Trascrizione
Davide Conti: 00:00:00 Sono Davide Conti è l'8 maggio del 2024, mi trovo presso l'Istituto Centrale dei Beni Sonori e Audiovisivi per realizzare un'intervista al senatore Roberto Scarpinato. L'intervista si inserisce nell'ambito del progetto denominato Ti Racconto in Italiano. Voci della storia degli anni '60-'70, l'Italia repubblicana dal boom economico allo stragismo, finalizzato a documentare, valorizzare e promuovere la cultura e la lingua italiana attraverso interviste biografiche a personalità impegnate nella politica, nelle istituzioni, nell'economia, nell'associazionismo, nella cultura, per un approfondimento sulla storia dell'Italia contemporanea, promosso e coordinato dall'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi, è presente all'intervista il senatore Roberto Scarpinato. Senatore, le sue dichiarazioni saranno parte integrante della collezione di fonti orali dell'Istituto per i Beni Sonori e Audiovisivi. Intende autorizzare la registrazione 00:01:00 sonora e la eventuale ripresa delle immagini della sua intervista?
Roberto Scarpinato: 00:01:03 Sì.
Davide Conti: 00:01:04 Intende inoltre autorizzare a titolo gratuito, senza vincoli temporali, anche ai sensi degli articoli 10 e 320 del Codice civile, degli articoli 96, 97, legge 22.4.1941, n. 633 Legge sul diritto d'autore la pubblicazione e/o diffusione parziale o integrale, in qualsiasi forma e su qualsiasi mezzo di diffusione, anche online, delle proprie immagini, interviste, riprese effettuate nell'ambito del progetto, cedendo i diritti di utilizzazione all'ICBSA?
Roberto Scarpinato: 00:01:33 Sì.
Davide Conti: 00:01:36 Iniziamo. Allora Roberto Scarpinato, entra in magistratura nel 1977, dal 1991 componente del pool antimafia con Falcone e Borsellino. Nel 2010 procuratore generale presso la Corte d'Appello, d'Appello di Caltanissetta, nel 2013 nominato dal CSM, Procuratore generale della Corte d'Appello di Palermo. 00:02:00 Ecco, la sua carriera è stata segnata dalle indagini su Cosa Nostra, sulla mafia e quello che le chiedo inizialmente è un inquadramento storico, una introduzione d'insieme al fenomeno e anche alla sua esperienza.
Roberto Scarpinato: 00:02:20 Ma io credo che il punto di partenza è avere la consapevolezza che la questione mafiosa non è riducibile alla questione criminale, ma che è un capitolo importante della storia del potere in Italia e che quindi fa parte della macrostoria. Questa è un'intuizione fondamentale per esempio di Leopoldo Franchetti, quando subito dopo l'Unità d'Italia redasse un'indagine sulla mafia che resta una chiave di lettura importante. Lui 00:03:00 si rese conto che la spina dorsale, il segreto della forza della mafia, era quella che noi abbiamo chiamato dopo la borghesia mafiosa, cioè classi dirigenti che utilizzavano la violenza mafiosa come strumento d'ordine. E formulò questa diagnosi: poiché la classe dirigente meridionale è essenziale per il mantenimento degli equilibri nazionali, il governo non potrà che limitarsi a una risposta repressiva nei confronti della mafia militare. Non potrà alzare il tiro oltre, perché altrimenti mette in crisi gli equilibri nazionali. La riprova della lucidità di questa diagnosi si ha con l'omicidio Notarbartolo, che è il primo omicidio politico eccellente dell'Italia monarchico liberale, che fa 00:04:00 scoprire anche al Corriere della Sera che i capi della mafia sono esponenti della classe dirigente e che lo storico Renda ha descritto come un capitolo della storia del potere, perché i processi che si svolgono a carico di colui che viene individuato come il mandante, Palizzolo, esponente politico che era centrale col suo movimento per gli equilibri politici, sono processi che sono proprio uno psicodramma della classe dirigente del tempo. I processi hanno fasi alterne a secondo del cambiamento delle maggioranze e alla fine tutto si conclude con il suicidio del teste fondamentale il giorno prima della deposizione, l'assoluzione di Palizzolo e una transazione processuale su un omicidio eccellente che riguardava, 00:05:00 che era un affare interno della classe dirigente del tempo. Il figlio Notarbartolo scriverà un libro La città cannibale, ma è una definizione riduttiva perché era un paese cannibale. Questa è la premessa e la premessa è che quindi la mafia ha sempre svolto, a mio parere, nel sistema di potere italiano una funzione che l'ha resa funzionale al sistema di potere. Questo è il segreto della sua longevità storica. Nell'Italia caratterizzata da un'economia agricola, dal latifondo, la mafia nel Meridione svolgeva la funzione di struttura d'ordine contro le rivendicazioni dei contadini. Svolge questa funzione per diverso tempo. La storia del primo '900 è una storia di una mattanza di dirigenti 00:06:00 socialisti e contadini e diventa disfunzionale con l'arrivo del fascismo, che come diceva Gobetti, il fascismo è la guardia bianca degli agrari del Nord. E non c'è più bisogno di sopportare i costi sociali della mafia, quando questa classe dirigente retriva si fa stato e quindi non ha bisogno di una struttura d'ordine come la mafia, perché può direttamente garantirla. La storia di Mori, del prefetto Mori è estremamente emblematica. Carta bianca per liberarsi della mafia militare, quando alza il tiro nei confronti degli alti gerarchi fascisti viene liquidato con la nomina a senatore. La mafia ritorna a essere funzionale dopo il crollo del fascismo. E qui si apre un altro capitolo complesso per il quale io sono arrivato a una chiave di 00:07:00 lettura che posso sintetizzare in questo modo, la guerra e civile, che si aprì in Italia dopo lo sbarco degli Alleati e che contrappose da una parte gli uomini della Repubblica di Salò, d'altra parte, che la Resistenza non si è mai conclusa in Italia. Abbiamo un'anomalia nazionale. Le costituzioni in genere non hanno nemici o non hanno nemici che durano così a lungo nel tempo, perché rispecchiano i valori di fondo di una comunità. In Italia non è mai stato così. Una parte consistente del paese, la stessa parte che aveva sostenuto e portato al potere al fascismo, cioè le componenti più reazionarie delle classi dirigente del tempo, gli agrari del nord e latifondisti del Sud, i grandi industriali, banchieri, palazzinari, lo stesso Vaticano, subiscono 00:08:00 una fase di destabilizzazione a causa di un evento esogeno qual è la sconfitta, la Seconda Guerra Mondiale. E si apre uno spazio temporale nel quale non le maggioranze di questo paese, ma le minoranze di questo paese, dinanzi a un paese che prima aveva osannato il fascismo e poi diventa afascista, occupa uno spazio che consente di gettare le basi per un nuovo ordinamento giuridico e valoriale del paese. Ma le vecchie, le componenti più reazionarie del paese, vivono questa costituzione come la costituzione dei vincitori. Si riciclano opportunisticamente nel nuovo ordine 00:09:00 repubblicano, occupando postazioni strategiche nello Stato e vertici dell'esercito, le forze polizia, i servizi di sicurezza, il quadro politico e iniziano a remare contro. La lotta politica da quel momento si svolge su due livelli. Un livello alla luce del sole, apparente, visibile, le lotte parlamentari, le manifestazioni di piazza. Accanto a questo livello e in sinergia col primo, c'è il livello occulto, e cioè la messa in campo della violenza omicidiaria, le stragi, gli omicidi chirurgici, i colpi di stato per condizionare l'evoluzione del quadro politico in alcune fasi critiche, in cui sembra che questo quadro politico debba, possa evolversi con l'avvento delle sinistre nell'area del potere. E 00:10:00 per questi due piani della politica entrano spesso in sinergia. Vi sono uomini cerniera che fanno un doppio gioco, da una parte diciamo rivestono il ruolo di oppositori politici alla luce del sole, dall'altra parte contemporaneamente elaborano la strategia della tensione. Uno di questi per esempio Pino Rauti. Si viene a creare quindi fin dalle prime fasi dell'avvento della Costituzione, come potremmo definire, una santa alleanza, un sistema criminale integrato che mette insieme queste forze conservatrici reazionarie. Gli ex repubblicani, repubblichini, cioè gli esponenti del fascismo che danno vita a una serie di formazioni 00:11:00 neofascista, Ordine Nuovo, Terza Posizione, Avanguardia Nazionale e quant'altro, che dichiarano apertamente la loro avversione al nuovo ordine repubblicano e che sono disponibili ad azioni violente per sovvertire questo ordine, ponendo le premesse per la creazione di una repubblica presidenziale autoritaria. Insieme a questo nucleo, c'è un altro nucleo e sono appunto le componenti più reazionarie. Le classi dirigenti all'inizio agrarie, i latifondisti, a cui si aggiungono industriali, banchieri ed altri, come dimostrato dai processi che finanziano diciamo, colpi di stato progetti stragisti e che trovano un luogo di incontro, di sintesi, camera di compensazione della massoneria fin dall'origine. Un'altra forza che entra in campo 00:12:00 in questa santa alleanza è quella che possiamo definire la borghesia mafiosa, l'alta borghesia mafiosa, che è un pezzo di classe dirigente. Questa santa alleanza opera con l'alibi e la copertura dell'anticomunismo, perché come hanno dimostrato i processi, soprattutto quello per la strage di Milano del 1969, quello di Brescia, arrivanto al punto anche di individuare soggettivamente gli ufficiali dei servizi segreti americani che hanno svolto ruoli di copertura, questa santa alleanza ha avuto la copertura, garanzia di impunità da parte dei servizi segreti americani, che a volte hanno saputo in anticipo che ci sarebbero state le stragi e non sono intervenute, a volte hanno coperto gli esecutori delle stragi, unitamente ai vertici dei servizi segreti italiani, che erano sostanzialmente un'appendice 00:13:00 dei servizi segreti statunitensi. Ho parlato di alibi perché nella santa alleanza io credo che alla luce della lezione della storia, pochi fossero quelli che veramente erano motivati da una visione assolutamente alternativa a quella democratica, ideologica e che molti invece fosse, fosse interessata a tutelare i propri interessi dietro la maschera dell'anticomunismo. Diciamo che questa santa alleanza quindi e quindi la mafia entra in campo a segnare drammaticamente la storia del paese fin dall'origine. La storia della Repubblica inaugurata da una strage, strage politico mafioso nel maggio 1947 che innesca la sindrome cilena. Era accaduto che nelle elezioni per l'Assemblea Regione Siciliana le sinistre avevano raggiunto un 00:14:00 risultato assolutamente inaspettato, quasi il 30%. Il Blocco del Popolo, il Partito Socialista, il Partito Comunista, la Democrazia Cristiana intorno al 20%. L'anno successivo dovevano svolgersi le elezioni nazionali. Il National Council americano aveva già stabilito che gli Stati Uniti sarebbero intervenuti con tutti i mezzi per evitare un'evoluzione a sinistra del potere. Quella strage, non entro nei dettagli che sono conosciuti innesca la sindrome cilena, nel senso che anticipa quello che sarebbe accaduto, sarebbe potuto accadere qualora quel, quel successo elettorale fosse stato replicato in campo nazionale. E il punto zero della strategia della tensione nella mia chiave di lettura, per una serie di eventi che, che mette in campo l'alta mafia siciliana, nelle componenti apicali che 00:15:00 fanno parte anche della massoneria. E mette in campo soggetti dell'estrema destra, mette in campo questa regia. Se noi esaminiamo la storia italiana ci accorgiamo che questa, che ho voluto definire sistema criminale integrato, entra in campo sistematicamente con le stesse modalità nel corso della storia italiana tutte le volte che si verificano delle condizioni macropolitiche che sembrano favorire l'avvento delle sinistre, oppure che vengono attuate le politiche di maggioranze, che attuano in parte riforme che compromettono gli interessi dei poteri forti italiani. Per esempio quando si forma il primo centrosinistra, la prima questione sociale che accende fuochi è la questione agraria e 00:16:00 nell'Italia contadina. La seconda questione è la questione energetica, quando vengono nazionalizzate le imprese che producono l'energia e si mette in crisi il primo centrosinistra, che come certamente è noto è costretto a rinunciare a un piano di riforme perché si sente il tintinnio di sciabole, cioè viene messo in campo il cosiddetto progetto di colpo di stato Solo, che così conosciuto che non penso di dover entrare nei dettagli. E non è un caso che la stagione stragista prenda l'avvio quando viene approvato lo Statuto dei Lavoratori, che segna un punto di svolta nei rapporti capitale-lavoro italiano e che registri poi dei, 00:17:00 degli innalzamenti in occasione, nelle occasioni in cui il Partito Comunista raggiunge dei risultati elettorali che sembrano potere agevolare il sorpasso. E qui entro diciamo dentro la questione mafiosa, non è quindi un caso che abbiamo l'entrata in campo di questa componente, la mafia intesa la mafia come sistema di potere e quindi nelle sue componenti di alta mafia e di mafia militare nel golpe Borghese. È stato storicamente accertato la partecipazione di tutte queste componenti che ho descritto, nelle varie persone e anche di pezzi di Stato, con la copertura quindi di tutti quei vertici dei servizi segreti, delle forze di polizia che poi ritroveremo non a caso, della P2. E 00:18:00 abbiamo un coinvolgimento della mafia anche nei progetti di colpo di Stato del '74, del '79. Abbiamo una saldatura diciamo, delle strutture massoniche deviate con le strutture mafiose sia in Calabria che in Sicilia, seppure con modalità diverse. In Calabria, quanto Franco Freda si trova lì che viene protetto dai servizi e dalla 'ndrangheta viene fondata una loggia massonica coperta, dove entrano in sinergia tra loro vertici della ndrangheta, colletti bianchi, mondo della politica. La stessa cosa era avvenuta in Sicilia ai tempi di Stefano Bontade, grado 33 della Massoneria. Solo che mentre in Calabria questa struttura resta 00:19:00 unitaria nel tempo, in Sicilia i rapporti tra diciamo capimafia massoneria non vengono inseriti in una struttura unica piramidale come avviene per la 'ndrangheta, ma restano rapporti riservati ad alcuni capi. Detto questo, quindi quello che accade è che la mafia svolge un ruolo importante nella, sul fronte della lotta occulta del potere che si svolge in Italia. E questo ruolo svolge anche in due modi, sia attraverso la partecipazione a un progetto di colpo di stato, ma soprattutto lo svolge offrendo la causale mafiosa come causale di copertura di causale politiche che devono restare celate, addossandosi quindi la responsabilità 00:20:00 come parafulmine di omicidi politici e pagarne il prezzo. A volte solo la cosa del mafioso, a volte mette in campo anche gli esecutori mafiosi. Ma è una doppietta causale e esecutori. Questo, questa sovrapposizione di causali e il fatto che certi omicidi siano stati il frutto, si diceva prima di una convergenza di interessi, ma direi di più, sono stati momenti attuativi di una lotta politica globale, lo intuisce tra i primi Giovanni Falcone. E questo segna un punto di svolta nella vicenda esistenziale di Falcone, perché già Falcone con le sue indagini sulla mafia, il maxiprocesso, sul riciclaggio si era fatto dei nemici che lo volevano morto e 00:21:00 questa è la prima fase. Ma il livello di rischio raggiunge l'apice quando, indagando sui delitti politici mafiosi, lui si convince, si rende conto che questi delitti o alcuni di questi delitti sono stati sì eseguiti dalla mafia. Oppure sì, hanno una apparente causale mafiosa, ma dietro agiscono altre forze politiche occulte, per motivi di lotta politica. Ed è a quel punto che la sua vita cambia perché accanto ai mafiosi che lo volevano uccidere per i motivi pregressi, entrano in campo quelli che lui definisce le menti raffinatissime. Gli esposti anonimi come il Corvo uno, che tendono a delegittimare. L'attentato all'Addaura e tutto un sistema di potere che lo disinnesca nelle 00:22:00 sue potenzialità operative, smobilitando il pool antimafia. Non è un caso, tra l'altro, che questo innalzamento del rischio si verifica quando lui sta per emettere il mandato di cattura nei confronti di Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini per l'omicidio Mattarella. In quel momento che si registra questo cambio. La mia convinzione per questo ci arriverò tra poco, è che Falcone sia stato ucciso proprio perché costretto ad andare via da Palermo, era ormai sicuro di potere arrivare alla Procura Nazionale Antimafia dove mi disse personalmente, in occasione del nostro ultimo incontro, che avrebbe finalmente ripreso le indagini, che a Palermo non gli era stato consentito fare. Ma ritorno un attimo indietro. Quindi siamo in un momento cruciale, siamo alla fine degli anni '70, agli inizi degli '80 quando si riapre la Guerra Fredda a causa dell'invasione della Russia da Pakistan, 00:23:00 Afghanistan e, e quindi l'installazione dei missili di Comiso e quindi diciamo, ci sono proprio le condizioni generali perché si sia un innalzamento diciamo, del livello della lotta politica. Uno degli omicidi in cui dal mio punto di vista, ripeto che su questo concordavo con Falcone, in cui è maggiore evidente diciamo, questo tasso di politicità che va al di là diciamo della mafia è l'omicidio Mattarella. Piersanti Mattarella era stato sostanzialmente un allievo di Moro, che era stato sacrificato per evitare diciamo il compromesso storico. E dopo la morte di Moro sembrava che la questione fosse risolta una volta per tutte. Se 00:24:00 non che in Sicilia, in una Sicilia che in quel momento è l'Italia, perché un tale serbatoio di voti che a seconda di come si sposta la Sicilia si spostano gli equilibri nazionali, c'è un allievo di Moro che ancora prima di Moro, aveva messo in opera l'esperimento di aprire il governo al Partito Comunista, perché nel '78 e viene nominato Presidente alla Regione, fanno il primo governo con l'appoggio esterno dei comunisti. Infatti lui vive la vicenda di Moro, come testimoniano molti suoi amici, in modo drammatico perché capisce che c'è qualcosa che va al di là dell'apparenza. Questa partita che sembrava chiusa, si riapre proprio a causa di Mattarella. Perché nel mille...Nel febbraio 1980 doveva svolgersi il Congresso nazionale della Democrazia Cristiana 00:25:00 e lì come ebbe a dichiarare Gava, responsabile degli enti locali della DC bisognava prendere la decisione di portata storica. Se l'esperimento di apertura ai comunisti coinvolgimento del governo locale dei comunisti doveva restare un'esperienza locale, oppure se doveva diventare un'esperienza nazionale estesa a tutte le altre Regioni e quindi con un respiro nazionale che sostanzialmente stava a significare, nella sostanza una ripresa del compromesso storico, di quello stesso compromesso storico che aveva determinato la fine di Moro. Ed è proprio in questo momento cruciale che Falcone acquisisce le dichiarazioni di Cristiano Fioravanti, il fratello di Valerio Fioravanti, il quale aveva già messo a verbale 00:26:00 a Bologna e poi ripeterà a lui, con ricchezza di dettagli, che l'omicidio Mattarella era stato consumato da suo fratello Cristiano Fioravanti, come il fratello stesso Cristiano Fioravanti gli aveva confessato. E Falcone fa delle indagini molto accurate, su cui dettaglio non entro, ma era un giudice estremamente rigoroso e la cosa interessante è che si viene a creare una sinergia con Loris D'Ambrosio, che segna una scintilla perché Falcone era un super esperto di mafia Loris D'Ambrosio era uno un super esperto di estremismo di destra, mettendo insieme le due conoscenze si arriva a avere una visione che nessuno dei due poteva avere. E mi ha colpito rileggere le relazione che Loris D'Ambrosio, che allora era all'Alto commissariato in Sicilia manda a Falcone, 00:27:00 dove con un'analisi lucidissima conclude che facendo le biografie di tutti gli estremisti di destra coinvolti, che l'omicidio Mattarella non è un omicidio contro il sistema. Ma era un omicidio del sistema per eliminare una variabile che era uscito fuori controllo e che rischiava di destabilizzare il sistema. Allora il fatto che due magistrati del livello di Loris D'Ambrosio e di Giovanni Falcone siano pervenuti a questa conclusione. Mi sembra estremamente significativo e non posso entrare nei dettagli di quella indagine perché altrimenti ci prenderebbe troppo tempo, però è una chiave di lettura che è importante, talmente rilevante che lo stesso Falcone dinanzi a un, a un a un'audizione nella Commissione parlamentare antimafia, vado 00:28:00 a memoria, '88 forse, parla proprio dell'omicidio Mattarella e dice che il problema è stabilire se la pista nera sia alternativa a quella mafiosa o si compenetri con quello mafioso. Cioè la pista nera c'è comunque, ma che questa ipotesi se non si vorrà arrivare a una gestione burocratica di un processo così importante deve essere coltivata. E che questa indagine era importantissima che dice è collegata a quella sulla strage di Bologna, al golpe Borghese e forse dovremmo prendere atto che dovremmo scrivere, riscrivere alcune parti della storia di questo paese. Lì secondo me è la fine di Falcone. E' la fine di Falcone, perché le menti raffinatissime della strategia della tensione si rendono conto che 00:29:00 non hanno più davanti un magistrato che colpisce la mafia dedita al riciclaggio, ma che ha una capacità di lettura tale da potere con le sue indagini rompere la straordinaria macchina da guerra, che c'era dietro la strategia della tensione, andando a incidere quindi su interessi non regionali, neanche solo di politica nazionale, ma anche di politica internazionale. L'omicidio Mattarella rende evidente quindi questo doppio piano, ma Falcone era convinto che lo stesso valesse sia per l'omicidio La Torre, sia per l'omicidio Dalla Chiesa. Del resto il professor Pino Arlacchi, in un libro recentemente pubblicato, ha reso noto una conversazione che ebbe con Falcone alla fine del '91, in cui dice alcune cose che Falcone disse pure a me. E 00:30:00 quindi e cioè che poi ritorneremo alle stragi del '92- '93, ma lui a proposito di La Torre disse che La Torre non era certamente stato ucciso, perché voleva fare delle indagini ispettive sull'assegnazione di alcuni appalti della scuola, ma per la questione dei missili di Comiso, perché non si era reso conto che anche il Partito Comunista non era disposto a fare una battaglia su questo terreno, era diventato solo. E è un altro omicidio in cui è evidente il ruolo della causale mafiosa come causale di copertura, l'omicidio dalla Chiesa. Per una serie di motivi molto complessi che io ho cercato di esplicitare in un libro intervista che ho scritto anni fa, ma che in sintesi sono questi. Eh, dalla Chiesa 00:31:00 nei suoi cento giorni di, a Palermo non ha fatto nulla che potesse compromettere interessi mafiosi. Era evidente che dopo l'omicidio La Torre, l'omicidio di un uomo simbolo come dalla Chiesa avrebbe determinato inevitabilmente una reazione. E dello stesso capo del commando che uccide, a capo del gruppo di fuoco che uccide dalla Chiesa, Giuseppe Greco Scarpuzzedda, che si rende conto di essere stato giocato, nel senso che gli avevano detto una motivazione che non era reale. E come ci hanno riferito collaboratori di giustizia della borghesia mafiosa, Tullio Cannella e il dottore Pennino, dice a Tullio Cannella che lui ha capito che le motivazioni che gli avevano detto non era reale e che vuole aprire un'indagine interna per capire quali sono le ragioni e che probabilmente le vere motivazioni le conosceva Provenzano. 00:32:00 Fatto sta che questa indagine Giuseppe Greco Scarpuzzedda non potrà farla, perché viene assassinato. La motivazione è che si era montato la testa. E il dottore Pennino ha anche detto che l'ordine di uccidere dalla Chiesa era venuto da Roma facendo il nome del Segretario generale della Camera dei Deputati che era uno dei vertici della P2, anzi alcuni considerano il vero vertice della P2, diciamo le...
Davide Conti: 00:32:28 Stiamo parlando di Cosentino.
Roberto Scarpinato: 00:32:32 Esatto. Ho dichiarato alla Commissione parlamentare antimafia. E anche le modalità esecutive del delitto attestano un'anomalia, perché nella tradizione di Cosa Nostra le donne non vengono uccise insieme il loro uomo. Il killer di Mattarella non uccide la moglie, il killer di Reina non uccide la moglie, i killer di capitano D'Aleo non uccidono la moglie, sebbene lei stessa si avvinchi, invece nel caso l'omicidio dalla Chiesa i killer 00:33:00 e la moglie della Chiesa, Emanuela Setti Carraro non viene uccisa per un incidente di esecuzione. La dinamica dell'omicidio dimostra che i killer fanno proprio il giro per, per ucciderlo e allora ci dev'essere un motivo. Il motivo che abbiamo ricostruito è che, come ha detto la madre di Emanuela Setti Carrari, la figlia le aveva confidato che il marito le aveva confidato segreti terribili, che aveva giurato di mantenere e che riguardavano anche persone che loro conoscevano, cioè quella famiglia. E una testimone, vado a memoria, mi pare che si chiamasse ro Firmi, potrei sbagliarmi, la domestica della casa di dalla Chiesa ha dichiarato che il venerdì precedente l'omicidio aveva sentito dalla Chiesa dire alla moglie: se mi dovesse accadere qualcosa, tu sai dove andare, dove devi prendere quelle carte. Quindi diciamo abbiamo anche un'altra collaboratrice che, di giustizia della famiglia che 00:34:00 commise quell'omicidio, è Galatolo che ha detto di avere visto uno dei vertici dei servizi segreti andare dal capo del mandamento per ritirare dei documenti dalla Chiesa. E' interessante anche per quanto riguarda omicidio dalla Chiesa è il meccanismo della copertura, della causale di copertura quello che ha dichiarato Buscetta. Buscetta, dalla Chiesa non era ancora prefetto in Sicilia, ma era al nord ed era una star nazionale perché, per la lotta contro le Brigate Rosse. Il suo capo Stefano Bontate, che era grado 33 la massoneria e che era un uomo di grandissime, un uomo di potere, non era un capomafia tipo Riinaa stefano Bontate era un cervello molto raffinato e mentre lui Buscetta era detenuto il supercarcere di Cuneo insieme ad alcuni brigatisti rossd aveva chiesto di sondare brigatisti rossi per 00:35:00 verificare se erano disponibili a rivendicare l'omicidio dalla Chiesa, se dalla Chiesa fosse stato ucciso, dalla Chiesa aveva avuto un rifiuto, gli aveva detto di no. È interessante perché evidentemente, quando dalla Chiesa era l'eroe dell'antiterrorismo rosso, la causa di copertura l'omicidio rivendicato alle BR. Quando viene mandato in Sicilia accetta, la causa è copertura quella mafiosa. È importante capire anche a proposito di come sia raffinato questo meccanismo, che le vere causali di certi omicidi sono conoscienza di un gruppo ristrettissimo di persone. Non vengono per esempio dichiarate negli organi formali come la Commissione di Cosa Nostra. Sono a conoscenza soltanto alcuni capi e quindi al vertice superiore della piramide, 00:36:00 mentre via via che si scendono i gradini della piramide l'informazione viene impoverita e quella e le ragioni che vengono fornite agli altri, sono ragioni che sono coerenti con gli interessi di Cosa Nostra. Solo che vi sono stati alcuni casi in cui gli stessi esecutori, o gli stessi livelli inferiori si sono resi conto che, cioè, per esempio, dimenticavo a proposito l'omicidio Dalla Chiesa che Vito Ciancimino, non il figlio, Vito Ciancimino dichiarò a verbale che quando lui era stato arrestato si trovò nello stesso carcere dove c'erano i cugini Nino e Ignazio Salvo. Importantissimi uomini del mondo imprenditoriale siciliano, referenti di Andreotti, i quali avevano manifestato tutta la loro irritazione perché la mafia siciliana era stata costretta a fare da parafulmine per l'omicidio quello dalla Chiesa, il cui ordine era venuto da Roma e ancora una volta paghiamo il prezzo. La 00:37:00 stessa incongruenza delle motivazioni, questo meccanismo è importante perché poi quando i collaboratori vengono sentiti dai magistrati, raccontano la verità, sulle motivazioni a loro conoscenza perché quello hanno detto loro. E il limite secondo me di alcune indagini è che, non avendo capito che dietro certi meccanismi c'è un meccanismo di intelligence e non di normale criminalità e non conoscendo la sintassi e la grammatica dei delitti di intelligence, per esempio la falsa bandiera, no? Tutti concetti, oppure la calunnia per esfiltrazione. Cioè tu calunni uno sapendo che non c'entra, in modo che dopo quando viene assolto l'hai immunizzato. Ma se tu non conosci questi meccanismi così sofisticati e applichi una logica elementare di giurisdizione, allora questo lo dico per anticipare quando arriverò a dire per 00:38:00 le stragi. Abbiamo quindi questa serie di omicidi politici che avvengono, beh, è interessante a ridosso di un altro evento importante, cioè quando Michele Sindona nel '79 viene in Sicilia per sottrarsi all'arresto per bancarotta e Michele Sindona che, che non è soltanto un banchiere internazionale, riciclatore ad altissimo livello della mafia e della corruzione. Ma che è uno che come dimostrato dalle indagini volte a proposito delle stragi del neofascismo, è stato coinvolto nel finanziamento di stragi del nord. Ha partecipa, partecipava a riunioni con generali americani, cioè questo è il soggetto. Insomma, ecco diciamo un un volto significativo di quella che chiamo 00:39:00 l'alta borghesia mafiosa. Ecco, Sindona viene in Sicilia, Falcone insieme alle indagini Giuliano Turone e noi stessi per processo Andreotti abbiamo potuto ricostruire meglio, viene in Sicilia sotto la regia di Stefano Bontade, Inzerillo e altri capimafia e per andare al punto che ci interessa, propone un colpo di stato che doveva portare alla secessione della Sicilia dal resto d'Italia.
Davide Conti: 00:39:29 Che è un vecchio progetto e...
Roberto Scarpinato: 00:39:31 È sempre il vecchio progetto e che ritornerà nel '92-'93 che sta avendo attuazione. Ma poi ci ritorno. E lo propone e ha, raggiuge un tale livello avanzato di esecuzione con sopralluoghi, fatti in alcuni luoghi, mi pare di ricordare prima viene fatto un sopralluogo una zona la Sicilia dove c'era un'antenna particolare. E con incontri vari che i capimafia discutono su come poi, il 00:40:00 golpe effettuato devono distribuirsi i vari istituti di credito siciliani, quindi gente seria, cioè non è gente che sogna. Se non che questo, e che aveva l'appoggio di dell'ala più oltranzista dell'amministrazione americana. Se non che questo progetto salta quando Gelli viene in Sicilia e dice di no. Anche questo, abbiamo un testimone diretto Angelo Siino che ce lo racconta ed è interessante capire le motivazioni che ci sono dietro, perché una secessione aperta della Sicilia in quel periodo era assolutamente impolitica, perché avrebbe determinato uno scontro aperto tra Russia e Stati Uniti. Ma è interessante quello che si verifica dopo, che a mio punto di vista il frutto di menti raffinatissime. Invece di una, un atto rivoluzionario come quello, una serie di omicidi eccellenti 00:41:00 che raggiunge lo stesso scopo e che raggiunge il suo culmine strategico con l'omicidio Mattarella. Se lo scopo è quello di evitare l'avvento delle sinistre al potere, invece di fare una secessione che determina una crisi geopolitica, si fa un'operazione raffinatissima. Quindi, del resto il ruolo di Gelli è sempre stato questo, cioè golpe di stato Solo, poi gli americani decidono che l'effetto intimidatorio da sindrome cilena è stato raggiunto, non c'è bisogno di portarlo a termine, l'importante è che venga raggiunto il risultato, col minor costo possibile dal punto di vista geopolitico. Quindi questa storia e mi avvio per arrivare a tempi a noi più vicini, sembra una storia in fondo del passato, quando cade il muro di Berlino. Beh, è stato.. 00:42:00
Davide Conti: 00:42:01 Prima di questo volevo, volevo chiederle un passaggio, appunto abbiamo parlato della questione dei missili a Comiso. Ecco, c'è un ruolo di Gladio dentro questo contesto? In Sicilia?
Roberto Scarpinato: 00:42:20 Allora, e qui dobbiamo intenderci. Perché su Gladio come certamente lei saprà, c'è stata una differenza di opinioni tra gli stessi magistrati che si sono occupati di questa questione. Più che la sigla in sè di Gladio, dobbiamo comunque pensare a una struttura dei servizi che ha operato in tutto la storia repubblicana dietro le quinte, come azione di supporto, di copertura e anche di intervento logistico 00:43:00 per stragi e per omicidi. Del resto, il fatto che siano state emanate ripetute sentenze di condanna per i vertici dei servizi segreti, per depistaggio delle stragi, da Maletti per la strage di Milano a Musumeci e Belmonte, per la strage di Bologna. A alti vertici dei carabinieri per la strage di Peteano ed altre ancora, è importante e vorrei fare una parentesi. Dalla prima strage di Portella della Ginestra sino alla strage del '92 del '93 noi notiamo che c'è un elemento comune. Interventi di depistaggio posti in essere sistematicamente da apparati statali. La continuità nel tempo di questi 00:44:00 depistaggi che non si fermano all'89, ma che arrivano sino alle indagini delle stragi del '92-'93, dove per chi conosce i protocolli del depistaggio, attuati dalla strage di Portella in poi, ci si rende conto che non è altro che la messa in campo di un protocollo operativo uguale. Fa comprendere come queste strutture si siano perpetuate nel tempo grazie a delle filiere personali. Allora, mi pare che un punto di svolta su questo sia l'ultima sentenza della Corte di Assise di Bologna nel processo a carico di Bellini, dove si è ritenuto accertato che sì, la strage fu eseguita da Valerio Fioravanti, da Gilberto Cavallini, da Ciavardini e da Paolo Bellini, ma che organizzatore della strage furono Licio Gelli, ma Umberto Federico 00:45:00 D'Amato. Allora, Umberto Federico D'Amato era il capo dell'Ufficio Affari Riservati al MInistero degli Interni, era ufficialmente l'uomo della CIA in Italia. Accertato che fu coinvolto in quasi tutte le operazioni che servivano a alimentare la strategia della tensione, compreso l'operazione manifesti cinesi, che aveva come suoi referenti Stefano Delle Chiaie e la filiera diciamo, questo è un momento di emersione, è la punta di un iceberg perché non è che la filiera Umberto Federico D'Amato finisce quando Umberto Federico D'Amato va via, perché poi ci sono quelli che sono stati allievi e che arrivano ai nostri giorni. Le indagini hanno consentito di individuare alcuni di questi uomini, Umberto Federico D'Amato, Contrada, altri ancora. E 00:46:00 hanno consentito di operare che, di capire che è errato fare una distinzione tra servizi segreti civili e servizi segreti militari, una sigla, un'altra sigla. Perché in realtà esistevano strutture trasversali, perché lo scopo era unico. Poteva esserci un antagonismo di carriera, non un antagonismo di scopi. Quindi è possibile, quando parliamo di Gladio non dobbiamo credo, pensare alla struttura ufficiale di Gladio e non ci sono prove che la struttura ufficiale di Gladio, quella formalizzata, sia stata messa in campo per le stragi. E invece tanti concordano sul fatto che c'era una struttura occulta di Gladio, che sfuggiva al controllo degli stessi gestori ufficiali di Gladio, tant'è che gli elenchi di Gladio ufficiali non corrispondono assolutamente a quelli 00:47:00 reali e che i criteri di reclutamento sono stati disattesi, perché sono stati arruolati estremisti di destra, criminali, eccetera, cosa che non era consentito. Quindi io preferirei parlare più genericamente di un ruolo di apparati di sicurezza, di servizi segreti. E certo è che Falcone concentrò la propria indagine su Gladio perché a Trapani c'era un'articolazione di Gladio che si chiamava Centro Scorpione, che non ha mai voluto, i cui dirigenti, sentita la magistratura hanno mentito ai magistrati. Hanno mentito ai magistrati senza invocare il segreto di Stato. Perché a un certo punto io ti dico, non ti posso dire c'è il segreto di stato. Invece non invoco il segreto di stato, non invoco nel segreto di stato. E mentono, perché hanno detto una serie di fregnacce, mi scusi il termine 00:48:00 plebeo, ma cioè che erano stati lì dall'87 in poi non fa niente, praticamente niente, non si è capito perché è stato costruito instaurato questo Centro Scorpione, cosa hanno fatto, mentre invece son, si è capito, recentemente si è scoperto che per esempio questo Centro Scorpione faceva esercitazione frequenti sul terreno siciliano, in varie zone della Sicilia di cui non hanno mai voluto parlare. Questo l'abbiamo scoperto a seguito della desecretazione, desecretazione di atti di Gladio disposti, disposta dalla, da Draghi. E perché questa esercitazione? E nell'ambito del processo per l'omicidio di Mauro Rostagno è 00:49:00 stato acquisito un documento che erano un dispaccio, che doveva essere distrutto secondo chi aveva emanato l'ordine, ma che invece è stato conservato evidentemente per qualche motivo. In cui si, indirizzato al Centro Scorpione di Trapani, in cui si disponeva una esercitazione segretissima in un punto specifico della Sicilia. Abbiamo individuato che era un punto a cinquecento metri dalla villa di Falcone all'Addaura, pochi giorni prima dell'attentato all'Addaura. Cosa ci faceva un'esercitazione di Gladio a cinquecento metri dalla villa di Falcone, eccetera? Io ho inutilmente chiesto la Commissione parlamentare antimafia di fare indagini su questo punto, ma tutte le indagini che ho chiesto a questa Commissione parlamentare e che ho specificato in sessanta pagine, indicando testi da sentire e documenti 00:50:00 da acquisire, non hanno avuto nessun riscontro. Addirittura i consulenti che avevo chiesto di nominare, tra cui il dottor Donadio, che è stato consulente della precedente Commissione parlamentare antimafia, l'ispettore Bonferraro della DIA in pensione, che ha fatto tutte le indagini sulle stragi, nessuno dei miei consulenti è stato nominato, quindi evidentemente ci saranno dei motivi. Ritornando quindi a Falcone, secondo quello che è certo, io sono stato testimone di un episodio che mi pare importante raccontare. Quando si doveva redigere la requisitoria finale per i delitti politici mafiosi, cioè La Torre, dalla Chiesa e Reina era pervenuto un esposto degli avvocati di La Torre che chiedeva di concentrare le indagini su Gladio. Ci furono e ci fu e la Procura della Repubblica in quel periodo a Palermo 00:51:00 era dottor Giammanco. E ci fu un dibattito interno nella stanza Giammanco a cui io fui presente in quanto componente del pool antimafia e Falcone che dirigeva il pool antimafia. Il punto di rottura furono le indagini su Gladio, perché Falcone riteneva che era un'indagine che andava approfondita, complessa e che quindi siccome era entrato in vigore il nuovo codice di procedura penale, bisognasse instaurare un nuovo procedimento con le nuove regole infatti, invece Giammanco riteneva che bisognava fare un'indagine veloce, formale con il vecchio codice, che doveva concludersi nell'arco di un mese. E ricordo che Falcone a questo punto minacciò di dare le dimissioni. Alla fine si raggiunse un compromesso assolutamente insoddisfacente, cioè che Falcone avrebbe potuto insieme al dottor Pignatone, sostituto 00:52:00 procuratore di fiducia di Giammanco, esaminare gli elenchi ufficiali di Gladio. E se si esaminano i diari, gli stralci dei diari di Falcone si verifica che tutte le sue doglianze riguardano le indagini sui delitti politico-mafiosi. Lui annota che era stato disposto l'audizione di Nadia Lazzerini, la compagna di Gelli, senza dirgli niente. Annota che aveva preso un appuntamento col procuratore di Roma per fare il punto su indagini che avevano connessione con i delitti mafiosi e che già mancava, disdetto questo appuntamento. Insomma, si rende conto di questo posso essere testimone lui mi disse: io devo andare via, perché ogni giorno che passa mi delegittima, divento la foglia di fico per una procura e mi consigliò di 00:53:00 andare via anche io, cosa che io feci. Io feci la domanda di trasferimi alla Procura generale di Palermo. Domanda che revocai a seguito delle stragi. E questo dà il senso a quello che mi disse quando, pochi mesi prima di venire ucciso era sicuro che sarebbe stato nominato procuratore nazionale antimafia e mi disse: fai domanda per la Procura antimafia, mi anticipò che stava per collaborare Gaspare Mutolo, il quale poi rivelerà la collusione di Contrada, numero tre dei servizi segreti con la mafia e mi disse: finalmente potremmo fare le indagini che non ci hanno consentito di fare. Il professore Arlacchi nel suo libro scrive che anche a lui Falcone dice che aveva intenzione di riprendere quell'indagine, che aveva un'ottima fonte di estrema destra, che avrebbe aperto nuove 00:54:00 chiavi di lettura. Questa cosa è molto importante, ritorno al punto di prima, perché si collega dal mio punto di vista per quello che ho capito, perché mi occupo delle stragi dal '92, in tutti i ruoli che ho coperto e credo di essere tra i pochi magistrati che oltre a leggersi le sentenze sulle stragi siciliane, si è letto anche le sentenze sulle stragi di Milano, di Brescia, di Peteano eccetera, seguendo la lezione di Falcone. Questa storia che ha messo in campo diciamo la mafia come uno delle forze del sistema criminale integrato, che ha svolto quella lotta politica occulta di cui ho parlato durante la Prima Repubblica, teoricamente sembrerebbe doversi concludere quanto cadde il muro di Berlino che cioè, se non che quello che accade è che questa storia continua ad opera di quelli che io ho definito gli orfani della Guerra Fredda, cioè queste componenti 00:55:00 reazionarie del sistema di potere italiano che ho già descritto avevano goduto sino alla caduta del Muro di Berlino di uno scudo stellare di impunità, derivante dalla loro funzione anticomunista. A seguito della caduta del Muro di Berlino, questo muro cade. uesto modo cade e si verifica un pericolo enorme. Il pericolo enorme che il siste...Il partiti della Prima Repubblica di governo che a loro volta avevano garantito protezione e avevano consentito affari sporchi, sono partiti che a seguito dello scongelamento dei serbatoi del voto ideologico e della messa in libertà del voto di opinione, si stanno squagliando. I mutamenti 00:56:00 geopolitici internazionali costringono il sistema, i partiti di maggioranza a cambiare atteggiamento. La Germania e la Francia dicono chiaramente che sino a quando l'Italia non si libera dalla mafia non potrà entrare nell'Unione Europea, perché non vogliono una contaminazione di capitali mafiosi. Gli Stati Uniti mettono in apice alla loro agenda di priorità la lotta al terrorismo, al narcotraffico in quel periodo storico. E c'è il pericolo che in questo vuoto si verifichi quello che si era temuto da sempre che si verificasse, il compromesso storico, nelle nuove forme di quel tempo e cioè che conquistino lo Stato, il governo due forze politiche, l'ex PCI, che era il partito che aveva superato in modo meno doloroso che 00:57:00 tutti gli altri, la tempesta di Tangentopoli e la sinistra della Democrazia Cristiana che aveva nel Sud il suo serbatoio di voti, dove sarebbe rimasto. E quello che viene definita la gioiosa macchina da guerra. Risulta da varie testimonianze di collaboratori, di testi, che si crea l'angoscia che questa nuova formazione politica possa conquistare lo Stato e soprattutto che nei ruoli cardini dello Stato vadano degli uomini che sono in grado di aprire una stagione di regolamento di conti col passato. Si fa il nome di Ayala come ministro degli Interni. Di Violante e Violante del '90, 90. Di Pino Arlacchi come capo dei servizi segreti, di Falcone come procuratore nazionale antimafia, di Giovanni De Gennaro come capo della polizia. Tutti 00:58:00 uomini che avevano il know how per capire quello che era successo e avrebbero avuto la forza istituzionale -politica per fare giustizia di quello che era successo. Quindi il pericolo erano gli ergastoli e non erano un pericolo solo per i mafiosi, ma erano per esponenti della massoneria, servizi segreti, grandi imprenditori, ecc. E naturalmente anche alla fine dei grandi affari, quindi si crea un'esigenza politica fortissima che impone di mettere insieme le stesse risorse che erano state messe insieme durante il periodo Guerra Fredda. E cioè gli specialisti della strategia della tensione che sono in grado di, che conoscono la grammatica e la sintassi del linguaggio delle bombe, cioè 00:59:00 che sanno come fare attentati e stragi in modo da dargli la valenza di comunicazione politica, che non è una cosa. E poi un braccio armato che esegua queste stragi con la tempistica e con le indicazioni, gli obiettivi che danno gli strateghi. Questo quadro viene raccontato da circa quattordici collaboratori di giustizia, ciascuno dei quali conosce un pezzo. Colletti bianchi, mafia militare. Il primo di tutti è Leonardo Messina che apprende che nella seconda metà del '91 si sono riuniti per vari mesi nelle campagne di Enna, luogo scelto perché defilato rispetto ai controlli polizia, alcuni vertici della mafia siciliana, un ristretto nucleo di capi 01:00:00 che aveva la caratteristica di avere rapporti con i vertici e la massoneria dei servizi, che avevano discusso di un progetto. Il progetto era che il vecchio sistema, per usare le parole di Riina, aveva voltato le spalle, che non era più in grado o non voleva garantire le protezioni che aveva garantito in passato e che non sarebbe stato in grado di mantenere le promesse. Interessantissimo, che questo dimostra come anche i capi della militare, grazie ai loro referenti, conoscono in anticipo l'esito di quello del maxiprocesso, cosa che neanche noi magistrati sapevamo. Ma loro lo sanno già, ecco perché discutono prima che altrimenti aspettano dopo. E che quindi era stata fatta una proposta che veniva da fuori. I collaboratori fanno alcuni nomi come strateghi di questo piano l'ideologo 01:01:00 era Gianfranco Miglio, ma dietro c'erano la massoneria, i servizi, destra eversiva, che prevedeva la creazione di un nuovo soggetto politico. Allora la premessa è che in quel periodo la Lega Nord era un soggetto politico in grandissima ascesa e che sarebbe diventato l'ago della bilancia politica, qualunque fossero state i risultati delle elezioni. L'idea era di formare una lega meridionale, composta da varie leghe che poi si sarebbero riunite che apparentemente sarebbe stata in contrapposizione alla Lega Nord, ma che in realtà avrebbe operato in sinergia con la Lega Nord, per un nuovo progetto costituzionale che prevedeva la divisione dell'Italia in tre macroregioni, cosa che corrisponde poi alla realtà storico politica, perché effettivamente Miglio progettò tre macroregioni, una macroregione 01:02:00 del Nord che sarebbe entrata sotto l'influenza della Germania nelle aspirazioni di Miglio, che era stato braccio consulente di Cefis, Miglio e una macroregione al centro, la macroregione del Sud che sarebbe diventata una specie di porto franco, di Singapore del Mediterraneo con la libera circolazione dei capitali e sostanzialmente la mafia si sarebbe fatta stato. Questo progetto si doveva muovere su due versanti. Il primo versante era la costituzione di una serie di leghe. E in effetti abbiamo riscontrato che in quel periodo si formano in tutto il Meridione una serie di leghe. La cosa interessante è che dietro la formazione di queste leghe ci sono Stefano Delle Chiaie, uomo CIA, esponenti della destra eversiva, mafiosi, che sono mafiosi e massoni come Mandalari. Esponenti della massoneria, già componenti della 01:03:00 P2, Bellassai, Giorgio Paternò ed altri e che poi abbiamo riscontrato che tutte queste leghe si fondono in una grande lega meridionale al cui vertice c'è Licio Gelli, quindi perfetto riscontro. Contemporaneamente questo progetto politico deve essere accompagnato da una strategia stragista finalizzata a renderlo, a facilitarne l'attuazione. La strategia politica doveva consiste nell'esecuzione di una serie di stragi, che dovevano destabilizzare il vecchio sistema e creare lo spazio politico per il successo elettorale di questa nuova forza politica, dinanzi a una popolazione italiana che aveva perso la fiducia in un sistema politico che non era in grado di garantire livelli minimi di sicurezza.
Davide Conti: 01:03:59 Stiamo parlando quindi di una liquidazione della classe politica.
Roberto Scarpinato: 01:04:02 Certo, certo, erano stragi destabilizzanti. Ora dirò anche perché destabilizzanti. Le stragi, come ci dicono i collaboratori, devono essere eseguiti dalla mafia, ma nei tempi e nei luoghi indicati da destare l'attenzione in modo da raggiungere il duplice risultato. Il risultato di un vantaggio per Cosa Nostra, ma il risultato anche di una finalizzazione al piano complessivo, perché se queste due interessi non vengono raggiunti contemporaneamente si crea una distonia. La strategia parte quindi con attacco alzo zero verso la Prima Repubblica, che vengono ucciso dentro tutto il mirino. Il primo è Salvo Lima, ucciso il 12 marzo nel 1994. Il suo omicidio è 01:05:00 un segnale al suo capo politico che è Giulio Andreotti e Giovanni Brusca ha detto che in occasione della preparazione della strage di Capaci, Riina gli disse che quella strage doveva servire anche a segare le gambe Andreotti nella corsa alla presidenza della Repubblica. Cosa che avviene. La strage di Capaci viene annunciata quarantotto ore, dodici eh, quarantotto ore, ventiquattro ore prima da un, un'agenzia di stampa che si chiama la Repubblica, che non ha niente a che fare con La Repubblica, dietro la quale c'è il figlio di Lando Dell'Amico, coinvolto nel progetto di golpe, che anticipa che per favorire l'elezione di un esterno, Spadolini o, o Scalfaro ci sarebbe stato un grande botto. In effetti il grande botto c'è e taglia le gambe a Andreotti. E subito dopo deve essere uccisa, uccisa, doveva essere ucciso il ministro Agricoltura Mannino. Erano 01:06:00 lì lì per uccidere, del, l'omicidio viene sospeso per fatti sopravvenuti, deve essere ucciso il ministro la difesa Salvo Andò. Era prossimo a essere ucciso Martelli, veniva pedinato. Deve essere ucciso l'onorevole Capitummino, insomma la decapitazione della prima, della Prima Repubblica. Quindi ecco e qui c'è un altro passaggio interessante, che fa capire quello che secondo me è un errore che è stato commesso poi nei processi per le stragi. Di queste riunioni Riina non fa alcun cenno quando alla fine del dicembre '91 convoca tutti i componenti della Commissione provinciale di Palermo, i capi mandamento e annuncia che inizierà la stagione resa dei conti per vendicarsi dei nemici di 01:07:00 Cosa Nostra come Falcone, Borsellino e degli ex amici che avevano tradito. Punto. Quindi una causale semplice, questo è estremamente interessante perché fa comprendere come i collaboratori che poi riferiranno di questa riunione diranno la verità e però diranno la verità che era spendibile nella sede formale, mentre invece c'è un altro nucleo che è composto da Riina e Provenzano, dai fratelli Graviano, Matteo Messina Denaro che sa, una specie di super cupola, di super cosa che sa quello che gli altri non debbono sapere. E allora ecco, se le sentenze si basano sul livello dei collaboratori che conoscono soltanto le causali interne che loro sono state dette, già si compie un primo errore di metodo. Quindi quello che accade e ho voluto dire, riunione di Enna in cui c'è o la discussione per mesi di 01:08:00 una certa motivazione, riunione di Palermo in cui non si parla assolutamente di questo. Infatti i collaboratori palermitani non sanno nulla di questo, tranne Tullio Cannella che era l'uomo di Bagarella il quale, al quale Bagarella dice che c'era un progetto che doveva essere rivendicato con la sigla Falange Armata eccetera eccetera ma i componenti la Commissione, Brusca e Cangemi e un altro in cui di questo momento non mi sovviene il nome, che hanno partecipato a quell'ordine, no ha parlato soltanto di questo. Parte quindi l'omicidio di Lima, la strage di Capaci ed è interessante quello che succede la strage di Capaci, perché Riina aveva commissionato, l'uccisione di Falcone a Roma a un commando capitanato da Matteo Messina Denaro e quindi come obiettivo estremamente 01:09:00 facile da colpire, io stesso avevo verificato che Falcone a Roma camminava spesso senza scorta. Lo stesso Ciancimino ha messo a verbale che una volta l'avevo incontrato per caso, ha visto che era senza scorta, quindi...Invece di un omicidio così facile facile, che rispondeva a una logica puramente vendicativa, si cambia piano. Con l'esecuzione attentato con un altissimo rischio di insuccesso per la tecnologia. Non tanto l'esplosivistica, ma il telecomando e con un aumenta talmente eclatante, che chiaramente è la firma di Cosa Nostra. Collaboratori di giustizia Cangemi, Marchese, Onorato, vado a memoria, ci dicono in questo cambio di regime avviene dopo che Riina aveva incontrato persone importanti, che gli avevano chiesto questa modalità di esecuzione, garantendo la protezione. 01:10:00 Tanto che uno dei capi di Cosa Nostra rassicurava gli altri che non c'era niente da temere, perché ci sono anche altri che vogliono morto Falcone, altri ad alto livello. E un altro collaboratore di giustizia Galliano, ha riferito che un potente capomafia, Domenico Ganci, che era stato incaricato Riina sin dal 1987 di entrare la massoneria per diventare l'uomo cerniera la massoneria aveva partecipato a una riunione con soggetti importantissimi, apicali del mondo istituzionale in cui si era discusso di una nuova strategia. E' interessante diciamo queste riunioni di vertice, quindi parte questo primo momento, ma poi con la strage di Borsellino accade qualcosa che mette in luce come 01:11:00 le stragi non siano state eseguite e concepite nell'interesse o nell'esclusivo interesse di Cosa Nostra, ma siano state eseguite per interessi superiori sull'altare dei quali sono state a volte sacrificate anche interessi Cosa Nostra. Perché? Perché l'8 giugno 1992 era stato emesso il decreto Martelli-Scotti, sull'onda emozionale della strage di Capaci che introduce nel 41 bis l'ergastolo ostativo. Il decreto legge doveva essere convertito entro sessanta giorni quindi entro l'8 agosto ed è processualmente accertato che si era formata una maggioranza garantista, che era contraria alla conversione di questo decreto legge. Quindi, chi avesse voluto fare gli interessi di Cosa Nostra avrebbe dovuto fare solo una cosa, aspettare l'8 agosto, se quel decreto legge veniva convertito incassare in modo incruento. Se c'era una cosa che non 01:12:00 bisognava fare, è non aspettare l'8 agosto e fare pochi giorni prima una strage, che avrebbe inevitabilmente prodotto l'effetto boomerang di superare tutte le remore in Parlamento e di approvare la conversione decreto legge. Ed è proprio per questo motivo che quando Riina annuncia che bisogna anticipare la strage Borsellino altri capimafia restano a bocca aperta. E lì è Cangemi che ce lo dice si apparta Raffaele Gangi, uno degli uomini di fiducia e capi più importanti della mafia che aveva un rapporto con Riina, che gli consentiva di interloquire perché altri ci hanno detto chi fiatava era già morto, ma lui lo poteva fare, cerca di convincerlo e quando finisce la riunione, si lascia andare con Cangemi dice: questo è pazzo, ci porterà alla rovina. Dice Cancemi, a questo punto ho capito che Riina ha fatto delle promesse a qualcuno a cui non poteva dire no, sacrificando 01:13:00 gli interessi di Cosa Nostra. Assolutamente logico. Quali erano? Quindi l'anticipazione della strage di Borsellino è nell'interesse del sistema criminale sull'altare al quale vengono sacrificati gli interessi di Cosa Nostra. Allora quello di cui bisogna ragionare e quali potevano essere questi interessi superiori, tali da pagare un prezzo così alto? Io sono arrivato a una ricostruzione. Borsellino se fosse, cosa poteva fare Borsellino tra il 19 luglio e l'8 agosto di così grave, di così determinante che per evitare questo bisognava pagare quel prezzo? Certamente nessuno dall'indagine ordinaria su Cosa Nostra, appalti, omicidi 01:14:00 e si poteva aspettare tranquillamente. Qualcosa di talmente decisivo, talmente decisivo da fare fallire, da fare fallire il piano stragista politico. E perché questo poteva accadere? Perché questo io l'ho vissuto personalmente, Borsellino per i suoi legami di amicizia con Falcone conosceva molte delle cose che conosceva Falcone. Conosceva tra l'altro il fatto che Falcone aveva realizzato che c'erano uomini servizi segreti che erano compromessi, ma non perché colluso a livello personale, perché erano uomini cerniera tra la mafia ed altri mondi e uno di questi individuato in Contrada. Conosceva altre cose e soprattutto che Falcone gli confida, le stesse confidenze che Falcone fa a Arlacchi che come scrive Arlacchi, Falcone dice che 01:15:00 alla fine del '91 che ha raccolto una serie informazione, che ha capito che lanceranno un'offensiva contro il vecchio sistema, l'entourage di Andreotti e poi toccherà a noi. Devono fare la stessa cosa che hanno fatto ai tempi di Mattarella e dalla Chiesa altrimenti sono perduti. Queste sono le parole. Perfetto, quindi Falcone trasmette questo suo su Borsellino, il quale dopo la morte di Falcone ha un chiodo fisso: capire cosa c'è dietro la strage di Capaci. E qui mette in campo una risorsa che ha solo lui e cioè l'affidabilità personale. Collaboratori di giustizia dicono a lui cosd che non dicono gli altri magistrati, perché lo considerano un alter ego di Falcone di lui si fidano. Gli altri non sanno chi sono. Quindi diventa il depositario di una serie di segreti indicibili che annota in un'agenda 01:16:00 rossa. Alcuni di questi segreti li abbiamo individuati, uno quello che dice Mutolo su Contrada. Mutolto gli dice riservatamente che Contrada è un uomo di riferimento della mafia per rapporto coi servizi segreti. Borsellino gli chiede di metterlo a verbale Mutolo si rifiuta perché ha paura. E la cosa interessante che, dopo la strage di via D'Amelio, Mutolo continuerà a tacere. Viene sentito per numerosi interrogatori. Non parla. Non parla perché i magistrati Palermo non glielo chiedono e perché ha paura. Quello che sto per dire è attestato in dibattimenti processuali. Quello che accade è che siccome io sapevo che Mutolo aveva parlato a Borsellino di Contrada, incontrando il dottore Natoli nei corridoi gli chiedo: quand'è che sentite 01:17:00 Mutolo su Contrada? Questo lui dichiara in dibattimento, dicendo che avevo un tono molto acceso.
Davide Conti: 01:17:09 Questo Natoli?
Roberto Scarpinato: 01:17:10 Sì. In realtà io mi sono molto arrabbiato, c'è stato un contrasto su questo, ma va bene così. E quindi a seguito di questo tornano da Mutolo. Mutolo fa una lunga premessa dice: io ho paura, però ve lo dico e quindi interessante. Mutolo dice a Borsellino questa cosa, si rifiuta di verbalizzare, muore Borsellino finiva lì se non ci fosse stato questo incidente. Questa è la prima fonte. Ma Borsellino viene a conoscenza anche di un altro fatto clamoroso, perché come ha dichiarato Leonardo Messina in dibattimento, quando ancora lui non era ufficialmente un collaboratore perché non aveva un programma di protezione, Borsellino lo va a trovare. Fanno un verbale su 01:18:00 fatti normali, ma prima Borsellino vuole sapere cosa sa sulle stragi cioè il suo interesse era quello. E gli racconta il piano di Enna, cioè quel piano di Enna che Messina racconterà a fine dicembre, lo anticipa già a giugno a Borsellino, il quale quindi capisce, sa che dietro la strage di Capaci c'è il sistema criminale, c'è un piano e lo annota nella sua agenda rossa. Questa è la seconda cosa. Borsellino ha anche altre fonti che non abbiamo individuato, ma per esempio la moglie di Borsellino ha messo a verbale, ha dichiarato che un giorno suo marito era sconvolto sino ad avere conati di vomito, perché aveva scoperto da scoperto da fonte attendibilissima, che 01:19:00 il generale Subranni era punciutu, cioè era colluso con la mafia. Non abbiamo individuato ancora questa fonte, però è un altro dato importante. Nell'ultima indagine che ho fatto prima andare in pensione e che riguardava il coinvolgimento di Stefano Delle Chiaie nelle stragi, ritengo di avere accertato, sulla base di testimonianze dal mio punto di vista attendibile, che un'altra fonte di Borsellino è un soggetto che a quella data era un, non aveva ancora iniziato a collaborare con la giustizia, ma era già da diversi mesi confidente dei carabinieri, Lo Cicero ritenuto talmente, che anticipa per primo i nomi di alcuni degli esecutori della strage di Capaci, che saranno scoperti soltanto anni dopo, ma lui lo dice ben prima. Talmente attendibile che i carabinieri chiedono alla Procura di Caltanissetta di fare intercettazioni sulla base delle dichiarazioni sue e della 01:20:00 sua compagna. Questo è il soggetto insomma, un uomo che era stato l'autista personale di Marco Tullio Troja, capomafia fascista denominato Mussolini per questo motivo, che viene a conoscenza di notizie segretissime tra cui il coinvolgimento nelle stragi anche di estremisti di destra. Insomma, quello che sappiamo è che c'è un incontro tra Borsellino e questo Lo Cicero al Palazzo di Giustizia. Borsellino non può mettere a verbale le dichiarazioni di Lo Cicero, perché ancora non è un collaboratore e anche perché a quella data non ha ancora competenza sui fatti di Palermo. Gli dà appuntamento, quindi mettendo insieme tutti questi dati ci rendiamo conto come Borsellino si fosse fatto un quadro che gli aveva consentito di capire che 01:21:00 dietro le stragi, dietro la strage di Capaci non c'era soltanto la mafia e che soprattutto si preparavano altre stragi. E se era in grado di capire come dietro le stragi ci fosse un potere così grande, dinanzi al quale lui si sentiva quasi inerme. Tanto che dirà alla moglie: sarà la mafia uccidere, ma quando altri decideranno, altri di un livello tale dinanzi al quale lui si sentiva disarmato. E quand'è che quindi, per ritornare al punto di partenza, scatta l'emergenza per cui bisogna sacrificare gli interessi di Cosa Nostra? Quando Borsellino decide di andare alla Procura di Caltanissetta per verbalizzare tutto quanto aveva capito. E quando allo stesso tempo decide di verbalizzare quello che Mutolo gli doveva dire, è evidente che non si poteva attendere, cioè la posta in gioco era così grande che se tu aspettavi 01:22:00 l'8 agosto saltava il piano. Questo spiega, spiega anche il coinvolgimento di soggetti esterni in fase logistica. La sottrazione dell'agenda rossa, questa cosa importante perché non vado nei dettagli, ma il punto è che l'agenda rossa viene sottratta nella, pochi minuti dopo l'esplosione. Questo sta a significare che chi l'ha sottratta conosceva il luogo e il tempo dell'esplosione. Quindi sì, noi abbiamo una perfetta sincronia tra l'entrata in campo dei mafiosi che fanno esplodere la macchina e la successiva entrata in campo degli uomini di servizio, della polizia. I mafiosi non potevano fare quell'operazione, perché poteva esserci qualcuno nel balcone e in effetti ci fu qualcuno che poteva vederli. 01:23:00Chi poteva fare quella operazione era un insospettabile, che per il suo ruolo formale non poteva essere sospettato, quindi questa sincronia. A parte, questo argomento logico ce n'è un altro. Uno dei collaboratori più importanti sulle stragi è stato il collaboratore Di Matteo, Santino Di Matteo, il quale svolge un ruolo importante per la strage di Capaci, anticipa i magistrati che dirà quello che sa sulla strage di via D'Amelio. Poco tempo dopo viene rapito suo figlio che verrà sequestrato e poi ucciso. E pochi giorni dopo il rapimento viene intercettata una conversazione ambientale tra lui e sua moglie. La moglie gli dice: hai capito perché hanno rapito Giuseppe? Ricordati che abbiamo un altro figlio. Non parlare mai ai magistrati degli infiltrati della 01:24:00 polizia nella strage. Quella che parla è una madre disperata, non una collaboratrice, secondo dato. Terzo dato, la presenza di un soggetto esterno alla mafia nell'operazione di caricamento dell'esplosivo sulla Fiat 126 di cui parla Gaspare Spatuzza. Questi sono soltanto diciamo alcuni degli elementi più significativi che dimostrano la partecipazione dei soggetti esterni. Prima che lo dimentico, un altro dato importante è che cinque giorni prima della strage via D'Amelio, viene eseguito l'omicidio di un importante capomafia, Vincenzo Milazzo. Vincenzo Milazzo era un capomafia storico di Alcamo coinvolto nella strage Pizzolungo, uomo in contatto con i servizi. Un importante collaboratore di giustizia che si chiama Palmeri, ci ha riferito 01:25:00 di aver assistito personalmente a tre incontri e ha dettagliato che Milazzo aveva avuto con uomini dei servizi. E ha indicato anche il nome di un medico di Alcamo, che era presente a questi incontri. Faccio una parentesi, l'identità di quest'uomo è stato accertato nel 2001. La magistratura di Caltanissetta l'ha sentito soltanto al 2020, il giorno prima del confronto in udienza tra quest'uomo e Palmeri, Palmeri è stato trovato morto nel suo letto. Ritorniamo indietro. Questi uomini dei servizi, alla presenza di quest'uomo identificato propongono a Palme, al capomafia Milazzo di unirsi alla strategia stragista. Cosa estremamente interessante che gli parlano anche di avvelenamento dell'acquedotto di Firenze. Siamo 01:26:00 prima della strage di Capaci, da prima della strage di Capaci. Quindi già a quella data sono programmati gli attentati al Nord. Ora mi ricordo che devo parlare di un'altra cosa che dimostra una cosa importante e che le stragi al Nord sono state programmate già nel '91 e Milazzo si confida con Palmeri, dice: questi sono dei pazzi, ma questa è la vera mafia, noi siamo niente. Appena capiscono che io non ci sto ci fanno fuori. In effetti uccidono Milazzo insieme alla fidanzata il giorno dopo, perché è a conoscenza, chi lo uccide, Matteo Messina Denaro. Antonino Gioè, uno degli esecutori nella strage di Capaci, di cui dovrò parlare. Ritornando indietro proprio delle stragi, il progetto stragista viene anticipato in tutte le sue coordinate essenziali da uno strano personaggio, Elio Ciolini, Elio Ciolini, Elio Ciolini, uomo 01:27:00 a cavallo tra servizi segreti e destra eversiva, già coinvolto a vario titolo nella strage di Bologna, viene arrestato, dicembre '91 dalla polizia. Viene trovato in possesso di un'agenda che io ho acquisito nell'ambito di mie indagini, dove ci sono i numeri dei servizi segreti di tutto il mondo, cosa impressionante. Quelli americani, quelli italiani, quelli tedeschi, cioè un personaggio apicale. Mi pare il 3 o il 4 marzo del '92 Ciolini invia al giudice istruttore di Bologna Leonardo Grassi una lettera, in cui scrive da marzo a luglio ci saranno esplosioni dinamitardi e uccideranno un importante esponente politico della DC e del PSI. Il 12 marzo viene ucciso. Ciolini fa un'altra dichiarazione, un altro appunto 01:28:00 in cui espone che c'era un piano di destabilizzazione massonico-mafioso, destra eversiva che prevedeva l'esecuzione di stragi. L'omicidio di importante esponente politico della DC, del futuro Presidente della Repubblica, di un esponente del PSI. La cosa più importante è dice, dopo si creerà un pericolo più grande per distogliere l'attenzione della mafia e creare un altro pericolo. Quindi anticipa tutto quello che accadrà perché viene ucciso Lima, abbiamo accertato che era stato previsto anche il rapimento, l'uccisione di Andreotti, ma che viene tralasciato perché troppo complicato, che dove essere uscito, ucciso Martelli, importante esponente politico del PSI. Quindi dobbiamo escludere che Ciolini avesse la palla di vetro. Non è importanza che Ciolini 01:29:00 abbia saputo queste cose perché ha partecipato a una riunione in cui si è discusso come lui dice, come dice Parisi non è importante chi è Ciolini, ma chi ci sta parlando attraverso Ciolini. Questa è la dichiarazione che Parisi fa alla Commissione parlamentare, cioè Ciolini viene usato per lanciare un messaggio. Questo è importante perché ritornando indietro nelle riunioni di Enna si stabilisce che si faranno le stragi e che poi queste stragi dovranno essere fatte anche al Nord tant'è che Avola, uno dei collaboratori che allora era un collaboratore credibile, poi ritorno su Avola, già nel '92 fa un viaggio a Firenze per localizzare alcuni monumenti su cui fare attentati. È un altro mafioso Mazzei, lascia una bomba nel giardino di Boboli e altri collaboratori di giustizia come Ferro, che è stato condannato per la strage di Firenze, dice che Leoluca Bagarella gli chiede un appoggio logistico per la strage a Bologna e 01:30:00 quando lui obietta dice: ma questo ci metterà, queste stragi ci mettono contro opinione pubblica, Bagarella allarga le braccia, dicono e dice la sua in un rumore. È importante perché è un piano unitario. Qui apro una parentesi, secondo me sento il dovere di dirlo, è paradossale che nelle indagini sulle stragi di '92-'93 che sono iniziate con le stragi che hanno determinato la morte di Falcone e Borsellino, non sia stato applicato il metodo Falcone, che consisteva nel fare una lettura di contesto dei singoli episodi criminosi e non di esaminarli uno alla volta. Questa è stata la chiave di volta, quello che non è stato fatto per le stragi. Si è fatto un processo per la strage di Capaci, un altro un processo per la strage di via D'Amelio, altri processi per la strage di Firenze. Io credo di essere tra gli unici che ha fatto, ha tentato una lettura di contesto col procedimento sistemi criminali che 01:31:00 mi ha provocato un sacco di problemi, a me a quello che hanno fatto le indagini perché a seguito di quelle indagini siamo stati estromessi dal pool antimafia, ci hanno completamente impedito di andare avanti e ho cercato di continuare quel filone di indagine e gli altri ruoli che ho svolto, ma mi fu impedito, però devo dire che poi, seppure fui costretto ad archiviare le indagini con la promessa che sarebbero state riaperte, che non fu mantenuta, anzi ho scoperto che mi furono nascoste dei documenti importantissimi, che riguardavano il coinvolgimento di Delle Chiaie, che se io avessi conosciuto non avrei archiviato, avrei riaperto o lasciato aperto. Ritorno diciamo, applicando questo metodo di lettura di contesto che è un metodo non sociologico, medico, un metodo probatorio giudiziario che è stato felicemente applicato anche 01:32:00 dalle Corti di Assise, nei processi per la strage di Bologna, nei processi Cavallini e Bellini che è stato enunciato proprio nelle sue premesse. Quindi siamo al '92 e passiamo al '93 e qui c'è quel meccanismo che dicevo, perché si fanno le stragi del '93 al Nord? Anzi devo ritornare indietro. Protagonista, uno dei protagonisti delle stragi del '92 è un soggetto che si chiama Paolo Bellini che è lo stesso soggetto che è protagonista della strage di Bologna. E qui ritorniamo a Falcone che mette insieme l'omicidio Mattarella e la strage di Bologna. Paolo Bellini come è stato accettato, quindi mettiamo da parte per ora le stragi del '93, come è stato accertato nella 01:33:00 sentenza che di condanna che lo riguarda, è figlio di Paolo Bellini.
Davide Conti: 01:33:06 Sì, di Aldo Bellini sì, sì...
Roberto Scarpinato: 01:33:08 Aldo Bellini, sì. Estremista di destra, inserito in Avanguardia Nazionale, il cui leader è Stefano Delle Chiaie, uomo di collegamento con Umberto Federico D'Amato. Umberto Federico D'Amato uomo CIA in Italia e Delle Chiaie, quello che sarà il regista dell'Operazione Condor in Sud America per conto della CIA. E' uomo dei servizi segreti che viene fatto espatriare in Brasile con un nome di copertura De Silva e mentre si ritrova in Brasile va in America, in California, dove segue un corso di addestramento per piloti di aerei ed elicotteri. Poi ritorna in Italia, sempre con quel nome di copertura, grazie al procuratore di Bologna Ugo Sisti, uomo dei servizi. 01:34:00 Vive a Foligno sotto il nome di copertura, grazie anche alla copertura, il favore di Stefano Menicaccia, avvocato di Stefano Delle Chiaie, effettua con Ugo Sisti dei voli, che conducono Sisti avere incontri riservati col Ministro degli Interni Rognoni...
Davide Conti: 01:34:26 Mi scusi, l'avvocato Menicacci è anche uno dei fondatori delle leghe.
Roberto Scarpinato: 01:34:33 L'avvocato Stefano Menicacci è uno dei fondatori delle leghe meridionali, insieme a Domenico Romeo, palermitano, che in quei documenti che io ho conosciuto soltanto alla fine, che non ho conosciuto quando facevo le indagini sistemi criminali, è insieme a Stefano Delle Chiaie nel periodo delle stragi in Sicilia a incontrare i vertici della mafia. Ma ritorniamo indietro. Quindi dove eravamo arrivati? 01:35:00 Siamo arrivati alle stragi del, ecco, Paolo Bellini. Paolo Bellini, questo soggetto coinvolto nell'esecuzione di una strage, quella di Bologna che viene sostanzialmente pianificata da vertici dello Stato, perché Umberto Federico D'Amato è un vertice dello Stato, quindi è lì come uomo del sistema criminale, come io l'ho voluto dire, no? Questo stesso soggetto ce lo ritroviamo nel '91, nel secondo semestre quando i capimafia ad Enna, decidono della strategia nella provincia di Enna e poi nel periodo della strage di Capaci, nel periodo della strage di via D'Amelio, in continuo contatto con uno degli esecutori della strage di Capaci, che è Antonino Gioè, con il quale interagisce e 01:36:00 Giovanni Brusca ci dice che è lui a suggerire di fare gli attentati ai beni monumentali artistici, che abbiamo, abbiamo scoperto che era una strategia che era stato, che era stata elaborata dalla destra eversiva nella persona di Fachini negli anni la strategia la tensione. Lui dice che sono stati i mafiosi a dirlo, ma Brusca che ascolta dice no, no è stato lui, non ci sarebbe venuto in mente. Quindi abbiamo uno, dei soggetti che fa parte del sistema criminale che è implicato nella strage di Bologna, che poi viene implicato, svolge un ruolo importante nel periodo delle stragi del '92. Che è estremamente interessante perché convalida la mia ricostruzione per cui le stragi del '92-'93 sono le stragi degli orfani della Guerra Fredda, che usano il linguaggio delle bombe con grande sapienza, per indirizzare 01:37:00 l'evoluzione del processo politico, per evitare lo sbocco a sinistra e per indirizzarlo come poi è avvenuto, verso la destra. Chiudo a proposito della parentesi politica la, l'esperimento della creazione di un nuovo soggetto leghista al Sud fallisce, perché mentre la Lega Nord è un soggetto autentico, radicato sul territorio, la lega al sud è un'operazione artificiale. E ment...Ed entra in campo invece un'altra soluzione politica che è Forza Italia e infatti tutti i mafiosi alla fine del '93, fanno questa scelta. Si spostano dal soggetto leghista a Forza Italia, anche se il progetto è che Forza Italia avrebbe dovuto però prevedere nel suo programma anche l'autonomia differenziata, cioè la creazione delle macroregioni. È interessantissimo in questo progetto a distanza di tanti anni si stia attuando ora e... 01:38:00
Davide Conti: 01:38:02 Per per tornare a Bellini. Bellini diventa anche uomo del ROS dei carabinieri, cioè collegato con...
Roberto Scarpinato: 01:38:09 Allora, una delle cose più rilevanti, mi ricordi che poi passo alle stragi del '93, delle cose più rilevanti della vicenda Mori che il pubblico conosce le idee fondamentali è il comportamento di Mori con Bellini. Perchè Mori inizia la sua carriera nei servizi segreti e la completa nei servizi segreti. Il suo ruolo ai carabinieri è un intermezzo e quindi la mentalità dell'intelligence. Quello che accade è che Mori viene a conoscenza che Bellini interloquisce con gli esecutori della strage di Capaci. Questo è accertato processualmente, perché il maresciallo Tempesta consegna, riferisce del ruolo di Bellini con Gioè, gli consegna un bigliettino manoscritto da Gioè o 01:39:00 da mafiosi che riguardano alcune richieste ai mafiosi e quello che è processualmente accertato, che non è smentito, è che Mori ordina a Tempesta di non fare nessuna relazione di servizio. Non fa nessuna indagine, non avvisa neanche i servizi segreti, né la magistratura e distrugge un corpo del reato. Io credo che questo fatto di per sé, sia un fatto che apre dei grossi interrogativi che certamente la sentenza della Cassazione, che ha dedicato trenta pagine. novanta, ma sessanta sono di riepilogo del processo e trenta di motivazione, ha lasciato completamente aperto insieme a tanti altri interrogativi. Ritorno indietro, siamo al '93, la cosa estremamente interessante è che intanto il '93 si verifica 01:40:00 un tentativo di esplosivo di attentato che è quello del 2 giugno 1993, quando in via Sabini lungo un percorso che quel giorno, festa della Repubblica, Ciampi doveva percorrere viene fatta trovare una FIAT 500 se non ricordo male, con ottocento grammi di esplosivo, con un congegno di innesco che non funziona perché la pila è scarica. Nessuno dei collaboratori di giustizia sa nulla di questo attentato, che dimostra che insieme ai mafiosi c'erano altri. Perché Ciampi assume un rilievo particolare? Perché tutti le stragi del '93 prendono avvio dopo l'insediamento di Ciampi al governo. E cosa ha di particolare l'insediamento di Ciampi? Per la prima volta nella storia della Repubblica, tre esponenti 01:41:00 dell'ex Partito Comunista entrano nella compagine di governo, anche se per poche ore, perché poi danno le dimissioni. Sembra la prova di laboratorio di quello che si anticipa. Mi ha molto colpito l'intervista di Occhetto, purtroppo io tutte queste cose avevo chiesto alla Commissione parlamentare antimafia di accerttarle, ma non hanno nessun interesse a quanto pare, a fare questo tipo di indagine. Occhetto ha dichiarato che c'era stato un accordo segreto con Ciampi e cioè che si sarebbero presentate alle elezioni la sinistra DC e l'ex Pd, proponendo come leader non Occhetto, per evitare che una parte consistente del popolo italiano che un comunista non avrebbe votato ma Ciampi. È evidente che questo è un progetto politico che poteva avere un successo e quindi dal mio punto di vista non è un caso che gli strateghi 01:42:00 attenzione, diano un messaggio diretto a Ciampi che lo capisce e che l'escalation delle stragi del '93 sia subito dopo l'insediamento del Governo Ciampi. E non è un caso che Ciampi, il Ministro della Difesa Fabbri, nel novembre determina, fanno, decidono lo scioglimento dei servizi segreti che poi non verrà attuato, ma trecento uomini dei servizi vengono liquidati. Lo capisco cosa c'è dietro ed è interessante che la Falange Armata, perché ritornando indietro nella famosa riunione di Enna, Riina anticipa che tutte le stragi dovranno essere rivendicate con la sigla Falange Armata, cosa che effettivamente avviene. In effetti ci saranno una serie di comunicati, alcuni dei quali particolarmente rilevanti perché hanno un numero di codice, che serve a riconoscere l'autenticità del documento, differenziarlo da altri comunicati farlocchi. E quelli che fanno i comunicati 01:43:00 della Falange Armata, dimostrano: a, di essere a conoscenza di notizie riservatissime che nessuno può avere. Due, di conoscere benissimo il linguaggio delle bombe. Esempio di notizie riservatissime: il Presidente Repubblica Oscar Luigi Scalfaro fa durante il suo mandato una visita a un capo di Stato straniero che non ricordo quale fosse, e questo capo straniero gli fa un dono che è dedicato alla figlia di Scalfari. E Scalfari commenta che la figlia era la, la persona più cara che aveva. Di questo non parla la stampa, non sa nessuno, niente. Un comunicato della Falange Armata, si fa riferimento a questo episodio per lanciare un messaggio a Scalfari, che sta a dimostrare che si tratta di uomini inseriti in ruoli strategici della struttura statale apicale. Punto. Secondo, altri comunicati, è una cosa molto interessante 01:44:00 che non è stata rilevata nei processi, è che prima che inizino le stragi, una serie di esponenti della DC, Mancino, Flaminio Piccoli, Anselmi e non ricordo chi altri, dicono che c'è l'allarme Gelli, che bisogna temere, che Gelli costituisce un pericolo. Nessuno ha chiesto ma perché? Gelli il quale non solo costituisce la lega meridionale, ma quando le stragi vengono eseguite le legittima dicendo che sono espressione della rivolta popolare contro un ceto politico corrotto, che deve essere liquidato e che l'unica speranza per l'Italia era la Lega. A proposito degli strateghi del piano stragista, Miglio, ha detto Leonardo Miglio, faccio un passo indietro, ha detto che uno degli stragisti era Gianfranco Miglio. Questa circostanza sembrava impossibile da riscontrare e invece l'abbiamo riscontrata. Abbiamo riscontrato non solo perché Miglio 01:45:00 in un'intervista ha detto che effettivamente c'era stato un incontro con Andreotti, dove si era deciso che il Sud andava alla mafia, perché era giusto che il Sud venisse gestito dai mafiosi. Ma nel corso di intercettazione in carcere, che riguarda Giuseppe Graviano, capo della mafia di Brancaccio, condannato per le stragi, lui parlando con Adinolfi dice, parla del progetto di cui ha parlato a Messina. Dice che era un progetto bellissimo, che la Sicilia sarebbe diventato un porto, un porto franco e che Gianfranco Miglio era venuto a Catania a parlare con Benedetto Santapaola. Lo dice. Esattamente quel Benedetto Santapaola che si trova ad Enna con Riina per discutere il progetto, quindi abbiamo come dire un riscontro inaspettato e assolutamente eccezionale dal mio punto di vista. E strage quindi 01:46:00 del '93 che determina una destabilizzazione e lì c'è un cambio di cavallo in corso, perché appunto il progetto della lega meridionale che viene portato avanti sino al gennaio 1994, tutto questo è riscontrato, c'è a Lamezia Terme un incontro di Tullio Cannella esponente, colletto bianco, esponente di Tullio Cannella in questo progetto che in cui si discute ancora di questa lega meridionale, in cui partecipano anche esponenti della Lega Nord, però quello che succede è che entra in campo la soluzione Dell'Utri-Berlusconi. Il quale Dell'Utri, Berlusconi capisce che, Berlusconi che era stato uno dei soggetti beneficati dalla Prima Repubblica, per ovvi motivi era stato un uomo di Craxi. Craxi aveva partecipato, era stato testimone non ricordo se un battesimo o un matrimonio. Cerca fino all'ultimo 01:47:00 di tenere su la Prima Repubblica, propone anche a Martinazzoli di fare un accordo con la Lega Nord, che era lucido perché si sapeva che la Democrazia Cristiana avrebbe perso tanti voti al Nord, tanti al Centro, ma avrebbe conservato la sua roccaforte al Sud. E quindi l'idea è, la Lega Nord si prende i voti del Nord, la Democrazia Cristiana si prende quelli del Sud, ma questo progetto non viene accettato. A questo punto entra in campo ed entra in campo e a quel punto come ci dicono, come scritto una sentenza, come ci dicono decine di collaboratori, arriva l'ordine dall'alto: si cambia cavallo, votiamo tutti per Forza Italia. Ed è interessante che quando Berlusconi vince le elezioni, Provenzano che fino allora era scomparso, tanto che alcuni ritengono fosse morto, manda una lettera al tribunale in cui dice sono qua. E ma la cosa più angosciante di questa storia è quello che succede, dal mio punto di vista dopo il 01:48:00 '93. Perché se quello che abbiamo raccontato è già di per sé angosciante, quello che si verifica dopo sino ai nostri giorni è ancora più angosciante. E' angosciante che la storia delle stragi non sia finita nell'89. È angosciante che si sia fermato al '93. È angosciante che i depistaggi sulle stragi sono proseguiti dal '93 sino ai nostri giorni e che sta a dimostrare che c'è una continuità di un potere palato, antidemocratico, stragista che arriva sino ai nostri giorni, che non solo è attestata dai silenzi dei capimafia che sono in carcere, che sanno che cosa c'è dietro, dai Graviano a Bagarella e che non possono parlare. Non possono parlare perché l'assassino di Pisciotta in carcere, dopo la strage di Portella della Ginestra, la 01:49:00 morte di Antonino Gioè nel '92 sono delle lectio magistralis dall'esistenza di un potere che arriva dovunque. Gli uomini della mafia sono uomini della prassi, sanno come funziona la realtà in modo basico, chi è lo Stato? Lo Stato è il magistrato onesto che arriva che ti invita a collaborare, poi quando esce arriva un altro uomo dello Stato, dice: come sta sua figlia? È Stato lui ed è Stato l'altro. Questo episodio lo voglio raccontare perché non si pensi che questo sia teoria o dietrologia. L'ho messa a verbale, io metto sempre a verbale le cose e le cose che dico le baso sempre su dichiarazioni fondamentale riscontro, proprio per evitare l'accusa di dietrologia. Uno dei più importanti capi della mafia, in questo momento mi sfugge il suo nome, capomafia del mandamento di Caccamo, mi 01:50:00 verrà il nome in mente. E quando inizia a collaborare, la sua collaborazione viene tenuta talmente segreta dal capo della Procura di allora, Grasso, la tenga segreta anche a noi procuratori aggiunti, tanto che per questo io avrò un contrasto forte con Grasso. Grasso sente questo personaggio importante per diversi mesi. Rivela la sua collaborazione dopo mesi in occasione di un arresto per estorsioni. Lo sente per mesi sulle estorsioni. Non lo mette in contatto con la Procura di Caltanissetta per parlare sulle stragi, quale motivo? Io vado a sentire poi questo collaboratore, il quale appena mi vede dice: ho capito che è cambiata la musica. Parole testuali. E 01:51:00 mi mette a verbale questa storia. Cioè quando la mia collaborazione era così segreta che neanche voi lo sapevate, quello che accadeva qui è che Grasso usciva e entravano altre persone, che non lasciavano traccia. Questo è a verbale che ho depositato. Queste persone volevano sapere cosa avevo detto ai magistrati, cosa aveva intenzione di dire magistrati e prima di andare via lasciavano sul comodino della mia cella una busta di plastica non forata. E io non ho capito perché che significa, il regolamento carcerario prevede che il detenuto non possa avere una busta di plastica non forata perché si possono soffocare. Deve essere forata. La lasciavo non forata perché era un invito a suicidare. Questa è la dimostrazione del doppio Stato. Quando 01:52:00 si dice la teoria, no? Pratici. Quando Provenzano era in carcere ci fu un momento in cui sembrava che fosse impazzito, perché si fece riprendere mentre aveva una busta di plastica sulla testa. Il commento di alcuni magistrati fu, è impazzito. Io andai da Giuffrè, ecco come si chiama, Giuffrè. Andai da Giuffrè dissi che significa sta cosa, sta parlando. Hanno fatto con lui quello che hanno fatto con me, gli stanno dicendo di suicidarsi, invogliano che mi suicido. Questi sono prigionieri politici, in che senso? Nel senso che sono ostaggio di questa parte dello Stato che non può permettere che vengano rivelati dei segreti destabilizzanti. Diciamo che è angosciante, perché il depistaggio Scarantino inizia nel giugno del '94, cioè un anno dopo che sono 01:53:00 finite le stragi. Non solo inizia nel '94, ma prosegue negli anni perché Scarantino vuole tornare indietro, il che significa che gli interessi macropolitici che ci sono delle stragi del '92-'93 non sono legati a quella stagione. Non sono legati a storie della Prima Repubblica, perché se tu crei un falso probatorio nel '94 e poi lo devi tenere fermo per anni, significa che quegli interessi sono, attraversano l'esistente e che tu devi mantenere una, una falsa pista per evitare che si possa scoprire quello che c'è. E depistaggi che sono proseguiti nel tempo un, ritengo uno che è più grave sia quello di Maurizio Avola, un collaboratore che prima ha reso dichiarazioni molto importanti sulla riunione di Enna e che poi, non ricordo se nel 01:54:00 2020, nel 2021, dopo che ha collaborato Spatuzza, dopo che si era scoperto che Scarantino, si tira fuori una storia che sembra chiudere tutti i buchi neri delle stragi, della strage di via D'Amelio, cioè quali sono i buchi neri? Allora la moglie di Di Matteo dice: non parlare degli infiltrati della polizia nelle stragi. Uno, Spatuzza dice: c'era un soggetto esterno alla [...] Arriva Avola dice: non c'è nessun mistero, ero io il soggetto esterno che evidentemente Spatuzza non conosceva. Sono stato io, ero presente nel luogo della strage al momento dell'esplosione, ero travestito da poliziotto. Per questo motivo [...] la polizia. Solo che scopriamo che è un falso, perché quel giorno lui si trova con un braccio ingessato a Catania, ma dice: no, era una finta ingessatura. Andiamo a trovare 01:55:00 la scheda medica, la ingessatura era vera. E scopriamo che Avola viene assunto subito dopo la scarcerazione da una ditta che ha il nulla osta per, siamo nel 2022. Cosa c'è di talmente stravolgente da rendere necessario, dopo che purtroppo nessuno dei processi sulle stragi è riuscito ad andare al di là della narrazione ufficiale autorizzata, cioè che le stragi le ha fatto Riina? Apro qui io la parentesi, io non sono mai stato d'accordo con la tesi della trattativa e questo l'ho sempre detto a quelli che considero cari amici, Di Matteo, gli altri. È sbagliato che la tesi della trattativa è che le stragi vengono concepite da Riina per 01:56:00 costringere lo Stato a trattare. Se io fossi uno dei, delle menti raffinatissime dove si firma questa tesi? Mi sta benissimo. Non spiega nulla e getta tutto sulle spalle della mafia militare e getta diciamo la responsabilità delle stragi sugli uomini della Prima Repubblica che invece erano l'obiettivo. La trattativa c'è stata, ma non è stata la causa delle stragi. La trattativa è stata il tentativo degli uomini della Prima Repubblica di disarmare il braccio armato del sistema criminale per dire: ma dove vai? Non c'è bisogno che ti butti in questa avventura, ritorniamo al patto di coesistenza di prima, che spacca in effetti la dirigenza mafiosa tra quelli che si dimostrano sensibili a questa sirena, a questa sirena, torniamo al passato. Un patto di convivenza che poi viene attuato grazie, 01:57:00 infatti Provenzano viene lasciato latitante eccetera e quelli che invece ritengono che no, che bisogna buttarlo giù. Quindi la trattativa è un tentativo condotto da parte di alcuni pezzi della Prima Repubblica di staccare il vertice della mafia militare dal sistema criminale. Quindi un'offerta competitiva e io credo che, ma questo è più difficile dimostrare, è che la trattativa sia fallita, anche perché i vertici del sistema criminale hanno capito la sua pericolosità e hanno fatto in modo che questa trattativa non andasse in porto. Perché in realtà anche le stragi del '92-'93 sono una trattativa. Che cosa hanno acclarato 01:58:00 i magistrati nelle sentenze sulle stragi della strategia della tensione di Milano, di Brescia, di Peteano? Che in effetti quando, che le stragi di quel periodo, il progetto di colpo di Stato erano eseguite da alcuni che ritenevano che effettivamente quelle stragi fossero finalizzate a creare una Repubblica presidenziale, ma erano degli illusi, perché i burattinai invece non volevano raggiungere quello scopo così aperto e pieno di ricadute sul piano degli equilibri geopolitici internazionali, ma loro volevano lanciare un messaggio al ceto politico. Guardate che può accadere questo, per cui all'ultimo momento staccavo la spina. Golpe Borghese, quando già sono entrati al Ministero degli Interni staccano la spina perché va bene così. Chi ha capito deve capire. E 01:59:00 lo stesso le stragi, la strage infatti, quello che è stato accertato nella strage di Milano del 1974 che ha per obiettivo Rumor...
Davide Conti: 01:59:14 Sì, del '73 .
Roberto Scarpinato: 01:59:17 '73, è che avevano, qualcuno aveva detto gli esecutori della strage di Milano che a seguito di quella strage sarebbe stato dichiarato lo stato di emergenza e quindi la Repubblica autoritaria, Rumor aveva tradito e quindi bisognava punirlo. In realtà le cose sono più complessa, realtà è che il linguaggio delle bombe, al linguaggio molto raffinato non si è mai, quello che sembra accertato che in realtà i burattinai non avevano intenzione di creare la Repubblica dei colonnelli come in Grecia, cioè l'Italia non era la Grecia. Al massimo una repubblica presidenziale 02:00:00 stabilizzatrice e che rafforzasse il centro, cioè l'importante era evitare l'evoluzione a sinistra. Il massimo era un presidenzialismo che stabilizzasse il centro, ma non la Repubblica del colonnelli, cosa che alcuni, che alcuni estremisti di destra come Vinciguerra hanno capito, tanto che si sono ribellati. Vinciguerra dice io faccio la strage di Peteano e i servizi segreti che non c'entro niente depistano, cioè lo depistano. Senza che io avesse avuto un rapporto, depistano perché hanno uno scopo superiore, perché gli sta bene, perché la buttano sulla sinistra. E quindi si ribella a suo modo, dicendo: no, io non ci sto, non voglio essere un burattino. Quindi per arrivare ai nostri giorni il fatto, io credo che questo paese è rimasto un paese profondamente immaturo culturalmente. Perché è stato infantilizzato, 02:01:00 nel senso che i costruttori del sapere sociale, quelli che formano diciamo le classi dirigenti che costruiscono la memoria collettiva, decidono cosa merita di essere ricordato come deve essere ricordato e che controllano appunto la costruzione del sapere sociale hanno sempre raccontato una storia falsa. Come diceva Balzac, esistono due storie quelle che si insegnano nei libri di storia, che è menzognera, perché nasconde la reale causa degli avvenimenti e la storia segreta che non si può raccontare. La storia italiana non si può raccontare e non si può raccontare perché una storia che racconta quello che Gramsci definiva il sovversivismo delle classi dirigenti, di una classe dirigente o dei suoi componenti tra le più violente dell'Europa, che ha ucciso i suoi figli migliori. Politici 02:02:00 come Mattarella, ha sacrificato Moro, quando era necessario, quando queste componenti la classe dirigente diventavano variabili fuori controllo. Che ha utilizzato in modo estremamente sofisticato vari specialisti della violenza, estremisti della destra eversiva, mafiosi, banda della Magliana o ad altri, usandoli come falsa bandiera, cioè come parafulmine e causa di copertura. Che è riuscita ad attraversare indenne tutta la Seconda Repubblica, una storia che arriva sino ai nostri giorni. Quindi questo c'è una grande responsabilità istituzionale anche sulle stragi del '92-'93. Nelle commemorazioni ufficiali io trovo che sia culturalmente immorale raccontare la strage, le stragi del '92- '93 come una storia di brutti, sporchi e cattivi 02:03:00 ascrivibile esclusivamente a personaggi come Riina e Provenzano. Perché questa è la storia che viene raccontata all'opinine pubblica, che viene privata di strumenti a capire, non solo ma tutti i magistrati, i pochi magistrati che in Italia hanno tentato di andare al di là hanno avuto una vita difficile. Subito procedimenti disciplinari. Sono stati emarginati nel lavoro, non hanno fatto carriera. Sono stati circondati dalla disapprovazione. Perché? Perché c'è un livello che non deve essere superato e questo determina una infantilizzazione delle masse, che non sono in grado di capire l'evoluzione degli eventi politici, di capire perché siamo qui. Cosa significa per esempio oggi 02:04:00 l'autonomia differenziata? La balcanizzazione del paese in venti microstati, col trasferimento della competenza di ventitrè materie di competenza statale, cinquecentocinquanta funzioni, significa un trasferimento delle, delle competenze statali e delle risorse pubbliche a dei microstati, ciascuno dei quali diventa scalabile. Perché se è difficile ma non impossibile scalare uno stato, è facilissimo scalare un comune, facilissimo scalare una provincia, facilissimo scalare una regione. Quindi noi abbiamo un Sud che è destinato a diventare una polveriera sociale, oppure a diventare un hub di economia criminale della sopravvivenza. Perché masse di persone che hanno il problema di mettere insieme il pranzo con la cena, se hanno una possibilità di sopravvivenza confezionando 02:05:00 falsi griffati, vendendo sigarette di contrabbando, vendendo frutta senza autorizzazione, spacciando, facendo gli estorsori che entrano escono in galera, evidentemente tu hai creato le premesse per creare un hub criminale che poi va in sinergia con un Nord dove invece arrivano i capitali. Quindi in questo nuovo ruolo di senatore io mi trovo, diciamo devo dire che ho conservato la mia mentalità e il mio modo di essere che è sempre stato, anche quando ero in magistratura, di un intellettuale prestato alla magistratura, prestato alla politica che continua a cercare di ragionare con la propria testa. Analizzando 02:06:00 i fatti con una chiave che non è solo quella giudiziaria, ma che è una chiave di lettura globale. Anche il potere è un fatto globale. E infatti le intelligenze funzionano così. Analizzano i fatti in modo globale, cioè non si prende una cosa alla volta perché tutto interagisce, tutto è connesso. Questo è un paese crudele che è doppiamente crudele, non solo perché ci sono pezzi della classe dirigente che hanno utilizzato le stragi, l'omicidio come strumenti occulti di lotta politica. Ma perché non ha neanche dato la consolazione di sapere a distanza di tempo quello che è veramente successo. E quindi questo determina l'inconsapevolezza e l'immaturità 02:07:00 culturale che ripropone nel tempo le stesse condizioni che poi consentono a questo potere oligarchico, antidemocratico di perpetuarsi, approfittando appunto dell'ignoranza delle persone, della mancata conoscenza dei fatti che ci portano al punto in cui siamo e dei pericoli che si prospettano nel futuro.
Davide Conti: 02:07:28 Grazie, grazie davvero molto senatore Scarpinato. Nel rinnovarle il nostro ringraziamento per aver acconsentito alla registrazione le chiedo se desidera porre vincoli alla consultazione della intervista appena realizzata.
Roberto Scarpinato: 02:07:42 In che senso?
Davide Conti: 02:07:43 Vincoli per la consultazione da parte degli studiosi, questo è un materiale che andrà...
Roberto Scarpinato: 02:07:49 No. Piuttosto sarei grato se potessi avere una copia.
Davide Conti: 02:07:53 Questo sicuramente. Sì, sì sicuramente.
Roberto Scarpinato: 02:07:56 Così almeno mi ricordo quello che ho detto, contro l'Alzheimer.
Davide Conti: 02:07:59 Davvero grazie, davvero grazie infinite è stato un incontro molto molto interessante davvero.