Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e scegli la risposta giusta.
Luciano Lucignani: [01:00:32:06] Negli ultimi giorni avevo conosciuto, intanto, Brecht, che mi aveva, così, stretto mollemente la mano, passandosi il sigaro da destra a sinistra - un sigaro spento, un mozzicone di Toscano che lui teneva sempre in bocca - e negli ultimi giorni si sparse la voce, che ci sarebbe stato un attentato, che c'era una bomba messa in teatro. Questo perché? Perché Brecht era tedesco orientale, diciamo, e comunque simpatizzante - perché non era iscritto, credo, in quel momento - del partito comunista della Germania Est, però lavorava nella Germania Ovest, e a quelli della Ovest questo dava fastidio. Lui si è sempre contraddistinto per questa posizione ambivalente: viveva a Berlino Est, dove aveva il suo teatro che era il Berliner Ensemble, però lavorava a Berlino Ovest, a Monaco e anche a Berlino Ovest appunto, poi lavorava nella Germania occidentale e aveva la casa editrice in Svizzera, dove andavano, credo, i suoi diritti. Era una maniera di salvaguardare la propria indipendenza, che del resto lui aveva già teorizzato in precedenza, quando la Germania era una sola, ma nazista. Comunque sia - questo per spiegare semplicemente perché si era sparsa la voce che ci sarebbe stato un attentato, una bomba - il teatro fu invaso dai poliziotti, dai pompieri, dagli artificieri e per 48 ore nessuno di noi poté nemmeno muoversi proprio, perché se si spostava da una poltrona a un'altra bisognava spiegare il motivo per cui l'aveva fatto, e per me questo diventava sempre un po' complicato. Non c'era nessuna bomba, non accadde nulla, e alla sera della prima lo spettacolo filò via liscio dal principio alla fine. Io non sapevo il tedesco, non avevo ancora letto - perché non esisteva la versione italiana ancora - Madre Coraggio e i suoi figli, ma, devo dire, si capiva perfettamente tutto. Quando lo lessi in italiano, appena uscì pubblicato da Einaudi - quei piccoli volumetti grigi, della Piccola Biblioteca Einaudi, mi pare – scoprii che tutto quello che c'era scritto io lo avevo perfettamente capito, cioè sapevo esattamente la trama, le situazioni, i motivi, tutto quanto, le battute in un certo senso. E la sera del… della prima, il successo fu incredibile, non avevo mai visto, fino allora almeno, un pubblico alzarsi e rimanere per circa dieci minuti ad applaudire senza gridare “Bravo!”, senza fare nulla di quelle manifestazioni di eccessivo calore, che sono tipiche degli spettacoli italiani, ma applaudendo come si applaude un capo di Stato, come si applaude, non so un... un personaggio importante. Brecht nella sua divisa pseudo-militare alla cinese, cioè grigia con l'abbottonatura centrale, colletto alto, pantaloni, tutto quanto di fustagno, si inchinava, così facevano gli attori e naturalmente si vedeva che sprizzavano felicità. Subito dopo lo spettacolo, com’è nelle migliori consuetudini, credo, del teatro di Monaco, andammo tutti quanti in una birreria, e lì attraverso Bentley che mi faceva da interprete io chiesi a Brecht il permesso di rappresentare Madre Coraggio in Italia. Forse per l'atmosfera, forse perché gli ero simpatico, forse perché Bentley gli aveva parlato bene di me, non lo so, fatto sta che io ottenni questo permesso. Mi disse: "Sì sì, va bene, quando è a Roma mi scriva e io le manderò in risposta la mia autorizzazione". Poi prese un volume tedesco, l'edizione di Madre Coraggio e i suoi figli in tedesco, con una bellissima fotografia dello spettacolo in copertina, lo aprì e mi scrisse una dedica, che ancora conservo: a Luciano Lucignani Mit Kameradschaft, con cameratismo, con amicizia.