Leggete queste parti dell’intervista di Giuseppe Uncini e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Io fin da ragazzo […] pensavo sempre di voler il pittore. Io vengo dalla pittura, ho dipinto, disegnato, eccetera; raramente pensavo e manipolavo scultura, insomma. Intorno 1958-60, dipingendo, ho cominciato a fare una scultura, se scultura poteva chiamare allora e a tutt'oggi, perché, anche questo senso, credo di essere scultore […] piuttosto sulla tangente insomma e, dirò, questo piace molto. Dunque, […] comincio dentro i quadri mettere sempre più materia, fin quando questa materia rassomigliava molto un muro. Il quadro era talmente appesantito […] che alla fine pensato: “Ma perché devo fingere la tela una superficie? La faccio, autoportante e forse trovo strada più vera, più sincera”. E così accadde, […] i primi "Cementarmati" non erano tanto per esprimere chissà quali immagini o contenuti, era proprio fare un oggetto - ecco questo è il punto - oggetto autoportante quindi auto-significante. […] Io ho cominciato a pensare struttura di questo supporto: la struttura questo supporto è, era - o è credo - autosufficiente nella significazione. Cioè, quello che significa è proprio quell’operazione lì. Se poi operazione qui significa veramente - da un punto di civile, sociale, artistico - altre cose, beh, io spero molto. Però […] mi era sufficiente esprimere questo aspetto.