Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e stabilisci le giuste corrispondenze.
Stefano Totoro: [00:50:13] I Suoi figli si sono immedesimati, come lei, all'interno dell'azienda?
Loris Meliconi: [00:50:18] Sì, Purtroppo sì. Dico purtroppo perché delle volte anche loro non fanno ferie, abbiamo la casa a Milano Marittima e… andiamo il sabato e la domenica mattina, il pomeriggio partono, si viene a casa. Sono attaccati all'azienda perché la vivono come me. Forse hanno il mio Dna, probabilmente... A venire in azienda, gliel'ho chiesto, son venuti loro. Non è che gli ho detto: “No, da domattina si fa…”. No, no. Riccardo ha iniziato a lavorare in azienda. Sa dove è andato nel primo lavoro? È andato in magazzino, a caricare e scaricare i camion per controllare la merce che andasse via. Dopodiché è andato nel reparto plastica e poi a… alternava, con me le fiere. Poi un bel giorno gli dissi: “No, basta. Tu bisogna che stai fuori. Bisogna che ti metti in moto, bisogna che andiamo a...”. E allora… Ma fece due anni in magazzino e un anno, o qualcosa del genere, nel reparto plastica, che avevamo una ventina di macchine della plastica.
Stefano Totoro: [00:51:17] Quindi lei, in pratica, gli ha insegnato prima dalla base e dopo....
Loris Meliconi: [00:51:19] Sì. Come Patrizia, quando entrò in azienda, noi avevamo due impiegate di vecchio stampo, che una di queste, naturalmente, poteva essere, diciamo, il suo insegnamento, ecco. Però, Patrizia, era molto brava a scuola. Ebbe dei bellissimi voti. Di conseguenza, si inserì, nel giro di 7-8 mesi, non di più. Era molto piccola l'azienda a quell'epoca, attenzione. Eravamo in una quarantina, trentina… quarantina… allora tre impiegate. Di conseguenza...
Stefano Totoro: [00:51:55] Adesso è…?
Loris Meliconi: [00:51:55] Eh beh, adesso siamo arrivati sui 200-250 - fra una storia e un'altra - qua. Più, ne abbiamo una Milano e una Ferrara di stendini.