Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e indica se l'affermazione è vera o falsa.
Steno Marcegaglia: [00:05:59] A 29 anni - dopo che avevo accumulato un grande patrimonio di un milione e mezzo di lire - comincio affittando un piccolo capannoncino di 90 metri quadrati e, con due apprendisti, comincio l'attività di fare il ferro per le serrande avvolgibili. Siamo nel 1960, quindi allora eran di moda le tapparelle. Producevo un ferro molto semplice, per fornirlo a coloro che erano fabbricanti di tapparelle. Però - cominciai con due apprendisti - però un po' alla volta il costo della materia prima per fare le guide per tapparelle era superiore alle guide stesse; allora, da incosciente, spendo quel milione e mezzo di lire - ovviamente, siamo nel 1960 - e compro dei rottami. Comincerò con la gente di Gazoldo - che erano dei bravi zappaterra, dei bravi salariati fissi, quindi squalificati - coraggiosamente a fare qualche lavoretto; ero ridiloc… ridicolizzato dalla gente di Lecco perché senza soldi - con tanta voglia di fare - e senza esperienza volevo fare qualcosa che era difficile. Questa mia gente che era... Questa gente che mi ridicolizzava erano i figli di imprenditori che avevano lasciato i mille metri quadrati di capannoni, che per me era un sogno, contro i miei 90. Loro producevano già allora qualcosa come 10.000 tonnellate l'anno, mille tonnellate al mese; io cominciai con 100 tonnellate al mese. Andavo in giro da questi signori a raccogliere le risulte - come uno che compra gli straccetti per fare i vestiti delle bambole - e con le risulte cominciammo a ricavare dei nastri che poi trasformavano in ferri a U. Bene, per farla breve: senza soldi, senza esperienza, addirittura avevamo questo capannone in affitto che possedeva, che era dotato di 6-7 kiloWatt; volevamo che con 6-7 kiloWatt, una macchina da 30-40 KiloWatt funzionasse. Evidentemente funzionava per due minuti, poi si riscaldavano i fili … di piombo, che noi chiamavamo "Zeus". Lo "Zeus" era una scatola di ceramica, dove i due fili di rame venivano interrotti con due fili di piombo, perché se si consumava più corrente di quello che era permesso i fili di piombo si fondevano, e si rimaneva senza corrente. Allora io dico: "Ma, siccome i fili di piombo fondono ad una temperatura di 400 gradi, se io sostituisco i fili di piombo con i fili di rame, non succede più niente". Infatti, volevo che il laminatoio con 30 kiloWatt funzionasse con 6 kiloWatt. I fili di rame non fondevano più, ma fondevano i fili di piombo che erano nella cabina comunale: così tutti restavamo senza corrente! Per dire che ha del folkloristico. Comunque: voglia di fare, comincio a crescere, guadagno. La mia era un'economia basata sulla cambiale, quindi i miei genitori... Mio padre era ancora prigioniero in Africa e mia madre era una donna di lavoro che… che lavorava presso dei parenti, faceva la cameriera, insomma. Quindi, mezzi pochissimi, sempre meno, anche perché una parte di quei soldi li sciupavo a fare degli esperimenti. Comunque, un po' con… continuavo a fare il libero professionista, un po' con quello che guadagnavo, un po' con… gli aiuti che chiedevo alle banche da birichino, perché andavo da una banca, e mi facevo dare un milione di finanziamento, perché ce la mettevo tutta, perché mi presentavo bene; andavo dall'altra banca, e avevo un altro milione senza dire che avevo già avuto altri soldi da altre banche. Ben, per farla breve: grande fiducia, le banche erano tante, il milione era tanto. Così cominciai a ingrandirmi, trovai grande fiducia nel <em>Mediocredito Regionale Lombardo</em> - allora vi era il professore Giordano dell'Amore - un bel momento. Ebbi molto coraggio, chiesi molto denaro e, nel giro di due o tre anni, ebbi finanziamenti per costruirmi un capannone da 1.400 metri; poi un altro da altri tremila, e un altro da 1400. Questo in poco tempo, indebitato fino all'osso. Si lavora - si lavorava 15-16 ore al giorno - eran tutti apprendisti, non si pagavano i contributi, facevamo quello che potevamo come tutti gli italiani di allora.