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Roberto Rossetti: [00:22:41] Ecco, appunto invece parlava del teatro, questa è la sua preferenza, ecco. Nel teatro… è la solita domanda, quali autori… quali autori preferisce? E poi quali personaggi?
Riccardo Cucciolla: [00:22:53] Bene, un po' per i… per i… i miei connotati, diciamo, di attore, il tipo di… di teatro che io preferisco è quello… diciamo… Pirandello, Cechov. Cioè non è il teatro molto esibi… esibito, sarei per dire, molto… desidero incontrarmi con un teatro molto interiorizzato. E quindi che comporti, appunto, questi famosi sforzi… però sono straordinariamente appaganti per me, ecco, questo è un modo di recitare che mi si confà molto. Quindi, questo genere è quello che io vado inseguendo e per strana combinazione, alla mia fresca età di 63 anni, io non ho ancora recitato una commedia di Pirandello, io che mi sento proprio nato, fatto, per dire… per… per essere… per un personaggio di Pirandello, non ho avuto ancora la felicità, tranne il solito… fiore… l’Uomo dal fiore in bocca, che tutti gli attori recitano, che tutti i recital di attori, così… conoscono eccetera eccetera. Altrimenti non mi è stato mai possibile. Però, voglio dire, questo è il tipo di teatro. E, combinazione, quest'anno io ho fatto una prima regia di una cosa scritta da mia moglie - ecco il personaggio che appare nel mio racconto di oggi, la mia seconda moglie - non la madre dei miei figli, ma la madre del mio prossimo figlio. E lei scrive, scrive delle cose di questo tipo, di questo genere. Ha scritto una commedia che si intitola Piccioni, che noi l'anno scorso abbiamo portato in scena e che continueremo a re… a replicare quest'anno e che vive di queste atmosfere. Qualche critico ha parlato di atmosfere cechoviane, sì perché di fatti si avvale di… di… di scambi psicologici, di… di terribili pause, che parlano così tanto da sole da non disturbare l'ascolto del pubblico. E quindi, combinazione, mi sono ritrovato a mio agio. Poi per ese… se vogliamo parlare del doppiaggio, abbiamo detto il doppiaggio… il doppiaggio… o la televisione… in televisione ho fatto delle cose che mi hanno molto… reso felice, diciamo. Però, è sempre un gradino in meno rispetto al teatro - questo dal punto di vista emotivo, dal punto di vista della recitazione - però è un gradino in più rispetto al cinema, perché ti dà la possibilità di… non so… recitare una scena completa. Sono le interruzioni, sono le... le gravi difficoltà per un attore, che non voglia disporre di una tecnica, ogni volta che debba fare una qualche cosa. Quindi quando si… quando… la tecnica non esiste, ma esiste solo come… come sola risorsa la concentrazione eh, allora son complicate le cose, questo è il punto.