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Maria Luisa Spaziani: [02:00:13:32] Una poesia, Utilità della memoria, ve la leggo soprattutto perché dà il titolo al libro. Ho già accennato al fatto che io ho studiato per anni Marcel Proust, che è veramente, forse, l'autore di maggiore importanza che abbia avuto per me in tutta la mia vita, stranamente non è un poeta, è Proust, ma Proust era anche un grandissimo poeta. L'idea di Proust della memoria, della memoria volontaria, della memoria involontaria, ha sempre nutrito in fondo la mia fantasia ed è anche un po' difficile oggi immaginare una meditazione sulla memoria diversa da quella che è stata per Proust e in certa misura, prima di lui, per i grandi filosofi che l'hanno nutrito co… nutrito, come Bergson per esempio, e che poi con Boutroux e altri dovevano poi nutrire anche le idee sulla memoria che nutrono la poesia di Montale. Insomma, è una cosa nostra comune che era ed è nell'aria. Qui la memoria è vista, come poi succederà in altre poesie, come un fatto inutile, inutile in quanto ci dà soltanto il simulacro delle cose passate, ma non ce ne dà più la linfa vera, non ce ne dà più l'atmosfera, non ce ne dà più il sangue; e così io faccio il parallelo con Robinson Crusoe, che avrebbe dei soldi a Londra sì, sono di sua proprietà, ma non li può prendere, non li può usare e anche se li avesse nell'isola, non li potrebbe spendere.
Utilità della memoria
Altri guadagneranno ciò ch’io perdo
giorno su giorno, lentissimamente.
Avranno i sensi freschi, morderanno
rabbrividendo nella polpa acerba,
trasaliranno di delizia all’alba
se mai li sfiori un dito d’aria d’oro.
Ma io ricordo tutto, grazie al Cielo,
la memoria l’ho giovane e forte.
Forse che Robinson Crusoe sudando
per trarre una scintilla da due legni
non ricorda benissimo lo stipo
che incontestato a Londra gli appartiene,
dove un tesoro di mille ghinee
sta in saeculorum saecula aspettando?