In base al testo dell’intervista trascritto, scegliere la risposta giusta.
Elisa Montessori: [00:13:53] Devo dire che dopo essermi laureata in materie letterarie qui a Roma, perché i miei naturalmente, non… una… una famiglia borghese, che non… non aveva apprezzato la mia decisione - la prima decisione - di andare all'Accademia, non voleva lasciarmi senza un titolo di studio, anche, appunto, in ruolo emancipatorio della donna. Desiderava - mio padre soprattutto - desiderava una laurea e io avevo fatto questa laurea, in materie letterarie e avevo vinto - siamo ancora negli anni '50 – u… una borsa di studio per Parigi. Cosa curiosa, che ti racconto, perché l'ho vinta come pittrice, non come… laureata… neolaureata. E questo perché? Perché in Italia, allora, di pittrici se ne potevano contare sulle dita di una mano sola. Io avevo lavorato, avevo già mandato i miei lavori fuori in… avevo vinto qualche piccolo premio, insomma avevo iniziato, diciamo, un curriculum così, di tipo maschile, dicia.... Questo, ti dico, perché era come una… una chance di affrontare la vita in un modo consapevole da artista, tra virgolette. Cosa mi succede? Dopo due m… nello stesso periodo, io incontro una persona straordinaria, un uomo straordinario che si chiama Mario Tchou, che è stato il mio primo marito e mi sono innamorata perdutamente di quest'uomo e… e mi sono sposata. Questo… mandando una lettera di scuse - alla quale mi è stato risposto in termini anzi abbastanza secchi e poco comprensivi – e… e ho fatto questa specie di tradimento, quello che poteva essere considerato un tradimento.
Intervistatore: [00:16:14] Cosa faceva quest'uomo? Se posso…
Elisa Montessori: [00:16:17] Mario era… sì sì… era un ingegnere elettronico - che fra l'altro, di cui Cesarina sa anche un po' di storie – e una… nato a Roma, cinese… che aveva una grande responsabilità nel campo dell'industria.
Intervistatore: [00:16:36] Ecco, non… rapporti con l'arte?
Elisa Montessori: [00:16:38] No, una… una reciproca curiosità per cui io ero molto affascinata dal mondo della… dell'elettronica, dei computer e credo che Mario fosse molto legato a me perché lui mi considerava la sua grande - mi chiamava sempre - improbabile. Cioè, il concetto di improbabilità nella scienza come nell'arte, è quello che fa scattare quello che non si sa. Credo che sia una cosa, che alla fine mi è molto servita. Perché non a caso, poi, Mario era cinese, non a caso io mi sono sempre interessata - e prima di conoscerlo - all'arte cinese, e tu sai bene che rientra nel mio lavoro.
Intervistatore: [00:17:28] Nelle tue… nella tua formazione.
