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Maria Luisa Spaziani: [01:00:36:55] Il marchio è una poesia che ancora oggi mi coinvolge e… e mi commuove molto. Io… nella mia casa di Torino, nella casa dei miei genitori, c’era un bellissimo antico ciliegio, che la leggenda diceva che fosse stato piantato da Don Bosco e che comunque è stato nobilitato dal fatto che Montale ne parla due volte nelle sue poesie – Montale veniva sovente ospite a casa nostra. E un giorno questo… questo ciliegio è stato crudelmente tagliato, è successo un po’ come nel…nel Giardino dei ciliegi di Cechov. Insomma, la fortuna della famiglia è diminuita, è scomparsa, si è dovuto vendere la casa, con il patto orale, amichevole, che il ciliegio non fosse toccato, non erano passati che pochi giorni dalla vendita della casa e sono venuti di notte con le scure e l’hanno fatto a pezzi, l’hanno bruciato. Io, ancora oggi, a distanza di tanti anni, risento vivissimo il dolore della fine di questo stupendo, grande ciliegio. Per difendere questo ciliegio dal… tagli precedenti – perché mio padre doveva fare allargare un certo suo laboratorio – si era fatto addirittura una costruzione a stella in modo che il tronco rimanesse sotto, in questo… in questo laboratorio e i… i rami uscissero fuori, per cui no… noi sul terrazzo camminavano in mezzo a questo ciliegio fiorito, che era una cosa veramente meravigliosa. E la fine di questo ciliegio è stato un po’ il simbolo della fine della mia famiglia.
Il marchio
Quando notturno l’uomo con la scure
piomberà sui ciliegi e scorticati
come volpi i bei rami penderanno,
che cosa mi avrà ucciso e violentato
che già degli anni a fuoco non recasse
il marchio d’ogni male ed ogni addio?
Ad aprile corone bianche e argento
non fioriranno più queste mie notti
che una suprema luce ancora illude.
Ora che il fuoco è spento e che la vita
in sé, fiore di tenebra, si chiude.
