Leggete queste parti dell’intervista di Toti Scialoja e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Io vorrei dire questo: che io sempre dipinto allo stesso modo, ecco questo è sicuro, cioè ho dato alla pittura lo stesso significato. […] Perché io entrai pittura in un modo abbastanza drammatico, entrai nella pittura […] uscendo una delusione profonda, sia di ordine psicologico umano di ordine intellettuale. Cioè, io ero un poeta fallito, fondo, perché scrivevo poesie dai quattordici anni ai vent'anni e queste poesie non mi soddisfacevano[…], non piacevano, non riuscivo mai, […] gli ultimi anni non riuscivo a finire una poesia, mai a concluderla, guardavo a Mallarmé, a Valéry, a Ungaretti, guardavo a Rimbaud, quindi […] i maestri erano giusti ma io non riuscivo trovare il "quid" esatto della poesia. Vivevo varianti, varianti continuamente cangianti, continuamente ambigue, che si riproponevano continuamente, riuscivo mai a concludere una poesia. E poi feci leggere a un poeta romano – […] molto più anziano di - il quale restò molto scontento di queste poesie e confermò mia impotenza in poesia. Quindi, perché c'era questa impotenza? Chi lo , forse non ero ancora abbastanza maturo, filosoficamente, non avevo struttura di pensiero veramente mia, queste prove poetiche erano forse più ambizioni letterarie, dei sogni letterari non veramente vissuti.