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Stefano Totoro: [00:06:49] Ha cominciato ad avvicinar.. In che modo lei si è avvicinata?
Pia D.Berlucchi: [00:06:51] Beh, mi avvicinavo, cominciando… no venendo naturalmente in azienda, allora addirittura si producevano, cosa le devo dire, 40 mila bottiglie, 30 mila, 50 mila bottiglie e venivano i clienti col camioncino a prendere le bottiglie loro. Io venivo due mattine alla settimana, mi ricordo che nell'inverno c'era una stufetta – in queste cantine, come lei sta vedendo, con zone del 1300 fino ai giorni nostri, non c'era un ufficio riscaldato perché con la mezzadria mica serviva - allora c'era una stufetta che veniva accesa dal custode quando io venivo la mattina a vedere e mi barcamenavo con le prime cose, le prime contabilità, usando, tutto sommato, il buon senso che ha una donna. Perché, in fondo io, ancora oggi, sostengo che il bilancio della Fiat, il bilancio della Fratelli Berlucchi - che è molto più piccolo - il bilancio di una famiglia, segue la stessa linea: spese - ricavi, dare - avere. Non cambia, cambiano le dimensioni, cambia il concetto di investimento. Però, come nella famiglia, uno deve stare molto attento alle spese e ai ricavi sennò la situazione non va avanti. E quindi io usai, così, il buon senso che secondo me l'equilibrio… fa parte della mente femminile e poi cercai di imparare da tutti: imparai dalle banche quando andavo in banca, dal commercialista imparai … Il problema è quello di umilmente ascoltare e farsi spiegare e non vergognarsi di dire che non si è capito. Perché se uno non ha capito glielo rispiegheranno, no? Ecco quello che noto oggi in questi giovani, che non capiscono, dicono di sì perché si vergognano a dir che non han capito. Ma dì che non hai capito, lo… cambiamo modo di spiegare, no? Invece si vergognano, invece ci vuole un po’ di umiltà, perché anche oggi sbagliamo in continuazione, io ancora oggi quante volte dico a un direttore di banca: "Senta, non ho capito questo passaggio, mi spieghi questo passaggio ". E il direttore me lo spiega no? Come io posso spiegare al direttore un passaggio di lavoro della cantina.
Stefano Totoro: [00:08:56] Certo.
Pia D.Berlucchi: [00:08:57] Cioè, una cosa è uguale all'altra, no?
Stefano Totoro: [00:08:59] Quindi lei quando è entrata si occupava più della contabilità che di altro.
Pia D.Berlucchi: [00:09:04] Ma sì, sa allora c'era magari solamente un operaio o due . Cioè, no… Io mi occupavo di tutto, mi occupavo di tutto. Perché, non so, per contabilità intendiamo anche, che so, un operaio che deve essere pagato, una fattura che deve esser pagata, una fattura che invece è in pagamento. Piano piano mi occupavo di queste cose e cominciai poi ad avere con me una signora, una ragioniera, che, insomma - chiaramente per queste cose ci vogliono i ragionieri - ed insieme - ancora c'è ancora questa signora oggi, infatti c'è un grande affetto fra di noi perché abbiamo cominciato... No, lei già cominciava, già lavorava, già da tempo, ma poi venne con noi. E la situazione poi, piano piano, diventò, direi, sempre più importante perché… si cominciarono ad avere dei rappresentanti e da un rappresentante oggi ne abbiamo quasi sessanta. Quindi c'è tutta una gestione di marketing enorme, enorme. D'altra parte, volendo mantenere il canale Horeca di vendita - e per canale Horeca intendiamo solo la piccola distribuzione, quindi ristoranti, enoteche, gastronomie, bar, escludendo la grande distribuzione - se vogliamo tenere questo livello di vendita, di marketing, dobbiamo avere molti rappresentanti. Mentre, se uno decidesse di vendere alla grande distribuzione chiaramente dimezza, tri-mezza il lavoro d'ufficio.