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Fossati, Ivano - 2022

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Trascrizione

Felice Liperi: 00:00:01 Sono Felice Liperi. Oggi, 13 dicembre 2022, siamo nella sede dell'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi per incontrare Ivano Fossati. Nell'ambito del progetto C'era un Grande Prato Rock - Narrazione e Ricordi sulla Stagione del Prog Rock a 50 Anni dal Festival Pop di Villa Pamphilij '72. Ivano Fossati, incontriamo oggi, un grande piacere. Cantautore, compositore, produttore fra i più amati della nostra scena musicale e come, come è accaduto anche con i musicisti, critici che abbiamo incontrato in precedenza...La prima cosa che ti chiedo, Ivano è: la passione per la musica, come è nata? Perché è importante per noi anche capire come è cresciuta in particolare la tua generazione e come si è avvicinata alla musica. Mi pare di ricordare che nella tua famiglia ci fossero delle persone che comunque suonavano, che erano appassionati, che suonavano strumenti e quindi 00:01:00 quello è stato il primo momento, com'è cominciato?

Ivano Fossati: 00:01:04 Ma sì, esattamente così. Nella famiglia mia c'erano molti che io oggi definisco suonatori, più che, più che musicisti. Erano persone che suonavano, ad esempio sulle navi da crociera e, e poi in molti altri, in molti altri modi. La musica c'è sempre stata, in maniera molto semplice ovviamente, ed erano un po' tutti appassionati di musica. Quindi è successo che io a otto anni sia stato mandato già a studiare il pianoforte, perché semplicemente veniva naturale in mezzo a tutte quelle persone che, che suonavano o che l'avevano fatto in passato.

Felice Liperi: 00:01:54 Ho capito e in realtà lo studio del pianoforte è stato l'inizio, perché poi invece ti sei, almeno rivedendo, mi sono andato naturalmente a vedere un po' la tua biografia, ti sei avvicinato di più alla chitarra, addirittura, addirittura ho letto, non so se siano le cose veramente, una cosa che non sapevo, anche all'organetto, oltre che poi al flauto traverso, di cui ti chiederò parte qualcosa invece di, di più importante.

Ivano Fossati: 00:02:23 Sono stato allora, eh sono stato travolto dal, dall'ondata della musica inglese, del beat inglese, no? Quindi io studiavo il pianoforte, ma ad un certo punto come, come sai, suonare la chitarra è diventato un must. Qualunque ragazzo che avesse quattordici anni o quindici, come li avevo io nel '65-'66, voleva una chitarra e quindi, anzi il pianoforte 00:03:00 è andato nella mia vita di allora in secondo piano, cioè... Poi però sono stato facilitato, perché mentre tutti gli altri ragazzi cercavano di strimpellare senza capire bene gli accordi, senza sapere bene da che parte andare, io avevo questa facilità di collegare appunto gli accordi e le armonie, perché avevo studiato almeno per tre anni il pianoforte.

Felice Liperi: 00:03:29 Certo, questo era chiaramente un elemento in più, una conoscenza in più che ti poteva aiutare. Ma la storia invece l'organetto è vera? Perché io sinceramente questa non la sapevo, non me la ricordavo...

Ivano Fossati: 00:03:39 No, no, non la so nemmeno io.

Felice Liperi: 00:03:43 Va bene invece mi pare...Ti dirò perché, più importante il rapporto col flauto traverso, perché dico questo adesso, poi me lo spiegherai tu meglio, perché lo ritengo...tu dicevi prima il beat e 00:04:00 anche il folk, folk beat britannico, soprattutto uno strumento un po' simbolico di quella, di quella fase, perché poi praticamente quasi scomparso dalla scena. Sono stati pochissimi quelli che l'hanno utilizzato. Ricordo gli Osanna, abbiamo avuto Lino Vairetti qui ospite, e come ti sei appassionato a questo strumento? Ed è vero, mi viene in mente naturalmente Peter Gabriel che, che da subito è diventato un idolo per il pubblico dei giovani italiani amanti del rock progressivo, che appunto era uno di quelli che suonava...naturalmente Ian Anderson, dei Jethro Tull, ovviamente. Ma ecco, come è nata questa passione?

Ivano Fossati: 00:04:48 Beh, guarda è nata perché da ragazzo, veramente verso i diciassette anni così, io ascoltavo anche molto il jazz e in quel 00:05:00 periodo ho scoperto Roland Kirk, che in pratica è stato quello che ha reinventato il flauto moderno. Quindi, appassionandomi a qualche disco di Roland Kirk, un giorno sono riuscito a farmi vendere un flauto, che io non avevo mai visto un flauto in vita mia. Però un sassofonista me ne ha venduto uno e io ho incominciato a provare a suonarlo. A un certo punto mi sono...Dopo qualche tempo, mi sono ritrovato nel momento giusto al posto giusto, cioè mentre esplodeva questa, anche se vuoi il momento del flauto, la moda del flauto, il suono era era come dicevi tu, era, era faceva parte proprio di quell'attimo musicale. E io mi sono ritrovato a saperlo suonare, proprio nel momento in cui trovare un flautista di 00:06:00 vent'anni era praticamente un'impresa impossibile. E da questo punto di vista mi sono ritrovato addirittura a dover scegliere fra le molte richieste di gruppi musicali, che, che mi invitavano a suonare con loro, ecco, è stato proprio come dire l'ho già detto prima, la cosa giusta al momento giusto.

Felice Liperi: 00:06:24 Sì, e poi anche da quanto mi racconti, anche un'opportunità importante, anche, anche fra virgolette di lavoro. Ma poi la parola lavoro la vedremo un po' meglio più avanti. Hai detto, hai usato il nome gruppi e io naturalmente ti chiedo, perché sono, sono legato per varie ragioni, alcune le conosci anche, a Genova. Ho anche abitato per un periodo in Liguria, però com'era quella scena genovese? Perché naturalmente si conoscono i grandi gruppi, penso naturalmente New Trolls, ma io sono stato 00:07:00 anche abbastanza amico di Vittorio De Scalzi, ahimè scomparso da poco, Garybaldi, per dire dei nomi abbastanza noti, ma c'era una realtà, una scena molto, molto ricca. Ha scoperto un mio studente che ha fatto una ricerca sul Ponente Ligure, mi ha portato un resoconto...C'erano decine di gruppi che facevano progressive rock e sono rimasto a bocca aperta. Mai sentiti nominare, ma era, era un po'...Era un po' quella la febbre che colpiva, diciamo quella seconda metà degli anni '60 anche a Genova.

Ivano Fossati: 00:07:33 Guarda, sì, era la...Guarda...La scena era vivissima. Era veramente molto, molto viva. C'erano i gruppi, quelli che emergevano, che si conoscevano. Alcuni li hai nominati, c'era Bambi Fossati te lo ricorderai, un chitarrista bravissimo. Poi, e forse, forse, io penso spesso che forse in nessun'altra città 00:08:00 italiana si è suonato tanto blues come a Genova, in diciamo fra il '69 e i primi anni '70, era veramente...si sentiva suonare blues dappertutto, nei locali, in ogni, in ogni posto e si facevano anche molte jam session e da quelle jam session nascevano poi le occasioni di incontro, di...Per lavorare insieme, insomma. I gruppi si formavano anche così, mi è capitato di suonare con i Garybaldi, mi è capitato insomma, era normale trovarsi, trovarci un po' tutti e qualche volta suonare, quindi era, era una scena estremamente estremamente viva.

Felice Liperi: 00:08:48 Sì, ma in realtà io, mi è capitato...lo stiamo facendo con questo progetto in particolare, ma insomma di tornare a quel periodo, a partire, adesso fra un secondo ti chiederò, perché un 00:09:00 passaggio importante arriva proprio da un festival pop, dove, dove col vostro gruppo i Delirium, avete avuto un grande successo. Però prima di questo volevo chiederti, ma effettivamente, il successo era dovuto, di tanti gruppi perché questa musica era bella, appassionante certamente, ma anche perché la musica stava diventando una nuova possibilità per i ragazzi. Perché insomma, in fondo quella è stata veramente anche una stagione in cui, tu dicevi prima non c'era, non c'era un ragazzo che non avesse a casa una chitarra da strimpellare, non c'era una città che non avesse decine di gruppi beat, poi prog eccetera...Forse è anche questo l'elemento, no? Nel senso che magari la musica non era più soltanto la roba che ascoltavi, ma anche una cosa che facevi. Questo mi è sempre sembrato un elemento importante, no?

Ivano Fossati: 00:09:56 Ma guarda, c'è una grandissima differenza, per esempio, fra la seconda metà degli anni '60 e la prima degli anni '70. Se ci pensiamo bene: negli anni '60 noi abbiamo importato una quantità enorme di musica, ma la musica che si faceva discograficamente era soprattutto cover, cioè era come dire eravamo pronti a suonarla, i gruppi erano pronti a suonarla, ma non c'era nessuno che la scrivesse. O erano pochissimi. E mentre negli anni '70, all'inizio degli anni '70 succede esattamente il contrario: cioè tutti questi ragazzi che formano i gruppi prog, alla fine hanno imparato a mettere le mani nella musica. Infatti dal '70 in poi le cover praticamente spariscono e i gruppi e i cantanti fanno musica propria. Arrivano poi i cantautori, 00:11:00 quindi è da quel momento che nasce veramente la musica italiana, che poi è durata almeno quarant'anni ed è lì che abbiamo tutti imparato a mettere le mani, sia nella musica sia nella...Come posso chiamarla, letterarietà, oppure semplicemente nelle parole? Quindi c'è una grandissima differenza fra questi due periodi.

Felice Liperi: 00:11:28 È interessante questa, questa lettura e mi sembra anche molto, molto convincente e importante per la maturità, per la crescita delle nostre generazioni che sono emerse in quegli anni. Cioè prima si è fatta un po' la gavetta diciamo, imparando dagli altri, poi invece sono venuti fuori in qualche modo gli autori. Ma per, per chiudere diciamo anche se parzialmente poi, forse ci torneremo più avanti, ma insomma la questione dei festival pop, cioè il Festival pop di Viareggio, mi pare '71, in cui col gruppo in cui lavoravi in quel momento, 00:12:00 in cui suonavi in quel momento, cioè i Delirium, ha un grandissimo successo. Penso al Canto di Osanna, ma anche altre cose naturalmente, poi dopo a

Felice Liperi: 00:11:28 in particolare, con la famosissima Jesahel. Ecco quel, quel festival se dovessi ricordarlo, perché noi stiamo siamo partiti un po' da lì, a partire da quelli romani. Però effettivamente quello di Viareggio fu molto importante, perché aprì una stagione di festival dove, dove i ragazzi si trovavano a vedere la musica, ma anche a suonare. E poi ti chiederò quanto questo era legato alla stagione politica anche.

Ivano Fossati: 00:12:39 Ma guarda, una cosa ricordo bene: quando ci chiesero di partecipare a quel festival, mi ricordo di aver visto il manifesto degli altri partecipanti e non c'era un solo nome che si conoscesse. Cioè, fai conto che, allora nomi come Premiata Forneria 00:13:00 Marconi erano perfettamente sconosciuti, Delirium era perfettamente sconosciuti e molti altri, che poi invece sono diventati popolarissimi. Ma sì, popolari, ma nell'arco di pochissimo. Il Festival di Viareggio è stato una scintilla formidabile, perché nel giro poi di, guarda, ma di due mesi, forse anche qualcosa di più, ma non molto...Eh, una parte di questi gruppi sono diventati poi quelli che hanno dominato la scena per, per molti anni. Pensando per esempio alla PFM, per molti anni.

Felice Liperi: 00:13:40 Certamente tutti gli anni '70, sì certo.

Ivano Fossati: 00:13:44 Eh sì, sì infatti. Quindi è partita veramente da lì, se vogliamo trovare un punto di partenza, uno, uno start di partenza è, è quello, è il Festival di Viareggio.

Felice Liperi: 00:13:57 E infatti, è proprio quello che pensavo anch'io. Però invece ti volevo chiedere, prima che citavi Sanremo, che insomma ancora non aveva quella dimensione super pop, super mediatizzata come ormai da molti anni. Però io, io mi sono fatto un'idea, ti volevo chiedere se sei d'accordo: quel, quei cinque anni che vanno dal '67 al '72, perché, perché metto questi anni? In particolare '67, perché il '67 è l'anno in cui arrivano molti gruppi stranieri, che quando sono apparsi su quel palco la gente non sapeva manco chi fossero. Stiamo parlando di, di formazioni formidabili, penso in particolare agli Yardbirds, tanto per dirne una, dove c'erano dentro delle, dei musicisti importantissimi sul piano del rock internazionale. Dicevo dal '67 quindi, col boom del beat presente a Sanremo, al '72. Quei cinque anni effettivamente sono usciti, si sono presentati a Sanremo non tutti con grande fortuna. Il caso vostro è stato un po' un caso particolare, però 00:15:00 io li paragono molto alla realtà attuale del lavoro che stanno facendo, per fortuna da Baglioni in poi, in cui sono stati immessi per fortuna, nel, nel cast del Festival tanti giovani artisti. Ecco quei cinque anni lì, li paragono un po' a quelli di oggi, in cui di nuovo finalmente su quel palco, va beh naturalmente c'è, c'è magari anche Orietta Berti, però ci sono tantissimi giovani. Secondo me si può, si può forzare questo parallelismo di, di questo quinquennio?

Ivano Fossati: 00:15:34 No, io credo che per esempio, il '67 sì, è stato elettrizzante, ma era come dire inevitabile. Perché la spinta dall'esterno, la passione dei ragazzi era per quei, era per quei musicisti lì. Era per quei gruppi, quindi non avrebbero potuto, nessuna manifestazione nazionale avrebbe potuto non 00:16:00 tenerne conto, era era inevitabile. Io credo che il fattore importante fosse più la pressione dall'esterno, che non una scelta voluta dall'interno del Festival. Era, era inevitabile, sarebbero stati travolti se non avessero come dire, ospitato quel tipo di gruppi, sarebbero stati travolti. Io credo che poi questa, questo meccanismo si ripeta sempre. Oggi i ragazzi vogliono i, il,l' R&B, vogliono il rap. Se guardi le classifiche ormai, settanta posti su cento sono tenuti da, da rap oppure da, come dire, da derivazioni di quel tipo di musica. Quindi anche questo non si può ignorare e credo tra l'altro che in questo momento siamo di nuovo ad una svolta. Mi sembra che si stia voltando pagina 00:17:00 un'altra volta.

Felice Liperi: 00:17:02 Quindi insomma, speriamo che sia una pagina nuova interessante. Venendo all'anno dopo invece, a quel quinquennio a cui facevo riferimento, '73 insomma, adesso diciamo le date sono sempre orientative, poi lo dirai meglio di me, mi pare che si avvia invece per entrare nella fase che ti riguarda da vicino, la tua carriera solista. In particolare penso a un pezzo Beati i Ricchi, il rapporto col cinema, più avanti poi qualcosa ti chiederò. Però ecco, qui volevo chiedere intanto cosa è stato, come è stato, come hai vissuto questa fase, diciamo del passaggio dal gruppo, al lavoro da solista e poi in particolare l'incontro con Bacalov, perché in quel momento mi pare che la collaborazione adesso non so...Mi racconterai poi in quanto e quanto è veramente così e in che cosa è consistita. Però Bacalov per, per quella generazione del progressive è stato molto importante, l'abbiamo ricordato in un altro incontro 00:18:00 in particolare, perché lui ha lavorato con i New Trolls, ha lavorato con, con gli Osanna è stato un musicista e poi naturalmente ha lavorato anche nel mondo della canzone con Gianni Morandi, con tantissimi cantanti di successo. Ecco come...Come è stato questo incontro? Come lo ricordi?

Ivano Fossati: 00:18:19 Bah, guarda, allora, ti dò una risposta che ti deluderà, perché io accettai di fare quella, di cantare in quella colonna sonora, insomma di fare...Semplicemente per avere una licenza dal servizio militare, cioè mi...dove già stavo facendo il servizio militare, dunque a Torino e mi dettero una licenza di tre o quattro giorni, per venire a Roma a registrare. Io sarei venuto a Roma a registrare anche la Vispa Teresa, pur 00:19:00 di avere quattro giorni di licenza. E quindi che ti dico la verità, la verità insomma si racchiude in questo.

Felice Liperi: 00:19:07 Ho capito, quindi anche il rapporto con Bacalov è stato soltanto così di passaggio. Insomma, non c'è...

Ivano Fossati: 00:19:13 No, così, ci siamo ci siamo sfiorati, così ma non è stato niente di che.

Felice Liperi: 00:19:19 Dopodiché invece si apre una fase importante nuova e qui anche ti devo chiedere in particolare, a proposito ci sono alcuni temi che rientrano, che nel tuo lavoro anche successivo. Uno ha delle...Sì, dei temi importanti, forse perché non voglio dire cose scontate, ma insomma per i genovesi un po' scontato forse, ma insomma, il tema del viaggio nell'album Il Grande Mare Che Avremmo Attraversato e c'è lì al centro questo questo tema importante. Ecco, secondo me con, con un brano sereno. A me 00:20:00 m'ha sempre molto colpito, vento caldo, siamo nel 1973 e volevo chiederti se questo tema effettivamente è un tema che, che ti è particolarmente caro o sono forzature, forzature che facciamo noi critici quando leggiamo la musica dei cantautori, degli artisti.

Ivano Fossati: 00:20:26 Ma sai, dunque allora probabilmente, anzi certamente mi, mi era caro. Avevo avuto la possibilità uscendo dal gruppo, di ottenere subito un contratto come solista per fare insomma degli album. E in quel disco questo Il Grande Mare che Avremmo Attraversato, ho cercato di metter tutte le cose che mi, mi appassionavano in quel momento, in cui suonavo di tutto, suonavo anche troppo, suonando tutti 00:21:00 gli strumenti possibili, il flauto e tutto il resto. È stato come una, come dire una, sì un'esplosione di vitalità, dal punto di vista musicale intendo eh, di vitalità. Certo ci sono dei temi che mi erano cari, oppure si può dire semplicemente che mi stavano addosso, mi stavano dentro. Io in quel, in quegli anni veramente al di là del, come dire, della cartolina, abitavo veramente davanti al mare. Dalla, dalla finestra di casa mia lo vedevo e quindi probabilmente, essendo profondamente genovese, ecco che i temi trattati in quell'album mi erano cari. Poi naturalmente li ho lasciati, successivamente, gradualmente, 00:22:00 mi sono, mi sono dedicato ad altro, mi sono aperto ad altre cose. Però forse lì in quel momento, mi erano particolarmente cari.

Felice Liperi: 00:22:12 Era importante in quel momento, certo. In quella fase di passaggio sono due, due argomenti che, che vorrei tanto almeno, almeno ricordare, cioè l'incontro con Oscar Prudente e che cosa, che cosa condividevate con lui. E subito dopo, in un anno un po'...anche qui torniamo a ricordare gli anni anche storici importanti del dopoguerra, cioè il '77, il ritorno, forse il ritorno, perché in realtà l'avevi fatto già prima, il rock. Tante volte è stata descritta la svolta rock di Fossati, ma in realtà non è proprio così. Perché insomma, in effetti già da, da ragazzo queste cose le facevi. E poi, poi vedremo invece che poi, non subito però poi, arriva invece una 00:23:00 fase nuova, che è quella di autore, anche autore per altri, che quella è molto interessante, dobbiamo però parlarne un po' di più. Quindi Prudente e poi questa, penso alla Casa del Serpente in particolare, se, se questa, quest'incontro poi ha condizionato le scelte successive oppure no.

Ivano Fossati: 00:23:22 Guarda, l'incontro con Oscar io dico che ha condizionato praticamente tutta la mia carriera, perché è a lui, una persona vitalissima e geniale, che, al quale devo quasi tutto, perché è stato lui a strapparmi da, da Genova, a spingermi a scrivere. Ad esempio a Oscar è stato il primo a credere che io fossi in grado di scrivere i testi delle canzoni, nel momento in cui io non ci pensavo nemmeno, non 00:24:00 mi veniva neppure in mente di scrivere testi di canzoni. E invece lui mi ha spinto a farlo e poi mi ha presentato alla sua casa discografica. Mi ha come dire, ha aperto tutte le mie strade e abbiamo lavorato molto insieme. E insieme a lui abbiamo incominciato anche a scrivere canzoni per altri e mi ricordo che le prime non le voleva nessuno, ma mi ricordo benissimo, questo fatto che proprio noi continuavamo a scrivere, a scrivere, a scrivere, ma non le cantava nessuno. E poi improvvisamente, proprio veramente da un giorno all'altro, successe che invece diventammo una coppia di autori, come posso dire, di successo. Incominciarono i cantanti a, a riconoscere questo modo che avevamo, questo stile, 00:25:00 questo e incominciavano a cantare le canzoni nostre. Finalmente insomma avevamo vinto la nostra battaglia.

Felice Liperi: 00:25:10 È una battaglia molto importante perché voglio solo ricordare, ma ricordarlo a te non so quanto senso abbia, visto che le hai scritte, ma insomma stiamo parlando di canzoni che hanno avuto veramente un successo incredibile, molte delle quali per interpreti donne: Mia Martini, Non Finisce Mica il Cielo, Anna Oxa, L'Emozione da Poco, la Berté, Dedicato. Dedicato è diventato un pezzo di culto, credo come pochi altri. Spesso mi sono divertito con gli studenti a fare un po' per gioco, no? Quelle, quegli elenchini: le dieci canzoni che, che ritenete più importanti per, per raccontare un po' la storia della canzone d'autore italiana e puntualmente 00:26:00 questa canzone c'è sempre nell'elenco, perché è uno di quei pezzi che forse non so, aiutami a, a dare una risposta più esatta, ma, ma anche uno di quei pezzi che si, che si presta molto anche a essere interpretato. È chiaro che la Berté ne ha fatto un...gli ha dato un'energia incredibile. Però è un pezzo, uno di quei pezzi che, che adesso prima dicevamo delle cover, che può avere può essere cantato anche da altri. C'è una, una energia dentro, anche un'ironia particolarmente forte.

Ivano Fossati: 00:26:34 Sì, eh, Dedicato ha avuto molte versioni e sai cosa? Io ho sempre fatto una, una distinzione fra canzoni anche belle e canzoni invece proprio solide. Dedicato è una canzone solida, è una, è una specie di, come dire, come lanciare una, una boccia in un, in un campo 00:27:00 da giocare, in un campo da, da bocce. È proprio, ha una solidità, cioè arriva sempre. Si fa capire sempre, è molto semplice ed ecco se vuoi è coinvolgente e queste, questo è il tipo di canzoni che normalmente poi hanno successo. Non è sempre facile scrivere, scriverle perché, perché spesso un autore vuole fare di più. Vuole, vuole volare più alto. Ha del, come dire, dei desideri di, di essere considerato meglio o di più, ma poi in realtà...le canzoni di successo popolare invece hanno quelle caratteristiche lì e soprattutto una: la semplicità e la chiarezza.

Felice Liperi: 00:27:48 È vero, giustissimo, sono perfettamente d'accordo. E una cosa del genere però è accaduta anche con una canzone che, e qui ti chiedo una risposta anche rapida, perché non voglio alimentare 00:28:00 cose che magari sono state scritte, così, da qualcuno, ma senza...cioè con La Mia Banda Suona il Rock che è uno dei tuoi pezzi più amati....Non so, se amati, comunque di più popolari, forse più giusto delle popolari. E che però non so perché, molti hanno scritto che tu non lo amassi tanto, poi alla fine, se non volevi tanto, dopo averlo fatto. Non so se questa cosa è vera. Però io invece ti chiedo una cosa in più, perché mi sembra molto interessante e cerchiamo adesso nelle ultime cose che ci, che ci diremo di approfondirlo un minimo, che alcuni alcuni momenti sono stati importanti perché hanno portato dentro alla musica italiana dei suoni internazionali. Nel caso di La Mia Banda forse c'è anche questo, cioè lì dentro hai portato dei suoni e se mi viene in mente, statunitensi, importanti, che poi hanno veramente molto influenzato la scena italiana.

Ivano Fossati: 00:28:58 Ma io credo che abbia avuto peso questa, la realizzazione della canzone, il come era suonata, deve immaginarti che quando l'abbiamo registrata a Miami, il gruppo, il gruppo dei musicisti era praticamente quello della Eric Clapton Band, che si era arenata lì, sulla spiaggia di Miami e poi, dopo aver fatto una lunghissima tournée. Quindi c'era George Terry alla chitarra e, e altri e certamente avevano un suono potentissimo, che forse, anzi sicuramente ha, ha giocato molto a favore della, del successo della canzone.

Felice Liperi: 00:29:45 Sicuramente è così. Sono, l'hai fotografato perfettamente. Arriviamo a un capitolo che apre una stagione nuova, che in particolare si riferisce a uno dei dischi che io amo di più, di quelli che hai realizzato, cioè 00:30:00 Panama e Dintorni. Penso che ci siano dei momenti veramente molto forti, però mi sembra che in più, oltre al punto di vista musicale, che è l'intensità dei brani, della musica, delle melodie, c'è anche qualcosa in più sul piano del racconto. Prima tu dicevi, a proposito dell'incontro con Oscar Prudente che ti ha, che ti ha spinto a scrivere. Una storia che curiosamente, quasi contemporanea a quello che è accaduto anche a Lucio Dalla, che a un certo punto, dopo la chiusura del rapporto con Roversi, si è messo a scrivere le parole, non le aveva mai scritte prima. Evidentemente sono cose che si maturano più avanti e qui pure mi sembra che c'è una, una un'urgenza di racconto importante in questo discorso. Io forse proietto, forse proietto io la mia, la mia passione su queste canzoni che stanno dentro al disco, ma volevo chiedertene 00:31:00 conferma.

Ivano Fossati: 00:31:02 Ma guarda Felice, sai, forse semplicemente si può dire che è inevitabile crescere. È inevitabile avere degli orizzonti più, come dire, più grandi e voler andare con le parole soprattutto, più in profondità. Anche, anche con la musica perché tu puoi immaginare una persona che, che suoni, che faccia concerti, che continui a fare dischi, uno dopo l'altro. Puoi immaginare le cose che impara, no? Se stai ascoltando ogni giorno della tua vita, ogni minuto della tua vita ascolti musica e quindi praticamente ogni giorno impari. Ogni giorno c'è una strada nuova, che prima non conoscevi. Quindi Panama, Panama e Dintorni è il frutto di questo e poi lo sarà sempre di più nei dischi che verranno 00:32:00 dopo, la... Come dire, una specie di voglia, ma veramente feroce di sapere sempre di più, di ascoltare, di ascoltare gli altri. Subito dopo Panama e Dintorni, mi ricordo di avere amato moltissimo, per aver scoperto la musica di Randy Newman, che per me è stato fondamentale, perché mi ha, mi ha insegnato che dentro una canzone, una semplice canzone di quattro minuti, ci potevano stare cose anche importanti, profonde, sentimenti, anche laceranti qualche volta. Ecco, questo, mi riferisco a questo, cioè si incontrano altri artisti, così come leggere i libri. La stessa cosa. Leggere molti libri, ascoltare molta musica è la stessa 00:33:00 cosa.

Felice Liperi: 00:33:04 Su questo suggerimento di Randy Newman mi fai venire in mente una cosa che tu mi hai detto molto tempo fa. Mi aveva sempre molto colpito e cioè il fatto che tu, spero di ricordare bene, ami moltissimo, amavi almeno, penso ancora adesso, la musica e il lavoro di Paolo Conte. E poco dopo hai fatto che hai fatto anche una, una cover, a proposito di cover, di Boogie che mi aveva

Felice Liperi: 00:33:29 molto colpito, perché io non avrei mai immaginato. Perché, non so perché, non mi sembra vicino al tuo, come posso dire, ai tuoi, al tuo stile e invece forse poi dopo, ho dovuto cambiare idea. E quindi volevo chiederti una cosa: come scegli se c'è, se quest'amore è dettato da quella considerazione che facevi su Randy Newman e come scegli eventualmente, perché adesso poi fra poco chiudiamo. Ma insomma come scegli le canzoni del, 00:34:00 da interpretare di altri? Era una curiosità questa su Conte, che mi ricordo che ogni volta....

Ivano Fossati: 00:34:06 Ah sì, allora, allora intanto avevo allora e ho tuttora un grandissimo amore per Paolo Conte e una grandissima stima e illimitata. Quella, quella volta ho fatto questa versione di Boogie, che era veramente azzardata. Cioè conoscendo Paolo già era, andava veramente in una direzione, era durissima, era rock, era...Però a me ricordo che la canzone piaceva così tanto, che mi sembrava che potesse avere perfino un vestito di quel tipo, cioè veramente metallico e ma...E poi penso sempre che le canzoni quando sono belle possono, 00:35:00 come dire, possono cambiare, possono cambiare loro, il loro abbigliamento. Cioè se, se questa operazione viene fatta con rispetto, con amore, con, con passione, allora credo che non si facciano troppi danni. I danni si fanno quando non si ha rispetto per le canzoni degli altri.

Felice Liperi: 00:35:23 Sì, poi soprattutto se questo riguarda posso dirlo tranquillamente, perché amo moltissimo Paolo Conte, un genio come Paolo Conte, io, io ricordo, perdonami una una testimonianza personale su di lui che io ho seguito, credo che sia uno dei musicisti che ho visto più volte dal vivo. E a un certo punto ci facevamo sempre qualche breve chiacchiera. Non so se ti ricordi una canzone, sono tantissime, bellissime, ma Max, non so se te la ricordi, che c'è un lungo pezzo strumentale. Te la ricordi? C'è un lungo pezzo strumentale, fatto nell'originale, è fatto con una tastiera. E ci incontrammo, lui stava entrando, "Sai, 00:36:00 che fai questa volta?", "Guarda, poi mi dirai, perché ho pensato a Max, una versione, una versione...".E come l'aveva fatta dal vivo? A proposito del discorso che facevi adesso, con una chitarra distorta pazzesca. Ed era naturalmente era una bomba, era bellissima anche così.

Ivano Fossati: 00:36:18 Ma sì....

Felice Liperi: 00:36:20 Per dire che si conferma quello che dicevi tu.

Ivano Fossati: 00:36:22 Stiamo parlando di un, di una, di un musicista intelligentissimo e quindi aperto. Io penso che lì per lì, quando ascolto la mia versione di Boogie, cioè deve essere rimasto scioccato. Ma sono anche altre, ma sono...E credo e tra l'altro credo, mi mandò anche un biglietto, una cosa del genere. Però era un biglietto molto carino, molto affettuoso. E però ripeto, un musicista intelligente come lui e un altro musicista che, che lo ama e che rispetta la sua musica, beh insomma, insieme non possono fare danni. 00:37:00

Felice Liperi: 00:37:00 Certo, certo. Nel 1986, per andare anche un po' rapidamente, saltiamo naturalmente per forza di cose, anche se il percorso cronologico è sempre abbastanza facilitante, non nelle chiacchiere, ma insomma, 700 giorni è la prima Targa Tenco, ed è un passaggio, mi sembra molto importante, perché si accentua quella, quel, quella tematiche che, che accennavo prima a proposito di Panama: cioè la passione, l'attenzione per la storia, però anche per la letteratura che poi forse si, si accentuerà nei dischi successivi, c'è Una Notte in Italia naturalmente, ma soprattutto Il Passaggio dei Partigiani. Quindi forse la lettura di Fenoglio, non so adesso queste sono cose che, che diciamo noi, però forse sono quelle.

Ivano Fossati: 00:37:51 Sì, sì, ma è corretto. E guarda, è il lento passaggio dal, dall'essere un autore di canzoni, come io sono stato per tanti anni, di canzoni per altri, anche di canzoni intendo musica leggera, che io difendo, che io amo. Io amo la musica leggera e perfino quella leggerissima. Ma è in questo momento 700 giorni, c'è proprio il, il passaggio a, a qualche cosa che ritenevo essere di più, no? Come, come dicevo prima, la scoperta che le canzoni o comunque un brano musicale, chiamiamolo così, non canzone, potesse contenere molto molto. E naturalmente anche con il rischio di poi, di debordare, con, con il rischio di, di diventare magari, si rischia di diventare troppo letterari o di cercare strade musicali complicate. Ecco, questo rischio esiste e quando 00:39:00 si diventa più esperti e più bravi, poi lo si riesce a contenere. Però insomma la, la voglia di esplorare in quegli anni era così tanta che, che io mi lasciavo andare. Quel disco tra l'altro poi contiene una canzone che, che si chiama Una notte in Italia, che lì per lì non ebbe alcun successo quando, quando il disco uscì. E poi come altre, alcune altre mie canzoni invece, come dire, venne fuori e emerse nei tempi successivi e poi è diventata una delle mie canzoni, credo più conosciute.

Felice Liperi: 00:39:44 Assolutamente una delle più amate, ma senza alcun dubbio. Invece, non per questioni di passione personale, ma io ti richiamo alle cose che, che in particolare piacciono, mi piacciono, piacciono a me, ma che mi colpiscono. 00:40:00 Nel 1988 La Pianta del Té, un altro disco importantissimo, dove c'è anche un pezzo che fai insieme a due cantautori amatissimi, che ha un grande grande successo. Però io voglio portare l'attenzione di nuovo su Genova, perché Chi Guarda Genova è uno dei pezzi veramente che io amo di più, perché amo molto Genova e perché perché lì tu fai una fotografia di una città che è una città verticale, che è una città che effettivamente si può vedere solo al mare, come dici nel pezzo, no? Che descrive una città, anche in modo forse un po' malinconico magari, però è molto importante e stranamente conosco un po' la scena genovese musicale anche dei giovani. Non, non sento mai tanto, tante descrizioni della vostra città. Secondo te perché? I genovesi sono, boh, sono chiusi? Non so, adesso dico o perché? Non so adesso 00:41:00 ti faccio fare il sociologo, ma insomma...

Ivano Fossati: 00:41:03 E no, mi fai una domanda veramente che è difficile, anche cioè la risposta difficile anche per me....Credo...Azzardo, non è facile parlare di Genova, non è facile. Non è facile trovare le parole e poi forse un po' abbiamo paura della cartolina. Io mi ricordo certe canzoni poco belle, che circolavano alla fine degli anni'50. Erano canzoni addirittura in dialetto genovese, che erano insomma veramente cartolinesche, che io penso che tutti abbiamo voluto stare lontani da quello e non è facile da descrivere,

Ivano Fossati: 00:41:45 No? E quella, quella cosa che, che hai detto: una città verticale e il fatto che la si veda soltanto dal mare, non è una frase poetica. È la verità.

Felice Liperi: 00:41:58 La realtà.

Ivano Fossati: 00:42:00 E' la realtà vera. Chiunque parta per le vacanze, prendendo un traghetto, una nave da Genova se ne rende conto. Quando, sai quando la nave parte e le persone si mettono sulla poppa per guardare il panorama, finalmente si rendono conto che le parole di Ivano erano vere. Perché è in quel modo, è proprio, è come se la vedessi per la prima volta.

Felice Liperi: 00:42:28 È vero, è verissimo. Infatti ha una fortissima intensità per, per descrivere un sentimento che è quello delle persone che partono. Questo anche che c'è, non c'è solo la città descritta. Ora invece dobbiamo affrontare, nel frattempo ci sono dischi molto importanti, numerose Targhe Tenco, che poi sono sempre riconoscimenti molto importanti. Penso di passaggio, ma forse meriterebbe anche un discorso Lindbergh, che vince la Targa Tenco 00:43:00 con dei pezzi molto importanti: Mio Fratello che Guarda il Mondo, a proposito di, di questi sguardi verso, verso verso la realtà che ci circonda e poi una, una meravigliosa versione di, del Disertore di, di Vian che è rimasta, diventata un classico, oltre naturalmente al La Canzone Popolare che diventa poi anche un fra virgolette, un inno politico. Un caso abbastanza raro nella canzone d'autore, perché normalmente a quell'epoca forse si ripensava alle canzoni politiche del passato. Prima di chiederti di passare qualcosa che invece ti riguarda in quanto artista amato, penso al lavoro dei Disertori, che poi mi dirai, volevo chiederti, ecco sì, da Lindbergh, effettivamente un, una tua considerazione sul Disertore e appunto sull'uso de La Canzone Popolare, che è diventata davvero enormemente 00:44:00 popolare, anche perché accompagnò una, una fase elettorale una volta tanto di successo, se mi permetti.

Ivano Fossati: 00:44:10 Sì, no, allora per quanto riguarda il, Il Disertore mi ricordo che, come era successo per alcune altre canzoni, mi ero accorto che non c'erano delle versioni italiane che avessero veramente la forza, che quella canzone doveva e poteva avere. Erano state, come dire, il Disertore era stato trattato un po' da canzone, un po', po' di maniera, un po' discografica. La stessa cosa mi era successa con una canzone di Chico Buarque de Hollanda, della quale in italiano non c'era una valida, una valida versione. Allora provai, incominciai a farla, cioè a suonarla 00:45:00 semplicemente, nei concerti, prima di registrarla. E naturalmente la canzone aveva un successo grandissimo. Allora poi, alla fine, alla fine della registrazione di Lindbergh insomma, è stato abbastanza facile pensare di, di inserirla. Per quanto riguarda La Canzone Popolare è stato, non lo so, un fatto un po' casuale. La canzone era stata scritta quattro anni prima, no? Ci sono quattro anni fra l'utilizzo nella campagna elettorale, e nella campagna elettorale e quindi come dire, la canzone era lì da tempo. Poi mi capitò un giorno di...che me lo chiedessero, mi chiedessero l'utilizzo al telefono e siccome a chiedermelo era Walter Veltroni, che l'unico, 00:46:00 era l'unico politico che io conoscevo, l'unico con cui potessi avere un sentimento di amicizia, allora siccome me l'hanno fatto chiedere da lui io ho, ho detto sì.

Felice Liperi: 00:46:15 Sì, l'hai concesso, ho capito. Devo dire, così a chiosa, a commento ulteriore de Il Disertore, c'è un altro elemento secondo me che l'ha resa fortissima: il fatto che uno dei casi di canzone in cui veramente fai voce, fai per voce e chitarra, quella è una cosa secondo me straordinaria, perché diventa, riprende un po' come il tono di quelle canzoni politiche di una volta, molto forti. Ecco, io credo, se posso dire, che questo aspetto l'abbia reso ancora più, più potente. Invece vediamo esattamente...Prego, prego, sì...

Ivano Fossati: 00:46:53 No, scusami è esattamente quello che ti dicevo prima: cioè le versioni che erano state fatte precedentemente, avevano un'aria così da, da canzone discografica. Invece il suo abito perfetto era quello, era quello di, cioè una chitarra, queste parole bellissime e, e qualcuno che si prestasse a cantarla, non ci voleva altro.

Felice Liperi: 00:47:19 Assolutamente. E invece poi a un certo punto accade una cosa, che non accade molto spesso e qui stiamo venendo un po'le ultime cose che ti voglio chiedere. E cioè, che un gruppo di, di musicisti rock, forse la nuova, la nuova ondata, adesso stiamo parlando degli anni '90 naturalmente, si appassiona al tuo repertorio e ti dedica un album, che si intitola appunto I Disertori, ma lì dentro ci sono dei gruppi importanti. Penso prima di tutto naturalmente gli Afterhours, insomma per dire, La Crus, Mau Mau, altri...Ecco, come ti sei sentito ad essere 00:48:00 un riferimento, io credo anche onestamente, anche stilistico e naturalmente di contenuti, di canzoni per, per una generazione di musicisti, che poi hanno avuto grande successo tra l'altro per il loro repertorio.

Ivano Fossati: 00:48:16 Guarda mi sono, mi sono sentito felice. Perché per uno come me, che è nato nei gruppi, che ama i musicisti, essere in qualche modo attorniato da musicisti giovani e meno giovani e che guardano alle tue canzoni e tra l'altro che fanno la cosa che i musicisti devono fare: cioè le, le reinventano, le smontano. Io mi ricordo che i miei discografici mi dissero "Ma guarda, abbiamo sentito, 00:49:00 abbiamo sentito delle versioni, ma non sappiamo se ti piaceranno perché sono veramente un po' particolari". Io invece ero proprio felice di quello. A me piaceva che questi ragazzi facessero esattamente quello che avrei fatto io prima e quello che avevo fatto con la canzone di Paolo Conte, con Boogie. Cioè osare, osare quindi. E non, non mi sono arrabbiato, anzi ero, ero lusingato dal fatto che ci avessero lavorato sopra.

Felice Liperi: 00:49:36 È stato, è stato un lavoro anche che ha avuto molto successo e forse appunto ha ispirato proprio una nuova generazione, quindi giustamente devi essere sentirti lusingato. Inutile dire che nel frattempo poi ci sono tanti dischi molto importanti, Macramè che è un disco anch'esso che amo moltissimo, in particolare in cui è coinvolto 00:50:00 un amico musicista, che anche io stimo tantissimo come Riccardo Tesi, a proposito di organetto, come dicevamo all'inizio e anche un bassista leggendario, direi come Tony Levin. Questo per dire come, come, come hai messo insieme poi dei musicisti abbastanza diversi nel tuo lavoro. Però poi arriviamo a un capitolo, che è forse uno dei capitoli non solo più importanti della tua carriera, ma un po' della storia della musica italiana degli ultimi anni del dopoguerra, cioè l'incontro con Fabrizio De André che, che voglio prendere però da, da una parte un po' diversa: cioè il fatto che avete recuperato e rilanciato il dialetto e questa cosa secondo me non viene mai molto sottolineata, che è stata una grandissima idea di, di De André e vostra naturalmente, di utilizzare uno strumento linguistico nuovo, che poi si è dilatato e adesso non c'è regione d'Italia che non, 00:51:00 che non utilizzi il proprio dialetto la propria lingua, chiamala come vuoi per, per fare le canzoni. Ecco, allora naturalmente, ci sarebbe tantissimo da dire, ma insomma i progetti sono stati due: uno l'ultimo di De André particolarmente accidentato, per tante ragioni. Però ecco, naturalmente volevo chiederti ecco, come nasce intanto Le Nuvole con i due pezzi, con 'Â çimma, cimma eccetera lo pronuncio naturalmente malissimo, mi fa sempre pensare a quel piatto che provava a fare mia madre nel periodo in cui abitavamo a Chiavari. Perchè quello un piatto è un piatto complicato da fare comunque.

Ivano Fossati: 00:51:41 Molto,molto...

Felice Liperi: 00:51:44 Prego.

Ivano Fossati: 00:51:44 Guarda la, la grande intuizione di recuperare la lingua genovese o dialetto che dir si voglia, non sarà mai chiaro, e la grande intuizione è di Fabrizio. Lui nasce con Crêuza de mä e 00:52:00 dopo su Le Nuvole, lui volle continuare almeno con due canzoni, queste due che hai citato in in lingua genovese e quindi ci siamo messi a scriverle. Però e effettivamente credo che quello per, quelle operazioni di quel periodo, fatte da lui abbiano aperto la porta come dire, al finalmente la mancanza di pudore, no? Abbiamo abbiamo una lingua anche noi, cioè ogni regione. Abbiamo una lingua anche noi, tutti si sono accorti di avere una lingua diversa dall'italiano, che ha dei suoni, magari anche belli, magari accattivanti. Soprattutto che ha dei suoni musicali, che possono diventare musica. E mentre prima c'era una un totale distacco da questo, perché pareva che parlare in dialetto 00:53:00 o cantare in dialetto fosse una cosa di serie B e automaticamente e improvvisamente è diventata invece una, una questione di ricerca musicale molto più nobile.

Felice Liperi: 00:53:14 Beh, certamente è stato così, perché quelle canzoni non...Sono talmente belle, talmente importanti, anche per questo elemento linguistico che hanno, hanno contribuito sicuramente tanto, così a sviluppare a dar via a tutti i territori. Mi capita di andare molto spesso in Sardegna naturalmente, o in Puglia lo stesso, insomma ma ormai è normale che questo accada. Ma invece per quello che riguarda il lavoro con, con De André è stato, è stato, come lo ricordi? Un lavoro, perché chiaramente è inutile che ci nascondiamo che, io l'ho incontrato varie volte, era sicuramente un artista straordinario senza alcun dubbio, però certamente 00:54:00 mi pare di poter dire, una persona non facilissima naturalmente, come caratterialmente, quindi immagino che insomma comunque sia stato un lavoro di grande ricchezza, ma anche forse un poco complicato, complicato.

Ivano Fossati: 00:54:15 Difficile, sì di...un po'complicato, un po' complicato lo è stato. Perché io dico sempre, non era facilissimo lavorare con lui, non è neanche facile troppo lavorare con me. Quindi forse era proprio la, l'alchimia che la scelta dei, dei due soggetti che forse non era proprio...

Felice Liperi: 00:54:44 Non facilitava.

Ivano Fossati: 00:54:44 Perché ne esaltano potenzialità, non, che cosa non funzionava, che cosa non ha funzionato. La visione musicale non quella, non quella letteraria, su quella siamo stati sempre d'accordo. La 00:55:00 visione musicale invece, come dire l'abito da dare al, all'album e lui lo vedeva in un modo, lui lo vedeva molto più agganciato a quello che aveva fatto prima. Io invece volentieri, molto volentieri avrei voltato pagina e avrei voluto una, una cosa molto diversa. Addirittura una specie di piccolo, avrei creato un piccolo shock nel, nel pubblico. Qualche cosa di inaspettato. Ecco io, io volevo qualcosa di inaspettato, mentre lui preferiva come dire, continuare sulla, sulla linea che aveva tracciato nei, nei due album precedenti.

Felice Liperi: 00:55:50 Siamo quasi a salutarci, non prima però aver ricordato e averti chiesto qualcosa invece che riguarda il rapporto con 00:56:00 il teatro, con il cinema. L'abbiamo accennato, in particolare un importante lavoro con il teatro, con Elisabetta Pozzi e quanto questo lavoro ti piace farlo e se stai proseguendo anche su questo terreno? Hai fatto, hai lavorato molte volte per il cinema e, e se lo consideri un lavoro diverso? Perché abbiamo parlato tanto di canzoni, che sono un mondo che io amo. Ma se, se e come ti approcci a questo tipo di, di rapporto, anche se so che con la Pozzi avevate un rapporto di stima, amicizia anche credo, insomma importante.

Ivano Fossati: 00:56:38 Sì, io guarda ho, ho lavorato molto bene con, ad esempio con Carlo Mazzacurati, che era un regista, ma secondo me era anche un musicista, senza avere mai studiato la musica. Era un uomo di grandissima sensibilità musicale. Questo è un lavoro completamente 00:57:00 diverso, è un'attività diversissima dallo scrivere le canzoni. Ma sai da cosa dipende? Dipende molto dalla richiesta che ti fanno. Non dipende mai troppo da te, dipende da il tipo di film o di documentario o qualsiasi cosa che ti viene presentato, che hai davanti agli occhi. E poi dipende dal, dalla richiesta che il regista ti fa. Il regista è giustamente il padre-padrone nel lavoro cinematografico, quindi il regista deve comandare lui. Su questo non ci sono dubbi. Devi avere la fortuna di avere una stessa visione. Allora se hai una stessa visione e condivisa diventa meraviglioso, diventa veramente una, una porta che si apre. Una cosa in più, molto diversa dalle canzoni. Entusiasmante. 00:58:00 Certo, se questa visione comune non c'è, allora diventa un lavoro, come si dice, un lavoro come un altro. E essenzialmente fare un lavoro tanto per farlo, no. Allora nel mio caso preferisco di no, però se arrivano delle delle richieste interessanti, ancora adesso le guardo.

Felice Liperi: 00:58:25 A quello arriviamo. Le parole che tu hai usato sono esattamente, non so se l'hai visto il documentario, la lunga intervista a Morricone, bellissima che è uscito recentemente. Lui un po' diceva delle cose molto simili alle tue, che serviva un empatia per poter produrre qualcosa di, di innovativo per quel film, per quella per quella scena. In particolare, ricordo che descriveva l'invenzione dell'urlo del coyote, che sono le cose più straordinarie che abbia fatto per Il Buono, l Brutto e il Cattivo. E siamo 00:59:00 arrivati alla conclusione. L'hai un po' accennato per fortuna, hai detto che se qualcuno si presenta, forse magari qualcosa per una colonna sonora lo faresti anche, se c'è una cosa. Però quando, quando è stato il momento di lasciare con un disco, con un titolo molto indicativo, molto preciso. L'hai fatto anche forse attraverso una fase di, di ricerca, di passione per la musica in quella fase, perché poi in realtà, poi canzoni scritte anche per, ancora per altri, la Pausini, per l'amica Tosca per...

Ivano Fossati: 00:59:38 Beh ma...

Felice Liperi: 00:59:39 Quindi....

Ivano Fossati: 00:59:40 Ancora, ancora recentemente, quell'album insieme a Mina.

Felice Liperi: 00:59:45 Mina, esatto. Quella è un altra cosa...

Ivano Fossati: 00:59:46 ...che non era previsto. Io avevo deciso di, che avevo deciso che la mia carriera discografica era terminata con, con il mio ultimo 01:00:00 album. Invece poi si è presentata questa, questa opportunità che stava lì da tempo. Tra l'altro Mina e io avevamo pensato di fare un album insieme già negli anni '90 e finalmente ci siamo detti "Adesso non abbiamo più padroni, possiamo fare, non abbiamo più discografici che, che ci dicono cosa dobbiamo fare. Facciamolo, facciamolo adesso".

Felice Liperi: 01:00:28 Quindi, quindi è una leggenda il fatto che tua moglie ti abbia minacciato che se non facevi il disco Mina ti chiedeva il divorzio.

Ivano Fossati: 01:00:37 No, è una battuta che ha fatto veramente, la battuta l'ha fatta.

Felice Liperi: 01:00:41 Credo bene.

Ivano Fossati: 01:00:43 Perché...

Felice Liperi: 01:00:44 Certo, dire no a Mina...

Ivano Fossati: 01:00:45 E' stata una, è stata una battuta, ma mi ha fatto riflettere, eh attenzione, lei l'ha fatto così scherzando. Però io c'ho riflettuto su questa cosa e mi ha fatto capire quanto potesse essere sbagliato dire no 01:01:00 ad una occasione del genere. Tant'è vero che poi, che si è rivelato una, una dei dischi nei quali mi sono divertito di più. Sono una delle esperienze migliori di tutta la mia carriera, quindi ringrazio mia moglie per avermi...

Felice Liperi: 01:01:20 Per aver insistito...Pane e coraggio, per citare una tua canzone. Per chiudere, devo chiederti una, anche visto che sei stato, abbiamo detto tante volte, un riferimento per tanti musicisti, per generazioni di musicisti nuovi. Che cosa ne pensi di questa fase attuale in cui si passa, si passa da, da un estremo all'altro. Nel senso che le case discografiche praticamente non esistono più, non ci sono, non c'è più produzione musicale come c'era in passato, che tu hai conosciuto bene, perché hai vissuto un periodo della discografia che, che invece produceva, aveva dei grandi direttori artisti a invece a una fase in cui, di autoproduzione, 01:02:00 che però porta anch'essa a dei risultati, diciamo adesso qualitativamente...adesso non lo giudichiamo, però io rimango colpito. Ci sono degli artisti di trap o di hip-hop romani che ho visto suonare in cantine davanti a venti persone, poi l'anno dopo stavano, facevano lo Stadio Olimpico. Quindi diciamo che è una fase un po', un po' curiosa, un po' abnorme. Cosa ne pensi tu di questa di questo momento musicale che viviamo?

Ivano Fossati: 01:02:31 E penso che, come dire c'è molto disorientamento perché, come dire, tutte le basi solide che erano quelle legate alla vendita dei dischi fisici si sono sgretolate, non ci sono più. E il, l'autoproduzione cioè la produzione che ognuno può fare a casa propria e certo in qualche caso può portare a qualcosa di buono, ma 01:03:00 molto spesso non è altro che, come si può dire, rumore di fondo e occorrerebbero più regole. Ecco. Nel mondo della musica digitale occorrerebbe qualche regola in più. Perché? Perché oggi il lavoro, che è anche fatica dei musicisti, di chi scrive eccetera è talmente volatile, che nessuno ne ha più il controllo. Nel momento in cui tu lo metti in rete, perché non puoi fare altro... In ogni caso, se non lo fai tu, lo fa la tua casa discografica, se ce l'hai, e nel momento in cui appunto è in rete, tu non ne hai più il controllo, oppure ne hai un controllo parziale e quindi, e questo credo che crei ulteriore disorientamento.

Felice Liperi: 01:03:54 E' una, è una considerazione importante da tenere presente. Diciamo che è un po', un po' questa. Questa generazione di ragazzi è un po' incontrollabile, per cui non so, i riferimenti, il controllo, le regole, chi le possa dare. D'altra parte, come ho detto, i grandi direttori artistici, i grandi produttori non ci sono più e quindi diventa un po' complicato. Comunque quando, Ivano...

Ivano Fossati: 01:04:22 Quando...

Felice Liperi: 01:04:23 Prego?

Ivano Fossati: 01:04:24 No, dicevo, quando parlo, quando parlo di regole, assolutamente non vorrei essere frainteso. Non parlo di regole che siano coercitive nei confronti degli artisti e dei musicisti, anzi il contrario. Io vorrei delle regole che li tutelasse maggiormente, cioè in modo da sapere che la propria fatica, il proprio lavoro cioè, ha poi, ha una linea, come si dice oggi, tracciabile. Il che attualmente non avviene.

Felice Liperi: 01:04:56 Infatti proprio così. Ivano io ti ringrazio tantissimo per la tua disponibilità per questa lunga chiacchierata. Ci tenevo veramente molto che, che anche tu fossi una, diventassi una delle nostre voci storiche, come in effetti poi sei, qui all'Istituto della Discoteca di Stato, che se tu non hai mai visto, secondo me dovresti venire, perché è un luogo di reperti di, di diciamo di, di strumenti straordinari dagli, da partire dagli anni '20 in poi, che merita una visita, quando dovessi...

Ivano Fossati: 01:05:26 Lo farò assolutamente perché mi incuriosisce moltissimo.

Felice Liperi: 01:05:30 Devi assolutamente. Guarda, te lo consiglio e poi la cosa fondamentale è che devi venire invece a trovarci in una scuola dove sono tutti i tuoi amici: a Officine Pasolini. E beh lì c'è Tosca, dai un giorno di nascosto, non lo dici, lo fai in privato e si vieni a trovare. Va bene? Grazie tante Ivano.

Ivano Fossati: 01:05:50 Grazie a te Felice,

Felice Liperi: 01:05:55 Buone feste, grazie, ringrazio naturalmente molto Mercedes per la disponibilità e...

Ivano Fossati: 01:05:59 Lo faccio, lo faccio. Un abbraccio.

Felice Liperi: 01:06:00 Benissimo. A presto, a presto .

Felice Liperi: 01:06:02 Buon anno, buon anno.

Ivano Fossati: 01:06:04 Anche a te ciao, ciao, ciao.