Leggete queste parti dell’intervista di Carlo Lorenzetti e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Carlo Lorenzetti: Sì, questo è il famoso stato di grazia a accennavi proprio tu poco fa. E questo è fondamentale il mio lavoro. Perché posso dire con tutta tranquillità c'è una identificazione straordinaria.
Intervistatore: Con materiale stesso.
Carlo Lorenzetti: Con materiale stesso, sì.
Intervistatore: Ecco, ma quanto lo controlli o lo lasci andare, scusa?
Carlo Lorenzetti: C'è un controllo fortissimo, fortissimo. Tanto , appunto, quei margini che poi appaiono invece lasciati così, loro destino, a questa loro felicità proprio, non sono che, appunto, il frutto di questo controllo formidabile. Quindi, è tensione interna al lavoro, violenta, e, secondo me, qui scaturisce forse l'aspetto più drammatico […].
Intervistatore: Ma io penso anche nuovo [...].
Carlo Lorenzetti: E più nuovo certamente.
Intervistatore: Una volta io detto: “[…] È come se tu auscultassi la materia”.
Carlo Lorenzetti: Sì appunto me è materia viva, no, respira quel materiale e io metto proprio in perfetta sintonia con esso. E quindi assecondo, lo violento, lo guido e poi mi anche catturare.