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Cerruti, Filippo - 2006 - Genova

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Trascrizione

Anna Marino: 1:00:00:00 Genova, 5 luglio, ore 15:30. Sono Anna Marino, mi trovo a Genova, presso la Final Gastaldi Group, per realizzare un'intervista al presidente Filippo Cerruti, nell'ambito del progetto Voci del Novecento l'Italia dell'economia dell' impresa del lavoro, progetto avviato in collaborazione con la Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo di Roma. Presidente, le sue dichiarazioni saranno parte integrante dell'archivio della Discoteca di Stato, Museo dell'Audiovisivo, sezione storia orale, ove vengono raccolte le fonti orali per lo studio della storia contemporanea. Presidente Filippo Cerruti, è mio dovere ricordare la sua facoltà, alla fine dell'intervista, di porre vincoli temporali alla consultazione di tutto di parte dell'intervista e della sua eventuale trascrizione. Potrà inoltre decidere, se mantenere per sé e per i suoi familiari il diritto di utilizzazione del documento, o cederlo per la pubblica fruizione alla Discoteca di Stato. Nel rinnovarle il nostro ringraziamento, per aver acconsentito alla registrazione, le rivolgo delle domande di rito. Presidente Filippo Ceruti, desidera porre vincoli temporali alla consultazione di tutta o di parte dell'intervista e dell'eventuale trascrizione?

Filippo Cerruti: 1:00:01:11 No, assolutamente.

Anna Marino: 1:00:01:13 Presidente Filippo Cerruti, intende mantenere per sé e per i suoi familiari il diritto di utilizzazione del documento, o cede tale diritto alla Discoteca di Stato o Museo dell'Audiovisivo?

Filippo Cerruti: 1:00:01:24 Senz'altro, sono disposto a cederlo senz'altro.

Anna Marino: 1:00:01:33 Grazie, ci può raccontare le origini proprio.

Filippo Cerruti: 1:00:01:33 Le origini, io conosco le origini del nonno diciamo. Prima del nonno, la società era fatta da questo signor Gastaldi che poi, non avendo eredi aveva una figlia e al genero hanno preferito cedere l'azienda. Il nonno inizialmente aveva tre soci, poi uno era piuttosto anziano, e l'altro purtroppo è deceduto, proprio in occasione di una colazione con dei clienti stranieri per cui di colpo il nonno ha dovuto gestire questa azienda, praticamente dal 1904 ha gestito l'azienda, e il nonno ha avuto solo un figlio, mio papà, il quale essendo nonno abbastanza, diciamo col carattere forte, decisionale o d' altro, papà si dedicava sia al lavoro nei giorni feriali, ma credo che sia stato uno dei primi che si è preso il sabato completamente, perchè il sabato o andava a caccia, o andava a pescare. E quello io in certo senso, finché papà è vissuto, sono riuscito a seguirlo in questo, in questo lato di attività. Mentre, la nostra famiglia... A parte che nonno ha fatto grandi cose... Ha fondato assieme ad altri soci il Lloyd Sabaudo che abbiamo ancora un'azione.

Anna Marino: 1:00:03:24 E come era appunto l'attività ai tempi proprio del nonno, cioè della prima persona che ha rilevato questa azienda?

Filippo Cerruti: 1:00:03:30 Era un'attività di agenzia marittima, cioè aveva addirittura, ai tempi avevano i giorni e le ore di partenza delle navi, sembravano quasi dei treni. Arrivavano al tale giorno, davano lo spazio per caricare la merce, e quindi era una linea regolare tra Genova e l'Inghilterra, al golfo di Bristol, insomma faceva queste attività specialmente con l'Inghilterra.

Anna Marino: 1:00:03:58 Come erano queste navi?

Filippo Cerruti: 1:00:03:58 Inizialmente hanno iniziato con le prime navi, diciamo a vapore. Perché, prima di quel nonno, raccontano che a 21 anni è andato in Inghilterra proprio ad acquistare una nave, ovviamente per conto non so se dell' Llyod Sabaudo o da altri. Ed erano le prime navi a vapore in circolazione, perché nonno era del 1870, quindi all'inizio. Papà è nato nel 1901, per cui eravamo a fine degli anni ottocento insomma. Allora il nonno aveva anche fondato la banca Fratelli Cerruti, che era una banca con tutte le licenze e d'altro. Però aveva un concetto della banca un po'strano ormai ovviamente superato, che non gradiva il deposito dei clienti, faceva operazioni solo in proprio col proprio capitale. Il che, con la svalutazione, il capitale si riduce, perde di valore. Mentre, se uno vivesse sui depositi dei clienti, questa svalutazione viene ribaltata sul cliente, no sul proprio capitale.

Anna Marino: 1:00:05:18 E perché aveva scelto questa?

Filippo Cerruti: 1:00:05:18 Ma, per questo lui... Raccontano, non c'ero. Lui, essendo funzionario di grosse aziende, come appunto Llyod Sabaudo, quella è divenuta poi la Società Italia. Lui anticipava le fatture di questa società, quindi conoscendo i fornitori, e quindi poteva valutare la loro serietà, anticipava l'importo di queste fatture, ed era sicuro che poi la società di cui lui era amministratore l'avrebbe pagato. Quindi, era un lavorare abbastanza sul tranquillo, perché non rischiava più di tanto. Però lavorava sul proprio, e allora questo fatto qua prendeva totalmente la svalutazione.

Anna Marino: 1:00:06:12 Ecco perché è successo, perché praticamente è stato colpito dalla crisi del 1929?

Filippo Cerruti: 1:00:06:17 No, la banca è andata avanti fino a... Noi l'abbiamo venduta, la crisi del '29 io non me la ricordo perché... No no no. La banca, noi l'abbiamo venduta alla Banca Commerciale Italiana nel 1968. Per cui, la crisi della banca ha avuto che non avendo dei grossi depositi, dovendo applicare il contratto di lavoro bancario, che a quei tempi, non so adesso, ma a quei tempi era senz'altro dei più onerosi, avendo uno sportello solo, aveva degli oneri troppo troppo elevati e allora siamo riusciti. Inizialmente, avevamo avuto anche una proposta da Sindona, che avrebbe potuto comprare la banca. Però, a quei tempi si sapeva che era una persona emergente. Il nostro zio, perché mia mamma era una Costa, quindi mio zio era ex presidente degli industriali italiani. Si era parlato con Carli, che a quei tempi era presidente della Banca d'Italia, e allora parlando con Carli ha detto meglio lasciar stare Sindona dov'è. E quindi ci siamo messi d'accordo con la Banca Commerciale Italiana, da cui abbiamo trovato una persona veramente eccezionale... Che poi è venuto anche uno dei tre Dottor Alvisi, che è divenuto uno dei tre amministratori della commerciale, proprio da direttore di Genova è diventato poi direttore centrale, era una persona molto, molto competente.

Anna Marino: 1:00:08:07 Ecco continuiamo sulle origini, proprio quello che si ricorda, e quello che le hanno raccontato. In quel periodo, lei dice, che la nave a vapore era come una grande novità, un innovazione tecnologica, e quindi la flotta, era la flotta, anche se non enorme, comunque era costituita da questo tipo di navi. Ha dei ricorda, qualcuno le aveva raccontato qualche episodio di quelle navigazioni, di quell'attività?

Filippo Cerruti: 1:00:08:38 No, c'è questo, pur essendo dopo l'episodio che accennavo che il nonno era andato acquistare una nave all'asta a Londra. La nostra famiglia ha sempre... Il nonno sarà stato funzionario di qualche grosso complesso il Sabaudo o d'altro. La nostra famiglia ha fatto l'agente marittimo, cioè non è mai stata proprietaria di navi. Ma serviva sostituiva, l'armatore in momenti che la nave era nei porti italiani, o Genova,Napoli perché la Gastaldi andava a Genova, Livorno,Napoli... Per cui, noi non eravamo armatori, ma servivamo. Solo nonno, prima della guerra aveva delle carature con la flotta Corrado che era un genovese che erano molto amici. Però, diciamo la nostra famiglia, non ha mai fatto l'armatore o gestito navi, perché credo che sia andata molto bene, perché in certi periodi l'armatore guadagna molto bene, mentre certi periodi rischia moltissimo. Perché far l'armatore, vuol dire competere con tutto il mondo. Non è solo una competizione locale, ma per cui ci sono dei rischi pazzeschi.

Anna Marino: 1:00:09:59 Quindi, quali erano le prime attività...

Filippo Cerruti: 1:00:09:59 La Gastaldi era essenzialmente agente marittimo, cioè sia merci che passeggeri, cioè merci vuol dire che ricercava il carico per le navi che erano previste arrivare nei porti italiani in determinate date, in determinati diciamo scheduls si dice, previsioni di arrivo. Subito dopo la guerra, la Gastaldi ha avuto una svolta nel senso, che ha fatto l'agente di emigrazione, cioè ha avuto licenza dal ministero di reperire le persone che volevano andare all'estero per determinati lavori. E allora si è costruito tutta un'organizzazione per la ricerca del personale. Perché, come migranti, noi avevamo l'obbligo che queste persone avessero determinate caratteristiche idonee per essere immediatamente impiegate all'estero. Per cui, ho sentito dire che c'è stato un grossissima ricerca per qualche migliaio di persone per delle filature in Canada. Per cui, si doveva esaminare queste persone. Se avevano le caratteristiche idonee, età, manualità ed altro per fare questa determinati lavori. Per cui, furono coperte molte destinazioni Canada, Stati Uniti, Sud-america e anche Australia. Queste quattro destinazioni, sono quelle che subito dopo la guerra, hanno attivato il lavoro.

Anna Marino: 1:00:11:50 Ecco, come è stata l'esperienza della guerra, in quello che le hanno raccontato?

Filippo Cerruti: 1:00:11:57 Durante la guerra, purtroppo si è fermato tutto. Mi ricorda che il nonno... A parte che prima della guerra, credo che il 90% o per convinzione o per necessità erano tutti fascisti, erano sicuri che eravamo forti, che avremmo vinto. Mi ricordo il giorno in cui gli americani sono sbarcati in Sicilia. Il nonno passeggiava nervosamente in corridoio, e capivo che era estremamente preoccupato. Perché in quel momento gli era crollato un mito. Forse, dalla propaganda pensava che gli italiani fossero invincibili o d'altro, quando ha visto che gli americani sono arrivati sul nostro patrio suolo gli dev'essere crollato il mondo. Io avevo cinque anni, quindi era difficile, potevo capire solo gli eventi che mi circondavano, ma a quell'età non riuscivo, cosa fosse il fascismo non glielo so dire, non l'ho vissuto... Per cui, l'ho solo...

1:00:13:11 Per quanto riguarda gli affari di quel periodo, ne subirono le conseguenze?

Filippo Cerruti: 1:00:13:15 Gli affari... Beh, c'era l'autarchia, quindi il rapporto con l'estero non c'era. Una delle attività, che pare che subito dopo la guerra, o anche durante la guerra, forse andasse abbastanza bene, che poi purtroppo abbiamo dovuto cancellarla, negli anni sessanta, era la Gastaldi oli lubrificanti. Cioè, sì acquistava all'estro il lubrificante e si vendeva in Italia. A quei tempi, subito dopo la guerra, mi dicevano che si otteneva prima i soldi, per poi andare andare ad acquistare. Cioè, chi consumava il lubrificate era disposto a pagare subito, e attendere la merce dopo qualche mese. Quindi, noi si acquistava in Pennsylvania, perché aveva delle marche in esclusiva ed altro. Poi, quando sono arrivata io al lavoro che eravamo negli anni sessanta, era totalmente... C'era il momento delle grandi evasioni fiscali, per cui ci trovavamo proprio tra l'incudine e il martello, dei prezzi che erano un 30% inferiori al prezzo di costo. Per cui ho lavorato in questa Gastaldi,- per due o tre anni. E poi, abbiamo scoperto che anche i beni di famiglia potevano essere venduti, e allora l'abbiamo subito ceduta, abbiamo terminato un'emorragia che assolutamente non poteva più esistere. Perché o si veniva dei grossi petrolieri come ha fatto Garrone, Moratti...Angelo Moratti, era molto molto amico del nonno, perché nonno con la banca, gli aveva finanziato la costruzione della Rasiom, ed eravamo anche soci in un'agenzia marittima ad Augusta al 50% tra la famiglia Moratti e il nonno, poi sono passati gli anni eh.

Anna Marino: 1:00:15:41 Il nonno quando scompare?

Filippo Cerruti: 1:00:15:43 Purtroppo, il nonno scompare, nell'Aprile del 1961, mentre mio papà muore nel dicembre del 1962. Quindi, noi nel giro di un anno, un anno e mezzo eravamo qua. Una sorella che non si interessava del lavoro e quattro fratelli ci siamo trovati in prima linea, per cui abbiamo dovuto rimboccarsi le maniche. No no, dire... Nel 1961 non era in piena attività, perché sfiorava i 90 anni, per cui... Però, il nonno aveva le persone su cui si era fidato, e avevano ancora il potere dell'azienda. Mio fratello Alessandro è del'26, quindi nel 1961 aveva 40 e rotti anni, lui era già in piena attività io sono del'35, avevo appunto finito il militare... Aveva fatto un'esperienza, che è stata dura, ma è servito moltissimo, quella della Gastaldi oli, tutti i giorni andava a Serravalle Scrivia ad interessarmi di questa attività, poi per fortuna abbiamo deciso di cedere.

Anna Marino: 1:00:16:57 Ecco, quindi il passaggio di consegne tra suo nonno e suo papà...

Filippo Cerruti: 1:00:17:01 È stato abbastanza traumatico. Papà, sì aveva una visione generale, ma da solo diciamo... Aveva tanti dirigenti, nelle varie attività che si svolgevano a casa. Di colpo, poi siamo venuti noi, e difatti mancando papà, mio fratello Alessandro, che purtroppo è deceduto circa dieci anni fa. Prese lui la responsabilità di tutte le aziende, era l'unico responsabile, poi ognuno ci siamo divisi un settore delle attività diciamo... Lui ha seguito il lato marittimo, io ho iniziato praticamente il lato aereo, perché dai responsabili di emigrazione, quindi movimentavamo un certo numero di persone all'anno, e le movimentavamo con le Americhe e con l'Australia, sulla navi a quei tempi. Poi la nave di linea ha cominciato a decadere, a non avere più nessun significato, perché impiegava troppo tempo per raggiungere l'altra parte del mondo. Noi, con questa generazione abbiamo cominciato a vendere i biglietti aerei, cioè, nel 1970-71, credo... A gennaio, siamo divenuti agenti generali della Canadian Pacific, a febbraio della TWA, e in un anno praticamente abbiamo rappresentato tutte le compagnie concorrenti dell'Alitalia.

Anna Marino: 1:00:18:47 Io seguo un po'un criterio cronologico, sto cercando di seguire tutte le generazioni, poi parleremo anche delle sue attività, e di quelle attuali. Per cui, rimango ancora un po' un passo indietro nel senso che, proprio a me interessa un po' capire i suoi primi anni di infanzia, quali ricordi ha, anche in relazione all'azienda, al nonno, al papà. Lei mi diceva appunto che sua mamma era una Costa... Che tipo di ricordi ha, sia di infanzia suoi, ma in relazione al periodo che stava vivendo, ma anche in relazione al mondo degli affari, all'attività di famiglia che girava intorno.

Filippo Cerruti: 1:00:19:34 Ma ecco, lato familiare la mamma era una Costa, però pur essendo amicissimi degli zii ed altro, non dal punto di vista di affari, non si sono mai intrecciati gli affari della famiglia Cerruti, e quindi dalla Gastaldi, con la Costa. Proprio, lo zio Angelo, in quell'occasione lì, della cessione della banca, ci ha dato una mano. Un suggerimento uno spot.... Parlate con tale, x, y ed è finita lì. E difatti, mi ricordo papà che diceva, molta gente veniva per farsi assumere dalla Costa o da altre si rivolgeva a lui, lui dice se non volete essere prese in considerazione, fatevi fare pure la presentazione da parte mia, in modo tale, che così siete sicuri che non verrete mai assunti. Per cui, proprio il lavoro era nettamente separato, difatti non so per quali ragioni, ma spesso avviene nelle aziende. Quando si rappresenta, agenti, se si rappresenta armatori.... Vi sono molti armatori che sono uno in concorrenza con l'altro, per cui uno, malamente deve fare delle scelte. Ho sentito dire che a quei tempi, la Gastaldi ha dovuto scegliere tra... Poteva scegliere tra Costa, Dodero o Greek Line, cioè la compagnia stranieraLa scelta della Gastaldi, è stata sulla GreeK line. Perché forse, direi giustamente, se si sceglieva un armatore italiano questo, una volta che otteneva determinate dimensioni si faceva l'ordinazione in proprio, mentre uno straniero era più difficile che venisse in Italia a farsi... Per cui, noi siamo venuti direi, quasi concorrenti della Costa perché rappresentavamo una compagnia straniera, mentre la Costa aveva la sua organizzazione.

Anna Marino: 1:00:21:28 Ecco, invece per quanto riguarda i primi ricordi che ha lei?

Filippo Cerruti: 1:00:21:32 Primi ricordi, mi ricordo che il nonno quando veniva in ufficio...Ormai, credo che avesse tante attività diverse, che diciamo in certi casi per fortuna, in certi altri casi direi per disgrazia.... Lui si affida, cioè non faceva altro che fare il giro delle attività e ragionava, discorreva sul lavoro con questi direttori, il che qualche d'uno è stato magnifico, molto valido, alcuni invece, in determinate situazioni, forse anche questo non credo fossero totalmente in malafede. Ma, dovendo dare delle notizie direi negative anche sul lavoro. Forse non ne avrà voluto dare. Per esempio, il nonno era proprietario del metallurgico lidico, era una un' attività di metallurgica, cioè costruiva tondini e altre cose qui a Sestri Ponente. Però al momento che è arrivato l' Italsider, con tutti i suoi macchinari automatici, questo direttore avrebbe dovuto dire "Guardi entro sei mesi chiudiamo, perché non possiamo reggere la concorrenza di servizi tutti automatizzati" e noi pare che andassimo ancora con le pinze a prendere il ferro incandescente e spostarlo a destra sinistra. Nonno, forse era un po' troppo anziano, non ha seguito di direttamente la cosa, e poi siamo stati costretti a chiudere, a liquidare. Per cui, il nonno forse era troppo anziano per seguire, papà forse aveva il suo settore, poi quello che diceva il nonno era vangelo, per cui, di colpo ci siamo trovati in prima linea a dover far chiarezza e tagliare i rami secchi e sviluppare quelli nuovi.

Anna Marino: 1:00:23:37 Praticamente, lei si ricorda fin da piccolo questa figure autoritarie?

Filippo Cerruti: 1:00:23:40 Eh, il nonno sì. Noi che eravamo... Io ero il nipote,- il più piccolo - diciamo avevo una confidenza enorme con nonno, ma tutti avevano un rispetto per il nonno, Una cosa...Una cosa, che non c'entra niente col lavoro, ma me la ricordo perfettamente... E' che, avevamo una casa in campagna, dove siamo stati in tempo di guerra sfollati, e lui, non in tempo di guerra, perché c'era il caos, partigiani ed altro. Ma, negli anni precedenti arrivava al sabato, e stava un pomeriggio intero in una camera a ricevere i contadini che dicevano i loro problemi, e lui metteva pace nelle famiglie, insomma faceva quasi da giudice di pace in quella zona, perché la sua parola era conosciuta... A quei tempi, usava fare così.

Anna Marino: 1:00:24:38 Ecco, eravate sfollati durante la guerra, come se lo ricorda questo periodo? lei quanti anni aveva?

Filippo Cerruti: 1:00:24:42 Dunque, la guerra, siamo sfollati nel'40, perché i primi bombardamenti di Genova, e siamo sfollati ad Avolasca, vicino a Tortona. E io sono andato a scuola a Tortona, dalla prima elementare alla quarta elementare fino al '44, poi il '45 l'ho finito qui a Genova, all'istituto Recco. Altrimenti, in tempo di scuola eravamo a Tortona e in periodo di vacanza eravamo su in campagna. Mi ricordo che è stato molto difficile, specialmente per il nonno. Mio fratello Alessandro, che era del '26, essendo al secondo semestre, è stato il primo scaglione, che non è stato chiamato sotto le armi, nella guerra. Quindi lui proprio non è dovuto partire militare. Il nonno invece è stato sequestrato tre volte dai partigiani. Avrà pagato quello che gl avranno domandato, ma è riuscito a portare a casa la pelle. Insomma.

Anna Marino: 1:00:25:52 In che epoca era?

Filippo Cerruti: 1:00:25:52 Dal 43 - al 45 insomma. Noi eravamo proprio nella casa, in un punto,- dove un po' venivano i partigiani, un po' venivano i tedeschi. Insomma, era un andirivieni proprio tra il limite, che era estremamente pericoloso insomma. Poi noi mi ricordo che andavamo a scuola Tortona, e i partigiani che erano là armati fino ai denti, quando c'era il rastrellamento nelle campagne li vedevamo seduti al bar a Tortona tranquilli, perché erano del posto, quindi se ne vennero giù a piedi, erano seduti al bar, e poi due giorni dopo erano armati, avevano i moschetti 91 a quei tempi, non è che avessero delle cose molto sofisticate, ma...

Anna Marino: 1:00:26:38 Quindi lei si ricorda con paura, questo periodo in cui siete stati sfollati?

Filippo Cerruti: 1:00:26:41 Eh beh, sì, io diciamo ritengo che, uno come me, che ha vissuto molto collateralmente, ma la guerra diciamo di riflesso la guerra, pur essendo la guerra una cosa bruttissima, è servita moltissimo. Perché ci siamo accorti che, pur noi, non avendo sofferto la fame c'era gente che faceva di tutto per campare. E poi il riflesso, il brutto è questo, che proprio le persone, che hanno avuto difficoltà nel superare questo periodo, poi sono quelli che hanno concesso troppo ai propri figli. Mio figlio deve avere di tutto, deve avere il pane all'olio, deve avere la macchina più bella, deve avere... Cosa che, purtroppo non credo che sia per la nuova generazione sia stato un bene.

Anna Marino: 1:00:27:42 E quel periodo lì, in cui lei andava a scuola, ci sono dei ricordi particolari? c'erano dei conflitti all'interno della classe, qualcuno che...

Filippo Cerruti: 1:00:27:52 Sa, in prima e seconda elementare avevamo la maestra, poi la seconda elementare credo che addirittura non l'ho fatta perché la mia famiglia mi ha ritirato. Perché, un giorno sì, un giorno no i tedeschi sequestravano la scuola. Allora ci lasciavano lì, mi vedevano arrivare alle 10 di mattina a casa, senza che nessuno mi accompagnasse. Allora, alla fine sembrava troppo pericoloso mandarmi a scuola, e poi ho fatto l'esame privatistico, alla fine dell'anno. Però sono ricordo talmente vaghi...

Anna Marino: 1:00:28:24 Certo, quindi praticamente, in quel periodo lì, la prima formazione è stata un po' segnata anche dagli eventi storici.

Filippo Cerruti: 1:00:28:35 Dagli eventi storici, effettivamente credo che chi ha dovuto subire questi eventi gli sono rimasti dentro e qualcosa gli hanno insegnato, un minimo lato positivo di questo lato estremamente e brutto della guerra c'è stato. Difatti, quando io racconto ai miei figli questa cosa qua, mi considerano come se venisse da un altro pianeta, proprio per loro non esistono queste cosa qua. Fa di dover andare a piedi, o al massimo in bicicletta. Perché le macchine non si potevano più usare, non c'erano più, non n'erano più le gomme. Non c'era più questo, non c'era più quello.

Anna Marino: 1:00:29:22 Quindi, anche se eravate una famiglia agiata, avevate comunque dei problemi?

Filippo Cerruti: 1:00:29:26 Ma grazie a Dio, la fame non l'abbiamo mai patita. Il nonno credo che problemi... Mi ricordo l'unica volta che ho visto il mio papà stanco... Perché, lui appunto andava tutto l'anno a caccia e a pesca, quindi, era molto allenato ed altro. Una sera che ho sentito suonare il campanello, della nostra casa di campagna, sono andato ad aprire. Lui era seduto su sugli scalini, e non riusciva ad alzarsi in piedi, perché era venuto da Genova a Serravalle Scrivia o a Ronco a piedi. No, scusa, Genova - Ronco in treno, poi dopo la galleria di Ronco, il treno non funzionava più. Si era fatto in bicicletta Ronco -Serravalle Scrivia. A Serravalle Scrivia, dato che c'era la neve se l'era fatta a piedi da Serravalle Scrivia a Avolasca, che sono tre o quattro ore nalla neve. Per cui, anche essendo del 1901 aveva 45 anni, 44 anni, era ancora nel pieno della sue forze.

Anna Marino: 1:00:30:30 Le distanze erano enormi, e la comunicazione era difficile.

Filippo Cerruti: 1:00:30:35 Era solo fatta, così.

Anna Marino: 1:00:30:39 Come vi arrivano le notizie?

Filippo Cerruti: 1:00:30:40 Ah beh, le notizie circolavano velocemente, perché da persona a persona, qualche volta va bene si sentiva... Radio Londra... Dudù Dudù, lei non l'ha mai sentita Radio Londra? A quei tempi, c'era questo Dudù Dudù, che era il segnale d'onda. Però, si andava a sentirla chiusi nelle camere, perché era proibito insomma, guai per il fascismo sentire Radio Londra, è una cosa... Però insomma, le notizie erano abbastanza...

Anna Marino: 1:00:31:15 Quanti anni aveva lei, quando ascoltava Radio Londra?

Filippo Cerruti: 1:00:31:18 Sarà stato il 1944 - 45, avevo sette, otto anni, quarntacinque, dieci anni, quindi da otto a dieci anni.

Anna Marino: 1:00:31:27 Come era questo vivere di nascosto?

Filippo Cerruti: 1:00:31:30 Bah, noi eravamo dei ragazzini, non ci preoccupava, non capivamo l'importanza, sì la guerra voleva dire rimanere sotto la bomba e basta, altrimenti fare più vacanza di quella che era prevista è normale. Poi, mi ricordo che andavamo con quei calzoncini corti, in mezzo alla neve, per cui avevamo le gambe rosse, come il fuoco. Però le devo dire che in questi tre quattro anni di campagna, eravamo lì con parenti, zie di tutto sfollate... Non ho mai visto il medico, mai una volta sia stato chiamato il medico, che ci fosse qualche d'uno stava male o altro, Niente. Per cui, il mangiar poco... A quei tempi là eravamo forse, quelli che mangiavano di più. Però, non c'è mai stato bisogno di un medico... Un po' di aspirina qua e là.

Anna Marino: 1:00:32:31 Quali erano i vostri pasti quotidiani?

Filippo Cerruti: 1:00:32:34 Ovviamente, c'era il contadino che ogni giorno portava due ceste di zucchini così, perché era quello che dava... Patate e zucchine era la cosa più normale. Poi uccideva il maiale una volta l'anno e quindi, quando si mangiava il maiale, si mangiava il fegato... Mi ricordo i sanguinacci, che ormai non esistono più, erano meravigliosi. E poi, i prodotti della terra, si faceva il pane in casa. Tutto praticamente a comprare qualche volta... Papà riusciva ad avere un salame, avere un prosciutto, che era era qualcosa di eccezionale.

Anna Marino: 1:00:33:25 Come avete vissuto la nascita della repubblica, dai ricordi che le sono stati anche raccontati?

Filippo Cerruti: 1:00:33:37 ...la repubblica dopo la guerra anche se credo che Genova fosse.. almeno i genovesi, di un certo livello erano più monarchici, che non repubblicani. Erano tutti per la monarchia, però è stata ben accetta, non credo che sia stata un trauma per nessuno, Assolutamente no. Il nonno Costa, aveva lasciato detto che assolutamente nessuno si doveva mettere in politica, che la politica è una cosa sporca, a quei tempi solitamente non si doveva assolutamente affrontare. Ovviamente i tempi cambiano, ma...

Anna Marino: 1:00:34:14 Certo.

Anna Marino: 1:00:34:14 Però, la nostra famiglia in politica ha continuato a starsene distante.

Anna Marino: 1:00:34:23 Della Costituzione ha qualche ricordo?

Filippo Cerruti: 1:00:34:26 Assolutamente, forse sarò un superficiale, ma alla costituzione, cosa avevo? 12 -13 anni..

Anna Marino: 1:00:34:37 Anche la sua famiglia?

Filippo Cerruti: 1:00:34:37 No, no, no, non era...

Anna Marino: 1:00:34:42 Diciamo, che appunto, vabbè questa era la caratteristica un po' di tenersi fuori, come dire dalla vita pubblica in senso politico nel senso politico no?

Filippo Cerruti: 1:00:34:52 Esatto, sì, sì.

Anna Marino: 1:00:34:52 Quando arriva, quando, diciamo muoiono suo nonno e suo papà, è il momento in cui c'è proprio la ricostruzione, poco prima della morte di suo padre.

Filippo Cerruti: 1:00:35:03 Dal '60 diciamo. Al 70 c'è stata un po' la revisione di tutte le nostre attività. Abbiamo dovuto tagliare i rami secchi, abbiamo ceduto la... Ceduto per modo di dire, perché l'abbiamo quasi regalata l'attività degli oli lubrificanti, dopo che avevamo speso anche parecchio del Serravalle Scrivia. Poi...

Anna Marino: 1:00:35:36 Come avete vissuto questo periodo di boom economico?

Filippo Cerruti: 1:00:35:39 Il periodo del boom economico per noi, è stato uno dei periodi più difficili, proprio perché le nostre aziende erano fuori fase. Andava bene l'agenzia marittima, andava bene la liquidazioni da varie agenzie di Londra. Però il lato banca aveva i suoi limiti e quindi non potevo fare più di tanto... Gli oli lubrificanti erano, mi ricordo, che ogni giorno che salivo le scale dello stabilimento, ero conscio di perdere 100 mila lire al giorno, a quei tempi erano abbastanza soldi.

Anna Marino: 1:00:36:25 Un boom economico...

Filippo Cerruti: 1:00:36:26 Per noi è stato l'opposto. C'è stato un momento che abbiamo dovuto stringere i bulloni e rifare tutto, e poi dal '70 in poi allora siamo ripartiti nel modo giusto, anche perché abbiamo avuto la fortuna di avere questo dottor Tedeschi, che tuttora è in vita, ma ormai ha più di 90 anni, che effettivamente è stato il mio insegnante, e quello con cui ho collaborato moltissimo. E' una persona veramente eccezionale, nel senso che... Pur essendo una persona a libro paga, gestiva l'azienda proprio come se fosse la sua, faceva dei sacrifici enormi. Quando, a quei tempi si tornava dall'America, e il volo arrivava alle 8 di mattina a Malpensa. Lui veniva e pretendeva che tutti i dipendenti Gastaldi venissero in ufficio al pomeriggio a relazionare... Lo stesso giorno che uno arrivava dovesse venire in ufficio a relazionare, a fare quello che...

Anna Marino: 1:00:37:44 Quindi lei, il suo primo ingresso in azienda... Ecco, la formazione qual è stata?

Filippo Cerruti: 1:00:37:44 Eh no, No purtroppo io mi sono laureato, tre giorni dopo che ho preso la laurea son partito militare.

Anna Marino: 1:00:37:54 La laurea in che cosa?

Filippo Cerruti: 1:00:37:55 Economia e commercio.Son partito militare e ho fatto il militare da soldato semplice, perché se avessi voluto fare l'ufficiale dovevo aspettare sei mesi e altre cose, e quindi l'ho fatto dal 1958 al 1960, erano 18 mesi di militare. Finiti i 18 mesi di militare son partito a Serravalle Scrivia, che era un' azienda che non stava in piedi, e lì purtroppo per 4 - 5 anni mi ci sono rotto le corna. Pur avendo fatto investimenti ed altro, non sono riuscito a metterla in sesto, e allora l'abbiamo ceduta. E poi, nel'68, il banco fattore Cerruti era una società in accomandita, quindi c'erano accomandanti e accomandatari. L'accomandante, cioè illimitatamente responsabile era mio fratello e io, e gli altri due fratelli invece erano gli accomandatari. E allora, una volta chiusa la Gastaldi Oli, mi sono interessato del banco, e poi ho seguito tutto il passaggio, la gestione, da quando abbiamo ceduto le quote, queste azioni da noi alla banca commerciale.

Anna Marino: 1:00:39:34 Quanti anni aveva?

Filippo Cerruti: 1:00:39:34 Io... Eravamo nel 1968, quindi avevo 33 anni. E lì devo dire, che ho avuto un direttore, il dottor Vezzoso, una persona ormai in pensione, ma validissima, che per me è stato un insegnante eccezionale, proprio una persona... Pur essendo il funzionario della commerciale, quindi si dice di un ente, non di stato, ma di un ente grandissimo, è stato per me una forma di insegnamento formidabile.

Anna Marino: 1:00:40:12 Quindi si imparava sul campo, soprattutto lei ha avuto un inizio un po' traumatico, perché il papà non c'era più.

Filippo Cerruti: 1:00:40:17 Non c'era più, e purtroppo la forza della nostra famiglia è stata che ognuno aveva una responsabilità, se doveva prendere delle decisioni importanti le esponeva prima i fratelli. Però, che poi fosse la decisione giusta o sbagliata, nessuno l'ha mai rinfacciato. Cioè, non abbiamo mai azzeccato tutto, è impossibile. Però, nessuno dei fratelli ha mai detto, tu avresti dovuto far questo..È sempre stato un... Diciamo ci siamo sempre rispettati, siamo sempre andati d'accordo. E per raccontarle un aneddoto di questo dottor Vezzoso è che, lui era stato direttore, credo a Bari o anche all'estero, di una filiale della commerciale. È stato messo responsabile... Abbiamo gestito per un anno insieme il banco Cerruti. Mi ricordo, che in occasione del bilancio, lui ha chiamato il nostro direttore amministrativo, e una sera l'ho sentito anche urlare, cosa che non mi era nel suo stile, poi è finita lì. Il giorno dopo rientra. Ha chiamato tutto il personale dell'ufficio, e ha detto "Ieri sera me avrete sentito urlare, che io non sono abituato ad urlare, io avevo perfettamente torto. Tutta la notte mi sono studiato il bilancio, mi sono preso le leggi, per leggere il bilancio" ... Perché, un funzionario della commerciale di Bari non ha mai fatto un bilancio, il bilancio lo fanno a Milano, lo fanno nelle direzioni delle banche. Lui dice "E' studiato? io domando pubblicamente scusa a questo signore, perché ieri ho perso il lume della ragione, e non gli... Questo qua ha perfettamente ragione, quello che ho fatto lui è ben fatto".Per me, è stato un insegnamento veramente eccezionale.

Anna Marino: 1:00:42:17 Quindi, anche la capacità di questi uomini, che le hanno insegnato anche delle... Diciamo delle qualità umane, di gestione delle imprese.

Filippo Cerruti: 1:00:42:17 Eh, sì.

Anna Marino: 1:00:42:17 Ecco, queste figure, che l'hanno affiancata, l'hanno aiutata ovviamente a mettere in sesto un po'l'attività e sistemarla.

Filippo Cerruti: 1:00:42:34 Direi, che la cosa principale è conoscere le persone. Perché, credo che specialmente nelle aziende di servizi... Se fosse un'azienda industriale, - un ingegnere si fa dare il bel progetto, sei la forza economica di acquistare questo progetto, poi le macchine vanno avanti per conto loro, più o meno. Nelle aziende di servizi, chi fa il personale, se uno ha la fortuna di trovare personale valido e di conoscerlo, a fondo, allora riesce a fare qualcosa di buono, se sbaglia le persone, è finita proprio non.... E ho avuto l'esperienza, che proprio io, quando sono entrato in azienda ero un po' più giovane. E specialmente delle agenzie marittime, io sapevo come era fatta la nave, ma non sapevo niente di più. Mi venivano a prospettare, quando mio fratello era già assodato e terminati problemi. Io, non avrei potuto risolvere da un momento all'altro... Allora chiamavo x persone, e gli domandavo la stessa domanda come loro avrebbero fatto. Al capo amministrativo, anche se non c'entrava niente con lato operativo della nave, ma lo domandavo a lui, lo domandavo. Nel giro di un mese o due, mi sono fatto delle esperienze eccezionali, perché c'erano quelle uno o due persone che mi rispondevano sempre perfettamente, mi trovavano le soluzioni migliori, poi c'era qualche altro invece che bucava sempre. E allora, ho capito che quelli non erano da seguire, perché anche se erano arrivati a determinati livelli della gerarchia, era meglio accantonarli. Invece, questi altri, che forse gli domandavo anche problemi fuori del loro specifico campo... Ma avevano, un'apertura, e una capacità di selezione eccezionale. E quindi, su quelli io mi ci sono affidato forse li ho anche un po' appesantiti di lavoro, ma siamo riusciti a fare dei team veramente... Con gente che guardandosi negli occhi, anche in certe riunioni, capivo subito se erano cose interessanti quello che il Signor x veniva a proporre, oppure se erano tutte scemate che bisognava passarci in cima. Perché, in effetti io non ho mai inventato nulla, sono sempre stato a sentire quello che la gente proponeva e forse ho avuto fortuna nel scegliere le proposte buone e seguirle, e abbandonare quelle che non andavano.

Anna Marino: 1:00:45:21 Quindi, questa è stata un po' la ricetta di come vivere, diciamo questo passaggio traumatico, passaggio generazionale di consegne, però traumatico dei suoi primi anni di attività. Ecco, ci sono anche state delle altre attività, che si possono elencare, oltre a quelle, diciamo le attività del settore bancario, quelle immobiliare... Ovviamente, come diceva lei, anche il settore delle navi. Per esempio, questi complessi in stile Liberty, edificati in tutta Italia, con la collaborazione del grande architetto italiano Gino Copperdè. E il rapporto con l'arte come è stato, mi racconti un po'''.

Filippo Cerruti: 1:00:46:05 Insomma, questo è un periodo prima della guerra, quindi io dovevo ancora nascere... Il nonno aveva capito forse, le capacità di questo architetto, e quindi gli ha affidato affidato molti incarichi. Non so se fosse sempre stato contento delle sue prestazioni di questo architetto, perché una volta, mi raccontano che era stato incaricato c'era un ufficio a Roma, perché a Roma aveva costruito piazza Quadrata. Quindi, c'erano uffici e altre cose, Dovevo andare a Napoli a un'asta per acquistare un terreno. A quei tempi si chiamava il taxi, e arrivava il cavallo, il calesse che portava alla stazione, è arrivato un cavallo bianco, Coppedè ha detto "Io a Napoli non ci vado." Ha perso l'asta, perché il cavallo bianco portava sfortuna, per cui, il nonno doveva convivere con gente fatta in quel modo lì. Mia madre se fosse qua... Se le domanda di Coppedè, la cassa completamente, perché in effetti in casa, tra le case così, bisogna vivere di giorno con la luce accesa. Perché ci sono tanti tetti, tante infrastrutture, che in casa c'è buio. Quindi, adesso... Nonno ha fatto.. Tutto quello del nonno è stato fatto da Coppedè, perché c'era un certo feeling, come nessun'altro. Però, il nonno non credo come che sia, ha fatto un'epoca e basta. Non è che fosse il massimo della duttilità, della economicità. Perché poi Coppedè si portava dietro da Firenze, i falegnami, i pittori, aveva tutta una sua corte particolare..

Anna Marino: 1:00:48:19 Ma il nonno era disposto a finanziare diciamo, questo artista.

Filippo Cerruti: 1:00:48:21 Sì, sì, sì', effettivamente il nonno ha fatto cose importanti, ed erano anche molto capaci. Perché, forse non so se sia la capacità loro, o il materiale che usavano prima della guerra. Il nonno ha dovuto rifare un graffito, perché durante la guerra era stato scheggiato, una di bomba scheggia di una bomba lo aveva rovinato. E mi ricordo che ha chiamato dei tecnici, un pittore toscano,- è venuto, è stato qua più di un mese, e alla fine, dopo sei mesi, un anno, che aveva rifatto questo graffito, il graffito era nuovamente degradato. Insomma, la materia prima credo che non ci sia più attualmente, parte della calce cotta in determinati modi, che non si usa più e quindi...

Anna Marino: 1:00:49:25 A lei che cosa è è rimasto di questa vena culturale del mondo, c'era anche nel papà? Quali sono le sue musiche, i suoi film preferiti?

Filippo Cerruti: 1:00:49:35 Papà aveva una grande passione per i quadri, e per il seicento genovese. E io, pur non avendo fatto lo scientifico, però di arte ne ho studiato poca. Però, seguendo papà quando venivo agli amici, lui li faceva la storia del quadro, del pittore o altro. Io a orecchio ho imparato molte cose del Seicento genovese, il che diciamo... Ormai non si trova più niente, diciamo in giro, nelle aste del Seicento genovese. Ma, io lo ammiro moltissimo, e qualcosa tra noi fratelli è rimasto, ci siamo divisi d'amore e d'accordo i quadri di papà.

Anna Marino: 1:00:50:33 Invece, i suoi interessi? i suoi propri personali?

Filippo Cerruti: 1:00:50:33 Ormai a me piacciono i quadri, visitò le mostre o d'altro, però le dico, roba del seicento, non ce ne più in giro, e se c'è qualcosa hanno dei prezzi inarrivabili. Adesso mi dedico un po all'ottocento, anche quello nell'ambito ligure, e qualcosa altro non so.

Anna Marino: 1:00:50:56 Ha anche la passione per l'antiquariato.

Filippo Cerruti: 1:00:50:58 Per l'antiquariato, più per la pittura, mia moglie più per i mobili, ma io sono più per la pittura. Sì, quella è una delle poche passioni che mi sono rimaste. Nel tempo libero ormai, da settembre a novembre vado a caccia, quando posso, e quando il lavoro me lo permette .Per il resto visito qualche mostra, la mostra di Assisi, di Parma... a Modena, la mostre di Modena anche è molto interessante.

Anna Marino: 1:00:51:31 Per quanto riguarda invece le firme, quali sono gli artisti dei quadri che le piacciono di più?

Filippo Cerruti: 1:00:51:39 Tutto il Seicento genovese, dallo Strozzi, Strozzi, Grechetto... Cosa c'è poi, il Piola, il De Ferrari, insomma, tutto questo... Il seicento genovese mi piace molto, e non dico l'ho studiato, ma per lo meno leggo dei libri. Per il resto vabbè, ci sono i nomi illustri italiani, ma anche adesso nell'ottocento ci sono delle cose, direi quasi assurde. Perché, dei quadrettini così del Fattori, nell'ultima mostra di Assisi, parlavano di 600 mila euro. Insomma, vale un appartamento un quadrettino così.

Anna Marino: 1:00:52:36 Invece, per quanto riguarda la musica?

Filippo Cerruti: 1:00:52:38 Ecco, la musica le devo dire che no, proprio io... Mio fratello amava le opere ed altro, io non ho avuto questa possibilità, l'occasione di andare a sentire le opere. E quindi, la musica proprio non sopporto la psichedelica adesso dei night. Ma, forse la musica ...L'opera mi piace, quella sinfonica bisognerebbe essere più esperti per capirla.

Anna Marino: 1:00:53:21 Ecco, ritorniamo un po' alle attività. Quando lei poi arriva in azienda, c'è tutto questo momento di riassestamento, e dopo una volta riassestati, ci sono nuove attività.

Filippo Cerruti: 1:00:53:26 E quindi, sì seguo il lato turistico, diciamo.

Anna Marino: 1:00:53:26 Come arriva al lato turistico, e come arriva al settore dell'aviazione.

Filippo Cerruti: 1:00:53:42 Mi ricordo, che il mio primo viaggio è stato fatto a Messina, e partiva l'Olimpia, non so se era l'Olympia, o la Greeke Line, un alto nome della Greeke Line, era l'ultimo viaggio che faceva dall'Italia agli Stati Uniti, poi cessava. E, In quel momento lì, diciamo un'attività di agenti di emigrazione, praticamente si stava spegnendo. Siamo stati avvicinati, prima dalla Canadian Pacific. La candida Pacific era una società privata canadese, però è stata la prima società di bandiera dal Canada all'Italia e viceversa. E, per avere una società italiana, la societa straniera, doveva avere un riferimento in Italia. A quei tempi, ci avevano domandato se eravamo disposti a far società con loro, per avere una stabile organizzazione in Italia. E noi, con la Canadian Pacific abbiamo costituito la Canadian Pacific Italian, penso che si chiamasse a quei tempi, con sede a Roma. E da quel momento lì, la Canadian ha avuto i diritti di venire dal Canada all'Italia e viceversa.

Anna Marino: 1:00:55:09 Che anno era?

Filippo Cerruti: 1:00:55:09 Eh, mi sembra che fossimo nel 1970, eravamo nel '70 .

Anna Marino: 1:00:55:28 Ma l'aviazione c'era già da un po'... anche la concorrenza, come era il settore dell'aviazione in quel momento?

Filippo Cerruti: 1:00:55:28 In quel momento c'era l'Alitalia che ovviamente era la compagnia di bandiera, C'erano le altre compagnie, che cominciavano a prendere, diciamo piede.... Però, cosa avevano... Loro, per ben che andasse avevano una sede a Roma, e forse un ufficio a Milano. L'Italia, invece non è, che come è attualmente, finora la Francia, che Parigi è l'80% del traffico francese, cioè Parigi e Lione, creo i due punti più... L'Italia invece Milano e Roma, che sì e no fanno il 35% del traffico italiano. E allora avevano bisogno della presenza locale, della presenza locale di persone che andasse a reperire il traffico. E noi, avendo questa organizzazione di emigrazione eravamo abbastanza avvantaggiati, proprio nelle zone dove loro erano più deboli. E per fortuna non c'erano ancora i computer. Perché, attualmente, per fortuna noi, abbiamo poi ceduto la Gastaldi Tour alla Kuoni. Perché, attualmente come GSA, saremmo tagliati fuori. Con i computer, che attualmente danno i posti sugli aerei, e mettono dei biglietti anche a distanza,- perché, uno con l'mail, sì, una volta che ha l'okay, si fa il biglietto per conto proprio, ormai, è superato totalmente. Invece, la necessità che avevano a quei tempi di..un'organizzazione presente in tutta la parte d'Italia.

Anna Marino: 1:00:57:07 Un intermediario insomma...

Filippo Cerruti: 1:00:57:07 Uno che vendesse, più che intermediarie, c'era proprio questo. Noi vendevamo biglietti della compagnia. Noi eravamo la compagnia che vendeva i biglietti, ed eravamo responsabili al 100% dell'incasso. Noi siamo arrivati, un anno,... Adesso, non le so dire più.. Ma, saranno stati gli anni 1980-85, che abbiamo venduto 45 miliardi di biglietti per la TWA. E, direi altrettanti per tutte le altre, Tra Canadian,Touring, Qantas, Singapore Airlines, South Africa... Insomma, eravamo riusciti a vendere circa 90 miliardi di... Il che, venderli, rendicontarli, curare i rimborsi, curare gli incassi e pagare. E' stato un lavoro enorme, a quei tempi il computer esisteva sì e no. In contabilità ha cominciato a fare i primi passi in contabilità. Per cui, è stato un lavoro massacrante, però un lavoro che ha dato i suoi frutti.

Anna Marino: 1:00:58:19 Certo.

Filippo Cerruti: 1:00:58:19 Ed avevamo fatto 11 filiali in Italia, cosa che, - averle adesso, vuol dire 11 filiali? Cosa avremmo avuto? Circa 200 dipendenti.

Anna Marino: 1:00:58:30 Allora quanti erano?

Filippo Cerruti: 1:00:58:32 Sì, allora eravamo sui 200 - 220 dipendenti. Attualmente invece l'abbiamo venduta alla Kuoni, la quale ha subito tagliato... Adesso, credo che la Kuoni abbia, Milano Genova, Roma e Napoli, Queste quattro città.

Anna Marino: 1:00:58:55 Ecco, lì era praticamente la seconda metà del XX secolo. Il periodo era di forte sviluppo e industriale no?

Filippo Cerruti: 1:00:59:00 Sì.

Anna Marino: 1:00:59:00 Esigenze di viaggio nuove, come appunto ricordate voi, e anche riconducibili al fenomeno migratorio, cioè i ricongiungimenti famigliari all'estero dopo la migrazione.

Filippo Cerruti: 1:00:59:20 Esatto li chiamavano i VFR. Cioè i parenti che andavano a trovare.. Bisognava essere molto addentro nel lavoro, perché ci sono stati dei periodi che per esempio emettere i biglietti in Italia per australiani che venivano dall'Australia all'Italia, costavano molto meno che emettere i biglietti in Australia. Per cui, riuscivamo ad emettere dei biglietti, tutto legale, perché incassavamo dall'estero, pagavamo qua tutto normale. Però, si faceva un grosso lavoro. E poi il routing, cioè certe volte, specialmente l'Australia, ha due stagionalità, una stagionalità che è sempre piena, e una stagionalità che ha molto... Nel periodo, che in Australia normalmente, non si riesce a trovar posto, noi riuscivamo a mandare gente in Australia, via Sudafrica. Perché, in effetti, anche come migliaggio, non è che sia molto... Si mandava gente giù in Sudafrica, e in Sudafrica andavano direttamente a Sidney.

Anna Marino: 1:01:00:29 Per cui erano i primi scali degli aerei, no?

Filippo Cerruti: 1:01:00:35 Mah, i primi scali, ormai i voli erano già tranquilli... Però, era tutto il modo di sapere. Ed anche, c'è questo, che attualmente uno devo dare a Los Angeles, domanda al computer, il computer le da la tariffa, anche se sbaglia va bene, non so se ha un idea.

1:01:00:59 A quei tempi invece, le tariffe bisognava calcolare sul manuale, e allora la tariffa, se per esempio, io devo andare a fare un giro dell'America, e faccio 5 o 6 stop, in aeroporti americani. Se io costruisco la tariffa in un determinato modo mi costa 100, se la considero in un altro mondo mi costa 120 o 150. Per cui, era necessario avere delle persone molto competenti, perché si riusciva a dare la tariffa inferiore, in base al migliaggio, in base a determinate... E la Gastaldi, credo che sia stata quella che aveva il personale più competente, più... Perché, in un anno abbiamo assunto credo 6 - 7 persone dal turistico di Genova. Certo senza che, sponsorizzate da un'insegnante, che ci segnalava le persone che lei riteneva più valide, e tutte queste persone si sono dimostrate veramente eccezionali. Gente che lavorava con il cervello, e che ha raggiunto determinati scopi.

Anna Marino: 1:01:02:16 VFR cosa erano?

Filippo Cerruti: 1:01:02:16 Sono i parenti degli emigrati.

1:01:02:22 La sigla sta per...

1:01:02:23 Visitors and Friends. cioè, uno straniero portava con sé i parenti e gli amici, aveva un collegamento con la madrepatria, e quindi aveva queste emigrazioni qua. In Australia, so che là, a quei tempi, non so so adesso, ma il diritto del lavoro, permetteva ai lavoratori australiani, di accumulare le ferie di due o tre anni, per poi avere 40 giorni di ferie di colpo, per poter venire dall'Australia in Europa.

Anna Marino: 2:00:00:00 Quante cose sono cambiate, nel settore aereo, da allora, dai primi anni, in cui lei ha appunto iniziato questa attività, fino ad adesso?

Filippo Cerruti: 2:00:00:09 A parte, che adesso io... Un tempo mi ritenevo specialista del settore, ormai non lo sono più. Però, è cambiato totalmente. I computer, hanno completamente cambiato il fatto che un tempo, materialmente noi dovevamo andare dalle singole agenzie di viaggio, a portare i biglietti, o altro, emettere noi i biglietti o altro, mentre adesso il biglietto è emesso elettronicamente, e non c'è più... E poi, un tempo forse anche, perché era impossibile un controllo della biglietteria delle tariffe, perché facendo un numero enorme di lavoro e di fatturato, solo chi era specializzato poteva trovare le tariffe migliori, le più precise, trovare anche la classe giusta. Perché, le compagnie aeree. Credo che quelle col computer, sono state aiutate, hanno 10 - 12 classi di tariffe diverse, sullo stesso aereo. Proprio per avvantaggiare, il marittimo che aveva terminato la tariffa, che di solito dovrebbe essere il 30%, scontata, sulla la tariffa normale, almeno era, adesso non so più come sia, ma insomma... Se c'è un tecnico, uno riesce ad andare a vedere se c'è determinata capacità in quella partenza o di suggerire al cliente. Parti due giorni dopo, risparmi 300 mila lire...Attualmente, è tutto computerizzato. Per cui, diciamo l'intelligenza, e la capacità umana, è estremamente ridotta, cioè un tempo, se non si aveva dei tecnici, non si poteva emettere un biglietto aereo. Perché non si sapeva come emetterlo, e se si faceva degli errori, gli errori si pagavano. Perché, se era sbagliata la compagnia faceva l'addebito. Mentre attualmente, comanda il computer. Se uno riesce a farsi dare dal computer, una tariffa sbagliata di 10 lire, emette un biglietto di 10 lire, se il biglietto, se il computer glielo emette, nessuno gli lamenta più niente. Quindi, ormai siamo tutti automatizzati.

Anna Marino: 2:00:02:38 I problemi di calcolo sono gli stessi, che problema c'era rispetto ad allora?

Filippo Cerruti: 2:00:02:38 Credo che sia tutto cambiato. Cioè, allora era più la capacità umana, nel trovare le strade migliori, attualmente fa il computer, e credo che sia il computer perfettamente... Ormai, hanno un grado di capacità enorme, e quindi fanno tutto loro. Invece, il turismo vero e proprio, perché questa è la biglietteria aerea, il turismo è tutta un'altra cosa.

Anna Marino: 2:00:03:08 Talvolta, avviene poi per 30 anni, voi continuate ha mantenere questo ruolo di agenti generali.

Filippo Cerruti: 2:00:03:13 Di agenti generali, però abbiamo inserito anche il turismo. Cosa, che molte. agenzie di viaggio italiane, non non lo avevano tanto gradito... Cioè il GSA, cioè, la lunga manus, del vettore aereo, che faccia anche il tour operator. Però, il tour operator era proprio stato la TVA, che ci ha invitato a fare il tour operator, per essere tranquillo di avere un prodotto, direi quasi in esclusiva. Perché, un tour operator, a quei tempi c'era... Franco Rosso, Alpitour o altro. Oggi vanno con la TVA. Domani trovano condizioni migliori con l'Alitalia, o con un altro vettore, e vanno con l'altro vettore. Essendo agenti generali noi eravamo troppo legati, alla compagnia aerea, non potevamo farle corna alla TVA e mandarli con la Panam, o con altre cose. Per cui, loro si fidavano di noi, e noi ci fidavamo di loro. Per cui, maggiore elasticità, quando per esempio, l'aereo era vuoto in determinati momenti, a dicembre sotto Natale, la tariffa era mille lire, dice, per questa settimana siamo vuoti, vendila a 800, e fa un'offerta, che tra l'altro che, per la IATA non si può inventarci delle tariffe strane.Io da 1000 30 te la riduco a 800, però tu metti insieme, il pacchetto... La notte, il pasto, la cena di Capodanno ed altro. E fai un pacchetto, che gli altri lo mettano a 2000, tu lo puoi mettere a 1005, e in quel modo li raccoglievamo parecchie persone.

Anna Marino: 2:00:05:01 Per cui, praticamente, siete stati un po', e questi erano gli anni '90.

Filippo Cerruti: 2:00:05:07 Esatto.

Anna Marino: 2:00:05:07 Gli anni '90, un po' gli incursori delle low cost, di quello che adesso poi sono le low cost, e i pacchetti...

Filippo Cerruti: 2:00:05:09 In un certo senso, davamo maggior duttilità alle compagnie aeree. Però se adesso posso fare una critica alle compagnie aeree, proprio, aveva dei direttori.... Chi era intelligente, non dico che era scartato, ma non era preso in considerazione. E invece, c'era appunto delle teste quadrate, perché chissà erano.... Provenivano dalla guerra, erano generali in passato, e quindi bisognava seguire quello che facevano loro. Proprio, hanno tenuto, la TVA, ha tenuto a Roma, lo stesso personale. Quando aveva due 747 di partenza ogni giorno a Roma, e uno a Milano. Aveva la capacità di 4000 persone al giorno, in andata e in ritorno. Praticamente, ha mantenuto lo stesso personale, vediamo un 10% in meno, quando aveva un volo unico con 180 persone. E' quello, che l'ha portata alla distruzione,- perché è impossibile.

Anna Marino: 2:00:06:26 Le compagnie aeree, erano allora abbastanza, come dire...

Filippo Cerruti: 2:00:06:28 Avevano una pletora di dipendenti pazzeschi, proprio non... Poi, voleva... Avevano il Lost and Found. Cioè, quando uno arriva, e perde il bagaglio, ha un ufficio... Anziché darlo a terzi... a no la TVA deve far per conto suo...E aveva tre persone, che si davano i turni giorno e notte, per due bagagli persi, cose inaudite proprio, dei costi che non...

Anna Marino: 2:00:06:58 E quindi adesso, vabbè ovviamente i tagli... Adesso, passiamo un po'più all'attualità. Nell'ultimo decennio del ventesimo secolo, mantenete sempre un po' questo ruolo, però vi buttate di più...

Filippo Cerruti: 2:00:07:16 Di più sul turismo.

Anna Marino: 2:00:07:16 E ovviamente, c'è un'altra, un'altra attività, che viene rilanciata, che è quella dello shipping, in collaborazione con armatori mondiali.

Filippo Cerruti: 2:00:07:26 Beh, sì, sì, sì.

Anna Marino: 2:00:07:26 Ecco, che cosa diventa diciamo, qual è poi il passaggio che porta fino alla fine alla Fidal?

Filippo Cerruti: 2:00:07:35 Dunque, bisogna mettere un attimo di ordine in questo. La Fidal, è stata fatta per una questione gestionale, cioè noi eravamo cinque fratelli, la prima, una una sorella, che non si è mai interessata al lavoro, e di quattro, volevamo un certo senso mantenere la leadership, rispetto a 18 nipoti. Perché, finché eravamo noi quattro a decidere, non c'è mai stato uno screzio. I nipoti, ognuno poteva pensarla un po' come volevano. E allora, quello... Abbiamo radunato tutte le azioni delle varie attività, nella Fidal, che è venuta la capogruppo. E quella poi, abbiamo fatto un trust, per cui, i vecchi sono ancora.. diciamo che hanno il pallino in mano, e quindi possono ancora comandare. Attualmente, io sono presidente del consiglio di gestione, però sto già studiando di passare la mano. Dato che, in questa gestione, c'è un vecchio che sono io, e tre nipoti, di passare la mano a tutti i nipoti. Pur, diciamo mantenendo, avendo noi, il voto in assemblea, controllarli. Perché, ritengo che sia più opportuno, metterli alla prova, e vedere se sanno andare avanti da soli, quando siamo ancora in vita, e siamo ancora abbastanza in sensi, che non quando saremo vecchi e decrepiti, e non ci saremo più, allora non avremo più soluzioni di ricambio, in un certo senso. Per cui, io sto puntando in questa direzione, perché, ormai ho la mia età, attualmente non sono già più operativo, cioè non mi interesso più dei dettagli, tengo un po' le redini dall'alto. Quindi, questo è il fatto che se stia costruita la Fidal, la Fidal è la holding che ha il lato immobiliare, e tutte le azioni, e tutte le azioni delle operative. Per quanto riguarda, invece i vari movimenti, i vari settori, il turismo...Noi appunto essendo nato, da compagnie di linea, che noi rappresentavano, è un turismo un po' strano, cioè, il turismo, ormai è costituito invece da linee charter, che non so come faccia il Ventaglio, come fa la Alpitour, che si consolida in determinati settori, prendono il charter, e allora possono sia prenotare gli alberghi, sia avere la disponibilità degli aerei, c'è un equilibrio tra uno e l'altro. Perché, purtroppo, nella nostra linea appunto, essendo agenti generali, riuscivamo ad avere degli allotment, sul volo normale avevamo 50 posti - 80 posti riservati, mentre, una volta, siamo arrivati ad avere in estate 300 posti, per ogni volo a nostra disposizione. Però, attualmente è una cosa impossibile. Perché, con i computer uno si piglia via il posto e... E allora, col charter uno, se è ben programmato, diciamo fa soldi, ma se c'è un disguido, le Torri Gemelle a New York, o qualcosa Sharm el Sheikh, fa dei bagni mostruosi. Perché, devi charterizzare l'aereo, prenotare gli alberghi, con lo stesso numero dell'aereo. Perché, se io porto 100 persone là, ho 50 persone solo di, di spazio di alberghi, deve averne 100 anche di quelle. Se di colpo, tutti gli spazi che ho prenotato, i passeggeri saltano, allora avrò dei costi terribili. Per cui, il turismo di massa in Italia, attualmente è parecchio in crisi, proprio per questi alti e bassi del.... Poi non so, aviaria, altri, altri eventi che scombussolano totalmente... Mentre, quelli un po' di nicchia, riescono credo a...

Anna Marino: 2:00:12:15 Quali sono i settori di nicchia?

Filippo Cerruti: 2:00:12:19 Non so, se uno ha la specializzazione, non so noi...

Anna Marino: 2:00:12:26 Quello che fate voi per esempio?

Filippo Cerruti: 2:00:12:30 Attualmente no, turismo facciamo.. Almeno sulla Gastaldi Global Travel, che fa l'incoming, e quello, l'incoming, grazie a Dio, non fa l'individuale, ma fa i gruppi. Cioè, i gruppi stranieri, che vengono in Italia a fare i loro congressi, a fare le loro visite ed altro. E quello diciamo, è tutto un lavoro diverso, un lavoro anche abbastanza ben programmabile, perché lo prendo...Cioè, attualmente, che siamo a Luglio del 2006, io già ho il 2007 tutto venduto. Cioè, se adesso non rispondessi più a preventivi, io il 2007 l'ho già... Sto lavorando per il 2008, il che è abbastanza bello, perché ho davanti possibilità, se di colpo mi viene un incidente nel Golfo Persico perdo il 50% del traffico perché gli americani non vengono più in Italia, e quello è un rischio. Come noi avevamo fatto il lancio, per esempio della Punto, negli Stati Uniti, con la Fiat. Speso visita, di funzionari della Fiat e tutto. C'è stata la crisi, quando non so la Fiat ha dovuto vendere le azioni a Gheddafi, o da altro, mi colpì su quel momento lì. La Fiat ha cancellato tutto, e s'è perso il... Quindi bisogna essere ben organizzati, e poi avere un po'di fortuna.

Anna Marino: 2:00:14:11 Ecco, quello che insomma si vede appunto della rivisitazione ultima, che avete fatto dell' impresa, e che ovviamente anche qui, come qualche anno prima, avete dovuto mettere mano a tutte le attività, no? Ed è, ovviamente questo sistema integrato di holding, con diciamo, una struttura, in modo organico, sia a livello complessivo, finanza, amministrazione, controllo marketing strategico e comunicazione, poi all'interno delle singole divisioni, strumenti tecnologici, e gestionali, con modelli operativi condivisi. Come sono distribuiti questi 18 nipoti, o queste...

Filippo Cerruti: 2:00:14:52 C'è di buono che non lavorano tutti e 18 da noi, ma forse una decina in meno.

Anna Marino: 2:00:14:57 Come è la costituzione della famiglia?

Filippo Cerruti: 2:00:15:06 Ma inizialmente diciamo la distribuzione è avvenuta non dico casualmente ma in base alle capacità che uno che si pensava che la persona avesse. Poi ci sono quelli come mio nipote Danny, che adesso, è il responsabile di tutto il lato marittimo, che ha dimostrato di saperci fare, di buona capacità anche gestionale, e quindi attualmente lui è responsabile totale dell'atto marittimo. C'è altri, che non hanno trovato la loro strada e allora siamo riusciti ad allontanarli dal gruppo, e lavorano adesso per altre cose. Io ho tre figli, il primo lavora con noi ed è quello responsabile adesso del lato turistico, il secondo è medico, quindi va per la sua strada, ed è felicissima di essere medico, e di fare questa attività qua, e il terzo, aveva la difficoltà di rapportarsi con i cugini o d'altro e io forse, è quello che ammiro di più perché si è trovato un posto con altre aziende, fa il controllore di...aziende. Felice lui, e sono felice anche io, perché ha trovato la sua strada. Forse, nei raffronti e nei rapporti coi cugini, non andava granché, un carattere un po' forte e allora è stato bene questo.

Anna Marino: 2:00:16:44 Certo, quindi, si è comunque in equilibrio. Adesso, quali sono le tre aeree principali del mercato, sui cui insomma operate?

Filippo Cerruti: 2:00:16:51 Noi operiamo tutto il lato marittimo, che è agenzia marittima, e ne abbiamo due, perché, certe volte i rappresentati possono essere in concorrenza e quindi non possiamo rappresentare due aziende, in concorrenza con la stessa società. Per cui, ci sono due aziende che fanno l'agente marittimo. C'è un'altra azienda che fa il lato spedizioneristico, cioè la ricerca di merce e poi, siamo interessati in altre due aziende, che hanno il lato portuale. Cioè il terminal contenitori e poi il SECH di Genova e quello, anche se ovviamente essendo azionisti, abbiamo interesse che, nostri armatori, vadano al SECH, alcuni ci vanno, altri vanno a La Spezia. Quindi, non li serviamo noi come terminale. Anche quello, è un' attività molto importante, però diciamo, la gestione, anche se facciamo parte del consiglio d'amministrazione, sia Dani, che io, no non la viviamo giorno per giorno, è in mano a un nostro socio, che è estremamente competente, e quindi siamo contenti che sia lui che la gestisce.

Anna Marino: 2:00:18:19 In una città come Genova, qual è il vostro rapporto, diciamo con il porto di Genova? Qual è stato negli anni, ma soprattutto adesso che magari c'è la sfida di nuovi porto sul Mediterraneo, che diventano sempre più importanti, più grandi, e la strategia, ovviamente si basa sullo spaccio e sul contenimento.

Filippo Cerruti: 2:00:18:36 La mia esperienza, quel poco che ho dovuto sostituire, negli anni, '70 80', qualche volta mio fratello, che era all'estero, mio fratello Alessandro, quello che è mancato 10 anni fa era stata terrificante. Perché, quando si andava, - noi rappresentavano gli armatori, si andava a trattare con la Compagnia Unica, si parlava con un muro. Noi abbiamo bisogno di questo, quest'altro. Loro dicono "per noi la cosa è così".Non si muovevano di un centimetro. Noi rappresentiamo, 30 anni fa la Prudential, che portava, che aveva avuto sovvenzioni, dal governo americano, per fare delle chiatte. Cioè, c'era una nave madre che portava le chiatte, scaricava la chiatta, la chiatta rimaneva in porto, e la nave madre se ne andava. Quando rientrava, anziché caricare a quei tempi.. i container, non era ancora all'epoca dei container, ma, la merce varia, si prendeva la chiatta e se la portava a bordo. Cioè, era un'operazione anche militarmente, molto più veloce. Perché, si andavano incerti i porti, non so africani, volavano la chiatta a poche miglia dal porto, la nave se ne andava, e dopo X tempo veniva, e se la ripigliava. A parte che, lasciare le chiatte in mare aperto, alcune le hanno perse, dev'essere stato delle cose pazzesche. Ma anche a Genova, hanno operato pochissimo, perché i portuali pretendevano il pagamento della tariffa di carico da terra alla chiatta, e poi dalla chiatta alla case madre, ripagare la tariffa. Insomma, erano già cari in partenza, pagare due volte la stessa tariffa, era un assurdo.

Anna Marino: 2:00:20:38 Quindi, ma quindi come erano queste vertenze, con quelli che si chiamano i portuali, ma che hanno un nome in genovese.

Filippo Cerruti: 2:00:20:43 I camalli... Ma, noi avevamo il famoso Battini, che, a quei tempi era giovane, ma comandava già lui, e aveva Fusaro, e altri suoi compagni. Che proprio, noi gli si diceva, noi abbiamo esigenza di vendere economico, prendere la merce e metterla a bordo. Quindi, prendete un po' di più da una parte, un po' meno dall'altra, ma il totale dovrebbe costare tanto di più, l'armatore non può pagare altrimenti non viene, perché viene antieconomico."La tariffa è questa, se volete statene pure a casa." Noi non ci muoviamo. Riunioni, perché a quei tempi c'era come capo, come presidente del porto di Genova, c'era, c'era un professore di filosofia, mii sembra... Non ricordo più come si chiamasse, insomma, convocava queste riunioni, stavamo a guardarsi in faccia uno due ore e nessuno si spostava tanto così dalla propria posizione.

Anna Marino: 2:00:21:43 Secondo lei questo è stato un po' la causa...

Filippo Cerruti: 2:00:21:44 E' stata, diciamo la distruzione. Si figuri che poi noi rappresentavano un anno una compagnia di navi estremamente, estremamente complicate, ma riuscivano a portarsi a bordo i propri pezzi, per esempio un reattore. Dei pezzi totalmente già costruiti, che con dei computer che riempivano delle casse d'acqua, ed altro si portava.. Per cui, il portuale non metteva mano all'operazione, ovviamente si sapeva che si doveva pagare tanto al chilo, come se facesse il lavoro e tutto. Però, era lì, se ne stava al bar, non doveva metter mano alla cosa.

Anna Marino: 2:00:22:36 Quindi, si pagavano dei dazi a questi portuali.. Niente, questo è tutto normale, era già previsto, perché per legge il portuale deve... Cominciava a venire due gocce d'acqua. Il prodotto era, non so, di plastica, di ferro, che l'acqua non la temeva, quindi l'acqua non disturbava assolutamente. L'imbarco di questo pezzo di questi tubi, veniva il capo e diceva alt, con l'acqua non si lavora, o mi date il 50% del costo normale, perché un tempo si usava dare di più, perché si potessero mettere le cappotte, perché lavorassero, era un lavoro più disagiato, e quindi dovevano essere pagato di più. Loro se ne stavano al bar, hanno fermato il lavoro portuale, e hanno detto, "Il pezzo non si muove, finché non mi date di più, oppure sta lì, la nave sta lì" ora, da agente, come facciamo a spiegare all'armatore questo fatto?

Anna Marino: 2:00:23:44 Magari era anche straniero.

Filippo Cerruti: 2:00:23:44 Eh sì, era straniero.E non capiva questi qui..

Filippo Cerruti: 2:00:23:49 E come faceva? era talmente irrazionale la cosa.. Per cui, credo che Genova ha perso moltissimo, proprio per questa incomprensione, perché, poi hanno perso anche loro, perdendo del lavoro, perdono i guadagni portuali. Comunque erano.... Ora, con i contenitori sento dire che la cosa è un po' diversa, cioè i terminalisti possono assumere i propri dipendenti. Dato che il lavoro non è mai continuativo 24 ore su 24, cioè ci sono giorni di straordinari, e giorni che le navi non ci sono d'altro. Il terminalista si tiene il minimo di dipendenti, quando ha bisogno di maggior manodopera, attrezzare più gru, o altro chiama i portuali. Per cui il portuale è sempre un'aggiunta che però è un'aggiunta che dai bilanci vedo che se gli stipendi sono 10, il portuale arriva a 8. Cioè, è quasi come un secondo stipendio, però però è variabile. Costa un po' di più. Però lo chiamo quando voglio io. Il giorno prima, così domani, ho bisogno di tre gruisti, di tanti operai che mi facciano questo lavoro. Allora, questo dà maggior duttilità, perché se dovessi avere tanti dipendenti, per tutto l'anno fissi, mi costerebbero troppo.

Anna Marino: 2:00:25:23 E adesso non esistono proprio più quei camalli di un tempo?

Filippo Cerruti: 2:00:25:23 No, ormai è tutta gente... E direi, e devo dire, che il porto di Genova ha sempre avuto gente molto specializzata. Anche nell'ambito, diciamo della squadra di Battini, c'è da dire che è sempre stata.... Cioè, il lavoro fatto nel porto di Genova, è sempre stato riconosciuto, non ha mai avuto danni, non ho mai avuto, cioè fatta da persone competenti, non da apprendisti o da altro.

Anna Marino: 2:00:25:55 Quanto hanno influito sui vostri affari, gli ultimi eventi internazionali di terrorismo?

Filippo Cerruti: 2:00:26:01 E le dico, da un lato ci ha costretto a mettere la Gastaldi Tour, perché noi avevamo venduto il 55% alla Kuoni. Quando è avvenuto il fatto di New York della distruzione delle Torri Gemelle, il traffico, che era per noi il traino principale verso gli Stati Uniti, per X mesi è caduto completamente. Avevamo una reazione parecchio pesante, perché con 11 filiali c'era parecchio personale e allora.. siamo riusciti a metterci d'accordo con la Kuoni, che si è comprata l'altro 45%. Perché, effettivamente sarebbe stato... Se non ci fosse stata quella, forse saremmo tuttora soci della Kuoni, nel bene o nel male, quindi penso che ora vada bene.

Anna Marino: 2:00:27:07 Ecco, quindi praticamente ha influito abbastanza negativamente per voi.

Filippo Cerruti: 2:00:27:07 Eh beh, ci ha fatto fare un passo, che forse non l'avremmo fatto, se non c'era questo fatto qua. E poi, però ci ha lasciato delle possibilità di aprirci in altri settori, per cui insomma...

Anna Marino: 2:00:27:24 Due ultime cose che riguardano un po' più la vita personale. Come è stato riconciliare la vita di imprenditore con la famiglia?

Filippo Cerruti: 2:00:27:34 Guardi, la mia famiglia inizialmente, quando giusto lavoravo a Serravalle Scrivia andava bene così, perché, io davo il biberon al bambino alle 6 della mattina, e prendevo il treno alle 7. Mia moglie, invece dava il latte a mezzanotte. Insomma, sono riuscito a... Una volta che sono riuscito a lavorare invece a Genova, anche pur viaggiando abbastanza non c'è stato mai uno screzio con mia moglie. Io credo che l'importante nella famiglia è l'ambiente che si riesce a creare, cioè se se c'è un'atmosfera di serenità, di amore, Il fatto che stia fuori anche una settimana, o che o come, non ha grossa importanza.

Anna Marino: 2:00:28:28 E l'educazione dei figli?

Filippo Cerruti: 2:00:28:28 Guardi, l'educazione ai figli. Io credo, penso di essere, di avere una buona fede cattolica, mi auguro. E quindi, non ho mai avuto... Io credo che i figli sono delle spugne, assorbono l'atmosfera che sentono. Per cui, se si riesce a dare loro un'atmosfera di serenità di amore. Io mi ricordo un figlio che... Adesso, forse si usa ancora di più.A 6 anni è andato in casa, è andato ospite di un compagno di scuola, in campagna, non so se a sciare, o a che fare, forse avrà avuto anche 10 - 12 anni. Quando è tornato abbiamo visto che aveva gli occhi fuori la testa. Dice "Meno male che voi non vi litigate". Si vede, che lui era in questa casa, forse di montagna, ed era vicino alla camera del papà e della mamma, del suo compagno. E dice, lui dice, non ha dormito tutta la notte, perché ha sentito che questi qua litigavano. E' venuto impressionato, da questo fatta qua. Quindi, io credo che il figlio, se riesce ad assorbire l'atmosfera di casa, non c'è problema. Bisogna essere fortunati, perché poi vediamo, una famiglia di sette figli, con cinque perfetti e due drogati. Quello purtroppo, ci vuole anche tanta fortuna. Insomma, grazie a Dio, non mi è mai capitato, quindi non posso capire queste divergenze qua.

Anna Marino: 2:00:30:18 Ecco, invece, per quanto riguarda i suoi hobby, mi racconti, quelli di una volta quali erano, e quelli di adesso?

Filippo Cerruti: 2:00:30:26 Una volta, con papà, io dedicavo, il sabato forse meno, perché c'era la scuola o altro, ma la domenica andavo sempre con lui a caccia o a pesca. Purtroppo, deceduto papà, la pesca l'ho abbandonata totalmente, perché, la pesca sui fiumi voleva dire avere le riserve di trote o altro. Credo anche che non esistano nemmeno più, certe riserve sociali. Ma, so che una volta mancato papà, ho tentato con dei signori addirittura, avevamo incontrato il Duccio Garrone, se voleva subentrare anche lui, sarebbe stato un nome eccelso, quindi poteva avere più possibilità, per avere licenze dalla Regione o d' altro, le riserva di papà non siamo più riusciti a rinnovarle. E allora, la pesca l'ho totalmente abbandonata. La caccia, abbiamo tenuto la riserva ancora per una decina d'anni. Poi,- non per colpa di nessuno, ma credo per colpa degli anticruttogamici e altre cose, la riserva non era più...Cioè, nella riserva, che si andava a caccia fino a novembre - dicembre, anche se si sarebbe potuto andare a caccia, non si cacciava, per lasciare gli animali per l'anno successivo, l'anno successivo si trovava ripopolato. Non abbia mai allevato un fagiano, ne una pernice. No, le pernici, importavamo le uova dalla Spagna, e le facevamo schiudere sotto le galline americane, e poi le lasciavamo andare gallina e pernicini, facevano a loro...E poi si cacciavano quando erano adulti, questo era in primavera, attualmente, se uno fa una cosa così, alleva i corvi e basta, non esiste più niente. Abbiamo trovato, quindici anni fa, i leprottini, con l'erba in bocca morti, proprio perché stavano mangiando l'erba, che sotto la vigna avevano dato gli antibatterici per la vigna. Quindi, ormai la riserva è fatta da pollastri, che li lasci andare, mezz'ora prima di andare a caccia, il che è una cosa veramente assurda.

Anna Marino: 2:00:32:49 Quanto è grande, quanto sono grandi queste riserve?

Filippo Cerruti: 2:00:32:53 Un tempo, la riserva che avevamo era 1.100 ettari, perché, diciamo doveva essere lo spazio di andarci a caccia adesso, e poi per 20 giorni non passare più sullo stesso territorio. Attualmente, adesso, le riserve non so quante siano. Ma, per grosse o piccole che siano, ci mandano una squadra alla mattina e una squadra al pomeriggio. Per cui, dalla mattina al pomeriggio partono con la jeep a lasciare andare i fagiani, così eh. Certe volte sono invitato, ma ci vado tanto per non fare lo snob, ma altrimenti...Mentre io vado qualche, all'apertura, in terreno libero, perché qualcosa è nato, e qualcosa vedo dell'azione lanciata in primavera, e poi quando passa la beccaccia. Quello, è l'unico animale, che uno non può allevare, non può essere... Allora, quello effettivamente, se uno ha il cane buono che lavora, la caccia come deve essere, è l'unica cosa...

Anna Marino: 2:00:33:57 Qual è il suo rapporto con il mare con suo papà?

Filippo Cerruti: 2:00:34:02 Ma, il mare le dico. L'ho frequentato poco, perché, essendo nato a Genova, il mare non è che sia, e anzi ho questo. Adesso, se niente, niente riesco a staccarmi dal lavoro quotidiano, ho questo, ancora, un tempo quando mio fratello si comprava la tenda, per andare con amici in giro in Grecia, a destra e a sinistra. Io non sono un tipo da tenda, e mi sono comprato 40 metri quadrati, cioè sono due camere, all'isola di Capraia. Uno, se va sull'isola di Capraia, Ci sta una settimana, e come stesse sei mesi in Australia. Cioè, adesso ci sono i telefonini, non avevo telefoni, televisione, se uno voleva, poteva portare la radio, ma ero proprio estraniato da tutto. Il che era delle vere vacanze. Però, adesso, almeno bisogna andarci 3-4 giorni. Perché, un weekend tra partire, con il traghetto da Livorno, passa una mezza giornata per andare, e mezza per tornare. Poi, un tempo, alla Capraia c'era il carcere, ed era tutto perfetto. L'unica cosa, si doveva portare via il motore e i remi dalla barca, perché per legge non si poteva lasciare. Attualmente, è già di anni che non ci vado. Dicono, che è un po' migliorato, ma al sud invece, c'è stato un degrado pazzesco, perché è venuta la droga, sul traghetto si vedono dei giovanotti, con gli occhi fin qua, che non stanno in piedi. È stata la cosa proprio... Anzi, proprio per i figli piccoli, preferivano non portarli là. Adesso, invece c'è mio figlio, medico ormai, ha due figli anche lui, è tutto ha tutto entusiasta, ha detto lui, perché dice insomma, che è tornata un po' quella che era prima.

Anna Marino: 2:00:36:21 Lei che ha tanta memoria, che cosa spera della sua azienda?

Filippo Cerruti: 2:00:36:26 Ma guardi, prima di tutto spera che i nipoti vadano d'accordo. Perché, credo che l'unione, è la cosa migliore. Anzi, è l'unica cosa che può far sopravvivere l'azienda. Perché, quando si comincia a litigare non... E poi, che siano abbastanza intelligenti da portare le attività, in funzione del tempo che cambia. Cioè, se uno si fossilizzato sulle cose vecchie, viene eliminato. Bisogna sempre aggiornarsi sui tempi che cambiano, sulle attività che cambiano.

Anna Marino: 2:00:37:15 La famosa globalizzazione.

Filippo Cerruti: 2:00:37:16 Si sente dire, sono rimasto scioccato. Perché, proprio mio figlio che è fuori dall'azienda mi dice, noi abbiamo le loro attività, anche un socio straniero. Il quale ci è venuto a dire, che lui ha una filiale in Cina. E che otto dipendenti in Cina costano 380 euro al mese, un affare così. Questo, me lo ha detto mio figlio, non so se sia vero o meno. Otto dipendenti in Italia sappiamo cosa costano, quindi ci spaventa un po' questo. Però, fra 20 anni credo che le cosa si si equilibreranno. Loro hanno tanto personale, che non so se li fanno la barba con le macchine. Però, credo che adagio adagio, tutto si equilibri. Fra 20 anni saremo comandati dai cinesi e dagli indiani, quindi ognuno farà la propria parte. Però, credo che guardi, noi abbiamo passato dei momenti, diciamo sereni e felici. Però ci sono anche stati tanti dei momenti difficili, che si è dovuto ridimensionare le cose. Però, io ritengo, che se uno...Io ho avuto la fortuna di essere cattolico, di avere la fede. Senza fede in questo mondo, io credo che ha una difficoltà nel vivere terribile. Io dico sempre che sono degli esempi che faccio ai miei figli. Uno sembra che dall'alto non riceva niente, però credo che la Provvidenza, è un qualcosa che se uno ci crede, prima o poi gli arriva. Cioè, non so se lei, forse è troppo giovane. Ma, noi avevamo degli automobilini, che si annodava la corda, si metteva sul tavolo, giravano, in quel momento arrivavano sull'orlo, e uno dice adesso cade giù. invece, avevano una routine al centro, che abbassandosi, la parte interiori della macchina, questa ruotina toccava, e gli faceva rigire, cioè non cadevano mai. Io dico, la Provvidenza è quella, che quando proprio uno si sente disperata ed altro, quella arriva.

Filippo Cerruti: 2:00:39:48 Per me, è una cosa... Io l'ho scoperto appunto da tanti anni, da 18 anni che vado a Lourdes con l'Unitalsi, per me è un esempio eccezionale. Perché, c'è della gente che è immobile, piena di dolori, e tutto il resto e che sorride. Il fatto, che riesca a sorridere, per me è qualcosa di troppo importante.