Leggete queste parti dell’intervista di Giuseppe Uncini e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Intervistatore: Tu un giorno m'hai parlato piazza Navona o sbaglio?
Giuseppe Uncini: Ah beh, sì sì. Perché è venuta? Mah è un'antica mia idea […] perché, […] io guardo molto architettura, il paesaggio, gli aspetti fisici così, più scultura, più della pittura, in verità. I maestri stanno più, così, […] nell'aspetto paesaggistico, cioè, direi, a interessa molto molto la artificiosità dell'uomo, come l'uomo è adattato su questa faccia della terra, proprio faccia senso proprio terrestre, no? Come ha modellato le colline, come fatto le montagne, come ha fatto le strade, come ha , quindi, le case eccetera eccetera. Ma non tanto la strada, per la collina o per la casa, per l'edificio, ma per il vuoto, per spazio, che questa costruzione lascia. Cioè, […] la vera ricchezza la vera necessità, in fondo, no? Cioè, Piazza Navona, quant' bella? Ci entriamo dentro: tutti dicono - quando ci entriamo – “ meraviglia”! […] Perché la fontana è bella, perché la chiesa lì bella. Sì, è vero. Però è lo spazio è magico, […] che esalta, che ci sentire così graziosamente inclini a vedere il bello, no? A […] sentirsi elevati, […] sentirsi uomini completi, più civili, […] più alti. Non è la cosa andare a piazza Navona o a Tor de Cenci.
