Leggere il testo ed inserire le parole mancanti.
Attività di Cloze
Sempre all’interno di "Utilità della memoria", c’è molto viva presente la presenza di Parigi. Parigi che, come ho detto, scoperto nel 1953, che è stato per me proprio – come dire? – lo scrigno […] di i possibili tesori, di tutte le ricchezze, di tutte scoperte, mi sembra di essere veramente nata 1953 con la mia fantasia, con tutto. Parigi l’ho lasciata quattro mesi dopo l’arrivo, con questa prima di studio e mi ricordo i pianti disperati alla Gare de Lyon, convinta non sarei più potuta ritornare. Perché? Eh, perché allora la distanza Torino a Parigi – sembra strano, oggi ci ridere, ci fa sorridere – ma era comunque impegnativa. Io avevo mai passato la frontiera, non riuscivo a immaginare fosse un paese straniero. E avendo profondamente studiato la e la letteratura francese, essendomi addirittura laureata su Proust e differenze stilistiche dal romanzo di Proust, avevo ormai assunto Parigi in mia mitologia privata; mi sembrava che Parigi fosse stata un’invenzione poeti, ma che non esistesse realmente come città.