Leggete queste parti dell’intervista di Guido Strazza e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Dunque, il segno per me è prima indicazione di tutto ciò che potrà essere un'opera noi chiamiamo normalmente finita, complessa. È il mattone, la parte elementare quello che poi, in varie combinazioni, costituisce un' finita. E perciò quella che si porta dietro tutte intenzioni che sono già dentro di noi prima di una qualunque cosa. Sono intenzioni molto confuse che vengono profondo e che si sposano con dei progetti, invece, più lucidi, razionalizzati. Cioè, il segno è quello che porta dietro […] un insieme di tensioni, parte intuitive e […] in parte razionalizzate, e perciò che poi diventano razionali. Ma per del segno, proprio in questo senso, parlerei […] del gesto. Perché, segno […] è qualche cosa che rappresenta una decisione, alla fine è qualche che appare sulla carta, sulla tela. Guarda che, segno, in termini, va bene anche non solo per una traccia su foglio di carta o su una tela, ma un gesto, per la qualità di un suono voce, va bene? Ma […] sono un pittore, perciò parliamo questo segno ma volevo specificare che la parola segno, la parola gesto indicano ciò che poi, in qualche modo, diventerà espressivo per l'uomo: il di camminare, il modo di parlare, il modo di scrivere, il modo essere, eccetera.