Leggi il testo della trascrizione del frammento dell'intervista e indica se l'affermazione è vera o falsa.
Michele Coccia: [00:14:39] Io ricordo l'impressione immensa che ci fece Funaioli alla prima lezione, tra l'altro non si rendeva conto che noi fossimo delle povere matricole e quindi cominciò a dire che avremmo letto Virgilio con l'aiuto di Servio, quando noi a malapena sapevamo chi fosse. Ci consigliò quella edizioncina di Co… di Colombo della SEI, che secondo lui costava 6 lire e purtroppo ne costava molte di più. Quindi, ci parve, appunto, come pio… piombato - allora non si parlava di extraterrestri, ma insomma - da un pianeta diverso, perché effettivamente, così, il primo impatto... E poi invece scoprimmo la sua grande umanità e soprattutto questa… questo fascino, col quale lui ritornava su questo libro proprio per chiudere, direi, parabolicamente la sua carriera, perché erano gli studi dei suoi primi anni, credo, almeno lui così ci disse: che aveva voluto riprendere questo argomento nell'anno conclusivo.
Ettore Paratore: [00:15:38] Negli anni precedenti il corso sul secondo libro dell'Eneide, egli lesse Cicerone… scrittore di retorica e autore anche delle Catilinarie, Orazio e Catullo. Fu proprio il corso virgiliano che mi fece sentire un Funaioli diverso da quello cultore della letteratura aurea, che mi… che invece mi si era rivelato nei precedenti tre corsi. Nel corso virgiliano, data la maniera in cui egli aveva saputo sottolineare i momenti più patetici del secondo libro, io sentii maturare entro di me il congiungimento, la correlazione fra quella che era la mia conoscenza della letteratura latina e quella che stava diventando la mia conoscenza, invece, della letteratura europea moderna. Conoscenza che continuò a e… a evolversi e a maturare dentro di me per lunghissimi anni, posso dire che fino agli anni '50 io mi sono rivelato scrittore soltanto nei riguardi della letteratura latina, non ho parlato altro che di autori latini. A cominciare dalla fine degli anni '50, io invece mi volsi, per buona parte, anche a quelli che erano autori di letteratura medievale e moderna. Cominciarono i miei scritti danteschi, cui seguirono quelli manzoniani, quelli dannunziani, quelli in genere che mi hanno reso un comparativista. Tant'è vero che quando si è voluta fare a me l'onore di… di apprestare una miscellanea dedicata a me, questa miscellanea è stata composta ed è stata intitolata proprio in nome del comparativismo. E allora tutte le mie esperienze degli anni palermitani di formazione cominciarono a dare i loro frutti, dopo un lungo periodo di esclusiva limitazione alla letteratura latina.