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Paola Montefoschi: [00:07:40] Una vita, la sua, che si raccoglie tutta attorno a un grumo doloroso di esperienza, ad un fatto centrale ed epifanico, narrato nelle pagine, indimenticabili per tensione morale, di Il mondo è una prigione. I giorni di reclusione a via Tasso, a Regina Coeli, la paura, la presenza della morte, l'uscita dall'isolamento interiore e la scoperta, spezzate le sbarre della prigione del cuore, di una dimensione della propria esistenza da condividere con gli altri. Con il suo romanzo più recente, Il nome delle parole, uscito nel 1984, Petroni ha voluto, senza schermi e dimesso ogni riserbo, ricapitolare ancora una volta la sua storia. Non solo, con questo libro ci ha fornito una ulteriore chiave di lettura di tutta la sua esperienza umana e letteraria, una chiave che apre sulla dimensione più privata: dall'infanzia difficile a Lucca, costretto ad abbandonare gli studi per lavorare nella bottega di scarpe paterna, ai primi passi indipendenti a Firenze, in mezzo ai nuovi amici, al bar delle Giubbe Rosse, con i primi riconoscimenti, le prime pubblicazioni sulle riviste letterarie, le prime esperienze sentimentali; poi a Roma con il rifiuto del fascismo, la tragedia della Seconda Guerra, la liberazione, la conquista di un proprio territorio sereno di affetti familiari, di sicurezza professionale, di impegno politico. Petroni rivede tutta la sua vita in questo libro, come acquisizione progressiva di spazi. È curioso contare le volte che il termine «spazio» ritorna in Il nome delle parole, vera parola chiave di un'intera esperienza. Ancora un rapporto agonistico emerge, quindi, dalle pagine di Petroni, il racconto della sua vita è condotto in base al dissidio di aperto contro chiuso, spazi aperti da opporre a luoghi angusti, soffocanti, la famiglia, la scuola, la bottega, la provincia, le tante prigioni della vita. Spazio da conquistare, per permettere di crescere a - per usare le parole di Petroni - «Quel bambino smarrito, un po' rachitico chiuso nel fondo di un pozzo» che, secondo noi, ha continuato ad albergatore nello scrittore anche da adulto.