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Illy, Ernesto - 2006 - Milano

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Trascrizione

Valentina Furlanetto: 00:00:00 7 luglio 2006, Milano. Sono Valentina Furlanetto, mi trovo a Milano presso gli studi di Radio 24 per realizzare un'intervista al dottor Ernesto Illy, nell'ambito del progetto Voci del Novecento, l'Italia, dell'economia, dell'impresa e del lavoro, progetto avviato in collaborazione con la Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo di Roma. Dr. Illy le sue dichiarazioni saranno parte integrante dell'archivio della Discoteca di Stato Museo dell'Audiovisivo, sezione storia orale ove vengono raccolte le fonti orali per lo studio della storia contemporanea. Dottor Illy è mio dovere ricordare la sua facoltà -alla fine dell'intervista - di porre vincoli temporali alla consultazione di tutto o di parte dell'intervista e della sua eventuale trascrizione. Potrà inoltre decidere se mantenere per sé e per i suoi familiari il diritto di utilizzazione del documento o cederlo per la pubblica fruizione alla Discoteca di Stato. Dottor Ernesto Illy, grazie innanzitutto per essere qui con noi a Radio 24. Lei è il benvenuto, ovviamente lei è un nome importante sulle tavole di tutti gli italiani.

Ernesto Illy: 00:01:05 Sì sì, noi contribuiamo al buon umore degli italiani...

Valentina Furlanetto: 00:01:08 Di mattina, soprattutto, ma anche tutta la giornata.. Insomma gli italiani sono affezionati al caffè.

Ernesto Illy: 00:01:13 Ebbene, spesso è un rito che si ripete un'altra volta 4 - 5 volte al giorno.

Valentina Furlanetto: 00:01:17 Anche lei beve caffè?

Ernesto Illy: 00:01:19 Sì, è fondamentale perché il caffè ha questa magia straordinaria, stimola l'allerta perché lavora sul sistema simpatico, ma nel contempo rilassa. Quindi, cosa c'è di più bello di essere allertati e rilassati nel contempo.

Valentina Furlanetto: 00:01:34 Allora, lei ha preso le redini dell'azienda da suo padre che ha fondato questa grande azienda. Facciamo un excursus per capire come è nata Illy. In che maniera suo padre ha iniziato questa avventura. Poi come lei ha preso le redini dell'azienda?

Ernesto Illy: 00:01:55 Sa, tutti noi siamo stati polarizzati verso una tazza di caffè che sia inimitabile. E i problemi che si incontrano al caffè e la sua complessità chimica. Quindi il primo problema è che è chimicamente instabile. Si dice che il caffè irrancidisce in effetti, in pochi giorni, dopo tostato perde queste sue caratteristiche meravigliose, e ogni minuto che passa lo peggiora. Quindi mio padre, come prima cosa ha cercato di evitare questo. Certamente, si poteva utilizzare negli anni - quando questo è stato fatto nell'anno 33, il metodo del vacuum, del vuoto, perché l'ossidazione si pensava che a volte fosse all'origine di questo decadimento. Quindi eliminiamo l'ossigeno, eliminiamo il decadimento. Ma, in realtà quando li elimina l'ossigeno col voto elimina anche quello che fa il caffè caffè, cioè il suo aroma. Se lei tappa il naso, non distingue fra un caffè e una cicoria, lo apre e scopre subito dopo quale è il caffè. Quindi, la caratteristica del caffè non è il suo gusto, ma il suo straordinario aroma, dato da composti molto volatili che si accompagnano all'ossigeno quando si fa il vuoto. Quindi, si elimina sì il rischio di farlo diventare rancido, ma si elimina anche tutto ciò che fa il caffè caffè. Però l'idea di mio padre è stata di fare un vuoto brevissimo - e di sostituire l'aria con l'azoto che un gas inerte, sotto pressione - e con questo sistema si ottiene una fissazione degli aromi volatili sull'olio.

00:03:33 Tutti quelli che cucinano - e le signore lo sanno benissimo - sanno che senza i grassi, senza il burro, senza l'olio fare delle creme o fare delle salse è un problema difficilissimo. Perché i grassi sono i grandi fissatori degli aromi. E nell'olio del caffè che rappresenta ben il 16% per cento del peso, c'è tanto olio nel caffè. L'olio del caffè diventa il portatore, il fissatore, il trasferitore degli aromi sulla nostra lingua. Perché è così importante il grasso, perché quanto si fa espresso, una piccolissima parte di questo olio -circa 0,1 grammi viene emulsionato. E questa emulsione finissima, sono delle micro bollicine, micro bollicine di olio che hanno le dimensioni di qualche micron - bisogna guardarle con un potentissimo ingrandimento per veder danzare nel moto browniano sotto un microscopio. Molto bello da guardare. - Queste bollicine si fissano sui nostri recettori del gusto - della lingua e lì rilasciano per mezz'oretta un'aroma, che se il caffè è buono è un invito a prendere un altro e a ricordare un'esperienza straordinaria, e se è cattivo è una tortura che non si riesce a toglierselo se non con un po' di latte - perché i grassi non sono solubili con l'acqua - quindi sono lì attaccati alle papille gustative e ci danno questi effetto. Che possono essere bellissimi o negativi, ma difficilmente eliminabili.

Valentina Furlanetto: 00:05:05 È un piacere sentirla parlare del caffè, perché c'è una mescolanza di poesia e di ricerca anche, lei è anche stato insignito di una laurea honoris causa all'Università no, la ricerca proprio...

Ernesto Illy: 00:05:19 Beh, io sono un chimico, - ho studiato anche biologia molecolare, - perché la chimica della vita è tanto complessa che si può capire solo con questa raffinatissima evoluzione della chimica tradizionale. Ho avuto la laurea in food science, nella scienza degli alimenti, all'Università di Udine. Che è la seconda università, pochi sanno questo, dopo Milano, seconda università per importanza nel mondo degli studi sugli alimenti, è Udine. Quindi, ho avuto questo importante riconoscimento che mi fa piacere. Insomma l'ho avuta a 80 anni, (ride) prima a 21 anni - perché mi sono laureato giovanissimo - e una seconda a 80.

Valentina Furlanetto: 00:06:01 A ventun anni si è laureato, giovanissimo veramente, un record.

Ernesto Illy: 00:06:07 Beh, io ho saltato prima tutte le strade intermedie, ho fatto dei salti nel passare dalle elementari alle medie, poi ho saltato ancora le medie, quindi ero in avanti di un paio d'anni. Ah'be, chiaro, la fretta ci vuole. Non si deve perdere tempo a scuola.

Valentina Furlanetto: 00:06:24 Uno studente modello a scuola lei?

Ernesto Illy: 00:06:27 Beh, la scuola è un elemento importante, ma non è sufficiente. Perché guai se ci si ferma a scuola, la vita stessa è scuola, bisogna imparare continuamente, perché il mondo evolve in una maniera straordinaria. Quello che io ho appreso, quando mi sono laureato, oggi sembra antico, sono cose completamente, quasi alchimia. Oggi, la scienza chimica è una scienza che permette di definire con analisi delle molecole nei computer e coi percorsi che fanno gli elettroni, in che maniera si legheranno con i nostri recettori, per esempio del gusto dell'olfatto. E questo, è una cosa che non si poteva neanche immaginare che fosse possibile. Quindi, oggi la scienza non è più una ricerca accidentale di un evento, si va a colpo sicuro, se la molecola ha questa struttura si legherà con il recettore e avrà questo effetto.

Valentina Furlanetto: 00:07:23 Ha studiato chimica per un suo interesse personale o proprio legato all'azienda a quello che avrebbe fatto poi per l'azienda?

Ernesto Illy: 00:07:31 Se la chimica è la scienza della complessità e il caffè è un prodotto di una complessità straordinaria. E' complesso in tutte le sue caratteristiche - è complesso come genetica. Pensi, che noi esseri umani abbiamo 46 cromosomi e l'arabica ne ha 44. Quindi il manuale del nostro DNA contiene 3 miliardi di parole, circa un volume un po' grossino. Ma quello del caffè ne contiene 2 miliardi e 400 milioni, quindi è di una complessità straordinaria. Ma, è complesso anche nel mondo come interagisce con l'environment, con l'ambiente in cui la pianta è situata. Perché, la cosa che pochi sanno, è che i geni lavorano con sotto un direttore d'orchestra, che è una molecolina piccola, simile al Dna, ma che non è uguale, che si chiama Rna. La quale decide - in funzione di dove la pianta vive - che gene deve lavorare e che gene deve riposare. Quindi, la stessa pianta vissuta e analizzata a 500 metri, a 1000, a 2000 dà dei prodotti totalmente diversi, perché il direttore d'orchestra stabilisce chi deve parlare e agire. E quindi a 2.000 metri la vita più dura, la situazione di temperature sono più alte e quindi le piante esprimono in queste condizioni, aromi gentili e straordinari che noi associamo col caffè cresciuto in alta quota.

Valentina Furlanetto: 00:08:56 Quando la Illy nacque, con suo padre, si occupava anche del cacao, no?

Ernesto Illy: 00:09:01 Eh... Mio padre aveva una fabbrica di cioccolato, e quindi era una fabbrica di cioccolato e le faceva anche a caffè. Poi, il cioccolato è stato in qualche maniera abbandonato e si è concentrato sul caffè. Ma, il desiderio che mio padre aveva era di vendere il caffè occasionalmente. Quella volta, negli anni '33, il caffè si vendeva su una strada perché c'era un droghiere che lo tostava e serviva agli abitanti di quella strada. Era inimmaginabile vendere il caffè da Trieste per esempio in Sicilia. Invece, noi avevamo i nostri clienti in Sicilia. Quindi, questa nostra vocazione per lavorare sulle distanze grandi, ha fatto sì che oggi lei ci trova nei posti più strani. Se va ad Adelaide, che in Australia - c'ero l'anno scorso - beve il nostro caffè, ma altrettanto in Kazakistan e in circa 130 - 140 Paesi. Dove, tutti i giovani, che sono caratterizzati da una grandissima sensibilità gustative e olfattive, sono innamorati del nostro caffè per queste sue caratteristiche organolettiche eccezionali, che sono il risultato di un coro di innamorati. Perché gli innamorati cominciano con i produttori di caffè, se uno non è innamorato, non può fare un buon caffè.

Valentina Furlanetto: 00:10:24 Lei è innamorato allora.

Ernesto Illy: 00:10:25 Sì, e chi conosce il caffè, si innamora del caffè. E' un prodotto, sa, così straordinario, e proprio per questo, per questa sua complessità che prima la iniziavo a descrivere, ha un fascino che non cessa di incuriosire e di invitare ad approfondire la conoscenza.

Valentina Furlanetto: 00:10:42 Come mai suo padre iniziò a occuparsi di cacao e di caffè? Da cosa nacque, perché non è un prodotto italiano ovviamente. E quindi come nasceva l'idea?

Ernesto Illy: 00:10:52 Beh, noi abbiamo una storia complicata... Mio padre è nato a Temesvár, in Ungheria, di un padre ungherese e di una madre sveva. In quella zona c'erano delle grandi paludi. Allora, Durante l'Ottocento avevano usato dei lavoratori per bonificare queste paludi. E questi lavoratori poveracci, non avevano mogli, e allora esistevano dei trasporti di signore che chiamavano le Donaumaedel, le ragazze del Danubio, che venivano lungo il fiume Danubio per arrivare poi attraverso il fiume Bega in quest'area. Quindi la nonna, che si chiamava Resslar - e che veniva dalle zone del sud della Germania era una di queste. - Era una Donaumaedel. Invece, mia madre è nata a Johannesburg. Quindi, una madre irlandese e un padre avventuriero. E a due anni è venuto a Trieste, dove si è evoluta ed è diventata un grande pianista, e quando mio padre ha incontrato mia madre che insegnava il pianoforte a una sua parente a Trieste, si è innamorato e ha deciso di rifare casa lì. Quindi, un seme che è stato portato lì da lavoro, io.

Valentina Furlanetto: 00:12:07 Scusi, adesso ci portano un po' d'acqua... Ha trovato un bicchiere per caso

00:12:11 Sì, l'ho preso là...

00:12:12 Grazie, buongiorno

00:12:13 Buongiorno.

00:12:13 Un nostro colleg. Salve Stefano.

00:12:13 E'un piacere

Valentina Furlanetto: 00:12:14 Dottor Illy, grazie Stefano, grazie Ste.

Ernesto Illy: 00:12:14 Perché sono rauco, no?

Valentina Furlanetto: 00:12:25 No, perché a parlare tanto anche a me mi provoca un po' affanno. Non volevo metterla in difficoltà. Ma quindi prego.

Ernesto Illy: 00:12:36 Questo innamoramento, ha prodotto poi un eradicazione nella città di Trieste, e a Trieste su tutti così, sono tutti con storie complicatissime. Perché questa città multietnica, multireligiosa, è un piccolo melting pot, come la grande città di New York. Dove si incontrano delle civiltà diverse. Ci sono le civiltà mediterranee, ci sono le civiltà orientali e ci sono le civiltà nordiche. Quindi, Trieste è una città molto, molto speciale, un posto dove è bello vivere.

Valentina Furlanetto: 00:13:09 Lei sembra molto legato, affascinato da questa città.

Ernesto Illy: 00:13:13 Dove vive lei? Ma io io nella pancia di un grande uccello, che si chiama 747, perché passo mezza vita negli aeroplani.

Valentina Furlanetto: 00:13:24 Viaggia molto?

Ernesto Illy: 00:13:26 Ma è bello. Perché il problema dell'invecchiamento, è l'afflosciamento delle tensioni, e quando le tensioni si afflosciano, si affloscia tutto. Si ferma la macchina, il cervello non lavora più. Quindi, è fondamentale mettere in previsione tutto. E io vorrei ricordare, che questo vale anche per uno strumento meraviglioso, che è il violino. Lei sa che a Cremona c'è il Museo del Violino. E c'è un signore che ogni giorno li suona. Se uno non mette il violino in tensione ogni giorno, il violino perde il tono. Vale per i violini, e vale per i cervelli degli uomini. Quindi bisogna essere in tensione ogni giorno.

Valentina Furlanetto: 00:14:07 E i viaggi in questo senso servono, e il lavoro serve.

Ernesto Illy: 00:14:12 Certo, certo. Perché, il viaggio porta una continua scoperta di cose nuove, E le cose nuove sono quelle che rendono vivo e giovane il cervello, anche se poi ha tanti anni.

Valentina Furlanetto: 00:14:22 Il Sole 24 Ore, nelle ultime rilevazioni, quelle sulle città - dove la qualità della vita è più alta,- segnalava Trieste fra le città, con la qualità della vita appunto migliore secondo lei, lo riscontra questo?

Ernesto Illy: 00:14:36 Triste ha molti vantaggi, intrinsecamente è una città molto bella. Che ha questo strano affacciarsi al mare da la collina. E c'è questo altopiano del Carso, che un posto straordinario - alle spalle della città. - Trieste ha due vantaggi, - è a duecento chilometri dalle Dolomiti, che sono i più bei monti del mondo, ed a duecento chilometri dalle isole della Dalmazia, che sono le più belle isole del mondo. Quindi, se uno desidera passare un po' di tempo - nelle più belle nature del mondo, non fa che decide di andare verso Nord-Ovest o verso sudest.

Valentina Furlanetto: 00:15:14 E lei verso dove andrebbe?

Ernesto Illy: 00:15:16 In tutti e due i posti, io vado in barca a vela quando posso, verso le isole della Dalmazia, che sono mille più e sono un posto straordinario. E quando poi c'è troppa gente nelle isole, perché in agosto non ci si può andarci per l'affollamento che c'è. Vado nelle Dolomiti, dove, nella Val Pusteria, dove si parla anche tedesco, perché la mia lingua madre è il tedesco ovviamente... Quindi mi trovo anche a casa.

Valentina Furlanetto: 00:15:44 Una persona che ha passioni internazionali, che ha la passione per la vela quindi, che altri tipo di passioni al di fuori del suo lavoro?

Ernesto Illy: 00:15:51 Legger.Io non ho la televisione, sarà una cosa incredibile, perché è raro trovare persone che non abbia una televisione. Però, ha un inconveniente, c'è un rapporto di passività nei confronti della televisione, si accoglie acriticamente le notizie che vengono,- e io penso che sia importante che il rapporto invece sia critico. Quando uno legge, è come fare una conversazione con una persona, e quindi questa conversazione stimola il senso della critica, e della critica che fa sì, che le idee che vengono portate al libro in qualche maniera si amalgamino con le idee proprie. Invece, se uno è passivo, è come una bottiglia che si riempie d'acqua e non ha questa attività di critica e di amalgama, che è così importante.

Valentina Furlanetto: 00:16:45 E che cosa legge?

Ernesto Illy: 00:16:48 Essenzialmente lavori scientifici. Io ho una biblioteca grandissima, leggo cose di scienza, ma anche cose di economia e di filosofia. Perché sono tutte legate, la cosa straordinaria è che questa scissione che si era verificata nel passato, fra la filosofia e la scienza, è oggi sparita. Filosofia e scienza si stanno nuovamente fondendo, come era una volta. C'è stato Ilya Prigogine,- forse lo avrà sentito nominare, un grande premio Nobel, l'uomo che è riuscito a far accettare al mondo della scienza la complessità, che veniva precedentemente rifiutata in maniera totale. - Aveva scritto un libro che si chiama la "Nuova Alleanza" nella quale, metteva in evidenza, come la scienza a furia di andare a cercare la verità sempre nel piccolo, ha finito per scoprire, che il piccolo è talmente piccolo che si può capire solo con la filosofia. E quindi se uno legge questo libro di Pirgogie o se uno legge, un altro libro di Werner Heisenberg, bellissimo libro. L'uomo che aveva introdotto il concetto dell' incertezza. Lei sa che l'effetto famoso di Heisenberg, che lei non può sapere. Contemporaneamente, la velocità di un elettrone e e la sua direzione. O sa dove andrebbe, o sa dove potrà andare, ma non può saper le cose insieme. Quindi, questo principio di indeterminazione di Heisenberg era indigesto. Una cosa che non è piaciuta affatto agli scienziati. Agli scienziati piacciono le cose prevedibili, ed quello che ci porta ad una cosa che non è assolutamente risolvibile, ed è stato un problema per la scienza di digerire questo. - Immaginiamo, che questa visione deterministica della scienza, che era quella che ha anche impregnato l'economia. Si è mai chiesta lei perché, nell'economia c'è questa visione di l'uomo robot che risponde solamente ai prezzi, quando invece l'uomo è un groviglio di emozioni, oltre che di ragione. Semplicemente perché, con l'uomo robot che risponde ai prezzi, si possono applicare delle equazioni lineari che permettono di fare delle previsioni, che puntualmente sono sbagliate, ma che permettono di essere vendute.

Valentina Furlanetto: 00:19:19 Che tipo di rapporto ha lei con i suoi dipendenti, con le persone che lavorano per la Illy?

Ernesto Illy: 00:19:26 Beh, siamo tutti quanti polarizzati sulle stesse cose, cioè siamo tutti ammalati del caffè. Perché, non è solo con dipendenti, la catena umana, con la quale noi collaboriamo è lunghissima, perché comincia nei paesi dove si produce caffè. Pensi, che io sono cittadino onorario di quattro città brasiliane. Una si chiama Viçosa, una si chiama Monte Carmelo, una si chiama Venda Nova do Imigrante, e una si chiama Arapongas. Perché hanno fatto questo? Semplicemente, per esprimere la gratitudine - per un'iniziativa che noi abbiamo fatto in Brasile circa 16 anni fa, un trofeo per il miglior caffè brasiliano, che ha cambiato il destino di intere regioni. Pensi, che Viçosa era la capitale dell'area che faceva il più cattivo caffè del Brasile, e non valeva niente. Noi siamo riusciti a valorizzare i loro caffè, al punto che sono diventati uno dei dieci vincitori di questo trofeo, - che si fa ogni anno, e al quale partecipano sette, otto, novecento produttori. E'diventato l'Oscar del caffè brasiliano. E noi siamo riusciti a dare a queste persone le spiegazioni di come fare il caffè di altissima qualità, e pagarglielo poi, perché se uno vuole fare questo bisogna che la motivazione emozionale e il desiderio della perfezione che c'è in tutti noi abbia un riscontro economico. Non basta dire bravo, bisogna anche dire bravo, e te lo pago un prezzo giusto. E questo ha cambiato il mondo del Brasile. E mi hanno fatto diventare così onorificamente, perché ci sono state delle cerimonie straordinarie, non le dico che solenne operazione che è quella di diventare cittadino onorario di una città brasiliana.

Valentina Furlanetto: 00:21:15 Ce lo racconti, come è stato, è stato emozionante...

Ernesto Illy: 00:21:19 Beh, ci sono i signori che sono i reggitori della cosa pubblica, del comune di questa città, che fanno una lunga discussione e fanno a lunga... Una specie di insegna di partecipazione di fratellanza,- una cosa veramente emozionatissima. Ed è stata un operazione che si è ripetuta tante volte, e che devo dire che in questo momento io mi sento quasi quasi brasiliano. (ride)

Valentina Furlanetto: 00:21:50 Torniamo a... Scusi, sono io che sono più rauca di lei. Allora, quest'azienda insomma parlava dei paesi dove voi vendete il caffè, dei paesi dove produceva il caffè. Molti dipendenti, si parlava anche del rapporto con i dipendenti. Qual è stata.. Forse c'è una interferenza? ah, no. Qual è stata la sua gavetta all'interno dell'azienda, Quando era giovane...

Ernesto Illy: 00:22:21 Vendere, vendere. Un'operazione fondamentale, io eliminerei il servizio militare, e introdurre un servizio obbligatorio di vendita. Per un motivo semplicissimo, vendere vuol dire prendere su di sé i problemi del prossimo. Perché, se io voglio vendere qualche cosa, non devo andare a dire io ho bisogno di vendere questa acqua minerale, devo andare a spiegare, che la mia attività può aiutare a risolvere il problema del prossimo. E quindi è fondamentale far capire alle persone che noi dipendiamo l'uno dal l'altro. E che la forza della razza umana, sta proprio in questa capacità di interagire l'uno con l'altro. E quindi non è l'odio il motore della civiltà e dell'evoluzione, è l'amore. Perché, attraverso questa operazione che consiste nel far propri i problemi degli altri, uno impara ad amare il prossimo.

Valentina Furlanetto: 00:23:21 Quindi vendita, ha iniziato vendendo il caffè.

Ernesto Illy: 00:23:26 Sì, Io ho girato l'Italia in lungo e largo con i topolini, ne ho utilizzati 7, quindi ho fatto fuori 7 topolini. E ho girato l'Italia, fino ai più piccoli paesi, andando a vendere il caffè. Ed è un'operazione importante, perché io andavo a vendere caffè in una maniera inusuale. Chiedevo il permesso di andare dietro al banco, e mi mettevo insieme al barista a fare il caffè, lui faceva il suo, io facevo il mio,- e poi mettevamo le persone che erano presenti nei bar a dire quale le piaceva di più. E ne usciva fuori che l'85- 90% piaceva più il nostro, è il metodo più semplice per far capire l'importanza della qualità. Perché cosa vuol dire questo, se l' 85% delle persone preferiscono questo prodotto, vuol dire che torneranno più frequentemente nel bar, e quindi la sua cifra d'affari aumenterà. E questo compenserà il nostro prezzo, che non è facile, perché noi abbiamo un prezzo elevato. Noi cominciamo a pagare il caffè già verde, molto di più di quanto i nostri concorrenti lo faccia. Ma, lo possiamo fare solo perché i consumatori ci riconoscono un prezzo elevato legato alla qualità che noi offriamo. Quindi il consumatore, il cittadino, il prossimo sono quelli che rendono possibile le cose belle del mondo.

Valentina Furlanetto: 00:24:43 E poi è entrato in azienda invece, quanti anni aveva quando ha iniziato diciamo a prendere da suo padre il controllo o comunque la gestione dell'azienda?

Ernesto Illy: 00:24:55 Avevo 31 anni, ma io avevo già 9 anni di esperienza, ho cominciato a vendere a 22, mi sono laureato e ho cominciato a vendere. A Milano per primo era bellissimo questo, perché io Milano la conosco in funzione dei bar. Non so i nomi delle strade, ma i nomi dei bar. E c'era un personaggio straordinario, qui a Milano, che si chiamava Vimercate,- un nome caratteristico dei lombardi. Una persona che aveva.. Era persona, il lombardo, il milanese classico, meravigliosamente serio, impostazione etica profonda, di una serietà straordinaria, ed è stato un grandissimo maestro per me. E quindi giravamo a piedi, e quindi conosco Milano, perché l'ho girato a piedi proprio. Passo, passo passo.

Valentina Furlanetto: 00:25:42 E poi, quando è entrato in azienda com'è stato il rapporto con suo padre, che era fondatore.

Ernesto Illy: 00:25:47 E mio padre era una persona molto difficile, molto creativo, molto importante, e non era facile, perché con le persone di questo tipo, per cui viaggiavo sempre, per non aver problemi. Perché, quando stavo a casa, i problemi si creavano. Quindi era meglio viaggiare, e in questo caso mio padre è stato un grande maestro, perché è stato un uomo che ha avuto delle iniziative di un coraggio straordinario. Lei pensi, che lui, nel 1934, quindi, un anno dopo aver cominciato questa impresa, e aver messo a punto i sistemi di condizionamento sotto pressione del caffè, quindi la possibilità di venderlo a grande distanza. Si è messo a fare, una macchina da caffè che eliminasse i problemi della preparazione. Quindi, una macchina automatica, con comando meccanico se uno la guarda rimane sbalordito, perché è come un orologio, che era capace di fare un espresso di una qualità straordinaria, in un momento in cui tutto era dipendente da un personaggio che era il barista e che non sempre era impeccabile. Quindi, questa macchina è stata la macchina che ha rivoluzionato il processo delle macchine espresso. La prima cosa importante che ha fatto è stato scindere le forze, che sono responsabili della preparazione di un espresso. Le forze sono il calore e la pressione che, una volta erano tutte dipendenti dalla caldaia. Perché, la caldaia generava l'acqua calda e contemporaneamente il vapore, che era l'origine della pressione che cacciò fuori l'acqua da questo pannello di caffè macinato e compattato. Ma cosa succede? Se voglio aumentare la pressione, aumento anche la temperatura dell'acqua. E quindi faccio un'operazione che si dice bruciare il caffè, in realtà non si brucia con l'acqua, lo si così idrolizza. - L'acqua diventa in questo caso responsabile della scissione dei composti chimici, ma a temperatura eccessiva, la fa diventare chimicamente attiva. Quindi, bisogna avere una temperatura non maggiore di 93 - 94 gradi. E allora non ho la pressione sufficiente del vapore. Mio padre, ha utilizzato l'acqua calda a temperatura bassa dalla caldaia, e la pressione di un compressore d'aria, che dava pressione a 6 atmosfere. E con questo è stata l'inizio di una rivoluzione delle macchine, che ha avuto poi, in Achille Gaggia, in via Archimede, qui a Milano... Tutta una serie di nomi strani, Barista, che aveva la nostra macchina. Questa macchina ha un compressore, che faceva un rumore d'inferno. Quindi diceva, "Perché devo vivere un mondo così rumoroso e complicato? Io mi faccio faccio una macchina meccanica, semplice, simile al torchio del vino". Aveva in mente il torchio del vino, e non ha funzionato con il torchio. Però, ha trovato un signore che si chiamava Valente, un meccanico validissimo e che disse "Facciamo un sistema di pistoni con molle, con pistoni di una leva io riesco a spostare il pistone in posizione di apertura della valvola e riempire la cameretta con acqua e pressare una molla potentissima rilasciando il pistone la molla preme il pistone e il caffè esce, senza bisogno di aver un compressore d'aria". Questa è stata la rivoluzione delle macchine a leva. Dopodiché il signor Valente ha inventato la macchina, in cui invece di aumentare la pressione dell'acqua calda, con tutti i problemi di dilatazione dei metalli e di perdita di tenuta delle guarnizioni, lui ha inventato l'insieme in cui si aumenta la pressione dell'acqua fredda con una pompa, e poi la si riscalda, facendola passare nella caldaia. E queste sono le macchine idrocompresse di cui Faema, Cimbali. Sono le macchine, che ancora oggi esistono. Quindi, è stata un'evoluzione, incominciata tutta nel '34 quando, mio padre ha fatto queste macchine coraggiose.

Valentina Furlanetto: 00:29:51 Dicevamo, una personalità beh indubbiamente vulcanica, forte quella di suo padre. Anche lei però ha una personalità... Insomma, è stato un rapporto che diceva, preferiva da lontano gestire...

Ernesto Illy: 00:30:07 Mio padre era un intuitivo. Io invece, ho lavorato con approcci scientifici con una metodologia sistematica. Perché in generale, le persone che lavorano nel caffè, e che sono tutti innamorati del caffè, - quindi siamo si concorrenti, però siamo tutti quanti innamorati dello stesso prodotto. Queste persone derivano la loro conoscenza dall'esperienza, hanno una forte capacità di attenzione e quindi uno spirito acuto e attento. Ma quando si usa esperienza, è difficile trasferire questa esperienza negli altri, mentre l'approccio scientifico, che dà delle equazioni, che dà delle spiegazioni, rende il trasferimento della conoscenza molto più facile. Quindi, il vantaggio enorme della scienza é di essere proiettata verso il futuro, perché la curiosità scientifica non ha fine. Mentre la conoscenza empirica ,è in generale proiettata sul passato, quindi è una forza conservatrice. Si tende, a non andare a non cambiare quello che funziona. Immaginiamo, che la nostra umanità è stata polarizzata per secoli sulla visione del mondo della conoscenza degli Antichi, si pensava che gli antichi avessero scoperto tutto. E quindi, quello che aveva detto Aristotele era, la conoscenza. E siamo andati avanti per secoli, solo ad apprendere quello che aveva detto Aristotele. E finalmente è venuto Galileo, che ha avuto il coraggio di dire no, ma guardiamo come funzionano le cose. E si è aperto il mondo dell'avvenire, e della curiosità che è diventato scienza.

Valentina Furlanetto: 00:31:48 Con sua madre che rapporto aveva?

Ernesto Illy: 00:31:49 Mia madre era una pianista, un'artista, una bellissima bionda, con gli occhi azzurri piena di lentiggini, che dell'irlandese, Ed era una persona piena di dolcezza. Lavorava inizialmente con mio padre, poi dopo quando le cose sono andate un po' meglio, si era ritirata.

Valentina Furlanetto: 00:32:12 E la sua infanzia come la ricorda, quegli anni di infanzia, giovinezza.

Ernesto Illy: 00:32:18 Solare, bellissimo. Ma sa, il bello nostro di avere una famiglia molto unita, per cui i miei genitori hanno avuto un'influenza molto grande sullo sviluppo della mia personalità. Ma, adesso c'è una moglie e ci sono tre figli maschi e una figlia femmina, e lavoriamo tutti insieme. E c'è questa straordinaria capacità di lavorare insieme. Quando nelle imprese familiari spesso talvolta c'è la lite, perché c'è un malinteso su chi comanda. Nelle imprese familiari, si pensa che comanda chi è dentro all' impresa. E allora tutti le liti sono all'interno, perché catturo potere dopodiché lo esercito. Ma in verità, CHI comanda, e al di fuori della imprese, chi ci comanda, sono i nostri clienti, i nostri consumatori. Noi facciamo le elezioni ogni giorno, noi produciamo 6 milioni di tazzine al giorno, se i nostri elettori dovessero scioperare per una settimana, noi chiudiamo baracca. Per cui, quando ci si rende conto di questo, ci si rende conto che è importante far sì che tutte le azioni siano rivolte alla soddisfazione del consumatore. Ed in questo caso non si litiga all'interno, ma si riusa energia a conquistare il mondo.

Valentina Furlanetto: 00:33:38 E l'incontro con sua moglie come è stato?

Ernesto Illy: 00:33:41 Beh, questa è una storia ridicola. (ride) Ero a Cortina a fare lo sci, il portiere dell'albergo dove c'era, mi dice "Guarda, c'è una signora che ha una grande valigia e non ha spazio per portarla nella sua macchina, vuole portarla lei?". Io vado a vedere questa signora, una bellissima signora. La valigia, un pezzo di valigia così, e una ragazzina che stava lì vicina alla valigia. Dico, se lei mi deve portare la valigia, mi dia almeno la compagnia di questa ragazzina. Così lei è diventata mia moglie.

Valentina Furlanetto: 00:34:11 E anche sua moglie, diceva collabora in azienda. Che rapporto avete, immagino anche per lavorativo molto intenso.

Ernesto Illy: 00:34:20 Beh, sa le donne hanno una mentalità molto interessante, lo sviluppo dei cervelli dell'uomo e della donna è avvenuto in quel lungo periodo di tempo che si chiama Homo erectus, un milione e mezzo di anni fa, in cui c'è stata la prima suddivisione del lavoro. L'uomo andava a caccia, e quando uno va a caccia deve avere un angolo di tensione sempre più piccolo, perché deve prendere il cuore dell'animale per possibilmente ucciderlo subito. E la donna andava a cercare i semi, il mangiarne nella natura. Quindi lei aveva un continuo azione di schen. Come un faro, gli occhi guardavano a trecentosessanta gradi - per pescare un granello di grano, oppure un frutto, oppure un un fungo. E questa attività ha plasmato i due cervelli, per cui l'uomo è focalizzato e la donna non è focalizzata. Questo è interessantissimo da ricordare, perché il cervello femminile è quello che risolve i problemi odierni, nel passato il format era migliorare le poche cose che si avevano.- Un'attività tipica di un cervello maschile. Oggi, si tratta di scegliere, -nella straordinaria opzione, che viene dalla scienza, l'opzione che avrà la probabilità di massima vittoria, e questa è un'attività tipicamente femminile. Se riguarda l'impresa caratteristica, Hewlett Packard, che fa computer, apparecchi medicali, ne fai di tutti i colori. Ha una quantità di opzioni incredibili. La Carolina Fiorina - che è stata mandata via, per mio conto, con un errore gravissimo, è stata quella che ha dato un'impostazione giusta all'impresa. Se adesso chiude Packard, ma molto meglio di prima, è per le idee della Carolina che sono state applicate, non per effetto di questi machi che l'hanno buttata fuori perché erano gelosi.

Valentina Furlanetto: 00:36:15 È molto cavaliere. Che rapporto ha invece con i suoi figli?

Ernesto Illy: 00:36:20 Di rispetto e di amicizia. Sono personaggi incredibili. Uno, l'ultimo è un chimico come me. E un bel giorno sa, è venuto a dirmi "Sai, io mi rendo conto che noi chimici abbiamo qualcosa di diverso dagli altri". Ed è stata una bellissima conversazione, perché in realtà i chimici sono quelli che sono capaci di affrontare la complessità, che è la regola, il mondo è complesso. E quindi solo con la chimica si riesce ad affrontare la complessità. E c'è un approccio totalmente diverso dagli altri, perché generalmente quando si hanno le mentalità deterministiche si cerca di mangiare una ciliegia una volta, una e poi un'altra. Invece, quelli che hanno i problemi della complessità affrontano i problemi tutti insieme. Quindi, è un sistema che lavora con la metodologia seriale oppure in parallelo. E i problemi complessi si affrontano molto meglio con approccio in parallelo, perché la complessità non la si può risolvere con la conoscenza di una materia, bisogna avere una multidisciplinarietà. E questo, ancora una volta impone l'utilizzazione di conoscenze diverse, complementari e insieme si affrontano e si risolvono i problemi complessi. Io non voglio terrorizzare la gente con la complessità, perché la complessità è una cosa straordinaria, perché è all'origine della libertà, se noi non siamo prigionieri di fatti deterministici siamo liberi. Ma è anche l'origine della responsabilità. Quindi, siamo noi che plasmiamo e decidiamo del nostro destino. Ma, c'è anche un effetto negativo, che è quello dell'incertezza. Perché se uno non ha un sistema deterministico, non può prevedere quello che viene. Gli unici che fanno un business sono i maghi, i quali vendono questa idea straordinaria.Il mondo è ordinato e io ti saprò dire cosa succederà tra 27 anni. E'un'idea che non esiste che nella loro mente, non esiste un mondo che si possa prevedere fra 27 anni, ma loro ci vivono e fanno un bel po' di quattrini con questo.

Valentina Furlanetto: 00:38:36 Qual è stato in tutti questi anni di vita e anche sia come imprenditore, che come uomo, un momento davvero di difficoltà, in cui ha sentito che insomma bisognava proprio darsi da fare o cambiare qualcosa. Qual è stato?

Ernesto Illy: 00:38:52 Beh, il periodo iniziale quando si comincia, che non si sa se si viene avanti o meno, dove avevamo una valigie pronta per andare in Australia. Avevamo fatto questa considerazione, se le cose non vanno bene andiamo in Australia, e ci facciamo un'altra vita. Bisogna essere liberi. Bisogna anche essere anche capace di abbandonare il proprio nido, anche se le cose non vanno. Per fortuna, sono andate tutte bene, ma lì abbia avuto anche tanta fortuna. Perché, indubbiamente la fortuna aiuta gli audaci dice un vecchio adagio. Però, senza fortuna non si va avanti.

Valentina Furlanetto: 00:39:24 Il suo rapporto con il denaro?

Ernesto Illy: 00:39:27 Quello che ho con l'elettricità, lo considero un utile straordinario, un'utilità straordinaria, ma non metto le dita nella presa.

Valentina Furlanetto: 00:39:38 Che consiglio darebbe a un giovane che vuole fare fare l'imprenditore oggi? Il panorama è totalmente diverso da quando lei ha iniziato, da quando suo padre ha iniziato.

Ernesto Illy: 00:39:47 Gli uomini non cambiano, e pertanto il gioco è sempre lo stesso, chi comanda è il consumatore. Quindi, se uno vuole fare qualcosa, deve fare qualche cosa che non piace a lui, ma che piace agli altri. Quindi, deve risuonare con gli altri. Questo è un messaggio che qualche volta si dimentica, perché molte persone vedono nell'impresa un sistema per far quattrini e poi andare alle Hawaii. Io non so cosa vanno a cercare nelle Hawaii. Perché, è un posto che dopo una settimana ci si annoia mortalmente. Molto più bella la vita con le sue incapacità di prevedere le cose. Però molti fanno questo. Invece, la bellezza sta proprio nel gioco, sta proprio nell'attività economica. L'economia di mercato è una economia straordinaria, una macchina meravigliosa, perché permette di valutare la creatività umana che si esprime nella innovazione, dando ai consumatori [...] scelta. Quindi, la concorrenza che lo strumento fondamentale, che la nostra economia di mercato mette a disposizione dei consumatori, è di importanza enorme. Privare un paese della concorrenza, e obbligarlo a rimanere vincolato al passato. Perché quando non c'è concorrenza non c'è innovazione, e quindi non c'è progresso. In questo momento l'attività che ha fatto il ministro Bersani e questa decisione coraggiossima perché nessuno ha avuto il coraggio fino adesso di fare questo. E' un messaggio molto importante. "Dice, guardate che noi se vogliamo continuare a essere un paese rispettato, dobbiamo competere e vincere e dobbiamo rendere felici gli altri". Quindi, la felicità non deve essere di chi vende, ma di chi compra. Il maestro, il Re, chi decide del destino nostro è il consumatore. Pertanto aver riconosciuto questo, e aver messo nuovamente i consumatori nel posto che gli spetta che è il trono del re del mercato, è l'azione che ha fatto Prodi e Bersani, grazie.

Valentina Furlanetto: 00:42:05 Lei, appunto parlando sempre di economia, di politica economica... Cosa pensa dell'attuale congiuntura economica, è preoccupato dai conti pubblici, oppure è ottimista?

Ernesto Illy: 00:42:18 Io sono ottimista sempre, sono ottimista perché in questo momento abbiamo deciso di prendere il toro per le corna, e di spazzare le cose sotto i tappeti. Perché, quando si spazzano le cose sotto i tappeti, o prima o poi puzzano. E non si può vivere in un mondo pieno di cose sotto i tappeti che fermentano. Quindi, la decisione di affrontare seriamente le cose, è Padoa-Schioppa è la persona adatta a far questo, è un uomo di altissimo livello morale, come prima cosa e di altissimo livello tecnico. Queste sono le accoppiate necessarie, ci vogliono gli uomini di straordinaria onestà e di straordinaria competenza a dirigerci. E questo è l'uomo giusto, al posto giusto. Sono convinto che Padoa-Schioppa farà le cose giuste, e ci tirerà fuori da questo problema. L'Italia ha delle potenzialità straordinarie, non ha altro che liberarle. Noi siamo prigionieri di quei famosi lacciuoli che sono stati messi all'indice da Carli 25 anni fa. I lacciuoli sono sempre gli stessi. Oggi c'è un signore con dei forbicioni fantastici che sta tagliando, ed è Bersani e Prodi. E quindi speriamo che questo liberi le forze del nostro Paese. Gli italiani sono quelli che hanno il senso del bello, che non ha nessun altro paese del mondo. Che sono quelli che hanno anche il senso del buono. Noi vendiamo i più bei vestiti che esistono, e le più belle macchine che esistono, ma vendiamo anche i più buoni vini che esistono e abbiamo la più buona cucina che esiste, e vendiamo anche il più buon caffè. Pochi sanno, che l'Italia è un fortissimo esportatore di caffè. Noi esportiamo circa il 20% del caffè che importiamo, e aggiungiamo un po' di valore, tanto valore che con questo 20% noi ci paghiamo l'80% che consumiamo in Italia. Quindi il bilancio è attivo.

Valentina Furlanetto: 00:44:22 Mi scusi, Filippo mi senti, c'è il GR. Eh, fra tra 3 minuti...Non si può farlo di là, no? continuate, intanto chiedo a Simone. Grazie, grazie, perché insomma, ci tagliano per un GR, quando sta parlando di cose così affascinanti.Della flessibilità, della flessibilità del lavoro in Italia, che cosa pensa?

Ernesto Illy: 00:44:47 E'indispensabile ed è proprio quello che prima ricordavo, non basta aver fatto una scuola o un'università, avere una laurea. Bisogna costantemente continuare ad apprendere, bisogna continuare a studiare e continuare a cambiare, perché la velocità con la quale la scienza evolve è talmente grande che non si può star fermi.

Valentina Furlanetto: 00:45:09 Va bene? Okay, perfetto.

Ernesto Illy: 00:45:13 E quindi, la flessibilità non è altro che la conseguenza della necessità di adattarsi a un mondo che cambia continuamente. Ora, che il cambiamento sia la regola del gioco l'ha detto Eraclito un po' di anni fa, lei ricorda questo, che l'unica realtà è il cambiamento. Certo che il cambiamento da fastidio, e molto più adatto alla comodità accettare l'esistente, che adattarsi al nuovo. Però non basta. Se noi esistiamo come esseri umani è mai chiesta, come mai l'uomo che non ha ha corazze, non ha denti cattivi, non ha le unghie... Come mai siamo noi diventati la specie che ha vinto la gara nella concorrenza degli altri.... Perché abbiamo capacità di adattarci, abbiamo una capacità e una flessibilità, che ci ha permesso di essere qui. Signori della vita nella nostra terra, attraverso la capacità di adattarsi. E questo continua ad essere sempre più necessario. Perché, il guaio nostro, è che siamo talmente bravi, che le nostre attività cambiano la velocità con la quale la natura evolve. Ora gli uomini dicono beh, non ha importanza, io metto un pochino di più anidride carbonica nell'aria e tanto madre natura farà qualcosa per mettermi a posto tutto farà tutto, se le diamo il tempo, ma la natura è lenta e noi siamo tremendamente veloci. Ricordiamoci che per fissare un gene, nella nostra evoluzione, ci vogliono alcuni milioni di anni. E noi con alcuni milioni di secondi siamo andati sulla Luna. Quindi, la velocità con la quale noi agiamo è talmente grande che sbilanciamo la capacità di reagire della Terra. Allora la terra, in un certo momento finirà per adattarsi, di farci fuori, se continuiamo a fare così. Dobbiamo renderci conto, che siamo noi i responsabili dell'evoluzione oggi, e dobbiamo accettare questo come un grande onore, ma anche come un grande onere. Ed essere capaci di far sì che le regole che noi portiamo avanti, siano compatibili con la capacita di sopravvivere della vita in generale della terra.

Valentina Furlanetto: 00:47:32 Crede che ci siano pari opportunità per le donne, nel mondo del lavoro e dell'imprenditoria?

Ernesto Illy: 00:47:38 Le donne vinceranno, sono il sesso forte. Gli uomini fanno molto baccano, sono molto rumorosi. Ma chi vince... Guardi l'età, chi vive di più? le donne. Chi ha capacità di affrontare i problemi delle scelte difficili, di un mondo che in questo momento ha la capacità di offrire opzioni straordinarie, ancora una volta le donne. Ora, il motivo per cui le donne sono sopraffatte dall'uomo, è proprio per il fatto che sono più forti. Quindi l'uomo usa la sua forza fisica per sopraffare la donna, perché sa che se dovesse correre in condizioni di parità sarebbe perdente. Però, non si può parlare di perdente, perché bisogna accettare il fatto di un'assoluta meravigliosa complementarietà. Perché se la donna sceglie, con questo cervello, che prima ha descritto l'uomo può poi approfondire quello che è stato scelto, quindi le due cose sono complementari, non c'è competizione.

Valentina Furlanetto: 00:48:38 Parlavamo prima di Trieste, questa città affascinante italiana, ma mitteleuropea internazionale, più di tante altre città italiane. Che rapporto ha lei invece con il resto d'Italia, con gli italiani, con la mentalità che si dice italiana.

Ernesto Illy: 00:48:56 Quando si viaggia continuamente come faccio io scopro una cosa, che l'intelligenza non è onnipresente . Qui in Italia siamo viziati, perché tutti gli italiani sono intelligenti. Quando vai in giro per il mondo scopri che non tutti gli uomini sono intelligenti. Quindi, questa straordinaria e generosissima intelligenza, che è onnipresente, fa degli italiani persone che sono amate in tutto il mondo. Perché, se lei va in giro dicendo io sono italiano... Si rende conto che gli italiani godono di una simpatia, in giro per il mondo che è straordinaria. E quindi i potenziali dello sviluppo del nostro paese giganteschi. Basta pensare qual è la ristorazione sta vincendo nel mondo, La ristorazione italiana, quali sono i vini più apprezzati nel mondo? i vini italiani, Qual è l'espresso il più apprezzato del mondo? il nostro. Ma ancora una volta, quali sono i vestiti che la gente vede bella, qual è la folla più elegante del mondo. Se lei guarda la folla del mondo, è fatta in gran parte di gente di un cattivo gusto, terribile. Qui da noi non esiste il cattivo gusto, la folla è fatta di gente elegante, quindi sono tutti che ci invidiano per le nostre caratteristiche.

Valentina Furlanetto: 00:50:18 Illy, oltre che per il suo pregiato Caffè è anche famosa per queste tazzine, per il marketing. Questa immagine Illy anche attraverso le tazzine. Che rapporto avete con il marketing, con la pubblicità del prodotto?

Ernesto Illy: 00:50:33 Questa è un'idea che ha avuto mio figlio Francesco. Lui ha detto, il caffè sono tutti neri, come faccio a dare un messaggio che distingua il caffé prima di berlo? Lo metto in un vestito fantastico no, e allora il vestito è la tazzina. E ha cominciato a fare una serie di tazzine con degli amici. E poi è andato dai grandi artisti, e non era facile convincere un grande artista a decorare la tazzina, ma è diventato un hobby. Noi abbiamo nella lista dei nostri artisti, i più bei nomi del mondo. A cominciare da James Rosenquist, che è quello che ha fatto anche il nostro logo questa scritta Illy, che noi cercavamo di cambiare, e mettevamo davanti allo scrittoio queste proposte, 10, 20, 50 100. Una settimana ed è nel cestino. Arriva il signor Rosenquist, e gli diciamo potrebbe provare a scrivere lei. Ed è venuta fuori quella scritta, che ha tutte le caratteristiche si possa desiderare. E' leggibile, è ottimista va in su, rapporto giusto fra bianco e rosso, un capolavoro.

Valentina Furlanetto: 00:51:44 D'altra parte non era l'ultimo arrivato, insomma no.

Ernesto Illy: 00:51:46 Ma ci sono stati anche degli artisti strani, per esempio, c'è un'altro americano che si chiama Rauschenberg. Questo signore decide di utilizzare, per la decorazione delle nostre tazzine, le piante di alcune città importanti del mondo, quindi Stoccolma, New York, Rio de Janeiro, Parigi. Quando queste tazzine sono arrivate da noi, erano dodicimila tazzine per serie, la prima serie erano 6. Noi abbiamo chiesto, ma questa pianta è di Parigi, lei da dove l'ha presa? e lui dice "Dalla Guida Michelin" e gli ha chiesto il permesso? "No". Glielo abbiamo chiesto noi, negato. Non abbiamo che cinque di queste tazzine, perché la tazzina con la mappa di Parigi è in magazzino. Sono strani i francesi, no.

Valentina Furlanetto: 00:52:47 Poi, non ne parliamo perché c'abbiamo i mondiali con i francesi... Qual è stato il momento più emozionante della sua vita?

Ernesto Illy: 00:52:58 Che domande complicate che fa, tanti, tanti, perché la vita è piena di emozioni, quindi certamente quando mi sono innamorato di moglie, quello è un momento fondamentale.

Valentina Furlanetto: 00:53:08 Ma lei è l'uomo ideale a dire una risposta così, con tutta la sua vita così densa,è bello che dica questo.

Ernesto Illy: 00:53:15 Eh beh,è fondamentale questo, perché ci si rend conto che... Senza la moglie, che tra l'altro e la ragioniera,è quella che fa i conti, e che ha i soldi. Io non ho mai una lira in tasca, quindi sono sempre dipendente dalla moglie. Mi dai quattro quattrini che devo andare a comprare, un buon vino. E' importante, perché le donne sono impostate sul lungo termine. In fondo sono loro responsabili della sopravvivenza della specie. Quindi, fanno i bambini e la conseguenza di questo è che vedono tutto sempre un mondo proiettato su un avvenire molto lungo, e questo fa sì che i problemi di lungo periodo si affrontano meglio con le mogli. E poi mia moglie è un personaggio che ha un'impostazione etica importantissima. Lei è valdese. E i valdesi sa che sono fatti... Sono questo sano gruppo di persone, lì, in mezzo alle montagne -che hanno un'impostazione rigorosa, rigore che sarebbe sempre più necessario.

Valentina Furlanetto: 00:54:17 Infatti questo volevo chiederle, ci vorrebbero un po più di valdesi, forse?

Ernesto Illy: 00:54:21 Sì, Non dico che siano i valdesi importanti, l'importante è capire che l'etica non è una cosa inutile. Io sono stato invitato da un gruppo di imprenditori sloveni a fare una conferenza sul cambiamento. E questa conferenza parlava della velocità delle cose che portano l'informazione. Per esempio, in principio quando le molecole non sono ancora ben organizzate e abbiamo le primissime cellule, l'unica che porta l'informazione è una molecola. E quanto veloce si muove una molecola? Fa 50 micron al secondo, quindi è lentissima. Le molecole sono piccole, e le cellule sono piccole, perché le molecole hanno questa lentezza. Per cui, per sapere cosa sta succedendo al centro della cellula, e io sono alla periferia, impiego troppo tempo, se il cielo fosse grande un metro impiegherebbe dei mesi. Quindi, la vita deve avere sempre una informazione che cammini veloce. Da questo poi si sono sviluppati gli aggregati di cellule, si sono sviluppati i nervi. I primi nervi, che non erano mielinati, avevano una velocità di trasmissione di una bicicletta. Questo è il motivo per cui i dinosauri hanno avuto dei problemi, avevano nervi non mielinati , erano lunghi 30 metri. Allora, a un certo punto arrivò un topo che si mette a mangiare la coda del dinosauro. Il segnale passa pian pianino, arriva finalmente il cervello, piccolo così, lì mette in fila, bisogna aspettare di arrivare al momento. Finalmente il segnale arriva al punto giusto, viene realizzato pericolo grande, coda muoviti. Torna indietro, altro lungo percorso, arriva indietro e la coda non c'è più. Quindi, i dinosauri sono morti per questo. Perché, la trasmissione dei segnali nervosi è troppo lenta. Allora abbiamo imparato a mielinare i nervi, a 360 chilometri all'ora. Camminano alla velocità di Schumacher. Quindi i segnali sono velocissimi. Però, dopodiché abbiamo cominciato a imparare a segnalare le cose insieme. Con che velocità? con quella di un cavallo. Per secoli, l'unica velocità che avevamo, era quello dei nostri piedi, o quello del nostro cavallo. Per cui, quando arriva il signor Machiavelli, che dice "Fate pure le vostre porcherie, perché tanto prima che vengano a noi tutti, siete già belli e morti". Questo messaggio andava bene quando la velocità dell'informazione era quella di un cavallo. Però questo messaggio lo ha appreso anche Nixon, il quale davanti alla televisione, la velocità era quella dei fotoni, 300 mila chilometri al secondo, 300 mila milioni di chilometri all'ora, fa le stesse porcherie davanti a tutti. Ed è stato distrutto. Quindi, la velocità della trasmissione è di un'importanza enorme, e bisogna rendersi conto che questa tende ad aumentare. Ci sono però dei problemi poi in un altro campo, noi con la velocità dell'informazione riusciamo a dominare lo spazio, e siamo riusciti a far questo. Perché in questo momento siamo qui, ma siamo anche a Taipei, basta attaccarsi al telefono, ma non si può dominare il tempo.Se lei guarda un aeroplano che si mette ad aumentare la velocità, a un bel momento cominciano a vibrare le ali e si insiste, si staccano, il muro del suono. Si chiama muro del suono ma in realtà il muro del tempo, perché cosa succede. Le molecole dell'aria, hanno una velocità media simile a quella di questo aeroplano, e non fanno in tempo a scansarsi, quindi si accumulano davanti al bordo dell'ala, e diventano una specie di liquido che in questo caso non lo si può più accompagnare con garbo, come si fa al di sotto di questa velocità, ma bisogna tagliarlo. Tanto che le ali di un aeroplano supersonico sono taglienti come un rasoio, perché solo così riesce a fare il boom sonico. Questo, del muro del tempo sarà una cosa che non riusciremo mai a cambiare. E quindi il fatto che tutti vengono ad offrirci delle nuove opportunità di utilizzare il tempo, non modifica il tempo che abbiamo a disposizione. E quindi vivremmo in un mondo in cui ci saranno moltissime opportunità che non potremo utilizzare, semplicemente per mancanza di tempo.

Valentina Furlanetto: 00:58:57 Salto un po di palo in frasca, non se la prenda. Cosa dovrebbe fare la politica per le imprese.

Ernesto Illy: 00:59:05 Comprendere che sono la fonte primaria della ricchezza popolare, le imprese sono quelle che creano la ricchezza degli altri, e che tutti, lavorando insieme creiamo la ricchezza del popolo.

Valentina Furlanetto: 00:59:20 Prima abbiamo parlato del suo rapporto con la moglie, i genitori, i figli e i nipoti?

Ernesto Illy: 00:59:27 Oh tantissime, tutte donne, un unico maschio. Allora sono nove nipoti, un maschio e otto femmine. Tutte brillantissime, intelligentissime, un carattere straordinario. Ma io sono convinto che il futuro appartiene alle donne quindi va bene che ce ne siano tante.

Valentina Furlanetto: 00:59:45 Se non avesse fatto questo, se fosse nato da una famiglia magari che non aveva già un'impresa che cosa avrebbe fatto? Se lo è mai chiesto?

Ernesto Illy: 00:59:53 Difficile da dire. Io amo molto la musica, avrei fatto il musicista. È perché mia madre era musicista, e quindi è nei geni.

Valentina Furlanetto: 01:00:01 Quindi...m a suona anche uno strumento, o ha suonato?

Ernesto Illy: 01:00:04 Io ho le mani piccolissime. Mia madre voleva che suonassi il pianoforte, e non riuscivo mai, perché con le mani piccole e i piedi piccoli, che a tanto non mi entrano le scarpe. Vado a cercare le scarpe, mi danno quelle dei ragazzi con il pompon, e non va bene. Un uomo d'affari non può andare in giro con le scarpe con il ponpon.

Valentina Furlanetto: 01:00:25 Lei si definisce più un uomo d'affari o uno scienziato?

Ernesto Illy: 01:00:30 Un cocktail dei due...

Valentina Furlanetto: 01:00:30 Anche un po' filosofo?

Ernesto Illy: 01:00:32 Beh, tutti sono filosofi, anche senza saperlo.

Valentina Furlanetto: 01:00:35 Chi più chi meno. Come diceva lei, cioè l'intelligenza non è distribuita.

Ernesto Illy: 01:00:38 No no no, il problema è che prima o poi, agli uomini li capita di guardare una notte, il cielo stellato. E quando questo succede vengono queste domande, che hanno fatto sì che noi siamo diversi dagli altri animali. Sono domande che non si possono evitare. In questo momento la televisione cerca di toglierci il tempo di guardare il cielo di notte, perché sono i programmi televisivi che attraggono tutti. Però, ogni tanto capita che questo succeda. E allora, ci si rende conto che la televisione non basta. E'un fenomeno strano la televisione, la televisione vuole fare esattamente il contrario di quello che fa la natura. La natura vuole farci tutti differenti, l'uno dall'altro, mentre la televisione vuole farci tutti uguali, per la televisione l'ideale sono le sferette dei cuscinetti a sfera tutti uguali. Invece no c'è resistenza, o prima o poi ci sarà il rigetto.

Valentina Furlanetto: 01:01:33 E i giornali, la radio che rapporto ha con questi mezzi d'informazione?

Ernesto Illy: 01:01:37 Totalmente diversi. Noi dobbiamo ricordarci che i canali hanno una portata molto diversa, il canale visivo porta 10 alla 7 bit al secondo, cioè 10 milioni di bit al secondo. Lo sapete questo dai...

Valentina Furlanetto: 01:01:50 No, mi piace che lei ha continui riferimenti scientifici, questo è affascinante. Come Calvino. (ridono)

Ernesto Illy: 01:01:56 Allora l'orecchio portò 200 mila bit al secondo, il naso 20, le papille gustative 16, il tatto credo 50. Quindi, i canali hanno delle velocità molto diverse, e hanno anche una capacità quindi di influenzare la memoria, perché la memoria è influenzata dal coinvolgimento. Quindi, un evento che memorizzo, è l'evento che mi ha fortemente coinvolto emozionalmente. Quindi, quando gli occhi cominciano ad agire è inutile che si mettano a funzionare i sensi dell'olfatto. Per esempio quando noi assaggiando il caffè ci vorrebbe bene una bella ragazza che vende dentro, perché in quel momento dieci milioni di bit al secondo guardano la ragazza, e 20 vengono dal naso sul caffè. A questo punto bisogna fare in modo che dal momento che si assaggia il caffè, non ci sia una bella ragazza attorno, Ma vale anche per il resto. Bisogna fare in maniera che la memoria sia associata in generale al sistema visivo. E' molto più facile ricordare ciò che si vede che ciò che si ascolta. È molto importante associare l'ascolto alla visione, in questo caso è un vantaggio di memorizzazione molto più alto. Però, la modalità con la quale noi reagiamo a questi segnali è diversa. Ricordo McLuhan, un signore che si è occupato dei sistemi mediatici e della loro influenza e delle modalità con la quale noi li interpretiamo e li ha classificati in sistemi caldi e freddi, ricorda tutta questa teoria. I sistemi caldi non quelli che coinvolgono emozionalmente le persone. Quando uno vive una vicenda in televisione diventa partecipe, quindi diventa personaggio e coattore, e quindi il coinvolgimento personale è molto molto grande.

01:03:52 Quando uno ascolta la radio, lui è qua la radio è là. Ci sono, due persone, sono due mondi diversi. E in questo caso la personalità si confronta con il messaggio. Ed è questo che crea l'effetto innovativo, perché solamente quando questi due segnali, uditivo e visivo si fondono nel cortex prefrontale, e vanno a stuzzicare la memoria di lungo termine. Il cortex prefrontale è responsabile di questa importantissima attività del confronto e dell'esperienza che si sta vivendo con quella memorizzata. È quindi c'è uno shuttle continuo, c'è un continuo trasferimento di segnali, da quello che io sto ascoltando e vivendo a quello che ho nella memoria di lungo termine, e da questa contrapposizione nascono le idee, cioè l'attività creativa deriva da questo. Ma l'attività creativa deriva da questo, se c'è questa possibilità. Ma se io sono diventato partecipe, sono passivo, non sono più attivo. E il mio cortex prefrontale, viene switched off, si mette fuori e sta a guardare quel che succede in maniera passiva.

Valentina Furlanetto: 01:05:07 Quindi boccia la televisione, e la radio no invece, non la boccia, siamo ancora indipendenti nel nostro giudizio.

Ernesto Illy: 01:05:14 Anzi, ci avviamo stuzzicati, la radio stuzzica la nostra indipendenza, mentre la televisione tende ad un tunnel.

Valentina Furlanetto: 01:05:24 Proprio tunnel non.... Grazie Dottor Illy, io la ringrazio, abbiamo toccato... Ci mancano non lo so, pochissime cose. Il destino dell'universo...

Ernesto Illy: 01:05:31 Ci sono tante cose ancora da raccontare, no perchè la vita è bella e quindi va benissimo di fare queste cose, questi discorsi. Stuzzicare le persone a pensare, e invitarli a guardare il cielo stellato, in modo che le domande vengano dall'interno, domande antiche quelle che hanno fatto gli uomini. Ricordiamoci che gli uomini pagano un prezzo enorme alla possibilità di guardare le stelle. E pensare che ci sono il mal di schiena e le emorroidi, sono le due cose che paghiamo, perché abbiamo la possibilità di guardare le stelle. Una mucca non ha emorroidi, ma lei guarda solo l'erba.

Valentina Furlanetto: 01:06:17 E questo fa la differenza tra l'uomo e la mucca?

Ernesto Illy: 01:06:17 Eh sì.

Valentina Furlanetto: 01:06:17 Grazie.

Ernesto Illy: 01:06:19 Addio.