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Ghisolfi, Vittorio - 2006 - Milano

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Trascrizione

Stefano Totoro: 00:00:00 Milano 26 maggio 2006, Ore 13. Sono Stefano Totoro, mi trovo a Milano presso gli studi di Radio 24 per realizzare un'intervista al presidente della Mossi & Ghisolfi, Vittorio Ghisolfi, nell'ambito del progetto Voci del '900, l'Italia dell'economia dell'impresa e del lavoro, progetto avviato in collaborazione con la Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo di Roma. Presidente Ghisolfi, le sue dichiarazioni saranno parte integrante dell'archivio della Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo, sezione storia orale ove vengono raccolte le fonti orali per lo studio della storia contemporanea.

Stefano Totoro: 00:00:35 Come si diventa imprenditori, qual è stato il suo punto di partenza?

Vittorio Ghisolfi: 00:00:38 Ecco il mio punto di partenza è stato soprattutto in un tempo - stiamo parlando all'inizio degli anni '50 - noi abbiamo cominciato nel '53, io con quello che sarebbe poi diventato mio suocero, il signor Morsi. Frequentavo il Politecnico a Milano e a quell'epoca le possibilità di introdursi nel settore industriale erano relativamente modeste, soprattutto dalla provincia, dove c'erano ancora un 37% di addetti all'agricoltura. Sostanzialmente le imprese industriali erano modeste, soprattutto, soprattutto erano a gestione familiare, piccole familiari di qualche cosa. Ecco noi a un certo punto abbiamo pensato alle materie plastiche. L'idea iniziale era quella di, io da una parte a Milano, finire gli studi al Politecnico e il signor Mossi a Tortona che seguiva una certa produzione che è partita molto - oggi, vista, vista oggi, è una cosa molto modesta. Sostanzialmente le materie plastiche non erano ancora prodotte in Italia ma erano, erano sul mercato il polietilene - oggi ci sono 50 tipi di polietilene, prima ce ne era uno solo fatto dalla sciai(?) in Inghilterra, c'era il polistirolo fatto dalla Bayer in Germania e c'erano le prime esigenze di packaging sostanzialmente che erano molto ridotte a pilloliere per i farmaceutici, capsule di un po' di tutti i generi, un qualche materiale nuovo che si prestava a sostituire in modo positivo i materiali tradizionali, che erano allora vetro, alluminio, sostanzialmente e sughero. Quindi, abbiamo incominciato di lì, lavorando per una decina d'anni dal '53, '52 - '53 al '63 come un'azienda assolutamente regionale. Praticamente il nostro mercato di sbocco era il Piemonte, ma soprattutto la Lombardia, dove c'erano grandi aziende a livello farmaceutico come Carlo Erba, Pharma Italia. Quindi praticamente...

Stefano Totoro: 00:03:08 Avete iniziato a Tortona?

Vittorio Ghisolfi: 00:03:11 Tortona, sì, sì. Praticamente i primi, i primi clienti sono stati loro. Da allora abbiamo continuato a inventare qualche cosa di... che potesse sostituire un materiale tradizionale con materie plastiche che mano a mano, sono diventate sempre più polimeri importanti e anche facilmente utilizzabili.

Stefano Totoro: 00:03:32 Ma questa è stata l'Università che le ha dato...

Vittorio Ghisolfi: 00:03:34 Per la verità, c'era una tendenza mia tecnica sostanzialmente c'è, c'è stata una serie di combinazioni per cui si poteva incominciare a fare qualche cosa. Io finivo gli studi e poi mi sarei dedicato al 100%. Se non che il giorno che sono arrivate le macchine il signor Morsi è morto quindi sono rimasto solo e ho abbandonato naturalmente il Politecnico sempre nella speranza di poterlo riprendere a un certo punto, ma come al solito queste sono belle, dei bei propositi...

Stefano Totoro: 00:04:08 Quando si inizia a lavorare poi...

Vittorio Ghisolfi: 00:04:10 Ho finito per fare questo punto e basta. Quindi, abbiamo lavorato una decina d'anni, facendo sempre articoli di imballaggio, sul trattamento di confezionamento eccetera, farmaceutici e cosmetica anche. Fino al punto che si incominciava a parlare di detersivi liquidi - allora tutto era il famoso fustino in polvere - in quell'epoca lì noi avevamo fatto degli studi per arrivare a sostituire una parte delle polveri con dei liquidi.

Stefano Totoro: 00:04:47 Che anni erano quelli?

Vittorio Ghisolfi: 00:04:48 Stiamo parlando degli inizi degli anni '60.

Stefano Totoro: 00:04:54 E quando lei ha iniziato, quando...

Vittorio Ghisolfi: 00:04:56 Noi avevamo già dieci anni di storia dietro e anche di apprezzamento sostanzialmente, a parte i nostri fornitori, e in particolare allora era la Montecatini, il produttore...

Stefano Totoro: 00:05:10 Però le origini nel '53, il periodo storico in qualche modo vi ha aiutato. Era un periodo...

Vittorio Ghisolfi: 00:05:15 Be', sai, era il periodo della ripresa, del miracolo economico, sostanzialmente tutti a questo punto si sono dati da fare per passare dall'agricoltura all'industria.

Stefano Totoro: 00:05:25 Ci volevano delle idee.

Vittorio Ghisolfi: 00:05:26 E noi abbiamo fatto la nostra piccola parte in quel momento, in quel momento là. Abbiamo avuto un successo, più, più che di fatturato, di immagine. Poi sono cominciati i guai chimici in Italia. Noi, come io continuo a dire ai miei figli e anche a chi... In queste interviste, che io mi ritengo un figlio del disastro chimico italiano.

Stefano Totoro: 00:05:52 In che senso?

Vittorio Ghisolfi: 00:05:53 Nel senso che Montecatini aveva con il prof. Natta, il prof. Mazzanti e così via, avevano trovato questo polimero, il polipropilene "moplen" di allora, sostanzialmente, che aveva sicuramente un futuro importante, perché è un polimero - lo si vede adesso a 50 anni data - è un polimero che aveva delle particolarità importanti. Oltretutto, veniva fuori allora, c'erano questi impianti di "cracking" che spaccavano le molecole in etilene e propilene, il propilene sostanzialmente non si sapeva cosa farne, veniva bruciato. Quindi utilizzando il propilene si riuscì a fare il polipropilene che ha avuto un successo. Ma in quel momento, il successo era molto modesto. Il polimero non era ancora facilmente lavorabile e sta di fatto che loro hanno fatto questo impianto a Brindisi, che oggi farebbe ridere un impianto di quelle dimensioni, ma allora era un grosso impianto.

Stefano Totoro: 00:06:53 Quanto era grande?

Vittorio Ghisolfi: 00:06:55 Eh be' mi sembra che fosse un impianto da 100 mila tonnellate, una cosa da niente.

Stefano Totoro: 00:07:00 Ma questa, lei aveva già una passione per la chimica o come le è...?

Vittorio Ghisolfi: 00:07:04 Ma una passione per la tecnica in generale - io avrei fatto Ingegneria chimica, intendiamoci, non so a quel punto non ci sono arrivato - il Montedison, il Montecatini si è trovata con una serie di problemi - questo impianto di polipropilene non funzionava, cioè il polipropilene che usciva non ero un polietilene facilmente lavorabile e quindi hanno avuto dei problemi a farlo girare. A questo punto hanno dovuto trasformare una parte dei reattori da polipropilene a polietilene ad alta densità, sono un tipo di cose di cui loro hanno preso una licenza da Mitsui mi sembra.

Stefano Totoro: 00:07:35 Nel '53 quando lei ha iniziato, quali sono le altre esperienze imprenditoriali che ricorda di quel periodo?

Vittorio Ghisolfi: 00:07:40 Ma guardi, tutti i grandi gruppi di trasformazione, da tutto il giro del freddo, no sostanzialmente i frigoriferi, non parliamo in Piemonte naturalmente c'era già la Fiat a quell'epoca. Però insomma sono cominciati allora, cioè il cosiddetto miracolo italiano, è venuto qua da mille iniziative - alcune che sono andate bene e alcune che sono rimaste lì così, altre che sono scomparse. Ma sta di fatto che un po' tutto il mondo si cominciava a creare una domanda di mercato. E'questa domanda veniva su determinati prodotti, veniva saturata da importazioni, no, sostanzialmente e quindi c'era una domanda nazionale.

Stefano Totoro: 00:08:27 Che chiedeva una ripresa.

Vittorio Ghisolfi: 00:08:27 Un po' di tutto, noi ci siamo attaccati alla farmaceutica all'inizio, perché perché i farmaci sono stati uno dei primi i primi prodotti a essere divulgati - sa ci sono state poi tutta l'espansione sociale, no? Quindi si è incominciato a distribuire prodotti farmaceutici dappertutto. Si ricordi che allora non era così normale come adesso, no, sostanzialmente.

Stefano Totoro: 00:08:59 Quali sono state le difficoltà più grandi, in quel periodo proprio per iniziare?

Vittorio Ghisolfi: 00:09:01 Bah, sa la difficoltà era l'impreparazione generale, sostanzialmente gestire aziende, anche aziende piccole eccetera, era un qualcosa di eccezionale in una, in una parte in particolare l'Italia che nella parte bassa piemontese sostanzialmente era tutta dedicata all'agricoltura e ai prodotti di origine agricola - ma anche conservazione eccetera, quindi sostanzialmente lì ci sono stati dei momenti non facili di apprendimento.

Stefano Totoro: 00:09:41 Ma soprattutto i mezzi per partire?

Vittorio Ghisolfi: 00:09:44 Guardi, i mezzi per partire erano mezzi assolutamente elementari. Le presse che ci sono adesso rispetto alle presse che c'erano allora ...sa di cosa stiamo parlando. Alcune erano proprio manuali sostanzialmente quindi con la forza delle braccia aprivano e chiudevano questa pressa, con dei sistemi elettromeccanici, molto, molto...

Stefano Totoro: 00:10:07 Però a parte la parte tecnica, voi avevate dei soldi per iniziare, già delle...

Vittorio Ghisolfi: 00:10:15 La mia famiglia è una famiglia di agricoltori, aveva allora poco più che dei capitali importanti. Ma insomma per incominciare allora, la parola d'ordine era "incominciare", "qui il mondo cambia, si espande" eccetera, noi dobbiamo essere lì al momento giusto.

Stefano Totoro: 00:10:34 Si sentiva nell'aria...

Vittorio Ghisolfi: 00:10:35 Si sentiva da tutte le parti, quindi c'era una gran voglia di cominciare. C'era a disposizione manodopera non qualificata, ma qualcuno, anche gente molto, molto che si sentivano molto incentivati a lavorare in fabbrica, gente che erano abituati a fare dei lavori saltuari, agricoltura e soprattutto stagionali. Si sentivano molto sicuri, ma avevano anche un certo orgoglio di essere operai anziché agricoltori.

Stefano Totoro: 00:11:07 La sua famiglia aveva delle, dei...

Vittorio Ghisolfi: 00:11:09 La mia famiglia era un'azienda agricola, appunto, io parto proprio da agricoltore.

Stefano Totoro: 00:11:14 Sempre a Tortona?

Vittorio Ghisolfi: 00:11:16 Sempre a Tortona, sì certamente. E quindi sostanzialmente lì abbiamo incominciato iniziando con un paio di macchine siamo andati avanti, sempre nel settore di trasformazione delle materie plastiche e nel settore del packaging. Al di là della cifra di affari che allora erano assolutamente trascurabili, ci siamo fatti un certo, un certo nome, una certa stima anche da parte dei nostri fornitori che erano soprattutto Montecatini. Quando c'è stato il primo disastro di Brindisi, il Montecatini - allora c'era il conte Faina.

Stefano Totoro: 00:12:00 Che anni sono?

Vittorio Ghisolfi: 00:12:01 Stiamo parlando del '62, '61 - '62. E' stato un colpo importante - Vincenzo Giustiniani che era un personaggio allora, come sarebbe stato poi Mattei dopo, che è stato licenziato da un giorno all'altro - si usavano quei sistemi un po' drastici... Montecatini ha cercato sul mercato qualche azienda condotta dalla gente di belle speranze, più che di mezzi specifici per lanciare sul mercato questo nuovo prodotto che andava parzialmente in sostituzione del polipropilene, che era il polistirene ad alta densità, e ha trovato sostanzialmente due aziende una a Tortona ed una a Brescia. Quella di Tortona - la nostra - era per sviluppare il polietilene per il contenitore, che poi sono state le cose che sono tuttora, i contenitori detersivi, oli minerali, prodotti per la casa e in generale, oltre che il sistema tutto farmacia e farmaceutico.. Dall'altra parte c'era una un'azienda a Brescia che era impostata su presse di grandi dimensioni e in quel momento la c'era la tendenza a sostituire le casse di legno - quelle che portava le bottiglie di vetro e naturalmente di birra, di vino e di acqua minerale con bottiglie di plastica. Quindi abbiamo fatto una joint venture, noi come Mossi-Ghisolfi contenitori Italia, per le bottiglie contenitori...

Stefano Totoro: 00:13:45 Mossi Ghisolfi però in realtà era...

Vittorio Ghisolfi: 00:13:48 E' Ghisolfi e basta, però Mossi, Mossi poi ho sposato la figlia e quindi Mossi è mia moglie.

Stefano Totoro: 00:13:54 Quella è stata... Il matrimonio è stato una cosa che le ha cambiato un po'...

Vittorio Ghisolfi: 00:14:00 No, non è stato un matrimonio di affari ecco.

Stefano Totoro: 00:14:03 No no, dico.

Vittorio Ghisolfi: 00:14:03 Avevamo, avevamo questa amicizia, poi si è trasformata... E quindi noi ci siamo portati sulla parte imballaggio soffiato, soprattutto l'imballaggio rigido. L'operazione è durata praticamente dieci anni con loro, in momenti drammatici, ma anche pieni di occasioni. Sostanzialmente noi ci siamo visti, noi abbiamo fatto i patti parasociali nel 1962 prima ancora di fare la società, ancora come diceva il Giustiniani, il Conte Faina che era il presidente e amministratore delegato. Quando abbiamo fatto la società, il Conte Faina è rimasto come presidente, ma Giustiniani è andato via, quindi abbiamo fatto poi la società con il dottor Sferza e il dottor Macerata che sono quelli che hanno sostituito come Montecatini.

Stefano Totoro: 00:15:02 Questo tra il...?

Vittorio Ghisolfi: 00:15:03 Nel '63, sei - tre. In quel momento lì siamo andati avanti praticamente un anno, un anno e mezzo. Poi c'è stata l'associazione di Montecatini con la Sade, ha fatto la Montesud a un certo punto e poi, per fortuna nostra è arrivato il momento della Shell - hanno fatto la parte diciamo polimeri, petrolchimica, sostanzialmente è andata in join venture al 50% Shell, 50% Montecatini. Gli uomini della Shell sono arrivati in Italia con grandi, con grandi progetti soprattutto di gestione. Allora si parlava di una gestione budgetaria, che anche oggi l'ultima delle aziende fa. Allora sembravano cose... E infatti, gli uomini Shell hanno avuto problemi a introdurre questo sistema di governance e di gestione in Montecatini perché allora c'era ancora il ragioniere generale che aveva in tasca un libretto, con i conti veri della Montecatini di allora e aveva tutto il sistema, fatto un po' come un muro di gomma, contro questi nuovi metodi - che allora sembravano irrealizzabili in Italia. Un budget quinquennale o un budget ancora decennale per loro era una cosa assolutamente straordinaria. Per cui Shell ha cercato di bypassare questo prodotto lavorando con le consociate. Quindi noi, per grande fortuna ci siamo trovati gli uomini Shell che ci hanno insegnato, ci hanno insegnato a gestire, a gestire un'azienda. Sono andati avanti un paio d'anni, no, perché a quel punto lei poi c'è stata la rivoluzione Edison, l'ingegner Valerio. Quindi Shell via, via gli uomini Shell. Sono arrivati gli uomini delle bollette elettriche come li chiamavano.

Stefano Totoro: 00:17:19 Questo è stato un po' il periodo più... Lo ritiene il periodo più fortunato o...

Vittorio Ghisolfi: 00:17:23 Be' per noi, diciamo i due anni di Shell sono stati la base del nostro sviluppo ma praticamente ci hanno, ci hanno insegnato nel senso letterale della parola a gestire secondo metodi moderni.

Stefano Totoro: 00:17:39 Il momento più duro qual è stato?

Vittorio Ghisolfi: 00:17:40 Guardi ce ne sono stati tanti di momenti duri. Il momento più duro è stato gli ultimi due anni. Quindi è entrata Shell, è uscita Shell, è entrata Edison, è uscita la Edison. Poi ci sono stati due anni - si ricorda di quella girandola di presidenti, Merzagora e compagnia, per cui tutto fermo sostanzialmente. Noi abbiamo dovuto gestire le cose per conto nostro, spazio per sentirci per vedere, per vedere di impostare un minimo di strategia non ce n'è stato. Dopodiché è arrivato Cefis. Cefis - stiamo parlando a questo punto del '70. E Cefis è arrivato dicendo "queste società miste non mi piacciono, ci sono alcune società, si devono cancellare, altre società dobbiamo arrivare al 100 per cento". E questo è stato un momento difficile, perché sa in fondo la società l'avevamo fatta noi, sostanzialmente soprattutto negli ultimi tempi. Il nostro socio si riservava il 50% che è sempre una società difficile da gestire.

Stefano Totoro: 00:18:51 Certo.

Vittorio Ghisolfi: 00:18:52 Quando un colosso tipo, tipo Montedison di allora ci disse "andate via" siamo andati via. Io l'ho considerato allora una sconfitta, una sconfitta importante, l'ho sofferta.

Stefano Totoro: 00:19:08 Quanti anni aveva allora lei?

Vittorio Ghisolfi: 00:19:09 Stiamo parlando - io sono del '30, nel '70 avevo quarant'anni, sostanzialmente nel '72 ne avevo 42. Quindi sostanzialmente l'ho vissuta come una sconfitta personale e invece è stato esattamente il contrario. Essere, aver avuto insomma tutto quel bagaglio di esperienze di grande - perché noi avevamo una piccola società, ancora in paese in Tortona, un capannone di qualche migliaio di metri quadri - aver avuto questa occasione è stato per noi una benedizione sostanzialmente. Quando, a un certo punto siamo venuti fuori, siamo venuti fuori con pochissimi soldi naturalmente perché allora il sistema di garanzie era quello che era e siamo ripartiti, sono ripartito da zero con pochissimi soldi.

Stefano Totoro: 00:20:05 In Italia, cioè dal punto di vista economico, che periodo era? C'era stato il miracolo italiano no?

Vittorio Ghisolfi: 00:20:10 Eh be', eravamo nel '73 - c'era stato il problema della guerra, quindi il petrolio che era andato a farsi friggere, no? Quindi, grande difficoltà di aumento dei prezzi del polimero e quindi difficoltà poi di trasferire questi elementi sul mercato. Il momento difficile, che è stato in quel momento è quando siamo ripartiti da zero. Però, sa ripartire da zero - mi sembrava, allora in effetti non è stato così. Noi siamo ripartiti. Io sono rimasto con i miei dirigenti che sono rimasti con me anche quando - nel giro di due anni, due anni mezzo abbiamo rifatto il nostro gruppo e la parte Montedison è stata messa in liquidazione sostanzialmente. Quindi siamo andati avanti ancora, ancora fino agli anni '80 come azienda di trasformazione quindi compravano i vari polimeri e facevamo determinati imballi soprattutto nel settore delle bottiglie, in bottiglie. Quindi siamo cominciati ad arrivare, si sa, sul mercato anche delle acque minerali con prima il PVC, e poi il poliestere. Il Poliestere è un prodotto che è stato inventato da DuPont negli anni'60. Negli anni '70 è stato applicato molto come come polimero tessile filato al posto del cotone, cotone-misto cotone - ancora oggi, ancora oggi è così. E c'è stata una, hanno installato in tutta Europa una sovra capacità spaventosa, quindi alla fine degli anni '70 il mercato era assolutamente depresso, il mercato delle fibre naturalmente, e hanno fatto quell'accordo multi-fibre, allora che era un sistema sicuramente diciamo di protezione per tutte le aziende europee che ha salvato all'epoca.

Stefano Totoro: 00:22:15 Quali erano i settori in quegli anni che andavano meglio?

Vittorio Ghisolfi: 00:22:19 Nella petrolchimica, sostanzialmente c'è poi tutta la parte polietilene con i sistemi di imballaggio del film di polietilene - sicuramente è andata molto bene - altri hanno seguito l'andamento dei mercati specifici. Noi ad esempio, con i detersivi, i detersivi sono sempre andati in su. Perché l'utilizzo di detersivi rispetto al sapone marsigliese di allora è stato sempre incrementato. Quindi ci sono stati nella farmaceutica, ci sono stati problemi un po', un po' di tutti i generi. Perché sa, le aziende farmaceutiche poi sono finite nelle mani di terzi.

Stefano Totoro: 00:23:05 Certo.

Vittorio Ghisolfi: 00:23:05 Quindi, momenti difficili sì, ma per la verità io non ho mai trovato un momento facile, anche perché siamo sempre stati in espansione - mano a mano che si allargava il mercato noi eravamo...

Stefano Totoro: 00:23:21 Ma questo vuol dire sempre reinventarsi...

Vittorio Ghisolfi: 00:23:24 Guardi, la gestione, la trasformazione delle materie plastiche - e anche adesso la produzione di polimero - è sempre un qualcosa che bisogna inventarsi il mercato. Cioè le materie plastiche hanno sostituito e stanno sostituendo materiali tradizionali. Il vetro, la carta, l'alluminio, eccetera, praticamente tutto, il legno. Quindi lo sviluppo delle materie plastiche è stato il rafforzamento della presenza di materie plastiche nei...sopra i mercati tradizionali. Per cui il mercato ce lo siamo sempre inventato - prima come trasformatori, trovare delle forme che potessero dare un miglior utilizzo con minor costo e quindi sempre a ricercare qualcosa. Allora sia sulle forme, sia sulle macchine: macchine per la produzione di bottiglie, di pezzi stampati eccetera noi facevamo le nostre con una nostra tecnologia. E poi, anche sulla sulla verticalizzazione c'è stato un momento in cui la tecnologia e i brevetti - per produrre bottiglie, bottiglie di plastica sostanzialmente sono caduti è diventata una tecnologia banalizzata. E noi siamo, siamo andati nel mercato dei servizi. Faccevamo le bottiglie, il cliente ci mandava il liquido, facevamo il confezionamento - siccome facciamo sia le bottiglie che i tappi. A un certo punto abbiamo fatto anche il prodotto per conto dei clienti: Procter, Lever, Henkel, Palmolive eccetera, allora il Coccolino, il Cif, il Vernel, adesso non so se ci sono ancora, li producevamo noi noi, siamo arrivati a produrre più di 100.000 tonnellate.

Stefano Totoro: 00:25:22 A produrre?

Vittorio Ghisolfi: 00:25:23 A podurre il liquido.

Stefano Totoro: 00:25:25 Ah, il liquido.

Vittorio Ghisolfi: 00:25:25 Il liquido, su formulazione naturalmente del cliente, poi facevamo le bottiglie, facevamo i tappi e facevamo il riempimento, l'etichettatura e lo mandavamo ai clienti, alle grandi superfici e ai supermercati.

Stefano Totoro: 00:25:36 Questo Sempre in uno stabilimento solo?

Vittorio Ghisolfi: 00:25:37 No, di stabilimenti ne avevamo tre, uno a Tortona, uno vicino a Pavia, tra Pavia e Lodi e uno ad Anzio.

Stefano Totoro: 00:25:50 Avete iniziato ovviamente con uno stabilimento a Tortona.

Vittorio Ghisolfi: 00:25:53 Ma poi siamo andati ad Anzio. Lì c'era la Palmolive, quindi per produrre, produrre bottiglie, ma non trasferire aria di Tortona. Poi, quando siamo andati ad Anzio - lo stabilimento Anzio era rimasto nel gruppo Montecatini, Montedison ed allora e poi è stato chiuso, è stato venduto alla...E noi siamo andati a Sezze, Sezze Romano che non è molto lontano ma da Latina sostanzialmente.

Vittorio Ghisolfi: 00:26:25 Quindi, noi abbiamo un certo punto - con l'arrivo dei miei figli, io ho due figli, il primo ho fatto Ingegneria chimica a Torino e il secondo ha fatto prima la Bocconi e poi un Master alla Columbia.

Stefano Totoro: 00:26:36 Il suo primo figlio ha fatto Ingegneria chimica a Torino perché l'ha voluto lei?

Vittorio Ghisolfi: 00:26:41 Perché tutti e due i miei figli sono... Hanno respirato un'aria imprenditoriale sostanzialmente - sa a casa mia ci siamo divisi i compiti io e mia moglie, l'istruzione, la sanità lei, il resto, l'industria la finanza io. E io ero quotidianamente in giro. Quindi portavo in casa, in provincia sostanzialmente un po' quello che succedeva nel mondo. Quindi i miei figli che hanno mangiato pane e pallacanestro fino alla fine dell'università, hanno assorbito evidentemente qualcosa. Quindi tutte e due no - sono molto complementari, uno un po' più il tipico tecnico e l'altro e l'altro invece...Poi insomma poi la scuola, la scuola della Columbia come manager è stata una scuola molto molto importante.

Stefano Totoro: 00:27:42 Questa l'hanno fatta tutti e due la scuola alla Columbia?

Vittorio Ghisolfi: 00:27:44 No, solo solo il secondo. Il primo è uscito dopo la laurea, ed è entrato in stabilimento.

Stefano Totoro: 00:27:50 Ma lei pensa di aver forzato in qualche modo le loro scelte? Oppure...

Vittorio Ghisolfi: 00:27:56 Guardi, il primo voleva fare filosofia e io ho detto "Bene, falla" non ho mai ostacolato, praticamente ci ha ripensato, ha ripensato dalla filosofia prima. Sostanzialmente io sicuramente li ho influenzati indirettamente, questo è sicuro.

Stefano Totoro: 00:28:20 E' stato il suo lavoro?

Vittorio Ghisolfi: 00:28:21 Sì, sostanzialmente il lavoro, le battaglie, la battaglia quando siamo usciti dal all'affare Montedison eccetera è stato sofferto un po' da tutti anche anche da loro. Sa siamo in una cittadina di ventimila persone... Quindi sostanzialmente quell'amarezza di allora è stata super superata, dal fatto che avendo libertà, noi abbiamo potuto scegliere la nostra strada senza esser condizionata da un'approvazione, che cioè, per la verità, c'è sempre stata data sull'uscio. I nostri, i nostri problemi in consiglio d'amministrazione alla Montedison non sono mai arrivati. Poi, uscendo uno diceva "C'è anche questo qui, lo diciamo a Ghisolfi", ecco questo è stato un po' la nostra...

Stefano Totoro: 00:29:10 Sua moglie non è...

Vittorio Ghisolfi: 00:29:11 Mia moglie non si occupa dell'azienda.

Stefano Totoro: 00:29:14 Lei cosa fa, lavora oppure è stata sempre...?

Vittorio Ghisolfi: 00:29:15 No, no, è stata sempre in casa ed ha seguito i ragazzi. Però io ho anche una figlia in mezzo, adesso dieci nipoti, nove aviatici e una ragazza ucraina, quella di Chernobyl, che poi è uscita.

Stefano Totoro: 00:29:32 E' stata uno dei suoi figli a sua...

Vittorio Ghisolfi: 00:29:34 Poi veniva d'estate lì, è stata mia figlia, veniva d'estate lì, tutte le estati. Poi, mano a mano che cresceva tornare indietro da casa nostra era un po' più difficile e allora...

Stefano Totoro: 00:29:45 E quindi è rimasta lì?

Vittorio Ghisolfi: 00:29:46 E' rimasta lì, no assolutamente. E adesso è rimasta. Non è stata adottata perché i problemi di adozione sono molto grandi. Quindi è lì con un permesso di studio, ma sostanzialmente fa la figlia di mia figlia no? E quindi... Quindi dicevo, siamo arrivati all'ingresso di Guido - che è l'ingegnere in azienda - e alle prospettive di ingresso di Marco che però era a New York alla Columbia ancora. E a questo punto abbiamo deciso di fare un salto di qualità - un salto di produzione, dalla produzione, dalla trasformazione quindi di materie plastiche alla produzione di materie plastiche. Avevamo già avuto un po' di, un po' di chimica all'interno sul PVC, una chimica di PVC, molto molto semplice però come. E quando, quando le dicevo che il poliestere ha avuto la crisi degli anni '70, Dupont cercando sbocchi al di là delle fibre aveva trovato questo sistema di produrre un certo poliestere, con delle molecole più lunghe di quanto non fossero quelle tessili e la bi-orientazione di queste molecole poteva dare dal film e delle bottiglie con caratteristiche molto superiori ad altre materie plastiche.

Stefano Totoro: 00:31:26 E siamo negli anni '80?

Vittorio Ghisolfi: 00:31:26 Siamo negli anni '80. Quindi, a questo punto abbiamo ceduto tutta la parte dei saponi - sto parlando dei giorni in effetti a livello di un anno, due abbiamo ceduto tutta la nostra parte di trasformazione a uni, società francese che faceva e fa tuttora trasformazione. E abbiamo concentrato i nostri, tutti i nostri sforzi e anche le finanze sulla produzione di questo nuovo polimero di poliestere, che serviva per bottiglie ma soprattutto per bottiglie italiane - nel senso che il poliestere, le bottiglie poliestere sono state fatte per i soft drink, Coca Cola soprattutto. I soft drink hanno bisogno di caratteristiche meccaniche molto importanti, perché una bottiglia di Coca Cola che lei vede oggi, deve resistere a 30 atmosfere, è molto gasata - se la mette in vetrina al sole eccetera scoppia se non...Quindi ha bisogno di grosse caratteristiche meccaniche, ma anche di avere delle caratteristiche organolettiche per cui possa essere utilizzate nel campo delle acque minerali - le acque minerali in America allora non sapevano neanche cosa fossero. In Italia, invece noi eravamo in quel settore lì perché ci siamo entrati - mi sono dimenticato di dire che quando al tempo della Montecatini l'altro, l'altro socio quello di Brescia, ha resistito in quel sistema un paio d'anni e poi ha ceduto a noi il suo 50 per cento, quindi abbiamo messo insieme anche lo stampaggio. E siamo entrati nel mercato delle bottiglie di vetro, le casse per mettere le bottiglie di vetro.

Stefano Totoro: 00:33:13 Quindi, diciamo che negli '80 la ripresa c'è stata.

Vittorio Ghisolfi: 00:33:14 Sì, non ci sono dubbi, no quindi...Noi abbiamo fatto un primo impianto - perché allora il poliestere cedeva un sapore di aceto aldeide che si sa che sta soprattutto nei succhi, nei succhi di frutta, nell'aceto, non è un prodotto, un prodotto pericoloso eccetera. Però la regola del convento è che l'acqua deve essere incolore, inodore e insapore. E l'acido aldeide dà un leggero sapore di mela acerba, che gli specialisti sentivano - siccome la legge prevede quello...Noi abbiamo messo a punto, con mio figlio, ingegnere chimico - un sistema che producesse questo polimero senza, senza che rilasciasse poi questa, questo aceto aldeide.

Stefano Totoro: 00:34:08 Con suo figlio in azienda il rapporto come è stato dall'inizio?

00:34:09 Lui ha avuto un incarico appunto speciale - noi abbiamo evitato l'ingresso come figlio del padrone del nostro sostanzialmente - quindi, lui si è occupato di ricerca e nuovi prodotti con un suo team, che poi mano a mano è entrato nel sistema in generale, quindi si è occupato di quello. A Torino ci sono dei reattoristi molto bravi, quindi lui con i suoi ex professori e anche un nostro, un nostro che ancora c'è ancora adesso, un chimico iracheno che avevamo scoperto a Berlino per la verità, faceva il professore all'Università a Berlino, e avevamo messo a punto un sistema di produzione di polimero, che andasse bene per le acque minerali. E siamo stati quelli che hanno introdotto le bottiglie di acqua minerale di PET nel mondo, in Italia e poi in Europa e poi in America naturalmente.

Stefano Totoro: 00:35:14 Questo anche grazie all'apporto di cui diceva prima?

Vittorio Ghisolfi: 00:35:15 Sicuramente sì, sì, perché lui ha avuto molti rapporti un po' con tutte le università - è partito da Torino è andato in Israele e poi noi abbiamo scoperto il... Napoli. Sostanzialmente mi ricordo che mio figlio era andato a Boston perché aveva un problema sulla molecola e lì l'hanno fatto parlare un po' e poi ha detto "Ma lei da dove viene?" "Ma, io dall'Italia" "Ma dall'Italia dove?" "Da uno stabilimento ad Anagni, tra Milano e Napoli, tra Roma e Napoli" e lui ha detto "Ma lei perché è qui?" In questo settore qui, qui viene un professore di Napoli... Quindi abbiamo contattato, questo professore di Napoli, il professor Nicolais - che è diventato ministro qualche giorno fa sostanzialmente.

Stefano Totoro: 00:36:10 Sì.

Vittorio Ghisolfi: 00:36:11 Che era l'università, con il gruppo di Astarita, tra l'altro e abbiamo lavorato moltissimo con loro. Quindi l'apporto, l'apporto dato dal sistema universitario italiano è stato molto molto importante.

Stefano Totoro: 00:36:24 Suo figlio ha viaggiato molto, ma questa è una cosa che gli ha insegnato lei. Lei quando è che ha iniziato a viaggiare per lavoro?

Vittorio Ghisolfi: 00:36:30 Ma io ho cominciato quasi subito - non so neanche perché - gli accordi la società con Montedison, con Montecatini mi ha subito portato a essere in contatto anche con gente in Europa - allora non si parlava di America - quindi insomma un po' fuori sa, una volta andare a Londra era un viaggio.

Stefano Totoro: 00:36:48 Con le lingue come...

Vittorio Ghisolfi: 00:36:52 Io sono quello che - Dio stramalediceva gli inglesi - quindi, a scuola ci hanno insegnato il francese, quindi sono di lingua francese e l'inglese lo parlo come uno scaricatore di porto, ma insomma, in qualche modo lo parlo. Mentre loro sono completamente bilingui perché la mia, la mia esperienza è... "Fate cosa volete". A 13 anni hanno incominciato ad andare in Inghilterra, poi negli Stati Uniti, oggi parlano l'inglese come l'italiano, tutti e tre. Anzi, anche la figlia che si occupa di catering, altro lavoro.

Stefano Totoro: 00:37:30 E invece il suo secondo figlio si occupa?

Vittorio Ghisolfi: 00:37:33 Si occupa di tutta la parte amministrativa, strategia insieme a me e al suo altro fratello naturalmente e la parte finanziaria. Noi adesso abbiamo una posizione che si è consolidata in questi, in questi anni, che è passata da essere produttori italiani - che allora c'era solo un stabilimento in Inghilterra che faceva polimero, poliestere per bottiglie, ma poliestere per bottiglie di soft drink. Per l'acqua minerale c'eravamo solo noi- con impiantino da ridere da 10 mila tonnellate ad Anagni. Questo impianto è diventato mano a mano a un impianto di 30 mila e poi di 60 mila tonnellate. Poi abbiamo messo a punto una tecnologia da 100 mila tonnellate di allora. Noi siamo in questo momento, leader tecnologici mondiali, oltre che alla fine di quest'anno saremo anche il primo produttore mondiale di poliestere con due milioni di tonnellate.

Stefano Totoro: 00:38:34 Se dovesse, guardando indietro lei cosa cambierebbe, ci sono degli errori che...

Vittorio Ghisolfi: 00:38:35 Ah guardi, errori come una montagna. Ma sa, si deve fare una somma algebrica, tanto indietro non si torna. Però sta di fatto... No, certo col senno di poi, ho fatto quello che dovevo fare sostanzialmente. E le cose sono andate... Poi ci vuole anche una certa dose di fortuna, no?.

Stefano Totoro: 00:39:00 Ha avuto fortuna?

Vittorio Ghisolfi: 00:39:13 Sì, certamente, certamente sì. Sa, la fortuna dobbiamo cercarcela - non è che passa davanti tanto per - però insomma un po di intuizione. Guardi, la fortuna è stato il disastro chimico italiano - che non è una fortuna per gli italiani non è stata una fortuna per gli italiani. Ma ci ha messo nelle condizioni di poter usufruire di tecnici e di anche amministrativi, ma insomma tecnici, che in situazioni normali, mai più che lasciavano una Snia o una Montecatini per venire da un Ghisolfi qualsiasi. Invece erano in piazza e noi abbiamo potuto scegliere tra questi - il direttore del Donegani è diventato il nostro direttore del centro di ricerca, con un Donegani tranquillo, mai più che usciva di lì per andare oltretutto poi ad Anagni.

Stefano Totoro: 00:39:52 Lei che rapporto ha con i suoi dipendenti?

Vittorio Ghisolfi: 00:39:55 Ma guardi fino a poco tempo fa, poco tempo fa - una decina d'anni fa - li conoscevo. Io ho seguito anche tutta la parte sindacale di allora 10, 15 anni fa. Oggi sono tremila i dipendenti, distribuiti in tre continenti. Noi abbiamo 700 ingegneri in India, abbiamo circa 600 - 650 addetti in Italia che sono la parte amministrativa commerciale e finanziaria di Milano, qui a Milanofiori, la parte tecnica a Tortona, con uno dei tre centri di ricerca, che è lì vicino a Tortona, Rivalta Scrivia e poi abbiamo mille dipendenti in Brasile con quattro stabilimenti - stiamo costruendo il quinto - 300, 350 in Messico in Altamira sul Golfo.

Stefano Totoro: 00:40:54 Ma chi segue tutte queste parti...

Vittorio Ghisolfi: 00:40:57 I miei figli e uno staff di dirigenti importanti.

Stefano Totoro: 00:41:01 Ma lei non ha mai pensato di volersi trasferire e di andare via da Tortona avendo tutti questi stabilimenti?

Vittorio Ghisolfi: 00:41:05 No, le dirò che mio figlio Marco oltre al master si è portato dietro anche una moglie americana e vive a Milano, gli altri vivono a Tortona. Io sono un provincialista, mia moglie dice "tu tanto non ci sei mai". Ma sostanzialmente noi - quando avevamo i ragazzi giovani ci sentivamo molto protetti, ci sentiamo ancora protetti. Sono piccole comunità dove lei riesce a capire dove i ragazzi vanno - prima i figli adesso i nipoti - e tutto è salvato, anche nei problemi - sa quando tornavo a Tortona da Milano, ecco entrare a Tortona e mi sentivo a casa. Quindi, una protezione che non c'è mai stata. Io non ho colleghi chimici a Tortona, neanche ad Alessandria, sono stato presidente quattro anni dell'Unione industriali di Alessandria. Chimici sono sì quella della Montedison a Spinetta ma sostanzialmente non...

Stefano Totoro: 00:42:10 I suoi figli sono stati sempre attaccati anche loro molto a Tortona? Una cosa che ha trasmesso...

00:42:14 Loro sono stati attaccati a Tortona fino a che facevano, facevano gli studenti. Poi mano a mano che sono entrati in azienda, hanno cominciato a girare. In questo momento, una parte importante del loro tempo è sull'Atlantico, tanto che vanno e tornano. Io lo facevo anni fa, ora se Dio vuole lo fanno loro. Ma adesso abbiamo anche tanta, tanta gente malgrado, malgrado il sistema di videoconferenza eccetera, noi spendiamo sempre un milione e mezzo di euro di passaggi aerei. Stiamo proprio vedendo di negoziare per abbattere un po' questi costi. Quindi, noi facciamo in Italia, su 3 su 2 miliardi, di un miliardo e 800 milioni di euro, ne facciamo 600 in Italia e il resto fuori. Quindi un terzo viene fatto qui, due terzi viene fatto fuori.

Stefano Totoro: 00:43:14 Siamo arrivati più o meno quasi alla fine dell'intervista.

Vittorio Ghisolfi: 00:43:17 Siamo arrivati a oggi no, sostanzialmente saltando un po' di passaggi naturalmente perché...

Stefano Totoro: 00:43:22 Però, mi piacerebbe fare un passo passo indietro, ma molto indietro. Anche prima dell'università. La sua famiglia, suo padre era in Brasile da quello...

Vittorio Ghisolfi: 00:43:32 Mio padre, mio padre è brasiliano, mio nonno emigrato. Loro facevano gli ortolani a Tortona - quattordici figli, l'orto era sempre quello e ad un certo punto sono partiti e sono andati in Brasile. Mio padre è nato in Italia, perché allora usare mandare la moglie incinta, per poi partorire in Italia per avere figli italiani che allora erano soprattutto in Brasile. Quindi, lui è vissuto là, praticamente fino all'età di 34, 35 anni - quando poi si è sposato - e ha preso tutti e siamo andati in Brasile.

Stefano Totoro: 00:44:13 Lei ha vissuto in Brasile?

Vittorio Ghisolfi: 00:44:14 Io sono vissuto in Brasile ai tempi, agli inizi degli anni '30 quando avevo 3 o 4 anni. Siamo stati là fino al '36 e poi siamo tornati indietro per una serie di circostanze perché qui c'erano dei problemi, diciamo che non c'era più nessuno in Italia, insomma l'azienda agricola eccetera. Siamo tornati indietro e stavamo preparandoci a ritornare là, poi è arrivata la guerra, è una delle poche cose che ricordo.

00:44:38 Lei cosa ricorda della guerra?

Vittorio Ghisolfi: 00:44:40 Beh, ricordo tante cose della guerra. Tutta la parte, tutta la parte diciamo della seconda linea -abbiamo avuto bombardamenti, problemi di tutti i generi. Io che inizialmente avrei voluto fare il pianista ho anche trovato il sistema di rovinarmi le mani con un proiettile raccolto nei campi, eccetera. Quindi mi ricordo soprattutto le sofferenze della gente. A Tortona non c'è mai stato il fronte, no, sostanzialmente. Però, sofferenza della gente con il marito, il figlio al fronte, si disperavano alle notizie. Ogni tanto e poi anche a scuola i professori sono andati al fronte o a fare altri mestieri. Quindi, diciamo un periodo... E poi i bombardamenti naturalmente diurni, notturni. Qui c'era uno scalo ferroviario importante, Tortona, i ponti, la compagnia era sempre lì. Soprattutto negli ultimi negli ultimi due anni, sono stati anni duri - anche se da quel punto lì non abbiamo mai sofferto la fame per la verità, perché essendo in campagna in qualche modo si riusciva, però insomma i tempi di oggi... Tenga presente che era talmente una cosa difficile e tutto, che il primo anno di liceo scientifico l'ho fatto a Tortona, il secondo anno l'ho fatto al Alessandria anzichè Tortona. Poi l'hanno chiuso e l'ho fatta ad Alessandria in bicicletta. 22 chilometri tutte le mattine alle quattro e mezza del mattino. Neve, nebbia, pioggia e compagnia, 22 chilometri andare, 22 volte tornare. Oggi uno rimarrebbe analfabeta piuttosto di farlo.

Stefano Totoro: 00:46:46 Oggi invece come si sposta?

Vittorio Ghisolfi: 00:46:48 Oggi non lo fa nessuno, non lo farebbe nessuno, ma allora era normale. Se c'era bisogno di fare qualche cosa a Milano si veniva in bicicletta a Milano e nelle altre... Non c'erano ponti, non c'erano strade, non c'era niente. Il ponte, il Ponte sullo Scrivia che andava ad Alessandria e il ponte della statale era distrutto, il ponte della ferrovia aveva un pilone in meno. Però c'erano i binari che erano rimasti - e allora ho messo delle assi sui binari e tutte le mattine si passava su queste assi, appoggiandosi sulle biciclette e cercando di non guardare l'acqua, perché sembrava che il ponte si muovesse lui. Però non è mai caduto nessuno. Oggi io non farei andare un ragazzo di 13-14 anni, per dirle il clima di allora, qui ecco, sono passati..Più di mezzo secolo.

Stefano Totoro: 00:47:57 Lei voleva fare il pianista che non è riuscito a fare...

Vittorio Ghisolfi: 00:48:00 E avrei...no, sa come tutti i ragazzi...Sostanzialmente quindi studiavo pianoforte, naturalmente io faccio il pianista, mio padre diceva vai a finire in una balera! sa, allora non c'erano le discoteche, era assolutamente contrario. E poi, a parte le questioni un po' fisiche c'erano le cose che un ragazzo...

Stefano Totoro: 00:48:11 Ma di quello che cosa le è rimasto?

Vittorio Ghisolfi: 00:48:11 La passione, passione dei concerti, di musica classica. Vengo a Milano, vado a Torino a sentire i concerti, sono pieno di dischi e videocassette.

Stefano Totoro: 00:48:22 E oltre alla musica quali sono le sue passioni?

Vittorio Ghisolfi: 00:48:25 Ma guardi, oltre la musica io mi sono sempre occupato di qualche cosa che... da poter fare da solo. No, perché i tempi liberi miei non sono quelli di chi ha un lavoro fisso, no sostanzialmente. E quindi dalle cinque del pomeriggio, sei del pomeriggio - non ci sono le cinque del pomeriggio che tengano. Quindi mi sono sempre dedicato alla musica, sono un collezionista di francobolli, sono stato consulente dei ministri delle Poste per una ventina d'anni, mi occupo di pittura barocca soprattutto.

Stefano Totoro: 00:49:00 Sei, Settecento?

Vittorio Ghisolfi: 00:49:07 Cinque, sei, fine Cinquecento, Seicento, inizio Settecento.

Stefano Totoro: 00:49:10 Le piacciono, le piacciono i quadri insomma.

Vittorio Ghisolfi: 00:49:12 Sì, sì, i quadri. Leggo, leggo molto, molto a parte saggi soprattutto storici perché a scuola per l'insegnamento di storia soprattutto storia medioevale cioè totalmente non...

Stefano Totoro: 00:49:25 Queste sono delle passioni che lei ha trasmesso anche ai suoi figli o che si è tenuto...

Vittorio Ghisolfi: 00:49:29 Ecco, in parte sì e in parte no. Ad esempio, nei francobolli né figli né nipoti, non ho nessun erede. Sulle questioni diciamo di altro genere però, in generale gli hobby dei miei figli sono diversi dei miei. Loro sopratutto hanno fatto molto sport che ai nostri tempi non si faceva, quindi pallacanestro, soprattutto tennis, eccetera. Quindi, ancora adesso loro, i loro figli, gli amici, la compagnia.

Stefano Totoro: 00:50:04 Poi c'è la caccia.

Vittorio Ghisolfi: 00:50:05 Poi c'è la caccia, tutte le domeniche a partire dal 15 di settembre al 31 gennaio.

Stefano Totoro: 00:50:13 Dove va a caccia?

Vittorio Ghisolfi: 00:50:14 Avevo due riserve, una a Belgioioso per lepri e pernici e una Sartirana per le anatre. Sabato da una parte e domenica dall'altra.

Stefano Totoro: 00:50:26 Questo anche con i suoi figli?

Vittorio Ghisolfi: 00:50:28 Io e mio fratello, no i figli... Sì, Guido viene ogni tanto a darmi una mano. Ci sono i nipotini piccoli che vengono.

Stefano Totoro: 00:50:36 E suo fratello è sempre...

Vittorio Ghisolfi: 00:50:37 Mio fratello si è occupato di imballaggi, anche lui come trasformatore di film, i film per fare gli imballaggi per biscotti, patatine e compagnia e a un certo punto abbiamo, lavoravamo insieme, l'abbiamo venduto e lui ha fatto il pensionato. Adesso abita in campagna ha molto meno problemi di me.

Stefano Totoro: 00:51:00 Ci sono stati dei momenti nella sua vita in cui lei ha pensato di lasciare tutto e dedicarsi, dedicarsi ad altro.

Vittorio Ghisolfi: 00:51:08 be', momenti di sconforto come al solito ci sono sempre, no. Però no, sa diventa una scommessa anche su se stessi. No, no.

Stefano Totoro: 00:51:25 È molto attaccato, molto attaccato a Tortona, che rapporto ha?

Vittorio Ghisolfi: 00:51:30 Io sono di filosofia patriarcale, no? Io sono molto orgoglioso della mia famiglia - tra i figli ci sono persone molto più brave di me e abbiamo sistemato in campagna, lì a sette, otto chilometri da noi in pianura, una vecchia cascina dove ci stiamo tutti. La mia famiglia proprio Vittorio Ghisolfi, siamo ventidue adesso, complessivamente. Considerato che poi i figli hanno tutti i loro...i nipoti hanno i loro amici eccetera lì c'è piscina, un campo da tennis, un campo da calcio, un parco e un mese all'anno siamo tutti lì.

Stefano Totoro: 00:52:12 Tutta la famiglia?

Vittorio Ghisolfi: 00:52:12 Tutta la famiglia.

Stefano Totoro: 00:52:16 E questa, l'impressione che ho è, che lei comunque sia una persona molto semplice...

Vittorio Ghisolfi: 00:52:21 Beh sa, in effetti è così. C'è un giro dei miei colleghi che ha il giro delle barche, delle banche e compagnia bella... Io sono sempre stato un po' fuori per cui....

Stefano Totoro: 00:52:33 Perché è "sempre"?

Vittorio Ghisolfi: 00:52:35 Ma un po' per ragioni di tempo e un po' per ragioni che - sa adesso, io sono stato presidente dell'Unione Industriale di Alessandria, sono vicepresidente qui in Federchimica, vengo adesso dalla due giorni di Montezemolo, prima come in giunta, a Roma in Confindustria. Però, non mi appassiona quel discorso lì, anche perché c'è sempre, sa, il discorso di aver difficoltà a colloquiare con politici, ma soprattutto con la struttura.

Stefano Totoro: 00:53:29 E' una cosa che è rimasta sempre un po' in disparte...

Vittorio Ghisolfi: 00:53:30 Sì arriva lì, ognuno ha i suoi problemi. Pensa di poterne parlare tornare con qualche, un qualche risultato positivo o negativo invece è sempre tutto va a finire con un muro di gomma, uno parla e l'altro non... Si ha la sensazione di non stare a sentire.

Stefano Totoro: 00:53:48 E loro come la vedono?

Vittorio Ghisolfi: 00:53:52 Bene, nel senso che io non dò fastidio. Ogni tanto naturalmente facciamo qualche campagna, soprattutto come Federchimica a livello ambientale. C'è l'uomo, c'è l'uomo nuovo che fa dichiarazioni di fuoco. Deve imparare che o si fa il Ministro o si fa la pubblicità ai Verdi che non è la stessa cosa. Lì naturalmente sa, ci sono, ci sono quelle operazioni d'immagine che lo stanno facendo, che diventa, diventa poi in pratica un ostacolo all'espansione, allo sviluppo industriale. No, questo no, perché? Perché no. Infatti, noi ci siamo lamentati di avere con il governo Berlusconi dei ministri dell'Industria molto deboli, Marzano prima, Scajola che poi non ha fatto... Mi auguro che con l'attuale ministro Bersani - che avevamo già sperimentato come ministro - sa, quando si parla di sviluppo sostenibile, sostenibile deve essere proprio lì... Il nostro ministro dell'Industria e il ministro dell'Ambiente. Allora lì si sostiene, la si vede la sostenibilità. Se invece bisogna andare col pentolino del miele, sempre al ministero dell'Ambiente questo piace....

Stefano Totoro: 00:55:28 Ha avuto mai proposte lei da parte di politici?

Vittorio Ghisolfi: 00:55:31 Ah, figuriamoci, sempre, sono qui.

Stefano Totoro: 00:55:35 Se n'è sempre tenuto alla larga.

Vittorio Ghisolfi: 00:55:39 Sia come sostenitore, sia come candidato. In sessant'anni, passa parecchio.

Stefano Totoro: 00:55:48 Si considera un sopravvissuto?

Vittorio Ghisolfi: 00:55:50 Beh, mi considero sì, mi considero un sopravvissuto nel settore della chimica sicuramente. Tenga presente che in Italia la chimica è andata allo sfascio - ma la chimica generalista è scomparsa in tutta Europa - Le grandi aziende chimiche tutte. Anche i tedeschi, i famosi 4 quattro figli della IG Farben di allora, Bayer, Basf, Hoechst, non esiste più. La Bayer fa farmaceutici, la ICI inglese, la famosa ICI non c'è più, la Rhône-Poulenc in Francia non c'è più, l'Axo in Belgio. Cioè, quelli che andavano o che facevano dal fertilizzante al farmaceutico, non ci sono più. Quindi, la chimica come tutti gli altri prodotti è diventata un prodotto sofisticato per ogni settore. Per cui, ci siamo divisi un po' tutti, polimero per polimero, prodotto per prodotto e ognuno ha da fare da dire, a mantenere la posizione su quel settore, quel segmento molto piccolo, il resto.... E quindi tutta questa gente qua - che io ho conosciuto, gente da potenti o potentissimi sono completamente scomparsi. C'è la chimica mondiale che è sicuramente... Quindi che seguivano più questi contatti che hanno i miei figli. Ma gli orientali, dagli arabi, agli indiani, ai cinesi che sono, non più la nostra colonia tecnologica, dove si vendevano fino a pochi anni fa, adesso sono loro che vanno in India. In particolare lo abbiamo sperimentato con la nostra società ingegneria - ma ci sono delle università che valgono tranquillamente le grandi università nostre, non solo quelle italiane, ma quelle inglesi e quelle americane. E hanno il numero, 500.000 ingegneri all'anno cinesi, saranno magari un po' ingegneri così così, però sono 500.000. L'uno per mille e, sa, sono persone ogni anno che arrivano eccezionali. I matematici e i chimici indiani sono strabilianti.

Stefano Totoro: 00:58:30 Una minaccia?

Vittorio Ghisolfi: 00:58:33 Più che una minaccia, un'opportunità. Sa, certi lavori noi non possiamo più farli, gli americani l'hanno scoperto prima, noi lo scopriamo dopo. D'altra parte noi siamo arrivati in India perché seguendo i nostri amici della DuPont americana, tutta la parte di ingegneria di dettaglio, sa negli impianti chimici... C'è l'ingegnere di base che è quello che serve per fare il prodotto, ma poi c'è quella immensità di tubi, vasche pompe, eccetera che quando si vedono tutti dentro, dentro uno stabilimento non sembra, ma sono centinaia o migliaia di chilometri. Ecco, tutta l'ingegneria di dettaglio che c'è a mettere tutte queste cose in modo che abbiano una certa razionalità, per l'accesso eccetera che non passano davanti alle porte, sono milioni di ore di lavoro - noi le abbiamo fatte fare in India, allora non c'era neanche il sistema Internet che c'è adesso. Avevamo comprato due linee, due linee dedicate e loro lavoravano lì e il plotter stampava a Tortona come se fossero nell'ufficio di fianco e quindi abbiamo incominciato ad apprezzarli, al punto che adesso li abbiamo comprati, quindi erano di proprietà della Mitsubishi, che li ha comprati anni fa.

Stefano Totoro: 01:00:04 Qual è l'aneddoto che ricorda più con piacere di tutta la sua esperienza imprenditoriale?

Vittorio Ghisolfi: 01:00:10 Di aneddoti ne ho tanti, ma in fondo tutto sommato io posso parlare di un successo, quindi con qualsiasi cosa. Però, sa, il fatto di aver scoperto gli ingegneri di Napoli a Boston. Ecco questo fa un certo effetto.

Stefano Totoro: 01:00:32 Il segreto del suo successo?

Vittorio Ghisolfi: 01:00:34 Costanza. Non mollare mai, anche quando ci si trova di fronte a problemi che sembrano, sembrano senza soluzione. Però poi una soluzione si trova, cercandola a scapito magari di un cubettino di fegato, però si trova.

Stefano Totoro: 01:00:56 Se dovesse dare una descrizione di sé?

Vittorio Ghisolfi: 01:01:02 Una persona normale che in tanti anni è riuscita a fare qualche cosa e, soprattutto, a tramandarla ai propri figli. Io sono molto orgoglioso del passaggio di generazione che in genere è difficile.

Stefano Totoro: 01:01:16 A un giovane adesso, ad uno che volesse intraprendere un'attività che cosa consiglierebbe?

Vittorio Ghisolfi: 01:01:21 Oggi intraprende un'attività è molto più difficile di allora. Allora si partiva da niente, ma anche con tecnologie semplici. Oggi intanto cosa fare, cosa fare da occidentali sostanzialmente, sostanzialmente sa è abbastanza complesso. Poi c'è tutto il sistema, diciamo informatico, che mi trova completamente fuori - in quel settore lì ci sono i miei figli che si occupano di questo. Certo, sa di lavoro, lavori futuri ce ne sono molti, ci sono anche molti lavori che stanno scomparendo. Quindi dedicarsi a determinate produzioni senza, senza avere un valore aggiunto importante. Oggi chi finanzierebbe un'azienda che fa giocattoli o bambole contro i thailandesi? E così in tutto il resto, pensi il settore delle fibre, i tessuti, eccetera.

Stefano Totoro: 01:02:35 Lei con la tecnologia proprio non ha...

Vittorio Ghisolfi: 01:02:38 Guardi, io sono sempre vissuto basando l'espansione sul settore tecnologico. Noi siamo leader tecnologici mondiali. Guido è uno dei due o tre esperti di poliestere al mondo. Viene e viene normalmente sentito.

Stefano Totoro: 01:03:00 Ma io mi riferisco a Internet, al telefonino...

Vittorio Ghisolfi: 01:03:01 Guardi, io non ho il telefonino.

Stefano Totoro: 01:03:03 Credo che sia l'unico.

Vittorio Ghisolfi: 01:03:06 Credo di essere rimasto l'ultimo dei Mohicani. Sostanzialmente, ho resistito da tutte le parti: mia moglie, i miei figli, i miei nipotini. Sono riuscito a rimanerne fuori. Naturalmente ho il telefono in macchina e ho una segretaria che mi trova, in qualche modo. Però, sa...

Stefano Totoro: 01:03:22 Perché non vuole essere rintracciato?

Vittorio Ghisolfi: 01:03:25 Ecco, mi sembra un pezzo della mia privacy, che in questo mutar(?), rinunciare oggi che non sono più operativo. Tutti si lamentano, mia moglie che dice "ma io non ti sento qui", però insomma resisto.

Stefano Totoro: 01:03:40 Perché lei si considera più un osservatore dell'azienda, adesso?

Vittorio Ghisolfi: 01:03:44 Beh insomma, ma io sono ancora abbastanza impegnato sulla strategia perché porto la storia. No invece, i miei figli portano l'attualità. E tutto sommato sa, ci sono delle cose che si ripetono un po' in altre circostanze eccetera. E in più il contatto con personaggi di tutto il mondo chimico. Sa, sessant'anni sono tanti.

Stefano Totoro: 01:04:10 Ci sarà un momento in cui lei penserà di lasciare?

Vittorio Ghisolfi: 01:04:15 Ma guardi, io sto già lasciando un po'. Il fatto di essere qui, mentre loro avranno fatto cinquanta telefonate e otto riunioni nel frattempo, no? E' già quello, sa, io mi occupo a questo punto di associazioni e di strategia e poi dei miei quadri, piuttosto che andare a caccia.

Stefano Totoro: 01:04:36 In barca no?

Vittorio Ghisolfi: 01:04:37 In barca vado a pescare. Se vado a pescare, ma non con la barca mia, con la barca di terzi, soprattutto nei Caraibi o in Bassa California, quei posti lì dove si trovano i marlin.

Stefano Totoro: 01:04:48 La sua è una storia molto importante nell'industria italiana non solo nella chimica. Lei è una persona molto importante per l'industria italiana, però non ha mai ricevuto un'onorificenza.

Vittorio Ghisolfi: 01:04:55 Ma no, non l'ho mai cercata, non è che me ne importi granché. C'è stata una, una proposta per il Cavaliere del Lavoro, non so esattamente a che punto siano, non me ne importa niente, anche perché a parte scriverlo poi sulla lapide al cimitero: "Cavaliere del Lavoro". Avere l'occasione per dire, sa, "io sono Cavaliere del lavoro, mi stai a sentire". Io non ho quel tipo di occasione lì.

Stefano Totoro: 01:05:33 Ma chi, chi le ha fatto la proposta?

Stefano Totoro: 01:05:35 Il Prefetto di Alessandria.

Stefano Totoro: 01:05:39 E lei come l'ha accettata questa...

Vittorio Ghisolfi: 01:05:40 Lei dice di no... No guardi, io io non me ne occupo. Se vuole occuparsene, anzi ci diamo del tu se vuoi occupartene...

Stefano Totoro: 01:05:49 Perché si cercano queste onorificenze?

Vittorio Ghisolfi: 01:05:50 Be' c'è una domanda sfrenata, perché poi ogni ministro adesso che hanno fatto il cambio, Scajola vorrà ora mettere i suoi, i suoi quelli di fine... eccetera, e invece i nuovi vorranno...

Stefano Totoro: 01:06:06 È un mondo che proprio che non l'appartiene.

Vittorio Ghisolfi: 01:06:12 Sono sempre rimasto fuori. Sono contento di essere rimasto fuori, il tempo che mi rimane lo dedico a queste cose qui. Basta e avanza.