Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e stabilisci le giuste corrispondenze.
Attilio Bertolucci: [02:00:26:38]
Verrà l'inverno e della capanna farà un presepe deserto, una villa rustica nel lontano Occidente. Una sera di nubi rosee, azzurre agli occhi inumiditi, la porta di casa s’aprirà con molti gridi, il crepuscolo entrando negli anditi lunghi si scontrerà con i ragazzi usciti a festeggiare la stagione, mite improvvisamente. Oh, ritrovata allora nella luce che all'appressarsi della notte, più e più limpida, buia e sulla terra felice, antro intatto appena celeste sulla bocca di nevosi riflessi. Chi è entrato per prima leggero con un salto chinandosi dice alta la meraviglia del tepore che l’accoglie, gli bacia le guance e le ginocchia ruvide dei giochi. Ma l'aria si rivela già troppo scura di fuori. Breve gioia, ormai sei consumata al finire d’un giorno, chissà quando ieri o domani, nel tempo che l’inverno declina. Le stagioni vengono e vanno, Maggio è tornato e non ce ne siamo accorti che quando abbiamo visto tentennare con giocondo barbaglio una lucerna fra le ombre del giardino e inondare la tovaglia, verniciare il rosso delle ciliegie, i nostri occhi incantati presto gravi di sonno, troppo presto, mentre in chiacchiere e in fumo va la sera. E tu voce assolata che ci svegli l'indomani nel verde delle imposte chiuse, aperte già e te ne sei andata, siamo caduti in una rete d’oro mista di raggi e foglie, la mattina indugia, il tempo non finisce mai.