Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e ordina correttamente le frasi.
Stefano Totoro: [00:59:10] Però oramai qualcuno me lo deve raccontare.
Loris Meliconi: [00:59:13] Mah… Eh… Cosa vuole… gli aneddoti… Il più grande è stato quello del fondo. Quando il Bologna mi offrì 25 milioni in un mese (…) presi un milione e nel giro di dieci minuti mi sembrò scoppiasse la... Le racconto uno indietro… di questo. Io presi quei soldi e giocai in notturna. Allora andai a casa da mia mamma. Gli portai il contratto, che mi avevan dato questi soldi, mai visti in vita nostra. Mia mamma, intanto vedo che, dal letto, si veste. Dico: “Dove vai, mamma?” – “Ah, te… per giocare il pallone, ti han dato questo, questo...” – “Sì, eh, mamma” – “Bene. Dov'è questo signore?”, dico: “Mamma è qua al Baglioni, all'hotel Baglioni, in via Indipendenza”. Io abitavo in via Marconi. Perciò, allora si veste. E dico: "Scusa ma cosa fai?" Io ero in calzoncini corti, ho finito la partita, canottiera; a quell'epoca giravo così anche di notte, perché era… era d'estate. “Andiamo!”, dico: “Dove andiamo?” – “Andiamo da questo signore che ti ha dato sti soldi, perché per me è inconcepibile. Per dar dei calci a un pallone? No, adesso, io e te ci andiamo”. Con quel certo cenno che io conoscevo, che dopodiché, erano, molte volte, anche qualche schiaffone, eh... Eh. Allora, io, tutto un dolore: “No, non ci andiamo” – “Tu ci vieni, perché se son soldi giusti, tu ci vieni”. Insomma, le dico, all'una di notte mi accompagnò all'hotel Baglioni; in portineria, vedendomi così, non mi fecero entrare. Parlammo dal vetro, dissi che avevo bisogno del commendator Neri. Telefonarono su. Io vidi, al Baglioni, il commmendator Neri, che veniva giù dalle scale, che aveva sicuramente, un scendi letto, di velluto rosso, mi sembrava di vedere… di venir giù il Padreterno, dentro di me mi tremavan le gambe. Quando arrivò giù disse: "Dimmi, cosa c'è?". Dico: “Ma, mia mamma vuol sapere..." Ma lo dissi quasi tartagliando. Allora questo qua mi rasserenò con un sorriso - che me lo ricorderò tutta la vita - e disse: "Guardi signora, son contentissimo di aver visto una mamma che si è preoccupata, a questo estremo perché” dice: “Io, che dormivo eran già due ore. Comunque, stia tranquilla, son soldi giusti e son soldi che suo figlio… ne guadagnerà sicuramente, perché ha delle qualità”. “Va bene” mia mamma si mise a piangere, perché…
Stefano Totoro: [01:01:33] Erano tanti!
Loris Meliconi: [01:01:34] Erano tanti, feci una figura... e via… E Tornammo a casa, che non le dico, nell’andare a casa, io correvo, saltavo per aria, mi sembrava di stare facendo un'altra partita di calcio. Perché mia mamma m’aveva sciolto da un eventuale dubbio. Cosa che, in casa mia, non poteva esserci, perché non le dico quanto era severa. Perché il mio babbo non l'avevo, essendo morto in Africa, nella guerra dell'Africa.
Stefano Totoro: [01:02:01] Un aneddoto, che lei ricorda con piacere, legato più al lavoro?
Loris Meliconi: [01:02:04] Eh Dio… Eran tutti aneddoti che… quello che spesi tutti quei soldi, per raddoppiare la produzione, quella mi… non mi fece dormire diverse notti. Il resto, una gran… scombussolamento, son sempre stato un carattere che, anche davanti a delle cose scossanti, non mi muovevo molto, ecco, ero... Son stato ottimista, tutta la vita. Cioè, io ho 76 anni, non riesco mai a pensare, che… sì ogni giorno è uno meno, uno meno, uno meno... Ma non riesco, non mi fa effetto, non mi dice niente.