In base al testo dell’intervista trascritto, indicare se queste affermazioni sono vere o false.
Intervistatore: [00:00:04] Guido Strazza… nato nel 1900...?
Guido Strazza: [00:00:09] 1922.
Intervistatore: [00:00:10] 22. Oggi è aprile 1988, direttore dell'Accademia di Belle Arti di Roma. Già da quanto tempo?
Guido Strazza: [00:00:22] Ma è il terzo anno, di direzione.
Intervistatore: [00:00:26] Terzo anno di direzione. Guido Strazza pittore, incisore, fra i più noti in questo momento e forse non soltanto in Italia. Ha certe particolarità… la sua arte ha certe particolarità e soprattutto ce n'è una che lo ha contraddistinto, anche perché - se non ricordo male - lui ha scritto proprio un libro… proprio sul segno.
Guido Strazza: [00:00:50] Sì, si chiama Il gesto e il segno.
Intervistatore: [00:00:53] Il gesto e il segno, bene, con molta più esattezza. Allora, Guido parliamo... per te che cos’è il segno?
Guido Strazza: [00:01:02] Dunque, il segno per me… è… la prima indicazione di tutto ciò che potrà essere un'opera che noi chiamiamo normalmente finita, complessa. È il mattone, la parte elementare di quello che poi, in varie combinazioni, costituisce un'opera finita. E perciò quella che si porta dietro tutte le… intenzioni che sono già dentro di noi prima di fare una qualunque cosa. Sono intenzioni molto confuse che vengono dal profondo e che si sposano con dei progetti, invece, più lucidi, più razionalizzati. Cioè, il segno è quello che si porta dietro - mista, concentrato, molto compressa - un insieme di… di tensioni, in parte intuitive e in parti… e in parte razionalizzate, e perciò che poi diventano razionali. Ma per parlare del segno, proprio in questo senso, parlerei - come il testo e il titolo del libro che tu hai citato - del gesto. Perché, il segno - tu capisci bene - è qualche cosa che rappresenta una decisione, alla fine è qualche cosa che appare sulla carta, sulla tela. Guarda che, segno, in questi termini, va bene anche non solo per una traccia su un foglio di carta o su una tela, ma per un gesto, per la qualità di un suono della voce, va bene? Ma siamo… sono un pittore, perciò parliamo di questo segno ma volevo specificare che la parola segno, la parola gesto indicano tutto ciò che poi, in qualche modo, diventerà espressivo per l'uomo: il modo di camminare, il modo di parlare, il modo di scrivere, il modo di essere, eccetera… ma sintetizziamo e stiamo nel nostro segno. Allora, il gesto sì, il gesto comprende tutto il nostro corpo: modo di respirare, atteggiamento, modo di vestirsi. Insomma, è una cosa globale che ci rapporta… rapporta alle nostre idee con noi stessi e noi stessi col mondo fisico e perciò è già in sé una… espressione - il gesto - di qualche cosa che viene da noi in quanto in un contesto molto grande, il mondo, chiamiamolo così, per intenderci, va bene? Per quello che riguarda noi, il nostro corpo, il nostro essere nei... nei luoghi e… appunto - siccome tutto poi va sempre razionalizzato, mischiato a memoria - nei luoghi e nelle idee, l’insieme. Allora, ti dicevo, il gesto, che si trasferisce poi in impulsi musco… nervosi, muscolari, cioè, è un impegno fisico, ma già porta in sé tutto quello che il segno esprimerà in sintesi. Naturalmente sono delle cose… in… in cifra, che nessuno può leggere se non poi in un complesso di segni. Ma se si dovesse fare un'analisi del segno, sono queste le cose che bisogna guardare. Le cose elementari - elementari perché sennò non le possiamo capire - le cose che possiamo in qualche modo confrontare tra loro, perciò in qualche modo misurare e confrontare come qualità. Allora, ti dicevo, il gesto comporta violenza o no, velocità o no, direzione, ampiezza: tutte cose fisiche, come vedi, perciò anche abbastanza misurabili, che però sono quelle che determinano la qualità del segno.