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Intervista a Mario Luzi (rispondi alle domande)

Comprensione scritta B1-B2

LA LETTURA DELLA CONCLUSIONE DE "IL PENSIERO FLUTTANTE DELLA FELICITÀ"

Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e ordina correttamente le frasi.

Intervistatrice: [02:00:35:36] Lei ha parlato anche di allegria, da intendere nel senso di fervore creativo? Intellettivo?

Mario Luzi: [02:00:35:47] Sì, creativo, sì sì, quello sì. Questa è l'euforia, è l'allegria, che è nella… nella creatività, ecco, dell'uomo e dell'artista in particolare, eccetera. E questa è una… una situazione tutta particolare di operosità - è vero? - che ha qualche, forse, relazione con la felicità, o se non altro con la gioia, ecco, se non altro con la gioia. La felicità è una condizione che dovrebbe essere permanente, ma invece non lo… non riesce a esserlo mai. La gioia, ecco, ha questa… ehm… origine e… e questa durata incalcolabile, insomma ecco, e… e imprevedibile. Tanto perché non appaia, ecco, che io sono un pes… come dire, un negatore della felicità o… o momentanea - o della gioia se volete dire, è vero? – o… o comunque… uno che non dà ascolto a questa richiesta profonda dell'animo, eh, vorrei leggere, ecco, un breve frammento di questo poemetto sulla felicità, Il pensiero fluttuante della felicità, ecco, che… conclude - è vero? – che conclude questa… assillo dell'animo, questa attenzione così incantata e… e così perplessa, nello stesso tempo, dell'animo su questo tema, sulla scorta di una, così, di una promessa d'amore, evidentemente, no, che qui viene adombrata… per attimi, per momenti, ecco. Ecco, leggo solo questi pochi versi, in cui, ecco, questo desiderio di felicità, che può avere avuto anche la… il miraggio di esser presente, di essere stata raggiunta, toccata, ecco, però viene, in fondo, messa in… in forse, richiamata alla realtà drammatica del tempo in cui siamo vissuti e continuiamo a vivere. È il settimo… è la settima sezione del poemetto che vi dicevo, per il… Il pensiero fluttuante della felicità, ecco, e quindi la sua conclusione.

A volte si tocca il punto fermo e impensabile
dove nulla è più diviso,
nè morte da vita
nè innocenza da colpa,
e dove anche il dolore è gioia piena.
Sono cose, queste, che si dicono per noi soltanto.
Altri ne riderebbero.
Ma dire si devono. Le annoto
per te che le sai bene e per testimonianza dell’amore eterno.

Qui il filo si spezza.
Non cedimento dell’anima, solo stanchezza dello scriba –
mi dico – o ne mormora una voce
lontana da sotto i rimasugli, lingue ultime schioccanti, di ghetto in fiamme.
Stanchezza di lui guardato a vista con papiri e carte
dal suo sosia l’ardente matematico
seduto nello scranno accanto in penombra
o da altri, anche più impenetrabili, dalla faccia di Quisling.
Conosco quei testimoni e giudici. Quei giustizieri. Prevarranno?
Non prevarranno – mi dice la mia anima fatta anima.

Attività di riordino

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