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Giunti, Sergio - 2006 - Firenze

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Trascrizione

Stefano Totoro: 00:00:00 Firenze, 28 luglio 2006 ore 10. Sono Stefano Todaro, mi trovo a Firenze presso gli uffici della Giunti Spa, per realizzare un'intervista al presidente Sergio Giunti nell'ambito del progetto Voci del Novecento, l'Italia dell'economia dell'impresa e del lavoro, progetto avviato in collaborazione con la Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo di Roma. Presidente Giunti le sue dichiarazioni saranno parte integrante dell'archivio della Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo, sezione storia orale, ove vengono raccolte le fonti orali per lo studio della storia contemporanea. Lei quando è entrato in azienda?

Sergio Giunti: 00:00:40 Io sono entrato in azienda nel 1955, quando avevo 17 anni e mezzo.

Stefano Totoro: 00:00:44 E alle spalle aveva già l'esperienza di suo padre?

Sergio Giunti: 00:00:46 Sì, beh sa la mia esperienza era molto poca, molto poca, io avevo finito, appena finito il liceo scientifico ed ero iscritto all'università però non mi sentivo particolarmente portato. Poi, scelsi scienze politiche, che poi dopo mi sono laureato dopo un un certo numero di anni, e così sono stato.. Lì per lì, come dire - sono stato un po' corrotto, a quell'epoca i ragazzi avevano pochi soldi e allora l'idea di avere lo stipendio eccetera mi ha...

Stefano Totoro: 00:01:28 Lo stipendio da chi?

Sergio Giunti: 00:01:36 Da mio padre. L'idea di avere uno stipendio appunto mi piaceva molto per avere diciassette, diciassette, diciott'anni a quell'epoca. E poi - sa il libro è una cosa strana, io posso raccontare la mia esperienza poi, piano piano diventa...

Stefano Totoro: 00:01:58 Lei che rapporto aveva con i libri?

Sergio Giunti: 00:01:58 Prima simpatia poi amore e poi una passione bruciante. Che rapporto avevo con i libri? ma insomma ero un lettore. Direi che buona parte della cultura che oggi l'ho fatta - certamente prima dei diciott'anni quando leggevo più o meno un libro ogni due giorni, in modo molto disordinato, però insomma diciamo.

Stefano Totoro: 00:02:34 Legge? che cosa leggeva?

Sergio Giunti: 00:02:34 Cosa leggevo? ma leggevo più o meno quello che leggo ora - molta storia, molti testi di storia, anche testi originali, non solo saggi ma anche testi di storia, letteratura classica.

Stefano Totoro: 00:03:02 Da sempre?

Sergio Giunti: 00:03:04 Sì, da quando sono ragazzino, proprio, ma proprio ragazzino ragazzino.

Stefano Totoro: 00:03:10 Era anche suo padre che spingeva a leggere o era solo un suo interesse?

Sergio Giunti: 00:03:13 No, casualmente avevo questo interesse, non so nemmeno come mai sia nato, non lo so francamente non me lo ricordo. Sono sempre stato appassionato di queste cose.

Stefano Totoro: 00:03:25 Queste le ha studiate a scuola?

Sergio Giunti: 00:03:25 No, mi serviva... Io sono stato un cattivo studente - ho fatto molto svelto perché ho finito a diciassette anni e mezzo il liceo scientifico. Un cattivo studente, non studiavo. Però, anche la storia non la studiavo, anche all'università non ho mai comprato un libro di storia. Però sono sempre passato decentemente.

Stefano Totoro: 00:03:46 Aveva un bagaglio culturale...

Sergio Giunti: 00:03:46 Avevo un bagaglio culturale importante.

Stefano Totoro: 00:03:50 Quindi lei ha fatto lo scientifico, come mai ha scelto lo scientifico?

Sergio Giunti: 00:03:54 Ma per nessuna ragione. Forse perché non c'era il greco. Queste scelte sciocche che fanno i ragazzi quando son piccolini. Io ero un ragazzo, ho finito la scuola media che avevo 12 anni. Come se sapessi la differenza fra andare al ginnasio o il liceo scientifico, ho scelto epidermicamente. Mi sembrava forse più semplice, avevo più simpatia per la matematica che per l'italiano, ha capito?

Stefano Totoro: 00:04:22 E' come scegliere il classico perché magari c'è poca matematica...

Sergio Giunti: 00:04:22 Sì, è come chi sceglie il classico ugualmente, sì sì. Ma poi magari sapevo un po' la matematica - sì ecco la matematica mi ha sempre.. I numeri mi hanno sempre affascinato, nei numeri trovo un' armonia. Spesso nel lavoro mi trovo di fronte a un numero che non mi torna. Non so nemmeno dire come mai esattamente non mi torna. Però spesso, spesso sono nel giusto perché il numero non torna è come se fosse disarmonico ecco.

Stefano Totoro: 00:05:01 E quindi dopo il liceo scientifico lei ha deciso di, cioè si è iscritto all'università...

Sergio Giunti: 00:05:05 Mi sono iscritto all'università e l'ho finita in 6 o 7 anni. Però, senza mai frequentare. Io non ho mai frequentato nemmeno un'ora all'università, andavo a fare gli esami quando c'erano - in modo un po' avventuroso, passavo insomma più o meno bene. Ma come dico, lei mi diceva "perché ha fatto l'università?" Perché a quell'epoca stava bene fare l'università.

Stefano Totoro: 00:05:39 Però, magari non aveva questo interesse.

Sergio Giunti: 00:05:44 Come? Non avevo un interesse. Inizialmente nella casa editrice - non ho mai lavorato in un ufficio, sono sempre stato con mio padre. Sono sempre stato accanto a lui a vedere quello che faceva, sentire quello che diceva, partecipare ai suoi colloqui. Naturalmente i primi 6 o 7, 8 anni non ho capito assolutamente niente. Mi sembrava di essere in un mondo, in un mondo in cui non riuscivo a capire niente. Perché, capito, nel lavoro - che faccio ancora tutt'ora - si passa da problemi di natura finanziaria, bancaria finanziaria, fino a problemi di bilancio, poi i problemi con i colloqui con specialisti, professori universitari di tutte le materie naturalmente, sulle quali avere una sensibilità editoriale per cosa fare, come fare, come presentare. Teniamo presente allora che la casa editrice era molto più piccola. Però oggi la casa editrice produce più o meno 5 - 600 novità 450, 500, 600 novità all'anno. Ogni giorno sono un paio di libri. Pensi che... Sparsi in cose italiane.

Stefano Totoro: 00:07:17 Che cosa è la sensibilità editoriale?

Sergio Giunti: 00:07:17 Quando si vede un libro, si legge un titolo, si legge un riassunto di un libro e sappiate, si sa, naturalmente facendo dei sonori errori, ma si sa a chi lo vendi e quante copie.

Stefano Totoro: 00:07:39 E come è che si sa?

Sergio Giunti: 00:07:40 Sa chi lo vuole, sa chi lo vuole questo libro. Come si sviluppa non lo so. Io non so, se ce l'ho mi si è sviluppato, si è sviluppato col tempo. Non sono in grado di dire come si sviluppa. Credo sia a forza di stare a contatto con questo strano essere che sono i libri, questi strani esseri - strano prodotto, perché prodotto se ci si pensa un attimo, stranissimo, prodotto anche molto molto moderno. Perché, quando si parla di libri e di editoria si parla da Gutenberg in poi. Prima c'erano libri, ma c'era anche una certa editoria diciamo così perché c'erano i copisti. Però era una cosa assolutamente elitaria, assolutamente. Certamente, che devo dire - un bravo studente che fa l'esame di maturità ha letto più libri di Leonardo da Vinci o di un altro personaggio del genere, di Aristotele. Per cui l'informazione si prendeva da altri.

Stefano Totoro: 00:08:58 La diffusione era più limitata.

Sergio Giunti: 00:08:59 La diffusione era più limitata. Per cui l'editoria nasce con Gutenberg e con la moltiplicazione dei libri, a quel punto diventa editoria. A quel punto diventa editoria, a quel punto il costo di questa produzione è un costo ingente, perché non è un amanuense che copia un libro e che se si stipendia, solo questo signore, sia esso frate o schiavo romano va bene colto. In questo caso no, bisogna fare il libro, fare la composizione, girarlo. Per cui c'è una grossa spesa sia di impianto che di produzione. A questo punto bisogna che questo libro sia venduto. Solo il pubblico dà la possibilità dell'esistenza dell'editoria, se non c'è pubblico non c'è editoria, se non c'è chi compra i libri, non c'è editoria.

Stefano Totoro: 00:09:56 Ed era questo che lei aveva difficoltà a capire quando lavorava con suo padre?

Sergio Giunti: 00:10:00 Era anche questo naturalmente perché a me sembrava che certi libri fossero interessantissimi - quelli che interessavano a me - quando poi mi sono reso conto che era solamente un élite, una parte che potevano essere interessati ai libri che facevo io. E non c'entra niente quelli che piacciono o quelli che bisogna fare, come casa editrice che deve mantenere la sua fisionomia, insomma una serie di problemi, una serie di doveri che ha l'editore. Per cui, per 5, 6, 7, 8 anni non ho capito niente. Poi devo dire che mi è sembrato - non so se sia vero - mi è sembrato di capire tutto in insieme - mi si è come squarciato un velo.

Stefano Totoro: 00:10:47 E c'è stato un momento particolare...

Sergio Giunti: 00:10:55 Ma forse sì, momento particolare in cui questo velo si è squarciato, ed è stato molto probabilmente il momento dell'alluvione. Nel momento dell'alluvione ci siamo trovati il 4 novembre, senza un libro in magazzino e si trattava, se non volevamo morire, si trattava in pochissimi settimane, pochissimi giorni di ricreare un magazzino, perché il Natale era alle porte e se si saltava di Natale probabilmente il processo di morte diventava irreversibile. A questo punto io mi sono occupato - io personalmente mi sono occupato di questo argomento e facendo stampare i libri, scegliendo quali naturalmente si trattava di scegliere su un catalogo di titoli, scegliere quali, dove, come, organizzare, eccetera, eccetera. E dico con un certo orgoglio, che il primo di dicembre noi - stampando fuori Firenze, che naturalmente il nostro stabilimento ci ha messo due mesi prima di ricominciare a girare le macchine, a Firenze non c'era niente. Per cui stampando tutto fuori Milano a Bergamo, Bologna eccetera, il primo dicembre erano in magazzino già un milione di volumi.

Stefano Totoro: 00:12:29 Quindi...

Sergio Giunti: 00:12:29 Quindi è stata una performance devo dire notevole ecco - già quando ci penso ora penso come sono riuscito ecco.

Stefano Totoro: 00:12:39 Può raccontare che cosa è stata l'alluvione, anche da un punto di vista, a parte per l'azienda e per la casa di editrice?

Sergio Giunti: 00:12:48 Per Firenze o per me?

Stefano Totoro: 00:12:48 Per lei e per Firenze.

Sergio Giunti: 00:12:51 È stata una cosa - prima di tutto incredibile che lì per lì ha spaventato, uno spavento meraviglia che quando si vede in una strada normale, dove hai passeggiato per tutta la tua vita, fino a quel momento, che arrivano tre metri d'acqua. Dico tre metri d'acqua, perché in certe strade del centro sono state più di tre metri. Ma dove abitavo io avevo tre metri d'acqua. A questo punto ne può arrivare anche a 10 è talmente, talmente incredibile che siano arrivati tre metri d'acqua che può essere già il primo. E quando, a un certo punto all'imbrunire o quando è notte si sente passare le lance dei pompieri che vanno lungo questa strada, veramente si pensa che il mondo si sia rovesciato. Non si capisce è una cosa, non c'è nemmeno da aver paura, c'è da rimanere stupiti. Questa è la prima cosa. La seconda cosa è - che poi quest'acqua ha buttato giù degli alberi che lo abbiamo sentito ovunque. Nel giro di un'ora, dall'una alle due è andata via tutta, passando asciutto, asciutto sopra bagnato e allora...

Stefano Totoro: 00:14:21 Il tutto quanto è durato?

Sergio Giunti: 00:14:24 E tutto è cominciato la mattina alle 10. Noi stavamo - nonostante fosse un giorno di festa, il 4 novembre - noi stavamo stampando allo stabilimento perché eravamo in ritardo. Tutto è relativo. Ci sembrava di essere in ritardo per le strenne. E sicché le macchine andavano - l'acqua è arrivata, lì per lì c'era un po' d'acqua per la strada. - Però, sì, come no, è straripato l'Arno se ne parlava sempre come qualcosa di incredibile. Va bene? E' qualcosa di incredibile appunto. Comunque a un certo punto - dato che aprirono la diga perché avevano paura che la diga si rompesse e allora arrivarono d'improvviso un metro e mezzo d'acqua. Poi ha continuato a crescere, inizialmente era un metro e mezzo. Ma così repentino che le nostre macchine sono rimaste attaccate, è saltata l'elettricità. Quando è tornata l'elettricità, continuava a fare cortocircuito perché le macchine erano ancora attaccate. Capito? mi spiego? Tanto per dire la velocità e l'incredibile della cosa. Sicché una mattina alle 4 - ero a casa di mio padre che eravamo andati lì, ci eravamo messi insieme, eravamo andati lì per questa evenienza. Siamo usciti per vedere che cosa era successo nella casa editrice. Ecco io per la strada ho visto delle cose - uscendo di casa, da casa mia - ho visto delle cose incredibili - ho visto per esempio quattro automobili una sopra l'altra, io come sia possibile non lo so, però ho visto quattro automobili una sopra l'altra, ho visto due automobili dentro un negozietto, io non so come hanno fatta entrare. Però dentro questo negozietto c'erano due automobili dentro. Questo per dire - tutti i tombini scoperchiati, per cui era pericolosissimo girare al buio, avevamo una lampadina perché sennò non potevamo uscire. Si rischiava di precipitare da qualche parte. Questo dà anche di nuovo incredulità. Sì, c'era anche un fondo di preoccupazione. Arrivammo in casa editrice e vedremo tutto distrutto, tutto. C'è un fondo di preoccupazione, però non so è strano. Ma c'era una specie di euforia - come quando i ragazzi si mettono d'impegno a fare che le divo dire.

Stefano Totoro: 00:17:10 Il primo lavoro?

Sergio Giunti: 00:17:11 Ma non tanto il primo lavoro - guardi che è una così di assurda - una diga sul mare non serve a niente, si fa solo per gioco d'accordo? Però che tutti si impegnano per cercare di reggere a queste onde che arrivano. C'era una situazione un po' strana, una stazione del genere. Ma una situazione del genere che non era solamente nostra - che poi anche nel giorno seguente e nei giorni seguenti, a Firenze c'era una strana euforia. La gente non era disperata, ma anzitutto salutava l'un l'altro persone che non si conoscevano assolutamente. Ma noi non abbiamo pensato cosa ha voluto dire, in una città come Firenze di 400 mila abitanti, dove il centro è stato allagato, il pianterreno, il primo piano dove l'acqua è arrivata in certi casi vicino al secondo, comunque il primo piano era allagato. Non si è sentito parlare di uno sfollato. Dove sono andati a finire tutti quelli che abitavano lì? glielo dico io, tutti al piano di sopra o al piano di sopra ancora, ospiti. Quella è una cosa fantastica - ma non solo dei fiorentini, ma anche dei ragazzi, i famosi angeli del fango che sono arrivati da tutto il mondo e si sono messi a lavorare senza dare noia, senza chiedere aiuto. Si son messi a lavorare nelle cantine, nelle biblioteche, nei negozi, gratuitamente e con un impegno e con un cuore fantastico che tutti i fiorentini hanno sentito. È stata una cosa terribile tremenda - purtroppo anche con dei morti - ma è stato anche un momento di grande euforia e collaborazione generale della città, che si è infatti ripresa in pochissimo tempo. Questo per quanto riguarda noi. Ecco, è successo anche un po'a noi. Questa cosa tremenda, insomma ci ha spronato tutto il nostro personale, tutti i nostri impiegati e operai. Tutti veramente hanno lavorato al meglio e ci siamo resi conto cosa vuol dire avere entusiasmo, cosa vuol dire nel lavoro, nell'impegno delle cose. L'entusiasmo, la voglia di fare, la collaborazione fra tutti porta a realizzare dei miracoli. Sicché, questo è stato il momento in cui mi sono reso conto di essere cresciuto.

Stefano Totoro: 00:19:41 Ed è lì che lei ha capito che l'alluvione è servito un po' per capire...

Sergio Giunti: 00:19:54 Che ero cresciuto - da quel momento in poi sono entrato a lavorare. In questo caso non più con mio padre, ma per conto mio. E mi sono occupato della direzione commerciale che ho tenuto per dieci anni.

Stefano Totoro: 00:20:13 Suo padre è ancora...

Sergio Giunti: 00:20:13 Sì, mio padre era amministratore delegato e vicepresidente.

Stefano Totoro: 00:20:25 Quindi, poi da lì lei per dieci anni si è occupato dell'attività commerciale. Suo padre fino a che età si è occupato dell'azienda?

Sergio Giunti: 00:20:31 Mio padre finché ha vissuto si è occupato della casa editrice. Naturalmente negli ultimi anni, però lui ha sempre voluto occuparsi e lavorare fino ai suoi 78 anni quando è morto nel '83 - anche se negli ultimi tempi diciamo così, la mia presenza era determinante. Questa esperienza commerciale che mi ha anche appassionato - io ho seguito sempre attentamente il settore commerciale, più commerciale di organizzazione dei nostri... Noi tuttora abbiamo, ritengo una delle organizzazioni - non voglio dire la più, ma certamente seconda nessuno - organizzazione più agguerrita nel settore delle librerie e delle scuole. Dimenticavo di dire prima che noi siamo leader oggi nella scuola elementare.

Stefano Totoro: 00:21:55 Come mai avete scelto di orientarvi sulla scuola elementare?

Sergio Giunti: 00:21:55 Glielo spiego subito. Perché i libri della scuola elementare sono nati in questa casa editrice. I primi libri della scuola elementare in Italia sono stati pubblicati da questa editrice con Pinocchio, Il famoso viaggio di Giannettino in Italia, poi i libri di Thouard, di Ida Baccini. I libri della scuola elementari sono nati in questa casa editrice - alla fine dell'Ottocento - per cui abbiamo sempre mantenuto una presenza importante nella scuola. Naturalmente con alti e bassi ma negli ultimi 40 anni siamo sempre stati tra i primi tre. E allora dicevo mi sono occupato delle organizzazioni - noi abbiamo 200 rappresentanti mandatari, 100 nella scuola e 100 nella libreria e nelle altre forme di diffusione del libro.

Stefano Totoro: 00:23:15 Qual è stata l'intuizione di fare i primi libri per la scuola?

Sergio Giunti: 00:23:21 Si parla del signor Paggi, alla fine dell'Ottocento. Alla fine del 1800, non so di quando, sono tra l'80 e il 90. La tradizione è sempre rimasta all'interno della casa editrice.

Stefano Totoro: 00:23:48 Cos'è che sente sua, cioè una sua idea che lei ha avuto introdurre?

Sergio Giunti: 00:24:02 Sì, voglio fare dei libri che servano a qualcosa per chi li compra, ora invece il discorso è questo. Non sempre i libri - desidero fortemente e cerco di essere molto chiaro con il mio compratore su cosa compra e cosa le servirà e cosa sarà importante per lui - cosa potrebbe - sì, è questa la cosa importante.

Stefano Totoro: 00:24:49 La soddisfazione più grande che ha avuto in questo lavoro?

Sergio Giunti: 00:25:03 Vede la soddisfazione più grande in questo lavoro - a parte le cose belle che uno fa - è chiaro i codici di Leonardo danno grande soddisfazione, ma non è quella soddisfazione intima. Ora le racconto una cosa. Allora, prima cosa, secondo me le persone devono leggere, perché prima di tutto perché è un grande divertimento, un enorme divertimento - forse superiore a qualsiasi altro - io ora parlo a dei lettori che si divertono a leggere - se parlo con persone e viceversa che prendono le loro informazioni da altri, ugualmente oltre e prendono informazioni da altri questi non mi potranno capire e penseranno dentro di me, dentro loro no, ma è più bello lo spettacolo, la televisione, il teatro. Io sostengo che per un lettore la cosa più divertente è un libro e lo dimostro facilmente perché ora parlo ai lettori. Se voi avete letto un libro - un libro che avete amato un libro, parlo un libro da bambini o un libro quando eravate bambini, il libro da adulti quando siete adulti, parliamo di un romanzo. Poi quando, dopo aver letto il libro, dopo anni andate a vedere uno spettacolo tratto da questo libro, un film una cosa quasi sempre siete delusi. È una cosa normale questa qui?

Stefano Totoro: 00:26:42 Per esempio spesso con i film.

Sergio Giunti: 00:26:42 Con i film succede spesso così e come mai succede così? E' una cosa molto semplice - perché magari il regista è anche molto bravo, l'attore è bravissimo. Ma non si tratta di quello, si tratta che la tua fantasia ha creato un teatro in cui i protagonisti sono più bravi, sono diversi, sono più affascinanti, e sono più cose - il bambino ha letto la bella addormentata nel bosco è inutile che si faccia, si racconti. No, ma lui se è lettore, se ha abituato la sua fantasia a ricreare questi teatri, quel bosco è più misterioso, la principessa è più bionda, il cavaliere è più simpatico. Insomma è diverso, è più bello, diverso e più bello e questo è un dato di fatto incontrovertibile. Primo, allora la cosa importante è il primo. Secondo io vado a favore del libro, a favore della lettura - è chiaro faccio l'editore e sono profondamente convinto di quello che dico. Secondo, la lettura ti porta a fare un certo ragionamento su ciò che leggi, va bene leggi e ragioni. Esempio, leggi un articolo su un avvenimento economico, sportivo, politico eccetera sul giornale. Allora, lo leggi e mentre leggi fai una critica. Sei d'accordo, non sei d'accordo. La stessa storia la vedi al telegiornale. Non fai lo stesso tipo di critica, perché ti viene dato in modo forse più semplice, vedi ti distrai, non so come ma, ma non fai lo stesso tipo di critica. D'accordo? Leggi un articolo sul quale non sei assolutamente d'accordo e smetti di leggerlo. Allora non è che quando vedi il giornale o qualche altra cosa spengi, sei d'accordo? C'era un uomo politico del passato - ora è andato in disuso, in disuso - che diceva che gli uomini non si dividono in ricchi, poveri, biondi, mori, belli, brutti eccetera, ma si dividono in uomini che leggono e uomini che non leggono. Ora io ritengo che la persona che legge un libro è abituata ad affrontare gli argomenti in modo diverso da quelli che non leggono, questa è la ragione, però io voglio che le persone leggano. Ma per fare un lettore, ma per fare un lettore bisogna anzitutto cominciare da piccoli. Perché è difficile che uno a trent'anni diventi un lettore - può darsi, ma fa una fatica tremenda perché è molto difficile fare questa operazione di fantasia, di ricostruzione. Come dicevo prima: primo, allora bisogna cominciare da piccoli, bisogna dare delle cose divertenti. Perché, se a un bambino subito gli da un libro noioso, scritto male, prolisso eccetera quello lì smette, non legge questo un libro e probabilmente non diventerà mai un lettore è delicatissimo, delicatissimo questo argomento, bene. Molti anni fa, diversi anni, avevamo fatto dei libri da bambini - ma francamente non ero molto contento perché il soggetto era la Barbie. Questi libri di Barbie francamente non ero contento non mi piaceva la filosofia dei Barbie eccetera eccetera. Ma un giorno mi arriva una lettera da una maestra di una scuola elementare la quale mi scrive "Caro editor signor Giunti le sono tanto grata per questi libri, lei ha fatto i libri della Barbie. Io in classe ho una bambina down, la quale però quando ha visto la bambolina Barbie si è sforzata ed è riuscita a leggerlo". E io spero davvero che questa bambina possa, con questo sforzo che ha fatto potrebbe cominciare a diventare una lettrice. Questa è una cosa che me la ricordo sempre, mi ha un po' commosso questa storia della bambina down. Per cui, e allora cambio la mia filosofia, nel senso aggiungo alla mia filosofia. L'importante è creare un lettore, colui che si che si diverte più a leggere che a vedere o a sentire ascoltare. Questo è il lettore, noi bisogna creare dei lettori. Poi dopo dipenderà dall'intelligenza, dai campi di interesse da mille, da mille altre cose. Cosa leggerà questo lettore? Però l'importante è che si diverta a leggere. Allora, voglio dire un paradosso ora. Se una persona si diverte più a leggere un libro pornografico che a vedere uno spettacolo pornografico quello è un lettore.

Stefano Totoro: 00:32:48 Qual è il suo lettore preferito? Quello Che lei considera un vero lettore?

Sergio Giunti: 00:32:55 Quello che si diverte follemente a leggere, quello che quando ha quando ha mezz'ora di tempo legge.

Stefano Totoro: 00:33:14 Lei con la televisione che rapporto ha?

Sergio Giunti: 00:33:14 Sono sincero, francamente non la guardo. Mi dispiace dirlo e sbaglio. Sbaglio, perché alla televisione ogni tanto guardo degli spettacoli che si posso vedere solo alla televisione e sono fantastici sono bellissimi. Guardo ad esempio il telegiornale naturalmente, perché l'idea di poter vedere in contemporanea i fenomeni o situazioni che si svolgono a 10.000 km di distanza solo la televisione lo può dare. Sicché è un mezzo insostituibile, di cultura, di aggiornamento di tutto quello che vuoi. Diciamo ecco, che i programmi di divertimento che ci sono in genere nelle nostre televisioni sia pubbliche che private mi annoiano drammaticamente e allora non le vedo mai. Rimango un po' fuori al contesto sociale, perché naturalmente poi la mattina dopo sento fare commenti su eccetera...

Stefano Totoro: 00:34:27 Certo, chiaramente.

Sergio Giunti: 00:34:28 Ma insomma diciamo questa - ora le dico, alla televisione, anzi ora con questi...Tutti questi canali ce ne sono alcuni a volte interessantissimi in cui si vedono...Mi dispiace solamente addirittura di non poter avere...Con difficoltà riesco a vedere tutte le offerte che ci sono perché sono talmente tante che non sono ben specifiche, ben specificate queste offerte. Ma che devo dire da Nettuno o le televisioni straniere, le televisioni italiane. Insomma, c'è veramente grande offerta. Mi dispiace che appunto non ci sia - si nomina un film ma magari non si mettono, quando questi giornali che parla della programmazione di tutto il mese non si mettono gli attori, il regista , quando è stato fatto e un minimo di storia e allora sarebbe - capisco che sia difficile perché ci vorrebbero un enciclopedia, invece è un giornaletto.

Stefano Totoro: 00:35:45 Lasciamo stare la televisione.

Sergio Giunti: 00:35:45 lasciamo stare...

Stefano Totoro: 00:35:45 Qual è il primo libro che ha letto?

Sergio Giunti: 00:35:45 Il primo libro che ho letto? ma non lo so.

Stefano Totoro: 00:35:52 Non se lo ricorda?

Sergio Giunti: 00:35:52 Non me lo ricordo. Mi ricordo che quando ero piccolissimo - prima di andare a scuola la mamma m'insegnava a leggere, dovrebbe essere questo libro, un librettino per bambini piccoli, piccolissimi prima di andare a scuola si chiamava Pinocchio pasticciere, mi sembra fosse questo qui il primo.

Stefano Totoro: 00:36:12 Ma se li faceva anche leggere i libri?

Sergio Giunti: 00:36:15 Poco, poco appena ho cominciato a leggere ho letto per conto mio.

Stefano Totoro: 00:36:23 Quanti?

Sergio Giunti: 00:36:23 Ne ho letti tantissimi, ho letto tantissimo, tantissimi libri. C'era un periodo che leggevo una media di un libro ogni due due giorni.

Stefano Totoro: 00:36:32 E ora?

Sergio Giunti: 00:36:34 Ora leggo abbastanza poco, mi fa un po' fatica ad affrontare un titolo nuovo - lo faccio sì però magari vado, magari rileggo volentieri un libro già letto. Leggo anche i libri nuovi eccetera. Poi sono un appassionato anche così come lettura facile, riposante, estiva mi piace la fantascienza.

Stefano Totoro: 00:37:10 Quindi, la storia e la fantascienza.

Sergio Giunti: 00:37:13 Storia e fantascienza spesso disegnano mondi e società che poi piano piano si stanno realizzando.

Stefano Totoro: 00:37:28 Negli anni '80 si leggeva del 2000...

Sergio Giunti: 00:37:33 Sì sì, ma anche certe situazioni sociali - non ho in questo momento esempi immediati da dare eccetera però...

Stefano Totoro: 00:37:49 Invece, parlando della sua famiglia, lei si è sposato...

Sergio Giunti: 00:37:49 Io mi sono sposato molto giovane, molto presto all'età di 23 anni poi ho avuto tre figli che hanno 41, 39 e 29 - sono sempre sposato con la prima moglie che amo tremendamente.

Stefano Totoro: 00:38:32 Sua moglie di dove è?

Sergio Giunti: 00:38:32 Mia moglie è tedesca. Si è occupata lei inizialmente ha cominciato a lavorare con me ma poi quando abbiamo avuto la prima bambina ha smesso e poi non ha più lavorato. Ha sempre seguito con molta attenzione la famiglia e i suoi problemi - lei era un'appassionata di agricoltura biologica, di agricoltura eccetera. Anzi devo dire che in parte è anche responsabile di questo arrivo in Italia. Noi siamo stati i primi a pubblicare libri bio tedeschi e questo succedeva negli anni Settanta per cui veramente...

Stefano Totoro: 00:39:13 Quest grazie a sua moglie?

Sergio Giunti: 00:39:13 Sì grazie a mia moglie, grazie a mia moglie.

Stefano Totoro: 00:39:15 Perché è lei che ha portato...

Sergio Giunti: 00:39:15 Ma più che altro la mia curiosità, perché il fatto che lei fosse tedesca - io, due o tre volte l'anno andavo lì per un piccolo periodo eccetera - e delle volte la accompagnavo quando faceva anche la spese ecetera... Mi meravigliavo sempre quando andavo all'ortolano perché vedevo delle bellissime mele che costavano un marco al chilo e poi mi delle melucce orrende che costavano due marchi al chilo e la Melissa vedeva che la cosa mi stravolgeva.

Stefano Totoro: 00:39:47 Quindi, ha creato dei lettori anche con quello.

Sergio Giunti: 00:39:50 Sì perché, insomma noi il libri bio li avevamo già negli anni '70 e in Italia non sapevano cosa fosse.

Stefano Totoro: 00:39:57 Voi ancora...

Sergio Giunti: 00:40:00 Abbiamo fatto tanto poi anche con la casa editrice Demetra - è una casa editrice che ha fatto anche una rivista. Insomma, intendo dire abbiamo creato un certo pubblico, ecco certamente.

Stefano Totoro: 00:40:15 E i suoi figli hanno adottato da lei la passione per i libri o no?

Sergio Giunti: 00:40:15 Ho una figlia la quale è una grande - anche lei è stata una grandissima lettrice tipo me, la quale in questo momento pur avendo bambine eccetera si occupa della letteratura per ragazzi. Settore nel quale noi siamo stati molto importanti - noi, la letteratura per i ragazzi in Italia è nata nella nostra casa editrice, cominciammo con Pinocchio, Gian Burrasca, Storie del mondo, i classici, Ciondolino.

Stefano Totoro: 00:41:08 Quindi lavora con lei sua figlia?

Sergio Giunti: 00:41:08 Sì, mia figlia lavora con me - ora un po' in questo momento no, perché ha avuto c'ha una bambina di sei mesi per cui è un po' dietro a questa piccolina, ma comunque sempre da casa. Poi un'altra figlia che ha seguito, in questo momento anche lei ha un bambino, ha seguito le nostre librerie - prima quando era a Verona la sede centrale della librerie. E poi ho un figlio più piccolo e che lui viceversa si occupa di psicologia. Ha fatto la prima laurea e poi la seconda laurea, il secondo dottorato in psicologia e probabilmente si occuperà, ha la passione di seguire di seguire la psicanalisi. Questi sono i miei figli.

Stefano Totoro: 00:42:26 Come è la sua giornata tipo, cioè lei è sempre qui in ufficio...

Sergio Giunti: 00:42:36 La mia giornata tipo - per una persona è molto noiosa - mi alzo, faccio colazione, vengo in casa editrice e così mi diverto, sa il divertimento è anche tensione anche l'agitazione. In certi momenti vorrei veramente essere andato in pensione poi però mi pento subito di questo pensiero tremendo che mi terrorizza. Poi, non amo i viaggi, non amo viaggiare, - non faccio niente di divertente - non ho la barca, non ho l'aeroplano, non ho niente, non me ne importa niente.

Stefano Totoro: 00:43:18 E' così contento a Firenze?

Sergio Giunti: 00:43:18 Sì sempre, sì insomma, mi piace stare a Firenze, ho la fortuna di avere una casa fra Firenze e Fiesole per cui in campagna.

Stefano Totoro: 00:43:34 A Maiano?

Sergio Giunti: 00:43:34 No sotto San Domenico. Per cui è un posto dove mi trovo bene - questa villa, questa villa mi affascina, mi fa pensare, Lei sa che questa villa apparteneva alla famiglia di Brunetto Latini. Brunetto Latini abitava in questa villa, per cui certamente molte decine o centinaia di volte Dante Alighieri sarà venuto a trovare il suo maestro, magari insieme a Cavalcanti. Magari per dirgli che insomma forse bisognerebbe cominciare a scrivere questa lingua nuova la storia del latino.

Stefano Totoro: 00:44:14 Questo qui?

Sergio Giunti: 00:44:15 Qui, dove lei è seduto ora. E poi questa villa - ecco un altro, ha la sua storia perché è stata la sede della Congiura dei Pazzi, perché era di proprietà della famiglia Pazzi questa villa. La congiura fatta dai Pazzi e dai dai Salviati. La Villa Salviati è qui di fronte a venti metri. Questa grande congiura che è stata il primo tentativo riuscito all'incontrario di una fusione bancari, fra la banca dei Pazzi e la banca dei Medici. E proprio dalla cronaca scritta da Poliziano e poi anche da Machiavelli si parla proprio dei congiurati - che la Domenica delle Palme nel 1400... si partirono da Villa la Loggia, questa si chiamava e si chiama La Loggia.

Stefano Totoro: 00:45:42 E lei fuori dal lavoro ha detto che non viaggia?

Sergio Giunti: 00:45:46 Poco, viaggio poco.

Stefano Totoro: 00:45:49 Che cosa le piace fare?

Sergio Giunti: 00:45:49 Non è tanto interessante raccontare la mia vita. Viaggiare mi interessa relativamente poco. Da ragazzino era un grande - da ragazzino, non solo da ragazzino, sono ero - un grande giocatore.

Stefano Totoro: 00:46:11 Di cosa?

Sergio Giunti: 00:46:14 Da ragazzino di cavalli. Allora quando ero piccolo, prima allora di cominciare a lavorare - prima di essere stato corrotto come dicevo prima - mio padre mi chiede e mi fa chiedere da un amico comune cosa volevo fare da grande. E io molto semplicemente ho detto "vorrei fare il bookmaker" ma perché vuoi fare il bookmaker? "perché i bookmaker guadagnano tanto e poi giocano hanno il rischio". Questa cosa affascinatissima che è il rischio. E allora mio padre mi ricordo che mi chiamò - aveva il Corriere della Sera con la dichiarazione dei redditi, "Volevo farti vedere, il primo a Milano Angelo Rizzoli è un editore, se te sarai intelligente non avrai problemi a guadagnare, primo. Secondo, come rischio il gioco a cavalli è niente rispetto a fare i libri per cui..."

Stefano Totoro: 00:47:36 E' un lavoro rischioso, infatti lei prima parlava...

Sergio Giunti: 00:47:36 E' un lavoro rischiosissimo, perché i libri hanno una particolarità rispetto a tutte le altre materie. E forse è l'unica materia che partendo da una materia prima - ed è l'unico prodotto in cui partendo da una materia prima che è la carta, una volta che questa carta è stata impressa e rilegata, se non va costa meno della carta. In genere qualsiasi prodotto, una volta che interviene il lavoro umano, alla fine ha un valore aggiunto rispetto al prodotto iniziale. Quella camicia che lei c'ha costa - che è una camicia elegante - diciamo così, la stoffa costa 10 euro e la camicia verrà venduta a 70.

Stefano Totoro: 00:48:27 Certo.

Sergio Giunti: 00:48:27 Ma se passa di moda eccetera, invece che a 70 si può vendere a 30, ma se non a 30, certissimamente lo si vende a 15. va bene?

Stefano Totoro: 00:48:40 Certo.

Sergio Giunti: 00:48:40 Il libro se non va costa molto meno della carta bianca, non costa niente. Maceri, e questo mi succede una volta ogni tanto, una volta all'anno, una volta ogni due, tre anni, facciamo i maceri che è una cosa che mi strazia il cuore - perché si buttano via dei libri ottimi. Ma il libro non piace, non si sa, che non si riesce nemmeno a capire perché quel libro non è piaciuto. Magari è sbagliata la copertina, magari è sbagliato, il prezzo, magari è sbagliato il titolo, il titolo fuorviante.

Stefano Totoro: 00:49:24 Quello è una cosa che mi interessa. Lei ha parlato prima...

Sergio Giunti: 00:49:24 Ma non lo so io, se a un certo punto il libro "Va dove ti porta il cuore" si fosse chiamato la storia di Milli, avesse avuto questo titolo, abbia avuto lo stesso successo, sono certo di no, sono certo di no. Perché il successo di un libro è dovuto a un insieme di cose. O se lo stesso libro Va dove ti porta il cuore, fosse stato un libro di 1.200 pagine, un bel malloppo ugualmente non ebbe avuto successo. Perché capito, un successo si costruisce anche su...un libro deve avere un'armonia. Il libro se va deve andare in libreria e in libreria viene assalito da centinaia migliaia di copertine. Che lei con gli occhi scorre - ora non che lei va in libreria perché vuole comprare un libro, va per vedere cosa c'è, va bene? Allora, prima cosa bisogna che una copertina attragga la sua attenzione. Ma attragga la sua attenzione come dire - non per il titolo, proprio per un fatto animalesco perché ha un colore speciale, perché ha una figura bella, perché ha un lettering speciale o qualche cosa ecco. Sennò perché posa l'occhio su quello invece che su quella accanto? Allora una volta che lei - e questo è una cosa inconscia che uno non se ne rende conto - si avvicina a questo prodotto, lo prende allora vede il titolo gli interessa o non gli interessa, vede l'autore, lo rassicura o non lo rassicura, vede anche l'editore - perché anche l'editore è importante. Certo, se vuole comprare un libro di filosofia di argomento filosofico e questo libro è di Laterza, è un po' più tranquillo che se è di un altro editore e non dico il nome, va bene? Due. Sicché, titolo, autore, editore. Finalmente sfoglia il libro vede cosa..., ultimo atto quanto costa e poi decide di comprarlo o no. Ma se non c'è il primo aggancio - io ad esempio non sopporto i romanzi e i libri che siano di 7 - 800 pagine, perché dato che so che ci metterò un certo tempo a leggerlo e qualche cosa mi dà noia.

Stefano Totoro: 00:51:53 Il Signore degli Anelli quindi non lo leggerebbe mai.

Sergio Giunti: 00:51:53 E infatti non l'ho letto, nonostante sia magari un argomento un po' come fantascienza - vabbè quello è fantasy, ma insomma diciamo così mi poteva anche interessare. Infatti, non l'ho comprato, mi spaventa un libro così immenso.

Stefano Totoro: 00:52:20 Il titolo cosa deve avere per colpire?

Sergio Giunti: 00:52:20 Per colpire deve essere abbastanza chiaro, ossia deve intrigante.

Stefano Totoro: 00:52:30 Ma raccontare anche?

Sergio Giunti: 00:52:31 E insomma, deve darti la filosofia. Ritorno, Va dove ti porta il cuore, ti dà la filosofia. Io non l'ho letto - ma ti da la filosofia di questo libro. Il codice Da Vinci, devi capire... Il codice?Cosa vuol dire? non vuol dire niente.

Stefano Totoro: 00:52:53 Però magari è intrigante.

Sergio Giunti: 00:52:53 Però è intrigante. capito?

Stefano Totoro: 00:53:08 Il codice ad esempio sa di qualcosa che.... lei ha detto che...

Sergio Giunti: 00:53:12 Che in questo momento va di moda, capito? In questo momento la parola codice va di moda. Ora mi dice ma allora Il nome della rosa cosa vuol dire? Il nome della rosa vuol dire che è un titolo stranissimo, perché all'epoca era un titolo stranissimo di un grandissimo autore e allora ti rimane in testa, diciamo è stata furba e intelligente come titolo.

Stefano Totoro: 00:53:39 L'autore può contare magari - un autore molto famoso - può anche azzardare un titolo, sa che quel libro andrà comunque.

Sergio Giunti: 00:53:46 E' chiaro, è chiaro evidentemente.

Stefano Totoro: 00:53:53 Quindi il titolo se l'autore è un autore emergente non può usarlo.

Sergio Giunti: 00:53:56 Questo è. E poi il successo di un libro è un'alchimia strana, dove c'è l'autore, il titolo, la copertina - molto importante perché la copertina è la prima vendita - perché se lei non è attratto da quel libro e comincia a fare tutta questa pantomima di cui parlavo prima. è saltato, salta la prima vendita - che è la più importante, perché se non c'è quella, non ci può essere la seconda, la terza e la quarta.

Stefano Totoro: 00:54:29 Certo.

Sergio Giunti: 00:54:29 Prima vendita in senso lato, ovviamente parlando, il primo approccio.

Stefano Totoro: 00:54:36 Ma lei che approccio ha con gli autori, lei li conosce?

Sergio Giunti: 00:54:37 No, ora li conosco molto poco - purtroppo gli autori, perché tranne qualche d'uno che voglio conoscere...Perché facendo due libri nuovi al giorno è difficile, perché poi non è che ogni volta vendi un autore che fa un libro. In genere ne fai uno su un certo numero. Noi abbiamo i nostri uffici editoriali che seguono la filosofia che io dò naturalmente. Devo fare una collana di... E decidiamo come farla, come deve essere fatta eccetera. Poi dopo si sottopongono i titoli, gli autori ecc. Decidiamo insieme. A me piace molto lavorare insieme ai miei collaboratori.

Stefano Totoro: 00:55:26 Che rapporto ha con i dipendenti? Quanti dipendenti ci sono qua nella casa editrice?

Sergio Giunti: 00:55:33 870.

Stefano Totoro: 00:55:37 E ovviamente lei non li conosce tutti?

Sergio Giunti: 00:55:38 Purtroppo, mi dispiace molto, prima ecco vede è un problema. Fino agli anni, a fine anni 70 e ottanta io conoscevo tutti i miei dipendenti, li conoscevo tutti per bene, sapevo nome, cognome ma poi ci parlavo, li conoscevo tutti - sapevo anche la loro situazione più o meno, mentre ora purtroppo questo non è più possibile.

Stefano Totoro: 00:56:04 Con chi ha più rapporto all'interno della casa editrice?

Sergio Giunti: 00:56:06 Ho rapporto con i capi di settore e con qualche vecchio, ma il rapporto l'ho molto buono. Il mio divertimento - di cui parlavamo prima, di venire in casa editrice - è anche di essere, di vedere le persone che vedo volentieri. Io gli voglio bene, voglio bene anche a chi non conosco. Perché lavoriamo insieme e tutti capito tendiamo a un risultato. Io non la conosco che devo dire la ragazzina, la commessa, le commesse della libreria di Udine, ma fanno parta della famiglia, mi sento di dovere e mi sento in dovere lo faccio, di stargli vicino, di proteggere, di aiutarle.

Stefano Totoro: 00:57:18 Lei sente molto l'attaccamento dalla sua famiglia alla casa editrice, la sente una cosa famigliare?

Sergio Giunti: 00:57:26 Relativamente. Io non ho problemi di dinastia, non ho questi problemi, è un fatto mio personale. Se poi la famiglia vorrà fare, io sarò veramente felice perché - ma sono felice anche perché sono più tranquillo per i miei dipendenti. Mi dispiacerebbe, se si mettesse male, essere venduto per queste persone. Perché queste persone si affidano al loro capo ufficio al loro lavoro.... Io sono molto legata a Firenze la città.

Stefano Totoro: 00:58:25 E invece lei è molto legato alla sua città di origine.

Sergio Giunti: 00:58:25 In sono molto legato a Firenze, la mia città, Anche se fare l'editore a Firenze è più difficile che farlo a Milano, evidentemente.

Stefano Totoro: 00:58:34 Perché era più piccola o per cosa?

Sergio Giunti: 00:58:36 La casa editrice ha bisogno, molto bisogno di me. È un media, ma ha bisogno dei media. Ora lei è molto gentile ed è partito da Milano ed è venuto a Firenze. Ma insomma se io fossi stato a Milano forse di interviste se ne potevano fare due. Il fatto di essere a Firenze dove praticamente non c'è televisione, dove anche i giornali non sono giornali nazionali, dove non c'è il cinema. Mancano i media a Firenze.

Stefano Totoro: 00:59:15 Non lo dica a me, perché io vorrei tanto vivere a Firenze, ma purtroppo è per il lavoro...

Sergio Giunti: 00:59:15 Lei, da giornalista non può vivere a Firenze. Io ho bisogno di giornalisti televisivi e naturalmente...

Stefano Totoro: 00:59:36 Non ce l'ha.

Sergio Giunti: 00:59:36 Qui non ci sono, capito? anche quando devo fare la conferenza stampa bisogna chiedere per favore o se no andare e spostarsi...

Stefano Totoro: 00:59:44 Farla a Milano.

Sergio Giunti: 00:59:45 Farla a Milano, però ha capito, se la faccio in una sala di Milano o di Roma, non è lo stesso se la faccio qui, è un altra cosa, mi sembra, che dice?

Stefano Totoro: 00:59:56 Certo. E in questo paese che cosa è che le piace e cosa che non le piace? e

Sergio Giunti: 01:00:24 E' una domanda troppo difficile, si è un po'troppo difficile. Anche perché sa cosa vuol dire il paese? il paese cambia a seconda di come cambiano le situazioni politiche. In Europa abbiamo vissuto i migliori anni della storia d'Europa da sempre - abbiamo avuto sempre pace Abbiamo avuto un -

Stefano Totoro: 01:01:09 A parte la seconda guerra mondiale.

Sergio Giunti: 01:01:14 Io parlo di questi ultimi anni. Prima è stata il posto più tremendo del mondo.

Stefano Totoro: 01:01:18 Ma lei l'ha vissuta?

Sergio Giunti: 01:01:18 Io l'ho vissuto un pochino insomma, io sono nato il giorno di Natale del '37. Ho vissuto i bombardamenti, ho vissuto... ma da bambino uno non ha paura, non ho avuto problemi. Si, siamo stati sfollati, siamo andati via di casa, eccetera, poi c'erano i bombardamenti a Firenze. Però, anzi per me è stato un periodo dove siamo andati a vivere in campagna, presso una zia, un periodo bellissimo della mia vita. C'erano questi tedeschi cattivim diciamo così e io li vedevo nella mia testa pericolosissimi - infatti poi ho sposato una tedesca, i miei figli son tedeschi al 50%, vabbè per dire. La situazione dei paesi cambia anche col cambiare delle situazioni politiche. Parliamo della Spagna, la Spagna di Aznar, non è la Spagna di oggi di Zapatero, insomma per dire. O che devo la dire la Francia. La situazione politica è abbastanza diversa, però complessivamente a parte l'Italia, l'Europa ha avuto - a parte le ultime situazioni dell'Europa orientale, parlo della guerra civile, dell' ex Jugoslavia, tremenda, spaventosa e inspiegabile, oddio... Però, a parte questo complessivamente diciamo che l'Europa occidentale , anche il trapasso dell'URSS è stato...Se si pensa a cosa è stato l'arrivo del comunismo, la fine è stata molto civile.

Stefano Totoro: 01:03:47 E invece con la politica che rapporto ha?

Sergio Giunti: 01:03:47 Senta, con la politica - mio padre, la mia famiglia si occupava di politica, persone di sinistra antifasciste da sempre. Io non mi sono volutamente occupato di politica - mi hanno chiesto di fare il sindaco di Firenze, due legislature fa - ci ho anche pensato, però ho deciso di non farlo.

Stefano Totoro: 01:04:36 Perché ha deciso di no?

Sergio Giunti: 01:04:36 No, non appartenendo io a un partito, l'appartenere a un partito, ti porta naturalmente ad essere legato a questo partivo, dove dovevi obbedire a certe, certe cose. Ma anche ti dà un grande aiuto, perché il partito ti porta tecnici, avvocati, ingegneri e architetti, capito? ti porta l'organizzazione. Io ero completamente fuori da questa cosa qui. Avrei dovuto usare, che devo dire il mio avvocato e i loro avvocati, capisce? Mi mancava l'organizzazione e allora mi sarei.. E non volevo essere debole in questa situazione, da una parte. E dall'altra, anche lasciare la casa editrice era una grossa preoccupazione, era un un momento delicato. E qui si parla degli anni '90, tre legislature fa. -

Stefano Totoro: 01:05:31 E chi l'ha aiutata in questa decisione?

Sergio Giunti: 01:05:44 Nessuno.

Stefano Totoro: 01:05:45 Ha deciso da solo?

Sergio Giunti: 01:05:45 Sì.

Sergio Giunti: 01:05:45 Io sono dalla parte parte degli indiani, sempre, fin da bambino. Infatti la grande delusione, era sempre tremenda quando andavo a vedere i film degli indiani e gl'indiani perdevano sempre... Il mio nemico numero uno è il generale Custer.

Stefano Totoro: 01:06:06 Il suo nemico storico.

Sergio Giunti: 01:06:06 Sì, il mio nemico storico.

Stefano Totoro: 01:06:12 E invece degli degli amici? Lei ha intervistato molti imprenditori in questo periodo, in questo programma. Molti mi dicono che non vogliono frequentare un certo tipo di persone, ma frequentare gli amici di sempre.

Sergio Giunti: 01:06:40 Ma senta io ho relativamente pochi amici,

Stefano Totoro: 01:06:40 A lei piace stare da solo?

Sergio Giunti: 01:06:40 Sì, sono una persona solitaria. Come le dicevo prima sono poco interessante, poco divertente ma diciamo così, che sono un essere abbastanza solitario. Sto bene con me stesso, e sto anche bene con mia moglie e con la mia famiglia, ma sto bene anche con me stesso, con un buon libro.(ride)