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Marengo, Renato - 2022

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Trascrizione

Felice Liperi: 00:00:02 Buongiorno, sono Felice Liperi e oggi, 21 ottobre 2022, siamo nella sede dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e incontriamo Renato Marengo, nell'ambito del progetto, voglio ricordarlo, C'era un Grande Prato Rock - Narrazioni e Ricordi sulla Stagione del Prog Rock a 50 Anni dal Festival Pop di Villa Pamphilij del 1972. Quindi prima di tutto benvenuto a Renato Marengo che è qui con noi, buongiorno. Voglio insomma ricordare che la registrazione sonora, la ripresa dell'immagine della propria intervista a titolo gratuito, senza vincoli temporali, la conservazione dei documenti sonori, audiovisivi prodotti e di eventuali materiali di corredo, negli archivi dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, per le finalità istituzionali che regolano l'attività dello stesso...Questa è una richiesta di autorizzazione che facciamo a tutti i nostri ospiti. Allora, di nuovo benvenuto 00:01:00 Renato Marengo, difficilissimo dare una sintetica definizione del suo lavoro, ha fatto, qui davvero sono i cinquant'anni, dicevamo prima, '72, in realtà qualche anno prima, forse si parla veramente di cinquant'anni di attività, veramente in tutte le direzioni. Però come mia abitudine, vorrei che questo....il racconto che facciamo della vita professionale e della storia professionale di Renato Marengo, sia anche un po' contestualizzato, anche nel racconto della sua vita. Napoli, che è luogo poi di riferimento fondamentale della sua origine, della sua famiglia, del suo lavoro, eccetera. Raccontare, ecco come, qual era l'ambiente in cui ha cominciato a maturare questo lavoro, perché voglio ricordare che già il padre, adesso Renato lo ricorderai tu, era un musicista, suonava.

Renato Marengo: 00:01:55 La viola...

Felice Liperi: 00:01:55 In un meraviglioso luogo. Forse dicono tutti che il teatro più bello del mondo, che è il Teatro San Carlo, certo.

Renato Marengo: 00:02:01 Sì, allora cominciamo. Ecco ricorderò assieme a voi che ascoltate, assieme a te, un po' di storia. Allora, io da bambino accompagnavo, venivo ad assistere alle opere liriche e sinfoniche che mio padre al San Carlo, come prima viola era, era, insomma era impegnato nel suo lavoro. Ed ero affascinato, ho cominciato proprio addirittura dal palchetto, dove andavo con mia madre, col ditino dirigevo e quindi ho visto delle cose fantastiche. So che quando c'era il Sigfrido, mio padre mi faceva toccare col dito il drago, per farmi vedere che era di pezza, quindi non era meraviglioso? Va beh. Quindi questa esperienza al San Carlo, sono tanti grandi professionisti, ma uno mi piace ricordare: Antonio De Piscopo, papà di Tullio, sai che a Napoli c'è una una 00:03:00 scuola di batteristi, come diciamo i percussionisti a Cuba o in Brasile, così a Napoli sono i batteristi e Antonio De Piscopo, papà di Tullio, ma papà anche di un...prematuramente scomparso, a soli ventun anni, Romeo che era un alto batterista molto bravo. Quindi giorni fa mi ha fatto piacere ricordarlo con Tullio. Allora, la Napoli, quindi diciamo, formazione classica, anche studiato al Conservatorio, tentativi di suonare l'oboe e così via, ma grande passione immediata per il nuovo, è stato proprio un pallino e ho avuto anche la fortuna che a quattordici anni, quindici anni già scrivevo su un giornaletto scolastico che poi è diventato diventò piano piano interscolastico, si chiamava Il Boom - Voce della gioventù, il direttore, io ero l'inviato musicale, il direttore era Nicola Squitieri, fratello di Pasquale Squitieri.

Felice Liperi: 00:03:58 Sono dei collegamenti biografici molto importanti. Napoli rimane sempre centrale e quindi abbiamo introdotto un aspetto che poi svilupperemo più avanti, quando diciamo approfondiremo il lavoro che tu hai fatto nel campo editoriale, però è cominciato a Roma, da bambino con un piccolo...

Renato Marengo: 00:04:14 Ecco, un piccolo ricordo e un aneddoto, un aneddoto che mi piace ricordare. Andavamo a fare il giornale in uno studio di avvocati, che era Squitieri - Leone e una volta il Presidente, prima ancora essere Presidente c'ha toccato su questo "Bravo, guagliù, bravi, cominciate" e facevamo del giornalismo.

Felice Liperi: 00:04:33 E questa è stata la prima...

Renato Marengo: 00:04:34 Questa è stata la prima esperienza, poi sono riuscito a entrare al Napoli Notte che era il, il quotidiano della sera del Roma, del pomeriggio e lì in breve tempo mi hanno fatto, visto che c'erano queste nuove musiche, che alcuni vecchi critici dicevano "Fanno ammuina, fanno rumori", rumori erano gli amplificatori del rock, che i 00:05:00 giornalisti abituati alle canzoni sanremesi o del Festival di Napoli digeriscono malamente. Io sono entrato insieme ad altri della mia età, siamo entrati subito su questa...

Felice Liperi: 00:05:12 Ecco, ma ti interrompo, ma stiamo parlando di che anni più o meno, dunque?

Renato Marengo: 00:05:16 E i primi anni fine anni '50 e primi '60. Sono gli stessi anni in cui arrivava al Circolo del Jazz Renzo Arbore, che portava una ventata...Lui scappava da Foggia, fingendo di studiare e immediatamente suonava, faceva e lui questa ventata di jazz di Renzo e ne parlo anche nel mio libro, questa ventata di jazz portò al fatto che, poiché lui è appassionato anche della canzone napoletana e della musica, a un rinnovamento della canzone, possiamo quindi vedere le prime avvisaglie del blues, del soul o addirittura insomma 00:06:00 un certo modo di riarrangiare le canzoni. E Renzo diede spinta anche a Peppino Di Capri, a Fred Buongusto, a Bruno Martino, a quei diciamo, quelli che recuperarono certe grandi canzoni, portandoli con uno slow e con un blues...Somigliavano molto ai suoni di Paul Anka, Neil Sedaka e di...dei Platters. Questo era il periodo...i Beatles, arrivavano i primi Beatles, quindi io ricordo pure di avere organizzato i primi ascolti insieme a Nicola Mucillo, altro personaggio, poi giornalista RAI eccetera, avevo creato un'organizzazione, Balletti Vomero, che era un modo per partecipare a delle feste, dove però soprattutto sentivamo il rock...Ecco quindi diciamo l'influenza del rock internazionale. Da Napoli notte poi, sono riuscito a scrivere sul L'Unità e Paese Sera, quindi poi più vicini diciamo alla mia...

Felice Liperi: 00:06:59 Si è levato il livello professionale. Tutto questo è la base di un preziosissimo lavoro che hai fatto, uscito di recente, Napule's Power. Movimento musicale italiano, perché prima facevi cenno al lavoro di alcuni, di alcune figure fondamentali della nostra cultura contemporanea. Citavi prima di tutto Arbore, ma altri cantanti che a Napoli sono maturati. Questo per dire, il sottotitolo del libro mi sembra molto azzeccato, perché si parla di movimento musicale italiano.

Renato Marengo: 00:07:27 Ecco, io ho preso in prestito questa definizione, non presuntuosamente da napoletano padrone del mondo, ma perché Renzo Cresti, uno dei più grandi critici di musica contemporanea europei, nel fare la prefazione del libro...perché lui parla di musica presente, quindi musica presente, sia la contemporanea, sia grazie, ma anche il rock il pop e il prog. E lui ha detto, ha ricordato che due erano le capitali della musica in Europa: Parigi 00:08:00 e Napoli e Parigi poi è diventata fru fru e Napoli ha mantenuto...E allora il discorso è proprio la produzione di suoni autentici. Se andiamo in Italia c'è tanta musica, anche nel mondo popolare che tu ben conosci no, nella musica popolare in tutta Italia, ce n'è tantissima, ma quella che ha...Così come a Cuba c'è la rumba, così come in Brasile c'è samba e bossanova, a Napoli c'è...Io poi, abbiamo chiamato Napule's Power questo movimento che traendo dalla tradizione, mescolandola quindi...Io sono un come si dice, un sostenitore della contaminazione no, allora la contaminazione fra la musica popolare da una parte, la musica, le grandi canzoni del passato, io dico del passato, perché gli anni in cui io mi formavo, 00:09:00 non c'erano belle canzoni, erano canzonette e perché erano diventate pietistiche, rassicuranti, tira a campare ed erano anche un po' malavitose. Allora non era un ambiente che...Allora la grande canzone napoletana che Arbore faceva rinnovare e che comunque ispirava tanti artisti, insieme al nuovo, cioè alla voglia di nuovo, di cambiamento di tanti giovani, ma c'è una componente in cui nel libro parliamo subito.

Felice Liperi: 00:09:35 Ma da questo punto di vista devo dire che in effetti...E qui ti volevo fare una domanda a proposito del movimento musicale napoletano: in qualche modo Napoli però, recupera una centralità che in realtà aveva già avuto? Tu giustamente dici il rapporto con Parigi, perché tutta la grande stagione di fine secolo, dell'Ottocento intendo, col caffè concerto, le due grandi capitali europee, quasi 00:10:00 più ancora di Londra, erano Parigi e Napoli, perché contemporaneamente nasceva questo movimento molto importante del caffè concerto, che a Napoli è stato fondamentale. Quindi in qualche modo a distanza di moltissimi anni, perché stiamo parlando di non dico cent'anni, ma insomma di settant'anni diciamo di distanza, questo movimento rinasce. Secondo te quali sono gli elementi di questa novità? Prima citavi il rock, senz'altro la tradizione, senz'altro e poi adesso parleremo del lavoro che hai fatto, in particolare con un gigantesco gruppo che è la Nuova Compagnia di Canto Popolare.

Renato Marengo: 00:10:33 C'è un altro elemento fondamentale e dunque il libro ha diverse partenze. Per partire storicamente, a parte l'aiuto che mi ha dato Paolo Zefferi come curatore, ma per partire storicamente, ho affidato a ad Anna Cepollaro, una musicologa, storica della musica. La partenza dall'anno 1000, dal '500 con le villanelle e così via, quindi toccando 00:11:00 un po'tutti la crescita e la grandezza di questo, di questo suono unico, autentico anche, anche a livello italiano, questa è una. Per arrivare poi ai nostri giorni: l'evoluzione c'è, ma c'è un'altra componente importante. Diversi scrittori, fra cui Prisco, Rea e altri chiamano "città porosa" Napoli, perché a parte la porosità della del tufo, ma della, della materia, ma la porosità dal punto di vista artistico e il fatto che questa città si trova al centro del Mediterraneo ed è stata nella storia saccheggiata, conquistata, usata, amata, vissuta da tantissime popolazioni del Mediterraneo. Allora Napoli, al centro del Mediterraneo riesce non a respingere 00:12:00 e a chiudersi, ma ad accogliere e quindi come un elemento chimico, come più elementi messi insieme formano un nuovo elemento. E la capacità di assorbire più culture, se pensi alle moresche e anche alla lingua nero, nero napoletana e alle villanelle, per arrivare alla tammurriata, messe insieme. E se pensi che Rossini ha fatto delle tarantelle, naturalmente strumentale, a livelli altissimi e si capisce come e perché Napoli è stato il fulcro. Voglio citare perché mi venne l'idea poi di chiamare nello spazio tutto questo...

Renato Marengo: 00:12:46 Sempre durante la mia militanza giornalistica alle prime armi, ho la fortuna di conoscere in RAI, durante interviste e servizi, uno dei più grandi personaggi della cultura mondiale che 00:13:00 è un grandissimo poeta brasiliano, Vinicius de Moraes. Non era solo un poeta, era anche un uno studioso, ma anche un aggregatore di culture. E lui mi raccontò, ci raccontò, che eravamo seduti e attorno a lui c'era Tullio De Piscopo e tante altre persone interessate. C'era Toquinho con lui, giovanissimo. Raccontò che in Brasile, che era un po' come Napoli. Piccola parentesi: a Napoli c'era il Festival di Napoli, la Piedigrotta. Erano comunque un po'rappresentazioni commerciali, un po' anche folkloristiche. Qui stiamo parlando invece di musica, di cultura. Allora si disse, il resto del mondo conosce il Brasile per il carnevale. Il carnevale...Si fa dell'ottima musica brasiliana. Ma è musica, se vuoi musica anche d'insieme e di festa, più che musica, diciamo, 00:14:00 da cui trarre un movimento. La musica brasiliana ha sempre rappresentato una manifestazione esterna della nostra cultura. A me venne in mente, insieme a Caetano Veloso, a Gilberto Gil, Astrud Gilberto, Joao Gilberto, insomma tutti.

Felice Liperi: 00:14:21 Superstar della musica popolare.

Renato Marengo: 00:14:23 Esatto, superstar, formiamo la musica brasiliana e la chiamammo bossanova. Queste sono queste parole di...mi scossero perché tornai a casa...A Napoli abbiamo la stessa situazione: abbiamo De Simone con il canto popolare, Tony Esposito, Tullio De Piscopo eccetera. Premetti che un primo shock alla canzonetta napoletana lo ha dato la nascita degli Showmen. Gli Showmen, gruppo che nasce verso il '60,'64,'65, 00:15:00 formato da James Senese, Elio D'Anna, Franco Del Prete e altri grandi.

Felice Liperi: 00:15:11 Supergruppo da cui nasceranno altre formazioni da cui...

Renato Marengo: 00:15:14 Nascerà naturalmente nascerà...

Felice Liperi: 00:15:18 Ti interrompo perché citando gli Showmen mi viene in mente un elemento: tu stesso, tu hai citato un personaggio assolutamente straordinario come Vinicius de Moraes, che è un intellettuale, non soltanto un poeta straordinario, è forse l'altro elemento comune. Qui c'è il gruppo degli Showmen con James Senese. In comune con alcune metropoli brasiliane c'è l'elemento nero, importante perché a un certo punto, proprio alla fine della guerra, qualcuno dice dice che c'è una canzone importante come Luna Rossa, da una parte, dall'altra in realtà Tammurriata Nera per cui...che è esattamente proprio 00:16:00 della fine della Seconda Guerra Mondiale. Ecco ti volevo chiedere questo e fra poco poi parleremo del tuo...

Felice Liperi: 00:16:05 lavoro cioè con la Nuova Compagnia...

Felice Liperi: 00:16:06 Però l'elemento, diciamo la presenza degli afroamericani a Napoli, per ragioni ovviamente legate alla guerra, perché poi la guerra stava finendo, gli Americani c'erano...Erano, si erano fermati a Napoli. La flotta, non stiamo a fare la storia contemporanea, però quell'elemento, è un elemento in più, molto importante.

Renato Marengo: 00:16:27 Assolutamente, hai colto. C'è un capitolo che si chiama Hey Joe ed è dedicato ed è dedicato proprio, racconta un attimo dal dopoguerra agli anni poi '60 eccetera...Che grande influenza, perché da una parte c'era la contaminazione storica, abbiamo parlato della città porosa e c'è dall'altra la voglia di cambiamento, dall'altra i dischi che arrivavano anche, Paul Anka, Neil Sedaka, i Platter, addirittura anche anche i Beatles, dall'altra c'era la presenza della NATO, cioè i nostri alleati 00:17:00 o conquistatori che dir si voglia. Gli Americani avevano creato nel bacino del Golfo di Napoli e anche dintorni, Bagnoli, il porto eccetera, hanno creato un vero e proprio...come si dice? Piccola dependance statunitense. E ogni sera, con tutte le conseguenze positive e negative di tutto ciò, ogni sera in libera uscita, dalla portaerei di turno...io ho raccontato la Forrestal, ma ce n'erano state anche altre. Scendevano 3000, 4000 giovanottoni, immediatamente desiderosi di alcol, signorine e musica. Signorine che io definisco eroine, perché sono state le figlie o le sorelle di tanti, insomma di tanti nostri concittadini che a Napoli c'era...Lo stiamo vedendo quello che succede nella guerra. Attualmente a Napoli c'era 00:18:00 stata una guerra devastante, non c'era lavoro, non c'era da mangiare...La NATO, gli americani portano se non altro sopravvivenza, se non benessere. E allora gli Americani andavano nei locali del porto, c'erano dei locali Calata San Marco, San Francisco si chiamavano coi nomi proprio americani e poi c'era la base NATO di Bagnoli, chi frequentava questa base allora, insomma naturalmente abbiamo già detto, James Senese, però se andavano anche dei giovanissimi Eugenio Bennato, Edoardo Bennato Tullio De Piscopo, con i pantaloni corti andava a suonare la batteria con gli americani. Enzo Avitabile, Tony Esposito giovanissimo, giovanissimo ultimo arrivato Pino Daniele e così via, cioè tutto un, una componente di...

Felice Liperi: 00:18:53 Una scuola praticamente.

Renato Marengo: 00:18:54 Pensa che Roberto De Simone, rigoroso e grande maestro, rimasto adesso storico, uno dei più grandi grande personalità a livello di De Filippo e di...non so...E di altri personaggi internazionali. Lui suonava il piano honky-tonky, in un locale, che anche lui doveva campare. Succede quindi che mentre questi che si portavano i loro sassofoni o le loro bacchette per suonare, questi americani, che erano anche famosissimi jazzisti, i nostri suonavano con loro, loro attingevano da noi. Ma i nostri ragazzi, che stavano già cercando un'identità propria, una propria musica, la fondevano. E qui è bello, molto bello, la contaminano con la musica americana. Quindi tutto...Quindi questo influenza quello che hai detto, negri, ti dico un sottotitolo che io usavo, agli inizi della definizione Napule's power, che trovai questo nome per dare un senso, è una parola inventata, Napul'è - come la dice Pino Daniele - apostrofo Empoli, 00:20:00 genitivo sassone inventato, power che viene da Black Power. Dunque Black Power, che come tutti sapranno è stato un movimento nero americano di rivendicazione, non violento, ma di rivendicazione sociale di, dei diritti. Io avevo ribattezzato insieme a Eugenio Bennato, i negri del Vesuvio e i musicisti...Ma la negritudine aveva due aspetti. Negri, negri, non neri. Proprio così ci consideravano quelli del Nord e che erano un po' classisti e razzisti verso i musicisti. Ma la negritudine che...Veniva fuori, di cui eravamo fieri. Ecco, a parte James Senese, Mario Musella e tanti altri. Dice giustamente Raiz, siamo tutti figli di Annibale. Quindi, la negritudine del nostro Sud è...

Felice Liperi: 00:20:54 Tangibile e fondamentale. Prima citavi una figura veramente gigantesca della nostra cultura contemporanea. Ne hai anche dato un'immagine divertente, forse poco conosciuta, che non so, forse oggi se uno dovesse ricordarglielo, magari farebbe finta di non ricordarla conoscendolo. Sto parlando di Roberto De Simone, che è sicuramente uno dei più grandi studiosi-intellettuali. Difficile elencare, un regista straordinario di opere meravigliose, sul, soprattutto sul barocco napoletano eccetera. Ecco io vorrei che invece raccontassi, perché questo è un altro aspetto importante, perché usando di nuovo, mi piace sempre ripartire dalle canzoni, quella canzone Tammurriata Nera che esce proprio alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che racconta proprio l'incontro fra quelle signorine che tu dicevi e i marinai, perché quella era la realtà in quel momento e quindi lì viene fuori questo pezzo geniale, che è in realtà del '44- '45, 00:22:00 è un pezzo d'autore.

Renato Marengo: 00:22:01 Ecco però, però c'è una storia legata. Io la racconto: allora io ho avuto l'onore, posso dirlo, è un termine che non uso per tutti, di essere amico e produttore di Roberto De Simone. Roberto De Simone non si faceva produrre da nessuno, perché era talmente pieno e giustamente autosufficiente, autonomo, però non aveva rapporto immediato col resto del mondo. Lui era uno snob, nel senso che lui era la cultura, o la capivano, lui non la spiegava. Ecco, c'è una fortuna che ha avuto Roberto, si è innamorato di lui artisticamente, Eduardo De Filippo. Allora questo De Filippo, che aveva già una risonanza mondiale no, perché...gigante, era amico di Lawrence Olivier, insomma degli entourage internazionali [...] lo prese sotto la sua ala politico, sociale, culturale 00:23:00 Roberto De Simone. Roberto quando avevo formato la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ne parliamo Roberto...Lui lo chiamò a intervallare i suoi atti teatrali. Pensa che nel Teatro al San Ferdinando di...De Simone ha debuttato, prima ancora che io ne diventassi produttore, la Compagnia di Canto Popolare. Parliamo di Roberto. Un attimo, allora. La battuta di De Simone immediatamente si eleva, perché è geniale, creativo, colto come pochi. Lui, a un certo punto della sua storia sente l'esigenza di andare a vedere da dove veniamo, chi siamo. Incontra un personaggio straordinario che è Diego Carpitella, che con la sua assistente, sua collaboratrice Annabella Rossi hanno girato tutto il Sud, insieme a un personaggio straordinario della cultura, Alan Lomax che tu ben conosci. Alan Lomax che era 00:24:00 stato tra l'altro cacciato via dalla CIA, dagli americani, dal maccartismo, dal maccartismo perché era ovviamente è un impegnato.

Felice Liperi: 00:24:07 Un pochino di sinistra...

Renato Marengo: 00:24:09 Un po' di sinistra. Lui col suo furgone Volkswagen aveva girato in lungo e in largo e non solo Napoli, perché lui, giustamente Napoli, era la capitale di tutto il Sud. Il Sud si propagava fino alla punta dello Stivale e oltre. Allora lui ha registrato migliaia di feste, canti popolari, eccetera e le ha portato. De Simone, ha fatto con Carpitella una raccolta. E talmente stregato da queste musiche, che ha pensato che si potessero riproporre nei teatri. De Simone frequentava i teatri d'essai, i teatri dei conservatori. Arriva, due giovani che si chiamano Eugenio Bennato e Carlo d'Angiò, che in controtendenza, mentre tutto il mondo scimmiottava il rock americano, dicono "Ma noi 00:25:00 siamo più forti, abbiamo la nostra musica, portiamo avanti la nostra musica". Io ti racconto l'episodio divertente che racconto nel libro. Piccola parentesi: oggi tutto questo lo ha detto, lo ha detto Cresti, lo ha detto Coniglio, l'hanno detto tutti quelli che mi hanno presentato. Probabilmente non avrebbe avuto questo grandissimo rilievo e richiamo, se non li avessimo portati nel mondo molto più popolare del rock e del prog, rispetto a quello elitario dell'etno, che allora si chiamava ancora folk. Ecco allora, che cosa succede? Ritorniamo a De Simone, poi ci allarghiamo. Roberto De Simone faceva le sue ricerche. Lo incontro mentre la Nuova Compagnia di Canto Popolare, ecco gli episodi che voglio raccontare: Eugenio e Carlo mi incontrano a Roma, mentre io ero un critico rock di...

Renato Marengo: 00:25:56 Parlavo di Rolling Stones, di Beatles, di Zappa. E fra Milano, Roma ero andato via, per dirla alla Troisi. Ero emigrato da Napoli e perché non c'erano spazi e li avevo trovati in 2001 che era un giornale, allora era l'unico, la Bibbia del rock: se 2001 diceva Pink Floyd, compravano i Pink Floyd, se non lo diceva non sapevano chi fossero i Pink Floyd, e questa era un po' la storia, erano un po' come i Rolling Stones e tanti altri giornali di oggi. Oggi prolifera la stampa musicale, ieri c'era solo quello. Allora io, con le mie abitudini rockettare, vengo aggredito da Eugenio Bennato, che mi rimprovera di parlare di Premiata Forneria Marconi, Banco Mutuo Soccorso, Orme e altri e non di quello che succedeva a Napoli. E io dico "Sì, ma a Napoli, gli Showmen - no ma non ci sono solo loro - gli Osanna - ma non ci sono, ci siamo anche noi, devi venire a sentirci". Insomma mi coinvolge, torno, ho proprio una vera e propria crisi, torno a Napoli, 00:27:00 però con un bagaglio alle spalle, con...avevo conosciuto tutta la disco...la grande discografia delle major. Lavoravo in RAI, scrivevo su una stampa nazionale, quindi avevo posso dire, un potere di comunicazione importante. Allora che succede? Mi innamoro subito della Compagnia, che dimensione e dico, se questi fossero conosciuti a quel pubblico diventerebbero dei numeri uno, ecco.

Felice Liperi: 00:27:29 Fatto questo, questa è la premessa.

Renato Marengo: 00:27:30 Torniamo a De Simone. Conosco De Simone, che mi conosce con molta diffidenza, perché mi vede come uno che poteva far...lui era contro la celebrità, contro la...perché diceva ammazza, ammazza poi la...

Felice Liperi: 00:27:44 Genuinità...la qualità della musica...

Renato Marengo: 00:27:45 Bravo, però poi si è, piano piano, ecco io ho avuto, fortunatamente lui ha anche intuito le mie, la mia buona fede e le mie preparazioni culturali, per cui ha accettato un 00:28:00 dialogo con me. Io mi sono innamorato della sua musica e ho raccontato al resto del mondo la mia, la nostra cultura, nasce da sinistra, giovanile, dell'avanguardia, racconto quest'uomo che era uno dei più grossi clavicembalisti europei, a livello internazionale, si rovina le mani delicate da clavicembalo, suonando la tamorra. Questo gesto per me è stato un gesto politico-culturale, che mi ha molto molto impressionato. Roberto comincia a suonare la musica con la Compagnia di Canto Popolare e dà a loro questo prezioso repertorio, chiedendo di essere rigorosamente uguali. Beh, c'è da fare una parentesi: loro erano più bravi dei pur bravi autentici, i più bravi gruppi popolari contadini o...perché erano dei virtuosi...

Felice Liperi: 00:28:56 Formidabili virtuosi..

Renato Marengo: 00:28:57 Ognuno di loro era... Fausta Vetere, era geniale, Mauriello una cosa...Peppe Barra un istrione... Eugenio Bennato è uno dei plettristi più bravi italiani, suonava...io ho scritto, appena ho cominciato a scrivere di loro che il mandoloncello di Eugenio Bennato suonava come il basso dei Rolling Stones. Questo è stato una delle prime contaminazioni.

Felice Liperi: 00:29:19 E quindi che succede? Succede che un fatto clamoroso, cioè che la Nuova Compagnia di Canto diventa un gruppo star della scena italiana, con un pezzo d'autore che però in qualche modo con clima, ha un clima, un atmosfera popolare...

Renato Marengo: 00:29:33 Veniamo a Tammurriata Nera. Allora Tammurriata Nera dunque già ce l'avevano in repertorio. De Simone era un po' diffidente, perplesso. Lui diceva "Quello è un pezzo d'autore, noi siamo caratterizzati dall'autenticità...."

Felice Liperi: 00:29:48 Allora ricordiamolo perchè poi diciamo... Ecco.

Renato Marengo: 00:29:51 Bravo, ecco. Allora che succede? Che convinciamo, ma durante un dibattito infinito, con litigate con "Basta, me ne vado". Poi convinciamo Roberto, ma su una verità, eh no? Tammurriata Nera nell'esecuzione della Compagnia di Canto Popolare, non finisce come finisce la canzone dell'autore, ma finisce con delle strofette popolaresche vere. Cioè, durante la guerra Napoli era ridiventata come un grande paese. I bombardamenti avevano messo la gente fuori dai bassi, per strada e nei vicoli. Era come stare in un paese. Non era più la grande città e le comari parlavano di queste cose. Quindi già il pezzo di E.A.Mario descrive questo mondo, no? Ma le strofette nate sulla parodia di una canzone americana, molto famosa che cominciano a raccontare i fatti: allora "E signurine 'e Caporichino fanno ammore cu 'e marrucchine", raccontano e come le raccontavano i autenticamente i popolani 00:31:00 napoletani, quando cantavano questa canzone. Roberto si convince che questa componente popolaresca, con queste frasi che poi, sanava e gli strappiamo il sì. Allora il successo strepitoso è dovuto a una trasmissione, noi eravamo amici di Gabriella Ferri e, e c'era un grandissimo regista, il più grosso regista che faceva Studio Uno...

Felice Liperi: 00:31:34 Falqui.

Renato Marengo: 00:31:35 C'era Antonello Falqui. Ecco allora Gabriella Ferri e Antonello Falqui ospitano in studio la Nuova Compagnia che doveva... Falqui ha registrato per tre giorni un pezzo ed è venuto fuori un capolavoro. Questo capolavoro con, con l'imprimatur di Gabriella, che è una delle poche, tranne Dario Fo e altre storie. Prime serate degne di questo nome della Rai. 00:32:00 Esplode la Compagnia esplode. Io ricordo che quando avevo portato alla EMI la Nuova Compagnia di Canto Popolare mi hanno risposto "Ma sai, i primi dischi io me, lo metto...se lo tengo qui, nella mia discoteca...Ma sai, vendere, non ti aspettare, perché chi la compra sta roba..". Quando esplode, gli chiedono in una sola serata, gli hanno chiesto 20.000 copie, ne ha vendute, poi centinaia di migliaia. E la Compagnia a questo punto con lo diciamo il rompighiaccio riesce a far...

Felice Liperi: 00:32:33 Avere successo e quindi arriva prima, perché vi ricordiamo che quella era un'epoca, prima ricordavi il ruolo di Ciao 2001: dobbiamo anche ricordare un'epoca tutta diversa, in cui Hit Parade, che oggi pensarlo non si crederebbe, ma insomma era una trasmissione fondamentale, che presentava i grandi successi. Oggi si parla di download eccetera sì, ma a quell'epoca era la trasmissione più importante e Tamurriata Nera addirittura, un primo in classifica e fu un fatto clamoroso 00:33:00 e diventa e quindi esplode il fenomeno del folk revival in Italia e...

Renato Marengo: 00:33:06 Affranca un po'tutto il settore. Tu che che del settore, sei, se sei naturalmente critico, saprai benissimo che a fianco poi son venuti Antonio Infantino, Concetta, sono riuscito a far fare un disco a Concetta Barra che è la...

Felice Liperi: 00:33:22 Mamma...

Renato Marengo: 00:33:23 ... La mamma di Peppe...

Felice Liperi: 00:33:24 Gigantesca figura della musica...

Renato Marengo: 00:33:25 Gigantesca, a livello di Amalia Rodriguez di, di...

Felice Liperi: 00:33:29 Cantante eccetera, quindi questo, così anche, diciamo adesso lasciamo un attimo da parte Napoli perché dobbiamo parlare di altri due aspetti molto importanti della tua, della tua storia e quindi anche della storia musicale italiana. Questa apertura del folk revival è un aspetto molto importante e sicuramente la Compagnia...La Nuova Compagnia di Canto Popolare è stata centrale per questo successo. Ricordiamo poi che De Simone ha continuato questo lavoro. Voglio 00:34:00 solo ricordare delle opere...

Renato Marengo: 00:34:03 Di De Simone...

Felice Liperi: 00:34:03 La Gatta Cenerentola, che naturalmente è stato ancora una volta il modo per per rilanciare tutto un grande repertorio, che tu prima giustamente ricordavi a proposito di Gabriella Ferri, che è stata l'unica poi a mettere insieme le canzoni, fra virgolette moderne con quelle tradizionali napoletane antiche e poi con le canzoni di quei giorni

Renato Marengo: 00:34:23 Di De Simone possiamo dire un'altra cosa ancora: De Simone si...Come si dice...si incoraggia e riscopre se stesso e a parte, io poi sono diventato anche il suo produttore e ho prodotto Quanto è bello lu morire acciso cioè, film stupendo sui briganti, sul massacro operato, sui cosiddetti briganti. E lui poi fa anche un disco che io ho prodotto. Poi lo ha continuato Virgilio Villani, che non c'è più, che è un disco meraviglioso di cantautore, 00:35:00 che è Io Narciso io ,che è di Roberto De Simone, che di recente Morgan ha ripreso anche questo pezzo, dove l'episodio da raccontare non è sulla bravura, che è strepitosa fra Bindi e altri grandi grandissimi autori, ma soprattutto lui non voleva fare promozione, non voleva esporsi. Melis, direttore della RCA, che aveva fatto il disco di De Simone, perché faceva anche i film...no, e che, parliamoci chiaro, i discografici non erano generosi. Mi dice "Allora prepariamo un piano di promozione" e Roberto dice "No, io non vado in pubblico, io non mi espongo" e loro, per dispetto bloccarono il disco. Quasi non l'hanno fatto uscire. Lui ha mantenuto la sua identità, la sua idea. Io l'ho rispettata. E questa è Roberto, insomma, che rimane nella storia uno dei più grandi artisti mondiali.

Felice Liperi: 00:35:51 Assolutamente. Per concludere questa, almeno questo capitolo e poi passiamo ad altro, anche se per un momento parliamo ancora di Napoli, perché dobbiamo questo, questo progetto centrale per il quale, per il quale tu sei ospite, dobbiamo anche accennare a un aspetto in cui Napoli è stato molto importante. Prima hai citato gli Showmen, ma hai citato, voglio citare, e hai citato anche gli Osanna per cui Napoli è stata importante anche da quel punto di vista. Però una domanda a cui ti prego di rispondere rapidamente: ma insomma secondo te, però perché se no giustamente abbiamo fatto un panegirico, perché Napoli è veramente la grande capitale musicale italiana. Però secondo te, perché a un certo punto molti dei grandi - prima hai citato Eduardo, io ti voglio citare Totò, ma lo stesso Pino Daniele - poi da Napoli se ne sono andati e non sono rimasti? Secondo te Napoli, se dovessi trovare un difetto, un problema...De Simone no, De Simone è sempre rimasto a Napoli. Ma perché secondo te, appunto, molti invece sono sono andati via?

Renato Marengo: 00:36:57 Beh, facciamo un passo indietro. Non ricordo chi in latino abbia coniato questo termine nemo profeta in patria, ma si adatta assolutamente a Napoli, assolutamente, è una forma di nichilismo, di non credere questo, questa era uno sconforto che nasceva da secoli di sudditanza, appunto di conquiste, di massacri, di resto del mondo che...di nord che emarginava eccetera...Per cui diciamo la timidezza o la paura del napoletano di non essere creduto e di non essere stimato, l'ho sempre sottovalutato. In realtà anch'io sono andato via da Napoli, però ci sono tornato e sono tornato con la soddisfazione, avendo alle spalle del potere da portare, di portarla nella città e come me hanno fatto anche altri, devo dire che ci ha molto aiutato. Che cosa? Il resto 00:38:00 del mondo. Quando dovevo produrre un disco di Tony Esposito e non starò a raccontare gli aneddoti, che non volevano fare "Ma come un disco, un batterista?" Poi lo vedono che era bello come Gesù, dice "Ma prima o poi lo facciamo cantare". Questa rapidamente, quando Tony doveva fare il suo disco e io sapevo che portarlo fuori dalla città, pur essendo lui già un artista a livello internazionale, a Dio piacendo non ha nulla da invidiare, da invidiare ai Pink Floyd o altri. No, con le dovute distanze, quelle leggende. Chiamai Paul Buckmaster da Londra chiedendogli, poichè aveva conosciuto Tony a Positano, insieme ad Alan Sorrenti e altri, chiedendogli di, di partecipare e l'intervento di Paul Buckmaster portò Tony Esposito nel mondo e quindi a Napoli, dice ah ma, i napoletani...Allora e ci fu una sorta di...La Compagnia di Canto Popolare andò in televisione in prima serata e così via, cioè dovevano dirlo sempre gli altri. Però c'è 00:39:00 un...ho fatto fare un intervento sul mio libro, proprio per raccontare questo questo blocco che c'era, a due giornalisti milanesi uno dei due, Fabio Santini scrive "Per noi la musica napoletana era Aurelio Fierro, Tullio Pane, quindi non ci interessavano"...I critici di musica. Renato Renato insomma e la discografia delle major ci fanno scoprire che ci piace la musica e quella musica, da quel momento, quella musica, come Gianni Sassi tirava fuori gli Area eccetera Napoli tirava fuori Napoli Centrale e...

Felice Liperi: 00:39:41 Quelle grandi novità...

Renato Marengo: 00:39:42 Quindi diciamo che è vero e il resto del mondo, che ha avallato e poi c'è stato un rimbalzo, ma c'era anche un motivo. Però quello è stato un periodo felice, Napoli aveva voglia di rinnovamento, i giovani, era da poco passato il '68, i giovani napoletani avevano 00:40:00 scoperto che era possibile, tramite le Feste dell'Unità e altri grandi, alzare la voce. Eduardo De Filippo fa andare a Spoleto la Compagnia di Canto Popolare e i grandi raduni nazionali di, dei grandi movimenti politici, Parco Lambro eccetera, cominciano a chiamare gli artisti dell'epoca, come i romani, i milanesi o gli inglesi. Addirittura gli Osanna conoscono...Lino Vairetti, conosce David Jackson, dei Van der Graaf Generator e David Jackson comincia a suonare con gli Osanna. Cioè, c'è questo Pino Daniele, non ne parliamo. Io racconto di un incontro al castello di Carimate, dove era andato, per Ezio Zeppelin mi aveva affidato una troupe di cinque persone, con gran coraggio. Io non avevo mai fatto televisione. Vado a Carimate, dove Pino Daniele stava registrando il suo disco e detto 00:41:00 c'era Richi Havens che, che suonava col suo slang e mentre Pino suonava con la sua parlesia e andavano perfettamente all'unisono. C'era contemporaneamente Avitabile, che faceva i suoi dischi, che sarebbero andati nel soul di David Jackson e di di Tina Turner. Esplode il movimento e la fuga da Napoli, la fuga della persona. Tutto perché le industrie napoletane della discografia non, non ci credevano credevano alle canzoni.

Felice Liperi: 00:41:33 Prima li hai citati, in questa serie di racconti che stiamo facendo, sono legati a una grande stagione, che hai appena evocato che è quella dei grandi festival prog, soprattutto prog rock. Cito due gruppi per sintesi: adesso hai appena ricordato anche Napoli Centrale, a proposito della grande figura di James Senese, che ne è a tuttora il protagonista. Però vorrei, vorrei 00:42:00 che ricordassimo prima di passare all'ultimo capitolo, ma importante della tua carriera, quello di critico, prima hai ricordato Ciao 2001 e vedremo alcune cose che hanno poco, in realtà poco a che fare con Napoli, ma sono molto importanti e cioè da una parte il tuo ricordo del lavoro degli Osanna, che è stato un gruppo molto importante da mettere nella, così nel, nel gruppo dei grandi del prog come Banco, New Trolls e poi questa operazione Opus Avantra, che è stata proprio un'operazione tua.

Renato Marengo: 00:42:38 Esatto

Felice Liperi: 00:42:38 Che mette insieme questi due mondi: il rock, la tradizione, ma anche l'innovazione musicale.

Renato Marengo: 00:42:44 Allora dobbiamo parlare un attimo della, del mio essere diventato produttore artistico quasi per caso. Nel senso che quando proponevo, da operatore culturale, da giornalista alle major gli artisti napoletani diceva "Prima li produci tu", scoprì 00:43:00 che cosa significasse produrre, che poi era avere la partecipazione, avere una specie di mediazione fra la casa discografica, la promozione e la scelta dei brani e la credibilità. Nel produrre artisti incontro un personaggio che ora non c'è più, ma è stato fondamentale. Un carissimo amico che era Giorgio Bisotto, un filosofo, che mi porta a Venezia, cioè finito il mio...lo conosco da militare, non voglio raccontare tutta la storia. Lo conosco da militare mi...fondiamo un giornale Attuale, che era un po' come Marcatré, un giornale di ipercultura dove scriveva Gillo Dorfles, Sinopoli. Scrivevano tanti e io ho avuto l'onore di dirigerlo. Insieme a questo mi sono...mi porta a Venezia. A Venezia, la sua donna della sua vita, per la quale lui aveva fatto anche una fuga nella Legione Straniera diciamo, vabbè rocambolesca...Era Donella del Monaco, la figlia del 00:44:00 fratello di Mario Del Monaco, che era anche il maestro del grande tenore e lei era anche pupilla in famiglia, perché era cantante lirica anche lei, quindi viveva a stretto contatto con lo zio, con Mario Del Monaco. Ma lei era anche leader di una formazione musicale di musica, archi, fiati, ma anche tentativi di andare avanti. Casa di Donella era frequentata da Giuseppe Sinopoli, Bussotti, Sciarrino, insomma tutta una serie di...

Felice Liperi: 00:44:31 il Gotha...

Renato Marengo: 00:44:32 Del Gotha della musica contemporanea. E quindi per lei che amava il classico, da cui era nata, arriva Alfredo Tisocco, grandissimo virtuoso, virtuoso del pianoforte che anche lui andava alla ricerca di nuove scale, addirittura oltre la dodecafonia e cioè io che ero imbevuto anche di, di contemporanea, di cultura avanzata, porto a contaminare il gruppo che loro stavano formando Tony Esposito 00:45:00. La cosa è, Tony Esposito che si era fatto notare nel mondo, il primo Tony Esposito, quello di Kalimba de Luna è un po'più commerciale, ma il primo, Rosso Napoletano, Processione sul Mare, aveva aperto a un tipo di musica che piaceva anche a Joe Zawinul, dei Weather Report. Porto Tony Esposito, che immediatamente, avendo anche lui il gusto della melodia del classico, entra in sintonia con loro e Opus Avantra, da gruppo diciamo classico-moderno, la stessa parola avanguardia e tradizione, fa capire, diventa un leader del prog. Al punto tale che in Giappone fanno una copertina a Opus Avantra, che all'interno c'ha Premiata, Orme, Banco, quindi per dire dove siamo. Allora che succede? Che troviamo uno spazio importante. Il giornale Attuale aveva la sede a Venezia 00:46:00 e una redazione a Napoli, quindi c'è una specie di non voglio di asse, ma fil rouge, asse non mi viene, un fil rouge fra Venezia e la musica veneziana e bagnata nell'Adriatico, con la musica del Golfo, trovano dei punti di contatto.

Felice Liperi: 00:46:19 Quindi questa, questa è stata la grande, la grande operazione di Opus Avantra, mentre invece gli Osanna?

Renato Marengo: 00:46:23 Dunque con gli Osanna, il discorso di Osanna è un legame di amicizia con Lino Vairetti. Gli Osanna nascono quasi a prescindere dal...perché il nucleo operativo che poi ho prodotto lo ricordo era: Compagnia di Canto Popolare, Roberto De Simone, Concetta Barra, Tony Esposito, Edoardo Bennato, Musica Nova, Teresa De Sio, Roberto Ciotti e che diventa quasi Napoli eccetera eccetera...Questo è il gruppo base, da questo gruppo io poi, io ho appreso 00:47:00 da Vinicius de Moraes, ho maturato una non conflittualità, allora io assorbivo nel gruppo dello sv... Anche artisti che non producevo come Pino Daniele e come...Osanna erano stati i primi, pensa che il mio legame con gli Osanna e gli Showmen, io ero stato, io sono stato anche per un periodo l'ufficio stampa, il promotore degli Showmen in quegli anni e lì ho conosciuto Elio D'Anna, che poi è diventato uno dei leader, Elio D'Anna, Lino Vairetti che abitava al Vomero, dove abitavo anch'io. Eravamo una grande famiglia. Loro per primi riescono a farsi accettare da una major straniera. Straniera per noi, modo di dire, di Torino la Fonit Cetra. Immediatamente dopo, con Bacalov eccetera, esplode il, la colonna sonora di Calibro Nove e hanno questo balzo in avanti, che è stato utilissimo a tutto il movimento, che poi tornando e facendo i brani anche in napoletano sposano 00:48:00 anche loro in...

Felice Liperi: 00:48:01 Ricordiamo che uno degli aspetti diciamo di quella stagione, l'importanza di quella stagione italiana del prog è che c'è stato un incontro anche con la musica classica. Nel caso, nel caso degli Osanna è stato importante. Tu l'hai appena ricordato, con Bacalov che curava le musiche, come già aveva fatto con i New Trolls a Genova, trasformando una musica. E qui ci avviciniamo naturalmente a tutto il mondo del prog rock britannico, con le grandi opere rock, Pink Floyd, Genesis, prima ricordavi Van der Graaf Generator eccetera. Così è accaduto anche a Napoli e questo è stato molto importante, perché gli Osanna hanno rappresentato un riferimento proprio importante, anche per i gruppi che sono arrivati dopo.

Renato Marengo: 00:48:47 Corsi e ricorsi nella vita: una delle mie ultime produzioni, per parlare un po' sempre di Napoli nel mondo, grazie a Bacalov io sono riuscito a lanciare un artista, un 00:49:00 grande pianista che si chiama Alberto Pizzo, che in Italia hanno ignorato. Uno dei più grandi pianisti viventi, ma che quando è andato in Giappone, che la moglie giapponese, la Yamaha ha messo sotto contratto ed è diventato uno dei sei testimonial nel mondo della Yamaha, assieme ad altri cinque giapponesi, lui è l'unico italiano. Ma la storia di Alberto Pizzo è legata a Bacalov, perché facemmo un'operazione molto importante. Alberto Pizzo riuscì a fargli fare un disco con Bixio, che era un disco molto importante di musiche sue e qualche sua elaborazione, un po'alla Rachmaninov, di musica napoletana. Conosce, conosciamo insieme insomma, rivediamo Bacalov, il quale insieme ad Alberto viene ideato un concerto a due pianoforti a coda. Quindi lui suona, lui e Bacalov insieme, si sostituisce 00:50:00 di volta in volta qualcun altro e Alberto Pizzo suona con Chick Corea, suona con Bollani, suona con Rita Marcotulli in realtà. E poi, una volta suona anche a tre Bacalov, Rita Marcotulli e già. In realtà grazie al nome, perché poi Bacalov lo ha portato a Londra e ha suonato nei mitici studi con la London Symphony Orchestra. Ma c'è un'altra contaminazione che ho fatto con questo pianista di classica, voglioso però di evoluzione. Ho fatto fare un disco dove suona David Knopfle, e suona Toquinho. Suona lo stesso Arbore, suona il clarinetto e sono altri personaggi internazionali. Ecco, questo è un po' ...

Felice Liperi: 00:50:48 La chiusura su due aspetti che non abbiamo toccato. Perché insomma, veramente Renato Marengo ha fatto tantissime cose, sempre ad altissimo livello. Le ho accennate all'inizio, le ricordiamo 00:51:00 adesso, ne lascio una, quella che tutti noi gli invidiamo per ultima, che riguarda Lucio Battisti. Ma prima di parlare di Battisti per chiudere questo nostro incontro, volevo ricordare invece il tuo ruolo di...l'abbiamo visto con tutti, con tutte le produzioni che hai fatto di talent scout, insomma di appassionato talent scout, perché le cose che hai fatto, credo di poter dire che le hai fatte sempre con grandissima passione e non per ragioni meramente commerciali. Questo è importante e voglio ricordare quindi tutto il lavoro che hai fatto in radio, che mi coinvolge perché è stato il lavoro anche di vita mio, con una serie di programmi importanti che adesso sarebbe lungo elencare, ma uno solo voglio ricordare che si chiama Demo e realizzato con un altro personaggio, un performer come Micheal Peregolani, in cui Demo sta proprio per il lancio la promozione di tutti i gruppi che... 00:52:00

Renato Marengo: 00:52:00 Emergenti.

Felice Liperi: 00:52:01 Emergenti quanti gruppi hanno mandato? Perché ricordiamo anche dei numeri.

Renato Marengo: 00:52:06 Ecco allora.

Felice Liperi: 00:52:09 Ricordiamo andava in onda su Radio Uno.

Renato Marengo: 00:52:11 Sì, su Radio Uno. Dopo ricorderemo un paio di personaggi chiave, di programmi chiave che è importante ricordare. Allora Demo ci nacque questa idea, a me e Michael, andando a una manifestazione dove arrivò un ragazzo che ci consegnò un demo...un demo proprio su cd e disse "Mio padre sentiva in radio sia i programmi di Renato che quelli di Pergolani, mi ha detto dai, dai questo demo a questi due signori", che sai ne riceviamo una marea, ma quello lì fu molto particolare, perché ce lo sentimmo in macchina e ci venne un'idea: facciamo un programma per questi, questi talenti, non lo fa nessuno. Noi avevamo già spazio in Rai, avevamo fatto Strawberry Fields, avevamo fatto 00:53:00 Song'e Napule e stavamo facendo il programma Song, Song. Giocavamo sulla parola, io invece...e a un certo punto ci venne quest'idea. Lo diciamo alla RAI che subito dice "Tecnicamente non si può, il demo non sono, non è musicato" e noi insistiamo, ci riusciamo. E bene. Dopo il lancio del primo spot che diceva "Chi ha un demo e pensa di saper fare della musica, vi avvisiamo che quelli fatti male purtroppo non posso andare in onda, mandateci un demo trasmettibile", sono arrivati nell'arco di dodici anni che è durato il programma quotidiano 84.000 demo.

Renato Marengo: 00:53:42 Di questi ne abbiamo mandati in onda 4500 e in questo arco di tempo, molti artisti sono venuti fuori da Demo. Insomma diversi, diversi. È Nathalie, Ermal Meta e non so, inutile dirti, artisti. 00:54:00 Io sono uno dei sostenitori e molto contento del successo dei Maneskin, perché alcuni di questi artisti sono diventati come i Maneskin. Hanno fatto dischi per aver fatto un passaggio su Radio Uno, che elimivamo. Qual è l'esperienza? L'esperienza è quella che se da, se innanzitutto il talento c'è e va, va alimentato. La discografia c'è solo il MEI a Faenza che dà spazio al nuovo, è sempre stata...Adesso con i social i ragazzi si possono fare la loro promozione, per fortuna. Ma diciamo che la grande colpa della discografia è sempre stata stare a rimorchio o di cover o di artisti internazionali e poi di grandi Festival di Sanremo o roba del genere, non hanno mai avuto il coraggio di dire...Circa le trasmissioni posso dire: la prima trasmissione radiofonica l'ho fatto quasi per caso. Producevo Eugenio 00:55:00 Bennato, fra Compagnia di Canto Popolare, Musica Nova eccetera. Decidiamo di, in RAI, di portare un programma che somigliasse alla voglia di Eugenio di fare musica nuova cioè, di evolvere in maniera anche elettronica ...

Felice Liperi: 00:55:15 Quindi l'ispirazione veniva sempre un po' da quello che era il clima di quel periodo...

Renato Marengo: 00:55:17 Esatto. E allora noi facciamo un programma che si chiama con un titolo di musica popolare: Garofano d'ammore, ma la sigla mi ricordo molto bene che era, iniziava con un Hurricane di Bob Dylan, con quel violino indemoniato e finiva con una tarantella con il violino, con la voce di, di Carlo d'Angiò, strepitosa e un violino di Pippo Cerciello, che non ha da invidiare al violino con Bob Dylan. Questa ricerca di contatto quindi, mettevamo i Chieftains piuttosto che i Weather Report, oppure Bob Dylan, Pete Seeger, la musica...

Felice Liperi: 00:55:55 Elettrica.

Renato Marengo: 00:55:55 Elettrica con, col country e quindi e questa cosa di grande successo . Questa del mio primo programma, poi dopo preso sempre anche dalla stampa, ho fatto di altri programmi che erano Facciata C, cioè quello che non sanno. Facciata A, facciata B si conoscono.

Felice Liperi: 00:56:11 A quell'epoca sì...

Renato Marengo: 00:56:12 E poi c'è un programma che voglio ricordare, molto carino che nasce anche da un episodio legato a, praticamente sull'Espresso l'autrice di Porci con le ali...Come si chiama...

Felice Liperi: 00:56:29 Lidia Ravera.

Renato Marengo: 00:56:30 Lidia, ecco Lidia Ravera sull'Espresso, era venuta un giorno a vedere un concerto dei, di Napoli Centrale e domanda a James "James, ma voi che tipo di jazz fate?". Non so se James lo conosci. Insomma, James è simpaticissimo, ma è una umanoide nel, nella conversazione, in senso simpatico, in positivo. Allora diciamo lei chiede col suo snobismo 00:57:00 "Che tipo di jazz fate, fate cool jazz, free jazz?" "Cazz'ne sacc' noi facimmo o'jazz" rispose "Facimm' facimm'o'jazz". Lidia fa il titolo del suo articolo sull'Espresso, mi ricordo gli ho subito telefonato "Senti, voglio fare il programma, lo posso usare...Sì." Allora uso questo nome Facimm' o'Jazz e che cos'era il programma era nient'altro che contaminazione.

Felice Liperi: 00:57:22 Quindi raccontare la contaminazione...

Renato Marengo: 00:57:24 ...il jazz napoletano è...esatto...

Felice Liperi: 00:57:26 Il periodo, il capitolo finale di questa nostra chiacchierata e quella che tutti noi che facciamo questo lavoro ti invidiano e cioè il fatto che, di aver avuto l'occasione straordinaria - quindi con questa diciamo, col racconto di questa vicenda concluderemo il nostro incontro - con Lucio Battisti. Perché dico questo? Non solo perché Battisti è stato il gigantesco artista che sappiamo, ma perché Battisti era assolutamente contrario, ma adesso 00:58:00 poi lo racconterai tu meglio di me, all'incontro col pubblico, alle interviste, ha fatto pochissime interviste, ha fatto pochissimi tour, soltanto due, quindi apparizioni televisive solo per l'inizio della carriera. Poi è sparito, un po' come ha fatto Mina, ma lui molto, in modo molto più duro, perché Mina ha continuato a scrivere per la stampa. Almeno ogni anno usciva con un disco, quindi aveva un rapporto comunque col suo pubblico. Battisti ha chiuso completamente, soprattutto nella fase poi finale, con Panella. Lì è stato, è stata la chiusura. Però Renato Marengo è stato l'unico a intervistare Battisti, con un intervista storica, famosissima per Ciao 2001, quindi questo ci chiude la tua biografia, anche sul versante diciamo della stampa per Ciao 2001, che come abbiamo ricordato è stata una rivista importantissima e centrale per quel periodo per lancio del, della musica rock internazionale italiana, in cui racconta mi pare che fosse l'intervista su Anima Latina, nel 00:59:00 disco che stava uscendo. Su quello Battisti racconta delle cose assolutamente fondamentali, straordinarie dico anche, aggiungo e poi lascio la parola a te per chiudere, che questa, questa intervista ha avuto talmente successo che mi pare che sta per avere una nuova edizione, pubblicazione completa.

Renato Marengo: 00:59:19 Esatto hai anticipato una notizia che mi sta molto a cuore. Allora partiamo, partiamo dall'inizio: dunque, noi eravamo intellettuali decisamente di sinistra, allora la sinistra rappresentava l'avanguardia, il nuovo e quindi è inutile fare raffronti fra ieri e oggi. Come dire PCI rispetto a PD, sono due storie che sono diventate poi diverse nel nell'ambito. Però noi eravamo anche fieri della nostra come si dice, del nostro rigore intellettuale. Allora io, giornalista critico e anche storico, 01:00:00 insomma di, allineato, no allineato, ma partecipe agli eventi della sinistra italiana reputavamo Battisti bravissimo, grande compositore, cioè grande cantante, ma dicevano che fosse di destra. Quindi per noi avevamo una certa diffidenza con lui, che la sorte vuole che nel secondo disco di Tony Esposito, dopo il successo di Rosso Napoletano, la RCA decide che Tony era giusto che stesse alla Numero Uno, piuttosto che a RCA, perché lì c'era una Premiata Forneria Marconi, c'era il Volo, c'era Battisti, naturalmente c'era. Una specie di élite musicale, dice lì, ci manda.

Felice Liperi: 01:00:45 Ricordiamo che la Numero Uno della casa discografica fondata...

Renato Marengo: 01:00:47 Da Mogol e da Battisti

Felice Liperi: 01:00:49 Battisti.

Renato Marengo: 01:00:50 Loro avevano anche comprato nella zona dove abitavano allora, abitavano in Brianza, avevano due ville vicine, eccetera. Battisti e Mogol avevano comprato un mulino, 01:01:00 un vecchio mulino, lo avevano ristrutturato e il mulino era diventato come un po' come il castello di Manor, una residenza con studio di registrazione. Quindi c'erano i letti, c'era...Tu potevi vivere, allora ci mandano da Roma, da Napoli, insomma ci mandano a fare il secondo disco nello studio di Battisti. Questo studio era nato come sala prove, ma immaginate: la sala prove di uno che registrava negli studi più importanti del mondo, era una sala prove che era migliore di tutte le sale registrazioni italiane. Allora andiamo lì per registrare. Racconto brevemente l'episodio perché è....

Felice Liperi: 01:01:38 Sì, merita.

Renato Marengo: 01:01:40 Andiamo per registrare arriviamo e troviamo la sala occupata. Cioè tieni presente che vengono dodici persone fra musicisti, tecnici, fonici, io e lì, lì si dormiva e si mangiava anche. Ci accoglie un meraviglioso cuoco, virgolette, che era Alberto Radius che viveva lì. E i genitori 01:02:00 di Dall'Aglio...

Felice Liperi: 01:02:01 Il chitarrista di Battisti...

Renato Marengo: 01:02:01 Grande chitarrista...I genitori di Dell'Aglio erano, erano i governanti di questo, quindi posto meraviglioso. Sì però non si entrava in studio. Sai, Tony "Uè guagliò, amm'a sunà"...cioè Tony dove gettà le mani. Allora arriviamo, fino a una certa ora nessuno diceva perché non si poteva andare. Solo dopo pranzo qualcuno ecco "C'è Lucio che sta riascoltando il disco che è finito". Io ho detto "Figuriamoci questo riascoltato come...cosa..." . Beh, ero incazzato e mi ero preparato a dire...Ma anche della serie a quel punto scatta l'uomo di sinistra, l'uomo di destra, ma chi ti credi di essere? No? E mi piazzo fuori dello studio a aspettare Lucio, che per dire, ma insomma, ma in che modo.. Perché era il padrone dello studio, però viene un gruppo da, da Roma e lo lasci fuori. Devo dire, mettono Tony tranquillo in una sala prove, io cazzuto aspetto, esce fuori Battisti, verso le 01:03:00 otto e mezza di sera con Claudio Pascoli, grandissimo arrangiatore. Claudio mi conosceva, loro stavano discutendo, litigando tra loro "No ma io lo mette...No il pezzo.." allora Pascoli fa "Guarda là, c'è Renato Marengo che è il produttore di Compagnia che è arrivato", Battisti senza conosce' fa "Renato vieni", o ca...ora questo che vuole? Va beh, entro nello studio, mi fa entrare io dico "Mo' glielo devo dire!"...Vengo avvolto da una musica straordinaria, mi ricordo ancora oggi l'emozione, vengo avvolto una musica che per me poteva essere Pink Floyd, poteva essere Zappa, ma cosa...E domando, giuro "Di chi è?" Cioè "E di chi deve essere, è a' mia" mi risponde Battisti e dice a Pascoli, "Vedi, non mi conoscono come musicista". Quelle parole sono la base di tutto l'articolo, tutto l'articolo, interviste. Perché 01:04:00 che succede? Passano dei giorni, mi si sbolle perché vengo affascinato, affascinato perché ho un onestà intellettuale...

Renato Marengo: 01:04:09 Mi ha sempre consentito di andare oltre, oltre gli schemi e anche allora è stato disco meraviglioso, Anima Latina, fantastico. E poi noto immediatamente al secondo brano "Lucio, mai hai tenuto come si fa nel prog, nel prog la voce sotto", "Eh sì, perché mi so' scocciato che si incazza Mogol, perché dice la gente non capisce il testo". "No, però qui è più importante la musica, oh, te lo devo proprio dire, è più bello". Allora nasce già i prodromi di una, di una futura decisione, scelte di Battisti. Nelle chiacchierate che facciamo, passano cinque giorni e in tutto questo mentre Tony si mette tranquillo, però nella chiacchierate, nelle chiacchiere la prima domanda che gli faccio per mettermi l'animo in pace, non ce la faccio io "Scusa Lucio, ma è vero che sei fascio?"."E 01:05:00 che vol dire?" mi risponde "Capisco niente. So che, so che Giulio è socialista, ma io non ne capisco proprio niente". Questo ho scritto nel libro. Mi fece, mi tranquillizzo del fatto che forse era qualunquista, ma non fascista. Cioè, allora questa è il preludio. Che succede? L'intervista. Lui comincia a raccontarmi come mai aveva trovato il coraggio di affrontare una specie di cambiamento, dopo due anni dal disco precedente. Lui fa Anima Latina e racconta l'incontro che aveva avuto in Sud America con persone del popolo. Per lui che aveva sempre vissuto protetto negli ambienti ricchetti eccetera. E mi racconta l'ingresso in un bar di una favela, di una zona di favelas, dove c'era un anziano che suonava una chitarra mezza scassata, ma suonava benissimo. Dice lui mi ha guardato, 01:06:00 ha visto che io guardavo le mani e mi ha preso la chitarra e me l'ha data.

Felice Liperi: 01:06:05 Vedi che, vedi che. Allora, in conclusione, ritroviamo, come hai fatto prima nel racconto Vinicius de Moares, che dicevi Napoli, anche Battisti ammaliato dalla straordinaria musica brasiliana. Quindi rimane e quando uscirà questo libro?

Renato Marengo: 01:06:19 Allora questo libro se ce la fa, esce per la Fiera di Roma e perché l'editore Tempesta, Tempesta, ci siamo conosciuti con questo libro, che ha fatto un grande sforzo editoriale, fatto molto bene questo Naples'Power. Visto il successo del libro e il successo dei musicali che stanno tornando. Mi ha detto se volevo scrivere con un'annotazione, devo dire che non è...C'è un'annotazione di Michele Neri, molto importante. Michele conosce molto bene anche le storie, le litigate fra Battisti e Mogol e parla proprio di, come si dice, una piccola profezia, profetica previsione di Lucio di poi, di passare a dare più importanza, 01:07:00 perché lui nel succo di quell'intervista che viene fuori che finalmente io, il musicista viene fuori, fuori.

Felice Liperi: 01:07:08 Va bene, allora abbiamo anche raccontato questa meravigliosa avventura, che come ho detto varie volte, tutti ti abbiamo invidiato. Io voglio ringraziarti per questa lunga chiacchierata. Ci hai veramente dato tantissime storie molto belle di quell'epoca. Naturalmente io ricordo Napule's Power, Il Movimento Musicale Italiano di Renato Marengo, Tempesta Editore. Rimaniamo in attesa allora, per Natale, sarà il regalo di Natale per rileggere la tua intervista a Battisti. Grazie ancora.

Renato Marengo: 01:07:37 Grazie a voi.