DIGITAL LIBRARY
TI RACCONTO IN ITALIANO

Home Attività Intervista a Luciano Luisi (rispondi alle domande)

Intervista a Luciano Luisi (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

LA LETTURA DI ALCUNE POESIE DA "VERSI AD ASPASIA"

Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e scegli la risposta giusta.

Luciano Luisi: [00:27:34] Ma… e adesso vi faccio sentire alcuni di questi momenti, in fondo sono 28 poesie che si potrebbero leggere tutte di seguito, quasi come una storia. E qui ho tentato anche, stilisticamente, di usare metri e linguaggi diversi, secondo gli stati d'animo. E anche qui torno a quella mia volontà di… di essere… di fare una poesia un po' teatrale, voglio dire, colloquiale, rappresentativa.

Questa è la prima:

Pronto, chi? Mi ripeta.
Ma in che lingua ha parlato?
È certo sia così
che va pronunziato quel nome?
Aspasia!
Aspasia!
Ora senza accorgermi grido.
È proprio certo, anzi,
che esista davvero quel nome?
Ed io come smarrito, dubitandone, mi dico:
forse mi sono inventato un nome che volevo
rispondesse al volto che tanto ho sognato”?
E ancora mi dico che forse non è fatto di lettere,
non è parola,
non ha suono ma è soltanto in me,
un pensiero struggente che mi porta da te.
Rifaccio il numero, provo
per la millesima volta a chiamare
il tuo nome nel vuoto,
ma sono troppo stanco per insistere e
troppo per pensare.
Senza neppure accendere la lampada mi spoglio,
mi infilo nel letto,
mi copro fino agli occhi, e così -
libero d’inventarti - ti continuo a cercare.

La seconda:

Ti cerco dove non sei, sapendo di non trovarti,
(come sognando si voltano al canto delle sirene a lungo i marinai).
Perché tu solo in questo esisti: nel mio cercarti.

Nove:

Penetro in te amore, mia conchiglia,
come il murice al fondo del suo nicchio,
fino a confondermi, fino a farmi cieco
E non mi giunge più l'eco del mondo.
Ma che tristezza e sgomento nel morirti dentro,
e quietarmi e cominciare a perderti,
quando riapri gli occhi sulla vita.

Quattordici:

È la polvere, è soltanto la polvere, ti dico
passando a cerchio la mano sopra il vetro
che subito svela profonda la valle, il serpente del fiume
che scivola, s’insinua, si nasconde e scende
a tuffi, a salti. È soltanto la polvere
- ti ripeto guardandoti – ma basta poco a spegnere
la luce, a cancellare la chiarezza.
E mentre su pei tornanti la macchina
s’affanna, gli occhi le gore limpide
cercano dove posarsi, dove chiedere aiuto
al paesaggio che si snoda dolce
persino là nelle sue gole d’ombra
anche se già una nuvolaglia torbida
ci viene incontro con la sua minaccia.
E questo nostro amore che ci dà
la vita e ce la toglie,
che s’impenna e precipita,
è come i monti che sembrano
a noi inquieti negare l’orizzonte.
Ma d’altre valli, d’altri nuovi prati
già sale il fiato, e noi
ci sfioriamo le mani turbati
come l’erba sul ciglio che ora
al breve vento delle ruote trema.

Sei divisa da me non più che un passero
dall’aria, che sempre lo avvolge
ovunque salga nel volo, e ne porta
l’odore nelle piume.
Sei lontana da me
come dal cuore il polso che ne ascolta
fedele tutti i battiti, e la notte
dal giorno, che inseguendosi
a lungo si confondono.
Ti separi da me come la vita
che d’un passo ogni ora si allontana
ma quanto più mi lascia più mi chiama.

E l'ultima:

S’è inaridito il frutto, che insaziabili
mordemmo a lungo avidamente insieme,
e a che vale, se manchi,
ch’io tenti inutilmente di accenderlo
quel profumo che inebria,
quel rumore che arde e che disseta? E io,
ancora incredulo, mi dico,
ma come chi si volge alla sua casa
lasciandola per sempre: “Via cancellala dalla tua vita, Aspasia.
La tanto amata Aspasia
non fu che un sogno d'incubo, ridestati!
Via quel suo viso d'angelo dal cuore,
via quella sua tenerezza dalla mente,
l'odore del suo corpo dai miei sensi,
via dal sangue il furore che riattizzava il fuoco dalla cenere”.
E respingendola grido: “Aspasia! Togliti dal mio sguardo,
prenditi la tua ombra che mi insegue,
o bifronte Aspasia, che effondi spade,
aspide, che mi inietti atroci spasimi,
mio inguaribile morbo, malattia.
E allora sia ciò che la vita vuole, ma ricordalo
qualunque cosa accada
sono stato nella tua vita, e tu sei nella mia.

Domanda a scelta singola

Nella prima delle poesie tratte da Versi ad Aspasia il poeta immagina di: