Leggete queste parti dell’intervista di Carlo Belli e completate con le parole mancanti. Non importa se non completate tutto. Poi ascoltate il sonoro corrispondente per controllare quello che avete scritto. Fate attenzione: nel sonoro ci sono più parole che nel testo, cercate solo quelle che vi interessano.
Attività di Cloze
Intervistatore: Tu sei nato nel '03, quindi proprio ragazzino, eri ancora eh? Eri molto giovane. Ecco, e un'altra cosa: il periodo di Brescia?
Carlo Belli: Sono "gli anni di galera", li chiamo io. Il periodo di Brescia. Sai Brescia una bella città, ma i bresciani - io spero che qua ce ne siano - sono tremendi.
Intervistatore: Questi semmai sono i pronipoti quei bresciani.
Carlo Belli: "Oi te, come stet?", per dirti questo danno una pacca sulla spalla che ti mandano da e là. "Come stet te?", baam!
Intervistatore: Ecco, però, andiamo segreto: perché ti sei trovato male a Brescia? Raccontami bene.
Carlo Belli: Perché c'era educazione, non c'era senso di educazione, non come dirti.
Intervistatore: Ma questo nel giornale stesso? Nell'ambiente giornalisti?
Carlo Belli: Eh anche, eh, come no? Era diretto un uomo molto bravo - si chiamava Giaratana, un deputato bravo. Ma io ti dirò, il colmo dei colmi che è stato? Che in una città così rozza violenta son riuscito a portare "Petruska" di Stravinsky.