Leggete queste parti dell’intervista di Maria Lai e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Intervistatore: Ecco e qui vai a toccare un altro dato, tue radici. In tutto il tuo lavoro evidente […] questa fortissima radice con il territorio, con il luogo dove tu sei e cresciuta. Ecco, tu lo senti come un dato caratteristico, anche rispetto altre esperienze di altri artisti a te contemporanei?
Maria Lai: Sì, credo sì. Ho cercato di liberarmi da questa pelle, diciamo, che tutti vedevano addosso, ma così - come si riconosce che sarda a guardarmi - è un po' difficile liberarmene, in realtà sempre fuori. Anche perché ci sono state tante operazioni che tentavano far poesia, nel mio paese, da centinaia di anni. Il materiale da modellare che mi è stato messo in era la pasta per fare il pane, […] le donne mio paese, da centinaia di anni, fanno pani stupendi, che sono poi sculture. Loro rielaborano liberamente modelli tradizionali, e io mi inventavo altri modelli […]. Poi vedevo nascere immagini nei telai. Quindi c'è certamente una sedimentazione di cultura che stata sconosciuta, ma non può non venir fuori.