Leggete queste parti dell’intervista di Teodosio Magnoni e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Intervistatore: Ecco. Però c'è un elemento nel tuo lavoro - che chiamo metafisico invece - che è lo stupore quando ci accorge di questo spazio.
Teodosio Magnoni: Perfetto, proprio lo stupore, sorpresa - se vuoi così - però io sarei contrario chiamarlo metafisico, per la semplice ragione che comunque questo stupore contingente al reale del presente, in cui tu percepisci. Tu ti ricordi un lavoro ? Io sono lo spazio dove io sono, che poi una citazione di un poeta, Arnaud. Dunque questo spazio, questa metafisica - come la tu - in effetti non è illusionistica, non rimanda una cosa autre - a qualcosa al di - è sempre contingente al momento in cui si percepisce. Per questo dico che è più reale […] che metafisico. Questa magicità […] è […] forse fenomeno? Così, voglio dire, nuovo? Così inusuale. Che poi […] una cosa interessa moltissimo me: non dico l'originalità a i costi - il nuovo a tutti i costi - ma inusuale, in un certo senso.