piuttosto
un berretto di piume di gallo,
non regge un uovo sul naso
e non danza sui bicchieri?
Ci sono tanti modi innocui di attirare la gente.

Tre:

Mio Dio, salvami dalla parola
condotta e imparata
come un vitello nel giorno di fiera,
con fiocchi rossi alla coda
e una ghirlanda di traverso gli scende
sui grandi occhi tristi,
fra la ressa dei villani
e le grida dei sensali.

Quattro:

Libera il tuo cuore ed ascolta,
perché non v'è altro da fare
e quando hai ascoltato
dimentica più che puoi,
se sei saggio. Ciò che
non puoi dimenticare, ridillo,
in che modo non importa.
L'arpa dei serafini
il mucchio del toro in amore,
il gemito della colomba,
il solitario vento notturno,
la campana ed il tuono
sono tutte voci accettabili.
Non preoccuparti della scelta
perché al momento troverai le parole,
né della gloria, è solo un fischio rotto,
e detto questo non v’è
molto da aggiungere.

Cinque:

Come allodola,
che lancia il suo trillo
alto nel sole
e uno dice:
“È un miracolo”,
un altro:
“Non è proprio nulla”,
e un terzo non
si domanda neppure cos'è;
obbedisci all'azzurro,
dimentico di chi ciancia
presso il tuo nido di terra.
L'azzurro e chi è sopra
l'azzurro sanno bene
perché ti hanno chiamato.

Domanda a scelta singola

«Meglio scrivere un libro importante nel deserto,/dirgli: “Sei frutto del deserto, qui sei nato e qui rimani”,/solo le pietre e il vento ti avranno conosciuto,/che diventare celebri per equivoco». Questa è la prima delle cinque poesie della raccolta Consigli a ad un giovane poeta: qual è il suo significato?