Leggete queste parti dell’intervista di Giuseppe Uncini e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Intervistatore: A parte che tu sei sempre mosso un po' così, non dico sulla inconsapevolezza, ma questa specie […] ricerca minimale, no? […]
Giuseppe Uncini: Si, forse minimale. Però […] allora molto provocante e nuovo questo aspetto, no? Cioè, era scultura? pittura? Non si sapeva. Tant'è vero, la prima mostra feci all'Attico nel '61, alcune cose più rassomiglianti alla scultura me le fecero esporre - così consigliato amici, lo stesso Sargentini – dice: “Perché già non sa se questa è pittura o scultura, se mettiamo questi oggetti a terra non si capisce niente”. Cioè, l'aspetto più positivo non venne accettato. tutt'oggi però le cose stanno così, cioè l'equivoco no? Perché scultura tridimensione, la pittura è bidimensione, ma […] io non credo affatto. Tra la pittura la scultura, così accademicamente definite, c'è uno spazio enorme, spazio enorme da operare, tutto nuovo, tutto fare, dove io credo in parte di starci, insomma, ecco.