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Riccardo Cucciolla: [00:34:59] L'altro ieri, io ho preso - come suol dirsi - di petto, un ragazzo che c’aveva una faccia… sembrava un… proprio un… un violento, uno che veramente… così, sghignazzava su tutto… e dico: “Senti figlio mio, guarda che io sto facendo un discorso per te” - era un discorso molto importante sulla pace e sulla guerra, eccetera – “E ti voglio dire una cosa, è rivolto a te perché noi stiamo parlando di guerra, spesso gli adulti dicono che i ragazzi son ragazzi, tanto non capiscono niente, vo… pensate a gioca’ voi, pensate a giocare e a fare… Non è vero, non è giusto, perché tu fai parte di un contesto sociale, che… ben attivo già alla tua età. Tu, tra 4-5 anni, dovrai rispondere della tua personalità, della tua opinione, per iscritto perché puoi modificare il volere di un governante eccetera eccetera. Voglio dire, quando io ti faccio ascoltare il pensiero di Einstein, o il pensiero di Neruda, o il pensiero di Danilo Dolci - a proposito della pace o della guerra - io ti dico, che ti coinvolgo in un discorso che ti interessa, perché tu sei il protagonista diretto di questo discorso”. È chiaro che il ragazzo comincia a dire: “Un momento, ma qui si parla di cose che mi intere… mi riguardano, si parla con semplicità, discutendone, litigandone”, sarei per dire. Però l'importante è - passando ad altro argomento - parlando di… dei Promessi Sposi: se io ti leggo il pezzo in cui, Don Rodrigo impazzisce perché viene… viene a contatto anche lui con la peste eccetera eccetera… e te lo leggo con la dovuta partecipazione, è chiaro non asetticità, perché non si posson leggere in modo asettico… asettico le cose, ma con la dovuta semplicità e il ragazzo dice: “Ma, oh, sto Manzoni che mi fa venire la barba, a un certo punto, ma… ma scrive così bene? Ma quando descrive la madre di Cecilia, radiografa in… in questo modo così tanto strepitoso questa donna? Allora va… va considerato, è un uomo di altri tempi, ma… però mi insegna a descrivere un personaggio, a… co… a… a… come dire… a capirlo, a… a leggerlo attraverso quello che è stato scritto”. Quindi il nostro modo di entrare nelle scuole è proprio questo ed è un… un modo, diciamo, artigiano. Io non ho dei grandi apparecchi di amplificazione, non mi interessa molto. Siamo io e mia moglie, leggiamo spesso, ma l'importante è che i ragazzi vengono incontro e dicono: “Io sono venuto qua per evitare di… di fare 2-3 ore di matematica o di fisica… eh, ma devo dire che adesso sono contento, adesso ho capito un pochino di più della poesia, adesso che mi vado a leggere queste cose che voi avete letto, perché mi interessa”. Oppure in un ambiente… che solitamente considerato ambiente di ladri, di Roma - è inutile che stia a descriverlo - noi siamo andati a scuola abbiamo letto eccetera e, siccome noi dopo aver letto questi nostri… questi testi, che loro studiano, che noi abbiamo estrapolato dalle loro antologie, chiamiamo i ragazzi a parlarne, a farne un dibattito. E beh, uno di questi m'ha detto un giorno "A me me piace il rock'n'roll, però Leopardi letto da Cucciolla se po' pure fa’". Cioè, questo modo greve, violento, ma così tanto bello, è… è una medaglia a un certo punto: benissimo, allora si continua, allora la strada non è… non è proprio completamente sbagliata. Questo è il punto, io faccio guerra agli altoparlanti, ecco.