Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e stabilisci le giuste corrispondenze.
Stefano Totoro: [01:03:04] E questa passione che per disegnare le auto poi ce l’ha anche quando guida? Cioè nel perdere…
Giorgetto Giugiaro: [01:03:10] Ma non è la stessa cosa. Cioè, guidare fa parte di un piacere che hanno tutti, no? Quello di… chi più, chi meno. E… per me, guidare è verificare dall'interno, quello che tu fai nell'impostazione dall'esterno. Quindi, ti rendi conto quando, ad esempio, fai questi piantoni sempre più inclinati, che, per effetto prospettico, quando guidi, te li vedi così. Ma io ho incominciato che erano qui. E invece io guidavo e avevo il piantone qui, così, dritto. Perché le vetture avevano altri angoli di parabrezza, altri angoli di ingresso. E poi, via via via abbiamo trasformato questo guscio. E allora, quando lei entra in macchina, io lo vivo come… osservazione che dall'interno mi dice come dev'essere l'esterno. Quindi… uno del… degli aspetti è il piantone di guida. Se lei sale su una macchina degli anni '60 e sale su una macchina di oggi, lei troverà che si allarga la visuale di sinistra, si restringe quello che è la visuale… E poi ci son le norme, no, che gli dicono: non oltre quest'angolo. Quindi c'è tutto un… un vivere, per me, l'interno - o la guida - come verifica di quello che faccio all'esterno. Però il piacere è immaginare e poi veder… realizzato. Ovviamente, siamo in un… in un mondo di visione di… tanti oggetti e tante forme di mezzi. Per cui, c'è un dare e avere, no. Cioè, da un'idea me ne viene un'altra per essere differente. E io creo, sulla base di quello che esiste,faccio delle differenze, cioè io non invento niente, faccio delle invenzioni di differenza. Queste differenze - io dico sempre che - si riducono sempre più. Per cui la gente dice: “Sono tutte uguali queste macchine”, come quando vai in… arrivano in Cina e dicono: “Son tutti uguali i cinesi”. Non è vero. C'è questa differenza così sottile, ma enorme. Come nello sport: si arrivava mezz'ora prima, adesso con pochi centesimi, il grande campione di sci, a millesimi, è il campione. Il secondo, neanche se lo ricorda nessuno… si ricorda, quello che è arrivato un secondo prima. Allora vede, cioè, noi finiamo per essere dei frustrati perché vediamo questi secondi come importante della forma, che la maggioranza del pubblico dice: “Son tutte uguali”. Quindi, ha il premio e il castigo.