Trascrizione
Elio Filippo Acrocca: 00:00:03 E' sabato 7 febbraio 1987, mi trovo alla Discoteca 00:00:10 di Stato, sono le ore 11, mi 00:00:15 chiamo Elio Filippo Acrocca, sono 00:00:20 nato in un paese della provincia di Latina, nel 00:00:25 basso Lazio. Vorrei tentare 00:00:30 di fare, di formare un autoritratto verbale. 00:00:35 Io lo chiamo un ritratto su misura. Le 00:00:40 rotaie - poi spiegherò perché inizio 00:00:45 parlando di rotaie ferroviarie - le rotaie 00:00:50 allacciano nazioni, lo diceva già Apollinaire 00:00:55 e anch'io, me le sento nel sangue come un legame. 00:01:00 Da ragazzo mi imbarcavo sui treni, 00:01:05 mentre i miei coetanei non osavano neppure prendere un tram, 00:01:10 mio padre era già ferroviere, quando mi 00:01:15 vide nascere su per le scale di San Michele, a Cori, 00:01:20 nella zona di Porta Ninfina o porta 00:01:25 Nifosina, come si chiama lì. E fui portato a Roma che avevo 00:01:30 una trentina di giorni, è qui che ho cominciato 00:01:35 a contare gli anni, ogni 17 aprile, dal 1923. 00:01:40 La mia infanzia è stata 00:01:45 divisa quindi tra scalo merci, squadra rialzo 00:01:50 e i monti Lepini, tra il quartiere di San Lorenzo e 00:01:55 San Rocco, cioè San Lorenzo a Roma e San Rocco a 00:02:00 Cori. Lasciavo a Roma, il fumo delle locomotive 00:02:05 e il gergo dei venditori anarchici 00:02:10 di largo degli Osci e ritrovavo a Cori, i ferraioli, 00:02:15 i pastori e i vetturali, con il loro dialetto 00:02:20 antico e genuino, persino nelle bestemmie. Dal 00:02:25 quartiere di San Lorenzo mi cacciò il bombardamento su 00:02:30 Roma del 19 luglio '43, che distrusse 00:02:35 la mia casa, mezzo rione per aria, la visita 00:02:40 di Papa Pacelli sulle macerie della basilica fuori 00:02:45 le mura e una lapide, ricordo con alcuni versi miei, sul 00:02:50 portone di via dei Latini 71, quando fu ricostruito 00:02:55 il palazzo. Questo quartiere oggi è diventato ancor 00:03:00 più famoso, per il romanzo di Elsa Morante 00:03:05 intitolato "La storia". Perché, proprio in questo 00:03:10 quartiere Elsa Morante ha impostato l'inizio 00:03:15 del suo romanzo. Debbo 00:03:20 dire che di quel periodo, di quel bombardamento, 00:03:25 ci salvammo in pochi, in quel cortile. Poi 00:03:30 ripresi a studiare e a vivere sempre nella zona di Portonaccio e 00:03:35 all'università, ebbi compagni Raffaello 00:03:40 Brignetti, Cesare Vivaldi, Orlando Pier Capponi, Ornella 00:03:45 Sombrero, Franco Costabile, Mario Di Pinto, 00:03:50 Lucio Manisco, Luigi Silori, Dario Puccini, con 00:03:55 Guido Barlozzini e tutti, tutti attorno a Ungaretti, che 00:04:00 era il nostro docente di letteratura moderna e contemporanea. Mi laureai in 00:04:05 Lettere Moderne nel '47, il 00:04:10 31 luglio, sostenendo la prima tesi sulla poesia italiana 00:04:15 della Resistenza - ero stato allievo oltre che di Ungaretti, 00:04:20 anche di Sapegno, Funaioli, Toesca. Anni 00:04:25 quelli di scarne amicizie e di giovani anche inquieti, F 00:04:30in da allora, con tentativi di riviste culturali 00:04:35 che non andavano oltre i primi numeri - ricordo l'Ancile, 00:04:40 il Canzoniere eccetera, - difficoltà dunque d'ogni 00:04:45 sorta. Sulle riviste di quel periodo - e qui vorrei 00:04:50 ricordare, Folla, Domenica, Mercurio, 00:04:55 quest'ultima era di Alba de Céspedes. Pubblicai le prime 00:05:00 poesie, con disegni di Vespignani e Buratti, amici 00:05:05 miei pittori, con i quali dividevo gli anni di Portonaccio - q 00:05:10uindi la periferia romana, sempre treni, la 00:05:15 stazione Tiburtina, un ponte tra i vivi e i morti - 00:05:20 furono questi gli elementi della scuola, del gruppo che costituimmo 00:05:25 in quel periodo. La vita, la 00:05:30 vita ci ricacciava sempre dentro l'antica origine, 00:05:35 a mordere le stesse radici umane o preumane o disumane, 00:05:40 che ci avevano alimentato. Poesia 00:05:45 e pittura erano intese come rinnovamento culturale dell'individuo, 00:05:50 ma sempre con la vita in agguato, niente astrazioni 00:05:55 letterarie. Dunque Portonaccio, con 00:06:00 le appendici di Tiburtino Terzo, Pietralata, Ponte 00:06:05 Mammolo, San Basilio, Torcevara, e la clinica per pazzi. 00:06:10 Era una realtà che bruciava dentro, gli 00:06:15 anni di Portonaccio con queste, con 00:06:20 questi altri quartieri periferici o borgate 00:06:25 romane, costituiscono la mia 00:06:30 esperienza principale, la prima diciamo.Debbo 00:06:35 dire che erano gli anni in cui si tentava 00:06:40 di modificare la realtà, 00:06:45 la società e quindi c'erano anche valori politici, all'interno 00:06:50 di questo movimento culturale, artistico e poetico. 00:06:55 Zone come si sa, sulle quali 00:07:00 successivamente intervenne Pier Paolo Pasolini - che in 00:07:05 quegli anni, gli anni cioè del dopoguerra, viveva in 00:07:10 Friuli - quindi quella zona di Portonaccio 00:07:15 e dintorni con Ponte Mammolo Tiburtina Oderzo eccetera eccetera, 00:07:20 sono elementi scoperti precedentemente. 00:07:25 Non 00:07:30 si andava cioè a 00:07:35 Portonaccio, forse in Giulietta, ma si 00:07:40 veniva da lì, ci si viveva, questa è una differenza da non 00:07:45 trascurare. Come ho pubblicato il primo libro, 00:07:50 Enrico Falqui - un giornalista della terza pagina del tempo, 00:07:55 un giornale romano - mi aiutò a pubblicare, presso 00:08:00 Giovanni Scheiwiller di Milano il primo libro, scegliendo 00:08:05 tra le cose che io gli portavo a leggere, così, di quando 00:08:10 in quando. Portonaccio intanto si era trasformato 00:08:15 in una specie di racconto interiore, 00:08:20 cioè in parole scritte con l'esperienza di quegli 00:08:25 anni, nel tentativo però di trovare un rapporto, tra i vivi 00:08:30 e i morti, tra la natura e l'uomo. Il ponte di Portonaccio stava 00:08:35 anche a indicare il passaggio, per me dalla giovinezza alla 00:08:40 maturità. Già era pronto questo volumetto 00:08:45 nel '46, ma il libro uscì tre anni dopo, con 00:08:50 una presentazione che Ungaretti, mio professore 00:08:55 all'Università di Roma mi regalò manoscritta. Poi 00:09:00 La Fiera Letteraria di Angioletti e Trompeo, Letteratura 00:09:05 di Bonsanti e successivamente L'Europa letteraria 00:09:10 di Vigorelli, Il Caffè di Vicari, Galleria 00:09:15 di Sciascia e Petrucciani, accolsero altri miei scritti 00:09:20 e così altre riviste. Come L'albero di Girolamo 00:09:25 Comi, Il Dramma e anche antologie, sia 00:09:30 italiane che straniere. Nel '59 riunii 00:09:35 le poesie precedenti e uscì nello Specchio 00:09:40 di Mondadori un volume dal titolo Ritorno a Portonaccio, le 00:09:45 poesie cioè tra il '42 00:09:50 e il '58 sia edite che quelle inedite. 00:09:55 Il libro infatti comprendeva anche Caserma 1950 00:10:00 e Reliquia Umana, che erano già apparse, 00:10:05 la prima nel '51, nei Quaderni del canzoniere che dirigevo 00:10:10 insieme a Cesare Vivaldi e la seconda presso 00:10:15 Vanni Scheiwiller nel '55, il figlio di Giovanni 00:10:20 Scheiweiller, il mio primo editore. In una 00:10:25 nota preposta a Caserma 1950, 00:10:30 indicavo apertamente su quale terreno mi andavo muovendo, 00:10:35 ma erano tempi in cui i critici preferivano 00:10:40 da una parte, una poesia di partito e dall'altra 00:10:45 una poesia di rinuncia, di ripiegamento. In pochi 00:10:50 si apparteneva all'area del dissenso contro un populismo 00:10:55 di comodo, di maniera, tuttavia impegnati 00:11:00 ideologicamente in senso democratico, non piegandoci 00:11:05 alle parole d'ordine di marca zdanoviana, Ždanov 00:11:10 era un teorico di 00:11:15 Mosca. E influendo 00:11:20 però nel concetto di lirica consolatoria, gli 00:11:25 strumenti ideologici aprivano nuove prospettive 00:11:30 al linguaggio di quel tempo. Siamo ancora in attesa, e 00:11:35 speriamo che si verifichi nelle ricerche 00:11:40 anche a livello scientifico- universitario, che si verifichi un'analisi 00:11:45 onesta critica di quegli anni. Occorre 00:11:50 guardare documenti e date. Era cominciata 00:11:55 per taluni poeti la corsa al potere del consenso: consenso 00:12:00 editoriale, industriale, politico. Si preferiva 00:12:05 il più e non il meglio, le polemiche presero il 00:12:10 sopravvento, le idee venivano condannate per far posto 00:12:15 al gioco squilibrante del puro formalismo e 00:12:20 del rifiuto integrale. Le correnti intanto si mordevano la coda, 00:12:25 neorealismo neo-ermetismo, neo-sperimentalismo, 00:12:30 neo-avanguardismo, come se le etichette 00:12:35 potessero funzionare da demarcazione assoluta. Un 00:12:40 poeta invece, non sarà mai incasellabile in una unica direzione 00:12:45. Perché ho raccontato, detto tutto questo? Per dire - e p 00:12:50er me è importante - per me, cioè per quelli della 00:12:55 mia generazione, è importante sottolineare come avvenne 00:13:00 il passaggio diciamo, non la 00:13:05 rinuncia ad una poetica precedente cioè a quella ermetica, 00:13:10 ma il passaggio ad una realtà nuova, anche letteraria. 00:13:15Quindi potrei adesso documentare un po' 00:13:20 tutto questo che ho detto, attraverso qualche pagina, 00:13:25 qualche poesia che vado a rintracciare nel 00:13:30 volume Ritorno a Portonaccio, che uscì appunto presso 00:13:35 lo Specchio di Mondadori nel '59. In 00:13:40 questo volume leggo una 00:13:45 definizione:la 00:13:50 poesia è nel cuore dell'uomo,come la 00:13:55 verità è dentro le cose, la poesia disgiunta 00:14:00 dalla verità è finzione. Questa è una 00:14:05 mia dichiarazione, che diciamo va in parallelo con quanto ho 00:14:10 detto prima. Tra queste poesie 00:14:15 vorrei leggere, ecco qualcuna di 00:14:20 un gruppo di pagine, dedicate proprio a Giuseppe 00:14:25 Ungaretti e sono tratte da Portonaccio, 00:14:30 che comprendeva testi dal '44 00:14:35 al '46. Portonaccio intanto è un ponte 00:14:40 sulla ferrovia/ è un quartiere di povera gente./ Gli 00:14:45 uomini da vivi lo ignorano,/ da morti lo abitano 00:14:50. Anche questa è una definizione di una zona 00:14:55 di Roma, che ora naturalmente è cambiata. Ma in quegli anni 00:15:00 in questa poesia, che poi ho dedicato a Renzo Vespignani, il pittore, è 00:15:05 questo 00:15:10 il ponte che conduce all'isola/ dei prati, dove 00:15:15 muore la città/ di uomini vivi, dove vive il camposanto/ 00:15:20 dei morti, tra convogli radi/ al fischio 00:15:25 delle fabbriche,/ a notte i morti crescono 00:15:30 coi tufi,/ che ardono alla luna./ E' 00:15:35 questo il ponte che conduce all'isola dei morti,/ dove 00:15:40 vive la pietà/ degli uomini che vegliano nel grigio/ 00:15:45 di queste loro case in miniatura/ sepolte dentro 00:15:50 gli orti,/ a notte i treni passano sui morti/ 00:15:55 che ridono alla luna.
Elio Filippo Acrocca: 00:15:59 Un'altra pagina, ed è il testo, ed 00:16:15 è questo il testo, che attualmente 00:16:20 è sul palazzo di via Latini 71,accanto al portone. 00:16:25Ho dormito l'ultima notte/ nella 00:16:30 casa di mio padre/ al quartiere proletario,/ la 00:16:35 guerra aborto d'uomini/ dementi è passata 00:16:40 sulla/ mia casa di San Lorenzo./ Il 00:16:45 cuore ha le sue distruzioni,/ come le macerie di spettri,/ eppure 00:16:50 il cuore ancora grida./ geme, dispera 00:16:55 ma vive,/ come la Madonna di Raffaello,/ salvata 00:17:00 tra i sassi della mia casa,/ e un paio di calzoni 00:17:05 grigio verdi. Un'altra pagina, 00:17:10 sempre di quegli anni '43 -'44. Mi 00:17:15 si è seccata l'anima,/ mi si son logorate 00:17:20 le mani,/ a ricercare il corpo dei miei morti/ sepolti 00:17:25 senza gridi./ Ho chiuso il mio tormento,/ 00:17:30 su quei sassi, che a me/ celano segreti 00:17:35 di morte,/ chi mi staccherà dalle macerie 00:17:40 arse,/ chi mi quieterà? E potrei continuare, 00:17:45 ma sono pagine appunto di quel 00:17:50 periodo, in parte qualcuna di queste pagine, anche 00:17:55 si riallaccia alla mia origine corese, cioè 00:18:00 alla provincia da cui provenivo. Ce n'è una. 00:18:05Ho visto stagioni 00:18:10 tramutare/ sui campi della tua casa,/ il fango 00:18:15 diventare polvere ai greti,/ le zolle germogliare 00:18:20 orzo e serpi,/ estate stagione di passanti/ 00:18:25 che lasciano fumo alle spalle arse,/ e polvere 00:18:30 sollevano ai carretti./ E' tempo di tornare da mio 00:18:35 padre,/ non posso restare quassù/ dove tutto è intatto. 00:18:40 Bisogna /che torni alla contrada Mannarina/ dove 00:18:45 rami germogliano frutta/ con foglie di olivo./ Che importa/ 00:18:50 se non avrò la casa da anteguerra?/ Sulla 00:18:55 mia terra il vento ha seminato/ fili di morte, gli 00:19:00 uomini lasciarono/ mine tra i solchi, ho paura/ di battere 00:19:05 le redole dei boschi./ Mi siederò alla soglia 00:19:10 della stalla,/ attenderò che l'anitra selvaggia/ si spiumi sopra 00:19:15 il tetto./ E' la che tornerò,/ dove 00:19:20 nasceranno agavi sui morti sepolti,/ 00:19:25 fra i detriti dei cavalli. Eccetera. Dunque, 00:19:30 questo volume comprende, 00:19:35 come dicevo, le prime sezioni del mio lavoro,e 00:19:40 così, sezioni che 00:19:45 riuniscono la mia esperienza romana e la mia origine 00:19:50 di provincia. Successivamente, il 00:19:55 mio lavoro si è rivolto ad ampliare 00:20:00 diciamo, la mia esperienza umana e anche 00:20:05 culturale, una sorta di Italia minima, 00:20:10 andavo riscoprendo un po' dentro di me, attraverso i viaggi che 00:20:15 intraprendevo in quegli anni, scrivendo per 00:20:20 giornali, lavorando per la radio. E questa Italia 00:20:25 minima è diciamo, un secondo elemento della mia ricerca, 00:20:30 per arrivare successivamente, ad un altro tipo 00:20:35 di esperienza, quindi ad una terza fase del mio 00:20:40 lavoro, che l'esperienza che mi portava a conoscere 00:20:45 l'Europa, attraverso viaggi sia all'est che all'ovest, 00:20:50 sempre per motivi di lavoro per giornali - 00:20:55 per inchieste, per incontri con altri 00:21:00 scrittori, con artisti - e quindi 00:21:05 questo terzo elemento dell'Europa si 00:21:10 aggancia diciamo alla mia ricerca. Quindi, 00:21:15 prima la prima fase, diciamo Roma e la Provincia, Cori; la 00:21:20 seconda, l'Italia minima; la terza fase, l'Europa, una 00:21:25 specie di Europa però non turistica, ma una 00:21:30 Europa inquieta e drammatica, come siamo abituati a conoscere. 00:21:35 Dunque le rotaie di Apollinaire, ecco mio 00:21:40 padre ferroviere, Apollinaire che all'inizio del secolo scrisse 00:21:45 sulle rotaie che avrebbero allacciato le nazioni, quindi 00:21:50 queste rotaie per me, hanno un significato di stimolo anche. 00:21:55Quindi comprese le autostrade, che mi portavano 00:22:00 da una parte all'altra dicevo prima, non solo dell'Italia ma anche dell'Europa. 00:22:05Intanto, negli anni universitari, 00:22:10 io avevo studiato cinese, per quattro anni ho avuto dimestichezza 00:22:15 con gli ideogrammi e questi ideogrammi 00:22:20 nel frattempo sono rimasti però chiusi nelle aule dell'Università, 00:22:25 li ho ripresi successivamente e vedremo come. Intanto, 00:22:30 a questo tipo di innesto tra passato e presente già 00:22:35 avviato negli anni di Portonaccio e di Reliquia umana, alla 00:22:40 poesia del dissenso sperimentata con Caserma nel 1950, 00:22:45 si aggiungevano nuovi tipi di ricerca e di 00:22:50 espressione: scrivevo infatti corrispondenze, articoli 00:22:55 di viaggio, conoscevo paesi diversi, realtà e culture 00:23:00 nuove. Periodo questo di "innestogrammi", cioè 00:23:05 osservazioni, analisi, con 00:23:10 strati linguistici a più dimensioni eccetera. Questo sta 00:23:15 a significare l'innestografia delle arti. E quindi anche la 00:23:20 scoperta di un' Italia minima, entro cui volevo penetrare con 00:23:25 l'arma dell'ironia, faccia a faccia, con i problemi e i personaggi 00:23:30 del caos. Questi 00:23:35 erano i risultati, diciamo tappe sempre approssimative, 00:23:40 del lavoro compiuto su nuove zone di esperienza. Gli 00:23:45 Innestogrammi-Corrispondenze del '66, 00:23:50 l'Europa inquieta del '72, Roma Così 00:23:55 del '73, Due parole dal al di qua, del '73, 00:24:00 sino a Siamo non siamo, che è del del '74, 00:24:05 Bicchiere di carta del '77, Il superfluo 00:24:10 del 1980. Voglio dire, è un discorso 00:24:15 ancora aperto che cerco di portare avanti, contestando 00:24:20 ideologicamente chi contesta al riparo 00:24:25 di molte comodità e complicità. Io resto in 00:24:30 periferia, tra virgolette questa parola. In area 00:24:35 cioè di opposizione, a chiarire sempre di più le ragioni 00:24:40 dell'inquietudine, se mi riesce, con l'occhio a un 00:24:45 modesto affluente, che non conosce ponti d'oro e non 00:24:50 fa il sanguisuga di nessuno. È qui che imparo a vivere, 00:24:55 lontano dai centri di ogni genere, fra il Tevere e l'Aniene, 00:25:00 è evidente, le mie preferenze vanno a quel 00:25:05 affluente, che non ha ponti d'oro. Ecco perché Portonaccio, 00:25:10 ecco perché Tiburtino Terzo, Pietralata, 00:25:15 Ponte Mammolo. Cioè dove io ho conosciuto veramente l'importanza 00:25:20 che ha l'affluente di quel sanguisuga, che si chiama 00:25:25 fiume Tevere. E l'Aniene è un modesto 00:25:30 fiume, affluente che però 00:25:35 non intorbida la città e non 00:25:40 crea problemi a volte, ai quartieri romani 00:25:45. Perché il fiume Aniene, affluente Aniene, al massimo 00:25:50 può ospitare piccioni 00:25:55 e riflettere i pali della luce elettrica, ma 00:26:00 non fa danni. Quindi voglio 00:26:05 dire anche che questa mia, 00:26:10 questo tipo di poesia-confessione, è sempre una analisi psicologica, 00:26:15 una verifica continua, a livello innesto-grafico, 00:26:20 proprio nella triplice area di ricerca. E 00:26:25 due sono più propriamente aree del concreto: l'ultima 00:26:30 è tutt'altro che astratta. Le prime sono 00:26:35 di natura geografica, topografica, storica, cioè Roma 00:26:40 e l'Europa, la terza appartiene 00:26:45 all'indeterminabile, come direbbe Ungaretti, cioè 00:26:50 assume segreti e significati che vanno al di là dei nostri limiti, 00:26:55 perché restano orme del possibile, nel profondo mistero 00:27:00 della riflessione e del labirinto umano. Alla 00:27:05 Roma di Portonaccio, quartiere di San Lorenzo, è la cronaca 00:27:10 di anni remoti, alla scoperta dell'Italia minima - compresa 00:27:15 la mia appunto, quella della provincia dei Lepini, eccetera - e agli 00:27:20 itinerari dell'Europa inquieta, ripeto est-ovest. 00:27:25 Con l'anatomia del continente storia, 00:27:30 arte, cultura problemi, rivolte e inquinamenti e il 00:27:35 2000 che avanza, si aggiungono ora le domande, 00:27:40 gli enigmi dell'individuo e dell'universo, sempre 00:27:45 Ulisse sulla zattera, più joyciano però, 00:27:50 che omerico, tra comunicazione, memoria, 00:27:55 presentimento, sino alle impossibili risposte che 00:28:00 non riesco a dare né a me stesso, né ad altri. Forse 00:28:05 il segreto di un lavoro, tutto il bagaglio è 00:28:10 in un peso minimo, è all'interno 00:28:15 di una parola, di una voce senza confini, anche 00:28:20 se intrisa di cronaca, di storia, geografia di senso, 00:28:25 ironia sociologica, sintassi e ricerca di strumenti 00:28:30 linguistici. Poesia, come tentativo di comprendere 00:28:35 razionalmente una dimensione verso cui lanciamo 00:28:40 S.O.S di parole che hanno il peso 00:28:45 di un ancora. Questo è attualmente, in questi ultimi 00:28:50 anni, il mio tipo di ricerca, di lavoro. Che si è 00:28:55 diciamo, dopo dopo Il Superfluo del 1980, 00:29:00 pubblicato presso Mondadori nello 00:29:05 Specchio, sto svolgendo un altro 00:29:10 tipo di analisi, di osservazione, diciamo attraverso 00:29:15 un volume - alcuni già usciti, altri che invece sono in preparazione - è 00:29:20 un ciclo al quale sto lavorando, tra quelli 00:29:25 pubblicati dopo l'ottanta, vorrei ricordare Videogrammi 00:29:30 della Prolunga, poi Esercizi radicali 00:29:35 e Bagage. Sono tre volumi, per 00:29:40 Videogrammi della prolunga vorrei dire alcune cose, perché 00:29:45 videogrammi? Io mi ricordavo gli ideogrammi 00:29:50 cinesi, studiati e tradotti durante 00:29:55 gli anni di università, ma poi la vita è diventata videografica, 00:30:00 la parola è videografia ormai. 00:30:05 Cioè, noi viviamo in una realtà di immagini. 00:30:10 Persino la parola deve uscire dall'alveo 00:30:15 del suo alfabeto per diventare figura,immagine, che 00:30:20 non vuol dire pittura, io non sono pittore. 00:30:25 Uso le parole, le mie parole debbono però rappresentare 00:30:30 videograficamente la realtà in cui 00:30:35 vivo oggi, nel 1987. 00:30:40 Gli anni che a mio avviso, preparano il 2000, 00:30:45 che è già alle porte. La parola e l'immagine 00:30:50 dovranno entrambe rappresentare il tipo di 00:30:55 poesia - non è presunzione, ma è già evidente, 00:31:00 negli stessi spettacoli televisivi - dovranno 00:31:05 diventare la poesia del 2000. Perché prolunga, 00:31:10 videogrammi della prolunga, cioè le immagini che 00:31:15 ciascuno di noi porta dentro di sé: questa prolunga 00:31:20 di una memoria, di un passato che rimane vivo, 00:31:25 tutto dentro di noi e questo noi lo prolunghiamo 00:31:30 questo passato, fino a farlo diventare presente. Quindi 00:31:35 la prolunga è quasi un colloquio, 00:31:40 o un monologo senza fiato. Ma 00:31:45 non è soltanto interiore e intanto questa è la prima sezione 00:31:50 di un materiale - appunto video grafico - che si viene formando 00:31:55 oppure deformando, non lo so, frammento per frammento 00:32:00 diciamo dal 1973 - una data per 00:32:05 me importante, per motivi 00:32:10 personali - ma non credo che sia poi indispensabile 00:32:15 fissare una data di origine, perché in questo ciclo 00:32:20 videografico, io mi porto dietro tutto 00:32:25 il bagaglio culturale, artistico, che ho 00:32:30 conosciuto, che ho che ho visto, che che ho letto, che ho visitato, che ho 00:32:35 incontrato, quindi tutta la cultura del passato remoto e 00:32:40 prossimo. E tutto questo viene 00:32:45 a confluire nel tipo di lavoro che vado svolgendo. Dunque v 00:32:50ideogrammi, 00:32:55 viideogrammi che rappresentano una 00:33:00 ragione per recuperare attraverso 00:33:05 la memoria tutto il passato. 00:33:10Questo 00:33:15 tipo di ricerca, 00:33:20 di questi ultimi anni - iniziato appunto 00:33:25 con Videogrammi della prolunga - questo tipo 00:33:30 di ricerca appartiene a un ciclo, che forse intitolerò, Videogrammi 00:33:35 del Babbuino, oppure Lo Sdraiato 00:33:40 di pietra, perché babbuino? Il Babbuino è una 00:33:45 strada romana, nota famosa, è una 00:33:50 strada che unisce Piazza di Spagna 00:33:55 a Piazza del Popolo. Ma il Babbuino, cioè questo 00:34:00 piccolo monumento emarginato, che sta 00:34:05 in disparte, non intralcia il traffico, non è al centro di una piazza, è 00:34:10 a metà di questa strada, di via del Babbuino, è quasi attaccato al muro. 00:34:15 Ha come piedistallo una 00:34:20 vasca, quindi c'è una fontana minima, non 00:34:25 c'è una data, non c'è un nome sotto questo monumentino 00:34:30. Quindi non rappresenta a mio 00:34:35 avviso, altro che l'uomo che affronta 00:34:40 la realtà stando sdraiato apparentemente e che 00:34:45 non dà lustro né a un casato né a una data. Questo 00:34:50 Babbuino, al centro della omonima via romana, 00:34:55 è per me un colloquio continuo, è un richiamo 00:35:00 continuo attraverso la conoscenza 00:35:05 che egli ha, cioè questa statuetta di 00:35:10 travertino con il viso però di gesso 00:35:15 che è stato rifatto con le mani troncate e non era a due moncherini, 00:35:20 ed è apparentemente sdraiato 00:35:25 su questa vasca, su questa fontana. Questo babbuino a mio avviso, 00:35:30 è l'uomo di oggi, è l'uomo, è l'uomo, già con i pezzi di ricambio. 00:35:35 Ebbene su questo tipo 00:35:40 di colloquio io vado innestando il mio lavoro attuale 00:35:45 e dirò una 00:35:50 una pagina di questo libro, una 00:35:55 pagina che 00:36:05 ha per titolo Lo sconto dei giorni. Passo 00:36:10 falso del tempo, a questa strada 00:36:15 guardo anch'io il passato più lieve, ascoltando 00:36:20 radici, ardui margini. Roma, chiave 00:36:25 segreta che mi generi senza saperlo sei la 00:36:30 mia ultima periferia, Ponte, Isola prato, ferrovia 00:36:35 di tante capitali, sei sconfitta battaglia 00:36:40 nel tramonto, in docile pagina. Sguardo sugli 00:36:45 oggetti che arrivano dal fondo dello spazio, già tramutato 00:36:50 in Sfinge, rovinoso deserto, corruzione, 00:36:55 sequestri, e allusione, ordito 00:37:00 agguato, Frantumi di speranza il marciapiede è di là. I cortili 00:37:05 nell'ombra che non nomino, gli androni umide 00:37:10 viscere, svogliate promesse del male di parole, 00:37:15 un male del diavolo, pena infinita come 00:37:20 per Valery, nel rude esercizio, rude 00:37:25 e crudo, crudele, che 00:37:30 aiuta ad approdare a rive convertite, nel silenzio 00:37:35 che ospita sgomenti non certezze. Tra 00:37:40 un invito e un divieto l'ironia è confine sulle insegne, 00:37:45 rottami del consumo allettante, crollo 00:37:50 dei prezzi, saldi sottocosto, vetrine da esplorare, figure 00:37:55 deformate e spente ceneri e marche dell'inganno, 00:38:00 ove si specchiano visi e mani, marionette 00:38:05 che siamo sulla scacchiera dei dritti. Se 00:38:10 nella rete cadiamo dei loro allettamenti, ma su 00:38:15 pareti transita lo sconto dei giorni con 00:38:20 la pedina immobile nell'attesa di varcare la zebra 00:38:25 sull'asfalto. Più che mai solitario 00:38:30 tra la folla, ombra addomesticata alla parete 00:38:35 rassegnato muri da anime remote o alla 00:38:40 vetrina, in un tale impatto sconosciuto. 00:38:45 In questa via del Babbuino, io tento 00:38:50 di attraversare da un marciapiede all'altro, sulle strisce 00:38:55 pedonali, che non si vedono neppure bene, ormai sono 00:39:00 logorate, le strisce pedonali, come sono logorati le 00:39:05 suole delle mie scarpe, perché l'attraversamento da una 00:39:10 facciata all'altra da un marciapiede all'altro, sta a significare 00:39:15 L'attraversamento della vita. Ancora una 00:39:25 pagina, da Videogrammi 00:39:30 della prolunga, ed ha per titolo Il galantuomo.
Elio Filippo Acrocca: 00:39:36 Più si avanza negli anni e più si parla l'imperfetto, 00:39:40 tempo senza più inganni e senza agganci. 00:39:45 Tu credi, col presente. Mentre questo, è coinvolto 00:39:50 nel raggiro del futuro, almeno nell'illusione del momento, 00:39:55 breve spazio nel limite che ignori, quel che è stato 00:40:00 e stato, lo so, il vasto del tempo. Però, più 00:40:05 procede e più vasto si fa, quel galantuomo. Interno, 00:40:10 esterno, arbitrio, ambiguità come 00:40:15 soggetto - oggetto. La facciata che muta il dentro, il fuori, 00:40:20 come la parete di casa il prima e il dopo, la 00:40:25 finzione alterna momenti che prolungano il passato 00:40:30 o è già presente il futuro che veglia alla tua porta 00:40:35 e transita alla mente come una macchina targata 00:40:40 questa, quella e scorre nella scacchiera 00:40:45 del doppio senso, ma non è la tua Mini, questa 00:40:50 è un'Opel, due Ritmo, una Talbot, due 00:40:55 moto e ti coinvolge il traffico. E tu 00:41:00 sei nel movimento delle cose punto, linea, tragitto 00:41:05 di pensiero, fantasia, ma realtà del babbuino 00:41:10 sei, concretezza di eventi, sei frammento 00:41:15 di vita, gesto del cosmo, parte apparente, cumulo 00:41:20 di echi, innesto, impronta. Tu sei, la 00:41:25 prolunga inarrestabile, forma che precede il mio passo 00:41:30 e io che ti seguo bersaglio come sulla 00:41:35 facciata parete i quadri, porte corrosione dei tempi, 00:41:40 oblungi strati di colori scalfiti, dallo 00:41:45 scarico dei giorni. Numeri e nomi, insegne e 00:41:50 titoli, rettangoli verticali, orizzontali. Nulla 00:41:55 è sotto vetro, per la polvere degli anni e prendono corpo 00:42:00 figure incise da parole mischiate nello spazio 00:42:05 dell'imprudente ragno come sul rettifilo 00:42:10 si intersecano gli angoli 00:42:15 remoti del nuovo profilo che assumono, si 00:42:20 intersecano gli angoli remoti 00:42:25 del nuovo profilo che assumono le strisce sulla strada, 00:42:30 come un quadro d'asfalto che calpesto col tuo 00:42:35 passo di velo, sovrappongono reale e irreale, nella 00:42:40 cornice di pagine invisibili che ignorano il metro falso 00:42:45 degli addetti al caos. Ma ha 00:42:50 nome questa strada o si finge d'asfalto l'invisibile 00:42:55 materia tenta di date, e non mi accorgo, che 00:43:00 ancora resto incerto, tra i bordi delle strisce. 00:43:05 Quindi è questo continuo passaggio 00:43:10 tra realtà e fantasia, ma in 00:43:15 percentuale maggiore è la realtà, la realtà drammatica 00:43:20 e dolorosa a volte. Tento di - attraverso 00:43:25 le ultime cose 00:43:30 che sto scrivendo - tento di misurare la distanza, 00:43:35 la distanza forse che c'è tra realtà e fantasia. 00:43:40La distanza è un metro, è un metro che va misurato, che 00:43:45 ci appartiene e la distanza anche 00:43:50 tra il passato e il presente, tra noi e le cose. Diciamo 00:43:55 che la distanza, è una nuova sezione appunto, 00:44:00 dopo la prolunga e dopo un altro volumetto uscito recentemente, 00:44:05 intitolato Copia difforme, ed 00:44:10 è più o meno dello stesso periodo. Quindi è una sezione 00:44:15 di quel materiale, ricavato dall'esperienza di questi ultimi 00:44:20 anni, con ascendenze però sempre più remote ed è 00:44:25 un fluttuare della coscienza apparentemente individuale 00:44:30 che non è sempre immobile, con i riflessi rivolti alla realtà 00:44:35 e alle notizie che coinvolgono persino l'ombra che ci vive accanto. 00:44:40 Tutto quanto appartiene all'area delle tracce del passato e del 00:44:45 presente, che restano impigliate all'interno della visibile 00:44:50 facciata, sul marciapiede di là. sempre nell'attraversamento 00:44:55 delle strisce pedonali, di quell'indecifrabile babbuino, che 00:45:00 è proiezione e controfigura della prolunga 00:45:05 verbale. Non solo dunque la nota via romana, ma l'emblematica 00:45:10 strada del vivere, tra due pareti di palazzi dall'ambigua 00:45:15 prospettiva, sempre numeri pari e numeri dispari, portoni 00:45:20 con citofono incorporati per colloqui tra ombre 00:45:25 vive, finestre vere e presunte, anfratti, 00:45:30 vicoli traversi e ancora insegne del secolo, manifesti 00:45:35 mutevoli per una mano di colla, cronache di un continente 00:45:40 senza limiti. Mi chiedo a volte se 00:45:45 la poesia sia copia della fantasia, oppure realtà, realtà 00:45:50 al dritto e al rovescio, del paradigma 00:45:55 del tempo. Trame e rammendi, dettagli sul 00:46:00 filo dell'immaginario, parole scippate come impronte della 00:46:05 mente, passi e appigli da aggiungere 00:46:10 nella riserva in rosso degli anni, visioni e oggetti che nascono 00:46:15 dal silenzio o dal contrasto dalle corsie dell'inganno 00:46:20 che avanza, attraversato dalla vita e senza alcuna rosa dei 00:46:25 venti, non inseguo altro che orme, ai limiti del campo che 00:46:30 resta. La distanza è quasi un esercizio all'arbitrio, 00:46:35 è un peso nel vuoto senza rete, la 00:46:40 vita forse è una rete a strascico che convoglia immagini 00:46:45 e memoria, concretezza e fantasia, emblemi di una maschera 00:46:50 macchiata più di remoto e presente che di improbabile futuro, 00:46:55 proprio come un videogramma, nel registro 00:47:00 del dialogo con l'altra facciata del babbuino. Ma più 00:47:05 che su una striscia pedonale, l'attraversamento si svolge in una sequenza 00:47:10 panoramica globale, il segmento del vivere è 00:47:15 un raggio radar nel complesso 00:47:20 angolo giro, che l'esistenza consente, 00:47:25 nell'area individuale e immodificabile dell'esperienza 00:47:30 a 360 gradi, tutti compiamo un 00:47:35 angolo giro a 360 gradi. Lungo 00:47:40 un cerchio che riconduce con tutta l'apparente distanza 00:47:45 al punto di partenza: cioè alla tangente 00:47:50 del limite, questo è il mio tipo di lavoro di 00:47:55 questi ultimi anni - ora prendo qualcosa da 00:48:05 un libretto, appunto intitolato 00:48:10 Copia difforme. Prendo, vediamo. Prendo 00:48:15 la 00:48:30 pagina intitolata Tavola pitagorica 00:48:35.
Elio Filippo Acrocca: 00:48:39 Questi i tuoi metri d'aria, quale altro spazio ti inventi, 00:48:45 e a che m'affido chiedi, se altra presa non ho, 00:48:50 non hai che è ricattabile groviglio di certe 00:48:55 presenze, queste chiusure al tempo, gli avanzi 00:49:00 della vita che hai speso niente insieme ai conservatori 00:49:05 niente da raccogliere. Il campo non ha filari 00:49:10 che l'ombra della mente, non sei rimasto sul marciapiede 00:49:15 o dietro una vetrina, hai sempre dato del tu alla vita. 00:49:20 E ancora ne paghi il conto. Il resto mancia dici. 00:49:25 Sei cliente di parola, ma guardando il tuo viso 00:49:30 mi riporta indietro con gli anni. Rivedo la figura di quand'ero 00:49:35 all'inizio della tua meraviglia tra parole e un libro 00:49:40 che è fiorito in un gesto accanto a te. Il 00:49:45 sapore della casa. Il tempo che incide tra il passato 00:49:50 e l'istante come la fuga delle cose intoccabili la tua 00:49:55 immobilità. Forma di pietra che respiro al tuo fianco. 00:50:00Niente musica da camera, quella è armonia 00:50:05 fuga, contrappunto, composizione da analisti e teorici, 00:50:10 concerto di canzoni, sinfonie d'orchestre, per spartiti 00:50:15 che inventi senza note, gli astratti esecutori 00:50:20 sulla scena. Quartetto d'archi, quintetti per fiati, 00:50:25 riconosco le voci che all'esterno riportano 00:50:30 profili d'altra età, ma è diversa la musica che intona 00:50:35 il tempo oggi, e disorienta chi parla senza 00:50:40 voce come te, babbuino. Misurabile, 00:50:45 è solo la distanza della vita, Un metro divisibile o moltiplicabile 00:50:50 per numeri pari o dispari, da calcolare 00:50:55 dentro i calendari, l'invisibile alfabeti. L'altra 00:51:00 distanza è un numero incalcolabile, 00:51:05 impreciso fuori ogni rapporto da 00:51:10 una astratta tavola pitagorica. L'unica materia da 00:51:15 affidare alla memoria è questa. Altro 00:51:20 elemento 00:51:25 del mio lavoro, della mia ricerca. E 00:51:30 posso leggere una pagina da Bagage, 00:51:35 appunto un settore diciamo europeo. Ciclo 00:51:40 di viaggi, 00:51:45 ma sempre alla ricerca dei rapporti non dei contrasti. Voglio 00:51:50 leggere, eccolo qui, qualcosa 00:51:55 che appartiene all'Europa sotto 00:52:00 zero, questo 00:52:10 è il titolo, Europa sotto zero.
Elio Filippo Acrocca: 00:52:13 Col filo di pensiero nella cruna, cuci arcobaleni sulle periferie, metalli 00:52:20 e specchi sull'autostrada degli anni, stoffe 00:52:25 sul collage di vetrate interne, oggetti 00:52:30 sul montaggio che siamo, frammenti sul velame, ed uno spazio 00:52:35 ring. Scuci orme sul 00:52:40 tempo, che si straccia, luce dal fondo dei paradigmi 00:52:45 urbani, voci di capitali che si snodano, fantasmi 00:52:50 di memoria come slanci d'aria, parole di pupilla, su toppe 00:52:55 di muro, per immobile giocattolo della vita. Cuci e scuci città 00:53:05 del continente,la febbre di Amsterdam, e 00:53:10 i gradi di Mosca. L'Europa sotto zero a colori di 00:53:15 arterie, linee, macchie di piazze di facciate, come 00:53:20 quelle tessuta sul telaio di Roma, mistero 00:53:25 d'alfabeti senza vetro.
Elio Filippo Acrocca: 00:53:30 Anche questa, anche 00:53:40 questa pagina, appartiene 00:53:45 al tipo di lavoro che vado svolgendo. Sono queste 00:53:50 ultime esperienze di viaggio 00:53:55 attraverso l'Europa, ma andando in giro, visitando 00:54:00 altre capitali o altre altre province nel 00:54:05 continente europeo. Mi accorgo che 00:54:10 serve tutto per capire meglio me stesso. In fondo viaggiare 00:54:15 significa conoscere la realtà degli altri e 00:54:20 la nostra stessa realtà. Ora, il 00:54:25 continuo tipo di lavoro che sto facendo 00:54:30 mi porta a qualche indicazione. C 00:54:35ioè ad un tipo di poesia come 00:54:40 confessione, come testimonianza, come colloquio, come presenza 00:54:45 e anche come invenzione. Tento di dare attraverso 00:54:50 il linguaggio, quello che io considero 00:54:55 un binario, che non è più quello di Apollinarire, ma il binario della 00:55:00 mia esperienza, cioè la coscienza e lo stile, quindi 00:55:05 comunicazione e significati, questo è il tipo di lavoro 00:55:10 che vado svolgendo. Diciamo 00:55:15 anche un tipo di poesia contro gli egoismi e contro le presunzioni, 00:55:20 poesia contro il tradimento 00:55:25 della ragione, tento di dare quello 00:55:30 che considero il carattere del tempo, cioè il sentimento 00:55:35 del paesaggio, gli affetti familiari, l'apparato anche 00:55:40 biografico ambientale, una sorta di ipotesi d'equilibrio. 00:55:45 Quello che Novalis considerava 00:55:50 ricordo e presentimento, ecco il passato 00:55:55 e il presente futuro. Quindi domande ancora senza risposte, 00:56:00 una sorta di tridimensionalità 00:56:05 o pluri-bidimensionalità della poesia attraverso 00:56:10 la parola e le immagini. Procedo a passo 00:56:15 d'uomo,e mi considero un utente effimero, sto tentando 00:56:20 un bilancio del lavoro. Considero 00:56:25 per esempio la 00:56:30 poesia come inquietudine, nel tentativo di uscire dal labirinto 00:56:35 di ogni genere, credo, continuo sempre a credere nella civiltà 00:56:40 della provincia, al continente europeo, innalzato 00:56:45 attraverso una poesia, un prosit, un augurio 00:56:50 a un'Europa reale. Tento 00:56:55 le orme del possibile, contro una sorta 00:57:00 di neuro consumismo. Credo nell'esistenza, 00:57:05 nonostante tutto, nonostante cioè tutti, 00:57:10 nonostante che io mi porto dentro. Credo 00:57:15 in una esistenza come strumento, p 00:57:20rodigioso strumento, che io 00:57:25 chiamo mono strumento, è un 00:57:30 innesto di due vocaboli, cioè, mon-strumento come prodigioso 00:57:35 strumento della coscienza. Il mio 00:58:00 ultimo lavoro, qualcosa di inedito proprio a documentare 00:58:05 questa giornata, 00:58:10 vediamo tra le ultime cose questa qui, è intitolata Traduzione. 00:58:15
Elio Filippo Acrocca: 00:58:27 Ha 00:58:25 durata maggiore il tuo tempo, 00:58:30 all'angolo piatto, superi tutti i limiti del giorno, 00:58:35 esci da questo involucro fittizio scorrendo tra due 00:58:40 ali di pensieri, oltre l'appiglio che non ha più data. Per 00:58:45 un po' ti sgancio dai tuoi grammi d'ombra, ma anche oggi 00:58:50 declina a caro prezzo, per te l'ora che impacca l'ultimo 00:58:55 residuo di luce, babbuino. Non 00:59:00 hai neppure una cornice d'aria, non ha spazio il 00:59:05 rilievo dell'immagine che stacca dal vuoto 00:59:10. Altro sfondo non hai che questo muro, che ti spinge al 00:59:15 silenzio. Ancorato alla pagina dei 180 00:59:20 gradi all'orizzonte, non lasci altro di te che 00:59:25 il mutuo spingersi dell'intonaco opaco, il deserto 00:59:30 che nutri e abisso violato dalla polvere, che sfiora 00:59:35 la tua vasca. L'ipotesi del come investe 00:59:40 il quanto e il dove, il quando e l'amen che non 00:59:45 torna facilmente al silenzio delle labbra, quando si 00:59:50 fa tuo scudo l'aria inappagata della notte, ti 00:59:55 saprei rintracciare in ogni riparo, ti avvertirei 01:00:00 celato, nel tuo invisibile peso.
Elio Filippo Acrocca: 01:00:04 È il mio lavoro. Un'altra 01:00:20 pagina inedita, che andrà a confluire in un volume di 01:00:25 prossima edizione, forse lo intitolerò Contromano, 01:00:30 contromano, o controcorrente, 01:00:35 controsenso, oppure contro-umano, chi lo sa. 01:00:40 Ha per titolo, Due chiacchiere.
Elio Filippo Acrocca: 01:00:45 Non calcoli il passaggio dei girini, non tieni il conto 01:00:50 di chi transita, ignori nomi e risse, con un sondaggio 01:00:55 di chi vuole coinvolgerli al tramonto, non ti arrendi alle 01:01:00 comode celebrazioni, non commemori i giorni più lunghi, non 01:01:05 esibisci all'insegna del kolossal la tua feriale 01:01:10 Normandia. Al massimo potrei riunirti accanto 01:01:15 qualche viso superstite, irrisoria compagnia di 01:01:20 gente silenziosa come te, che si e no potrebbe trovare 01:01:25 un acquirente tra l'usato. Sei capolista 01:01:30 solo della tua ombra, non fai corrente, tu non 01:01:35 cambi maglia, non ti alleni nel salto della quaglia, non prendi 01:01:40 rincorse, non sei curiosità della natura, non 01:01:45 hai la voce di balene o delfini non accendi interessi, 01:01:50 nei Contini, nei Quilici moscati della 01:01:55 letteratura, per il taglio all'inflazione, tra gli altri 01:02:00 accorgimenti ti hanno troncato le mani, ora non resta 01:02:05 che ti estraggono persino dagli utenti. Caduta 01:02:10 rapida del dollaro dice il giornale radio del mattino, sui 01:02:15 mercati internazionali. Ma tu come 01:02:20 la lira, babbuino sei già sdraiato e non 01:02:25 su due guanciali. Nemmeno di straforo, una 01:02:30 pietraccia come te potrebbe ottenere il rialzo dell'oro. 01:02:35 Circa il problema dell'occupazione, due milioni 01:02:40 di posti a dire poco nel prossimo decennio, dice 01:02:45 De Michelis, stai tranquillo che prima o dopo, non 01:02:50 lo dicono soltanto le carte, ce ne sarà uno pure per te da 01:02:55 qualche parte. Che resterà mai della tua malandata 01:03:00 mezza scuola? il nome a qualche vicolo, se 01:03:05 vuoi, sarebbe già grasso che cola, meglio 01:03:10 due chiacchiere tra noi, ma da sveglio.